XI
Say
My Name
“Say
my name
So I will know you're back
You're here again
For a while
Oh
let us share the memories that only we can share together
Tell me
about
The days before I was born
How we were as children”
[Within
Temptation, “Say My Name”, Angels,
2005]
Naruto
stava sdraiato dietro un ampio cespuglio di fragole. I suoi occhi erano come due
fessure, guizzavano da una parte all'altra alla ricerca di qualcosa.
Probabilmente nemmeno lui sapeva cosa. Era nascosto da quasi un'ora e
sinceramente si stava stancando. Lanciò un altra occhiata davanti a sé, e lentamente allungò una mano verso il
cespuglio. Gli piacevano… le fragole.
«Naruto
che stai facendo? Ti sembra il momento di mangiare?» chiese Sakura in un
bisbiglio, sistemandosi sdraiata accanto a lui.
«Mi
annoio!»
«Dobbiamo
aspettare il segnale di Shino e dei suoi insetti per fare irruzione da
Orochimaru, porta pazienza una volta tanto!»
«Sì...
ma Shino è lento!» mugugnò il biondino, incrociando le braccia al petto e
sbuffando scocciato dal fare da madre che aveva la sua
Sakura-chan.
«Naruto! Non dire stupidate! Shino sta aspettando il momento buono per mandarci i suoi insetti, Hinata e Neji controllano col Byakugan, Kiba e Akamaru con il loro olfatto... e tu che fai?! Mangi!» lo ammonì, alzando leggermente la voce.
«Mmm...
secondo me Kiba e Hinata stanno pomiciando...» intervenne Sai d'un tratto,
avvicinandosi ai due e sdraiandosi accanto a Sakura, portandosi le mani dietro
la testa.
Sakura
voltò incredula lo sguardo verso il compagno.
«Che
stanno facendo?!»
«Ho
detto secondo me, non sono sicuro…» disse lui, chiudendo gli occhi.
Sembrava quasi che volesse schiacciare un pisolino.
«Io…
io non ho parole! Ino è la dentro che sta per morire e voi… voi vi state
comportando da superficiali! Sai, non eri tu quello che l'amava alla follia?
Perché sei così calmo?» chiese quasi istericamente. Non le sembrava una
situazione reale.
«Non
lo so… sto calmo perché dentro di me… è come se sapessi che andrà tutto bene. E
credo che anche gli altri avvertano questa situazione, Ecco perché c'è tutta
questa calma…»
La rosa
digrignò i denti, spazientita, interrotta poi dalla mano di Naruto che, posatasi
sulla sua, le intimava di stare calma e di non preoccuparsi, che tutto sarebbe
andato bene.
I due
si guardarono negli occhi e, se questa fosse stata una romantica storia d'amore,
a rigor di logica, avrebbero dovuto baciarsi.
Ma
questa non è una storia d'amore.
Un'ape
si posò delicatamente sul naso di Naruto, poi un'altra, e un'altra
ancora.
Era il
segnale.
Tutti
e tre i ragazzi si alzarono in piedi di scatto, cominciando a correre cautamente
verso l'ingresso del nascondiglio di Orochimaru, seguiti a ruota da Hinata e
Kiba, provenienti dalla loro destra, e da Shino e Neji, proveniente dalla
sinistra.
Adesso,
più nessuno aveva voglia di scherzare.
Si
appiattirono contro la parete della caverna, sbirciando dentro con
circospezione.
«Hinata…
Neji…» chiamò flebilmente Haruno. I due ragazzi annuirono e col Byakugan
guardarono ogni centimetro del nascondiglio.
«E'
pieno di guardie…» constatò Hinata dopo la sua ispezione.
«Ino
è nell'ultima stanza in fondo al corridoio sull'ala destra. Ci conviene
dividerci in tre gruppi… Due dentro e uno fuori nel caso le cose si mettessero
male…»
«Buona
Idea! - annuì Sakura, convinta - Io, Naruto, Sai e Neji andremo dentro! Shino,
Hinata e Kiba resteranno fuori! Se non ci vedete tornare dopo un'ora, scappate!»
detto ciò, fece un cenno ai suoi tre compagni, ed insieme si prepararono a
sgattaiolare dentro, consci però che sarebbero stati scoperti
subito.
Sakura
lanciò un'occhiata a Sai. Ora sì che sembrava teso, ora sì che sapeva cosa si
prova quando è in gioco la vita di una persona amata.
Ora sì
che Sai era diventato umano.
Neji
si portò subito avanti al gruppo, sudando freddo e spostando lo sguardo da una
parte all'altra. Camminavano lenti, cominciando ad entrare nel rifugio.
Nel
primo pezzo di corridoio non trovarono nessuno, facendo tirare un sospiro di
sollievo a Naruto, stupidamente, e facendo preoccupare gli altri. La cosa
puzzava terribilmente.
Hyuuga
andò avanti per alcuni metri, fermandosi poi di botto e facendo sbattere Sai
contro la sua schiena.
«Che
cavolo succede?»
«C'è
qualcuno… è nel corridoio incidente al nostro.»
Le
altre parole morirono in gola ai ragazzi.
«Sai
dirmi chi?» domandò Sakura.
«Uhm...
è molto buio... è difficile da capire... uno alto, con un chakra
notevole!»
I pugni
di Naruto si strinsero, abbassò lo sguardo e digrignò i
denti.
«Sas'ke...»
sussurrò, più a se stesso che agli altri.
«No!
Non è Sasuke...»
«Non
è...»
«No! E'
qualcun altro... ma il chakra penso sia molto simile...»
Sai,
rimasto interdetto fino a quel momento, fece un rapido
calcolo.
Forte
come Sas'ke, non Sas'ke.
«Quel
tipo coi capelli grigi!» sussurrò, come risolto il problema
dell'equazione.
«Kabuto?»
chiese Neji, vedendo poi Sai annuire.
«Questo
è un grosso problema…» disse Sakura, pensando per qualche secondo sul da farsi.
Kabuto era un uomo estremamente intelligente: li avrebbe beccati di certo, se
non fosse che li aveva già scoperti e stava venendo a farli fuori. In tal caso
sarebbe stata una mossa stupida dato che sarebbe stato uno scontro quattro
contro uno. Qualcuno doveva tenere occupato il ninja del Suono mentre gli altri
andavano avanti, consapevoli del fatto che avrebbero, a quel punto, incontrato
altri ninja.
Troppo
complicato, troppo rischioso, ma era l'unica cosa da fare.
Neji
era da escludere, il suo Byakugan serviva per andare avanti. Sai era troppo
preso da salvare Ino.
Rimanevano
solo in due.
«Naruto?»
lo chiamò con dolcezza.
Il
biondino si voltò, incrociando i suoi occhi che ostentavano
preoccupazione.
«Sakura-chan?»
«Io...
resto.» proferì con solennità, fermandosi di botto in mezzo al
corridoio.
«Sakura-chan!
Sei impazzita?!» sbottò Naruto, prendendole le spalle e scuotendola come per
farla tornare in sè.
«E'
l'unico modo!»
«No! Ci
rimango io»
«Naruto!
Tu servi alla squadra!»
«Anche
un ninja medico serve alla squadra!»
«Ino è
un ninja medico! - la rosa si morse le labbra rosee e carnose. - vi basterà
trasferirle del chakra e lei riuscirà a guarirvi!»
«Ma
Sakura…»
«Ascolta
Naruto… Kabuto combatte con le arti mediche, ho più probabilità di farcela io
che conosco le tecniche che non tu, e poi – disse, scostandosi dal biondo,
sorridendo con amore – nel caso Sas'ke si facesse vivo… solo tu hai una
possibilità contro di lui.»
Naruto
guardò ancora una volta la ragazza, mentre dietro di lui, Sai lo incitava a
darsi una mossa.
Prese
coraggio e si avvicinò veloce alla rosa, baciandola candidamente sulle
labbra.
«Stai
attenta, Sakura-chan…»
Sakura
ricambiò il bacio con dolcezza quasi materna.
«Anche
tu, Naruto-kun!»
«Ehm...
mi dispiace interrompere il diabetico momento - cominciò Sai, sfoderando uno dei
suoi peggiori sorrisi - Ma temo che qualcuno stia arrivando...» e indicò
un'ombra che ormai era ferma su una delle porte che davano sul corridoio
adiacente al loro.
Sakura
li spinse via e i tre ragazzi ripresero a correre.
«Cazzo
Sai... io ti ammazzo! - s'infuriò Naruto, minacciando il moro con il pugno -
Dovevi proprio interrompere il magico momento? Chissà cosa avete fatto tu ed Ino
dietro la roccia...» commentò maliziosamente, beccandosi un pugno ben piazzato
da Neji.
«Taci,
baka!»
Sakura
aspettava immobile, come se fosse una statua di marmo. Vedeva l'ombra
avvicinarsi sempre di più, mentre il cuore prendeva un ritmo velocissimo. Lei
stessa non riusciva a credere che un cuore umano potesse arrivare a battere così
forte nel giro di pochi secondi.
Kabuto
si arrestò appena vide la figura della ragazza, con quel suo solito sorriso
strano, che non riuscivi mai a interpretare.
Ovviamente,
per lui non era stata una sorpresa trovarsi davanti alla kunoichi. Come se non
sapesse che prima con lei c'erano altri tre ninja, tra cui la volpe a nove
code.
«E
così, ci incontriamo di nuovo, Haruno Sakura...» sussurrò mellifluo alla
giovane, deformando la propria espressione in un sorrisetto beffardo e guardando
la kunoichi con occhi di sufficienza.
«Così
pare, Kabuto...» rispose lei, gelida, fulminandolo con gli occhi color
acquamarina.
«Sei
ancora la palla al piede di sempre, vedo... quelli lasciati indietro finiscono
sempre per... morire...»
Sakura
ormai aveva compreso la strategia di Kabuto. Voleva farla sentire una debole,
una ragazza facilmente manipolabile... ma non sapeva quanto lei fosse cambiata
durante quegli anni.
«Uhm...
che ne dici se ci sfidiamo? Così vedrai i miei progressi, bastardo che non sei
altro!» esclamò, senza che però la sua voce subisse un'incrinazione
adirata.
«Con
calma ragazzina... sembri molto sicura di te...» la schernì il ninja medico,
sistemandosi gli occhiali sul naso dritto. Alla parola «ragazzina», Sakura
strinse i pugni in ferrea presa. L'ultima volta che un ragazzo le aveva dato
della ragazzina era finito all'ospedale per una settimana.
«Smettiamola
di chiacchierare... non ho voglia di starti a sentire!»
«Io
mi chiedo se questo è il tuo solito spirito...
o è solo per il fatto che il tuo caro amichetto ti ha baciata?» Kabuto scoppiò
in una risata di scherno, che rimbombò per il corridoio scuro e umido. Sakura lo
guardò incredulo. «Occhi lucidi, guance scarlatte, labbra rosse e leggermente
gonfie... cosa è stato? Un bacio d'addio?» e ancora
rideva.
La rosa
aveva sopportato sin troppo. Andava bene prendere in giro lei, andava bene
prendere in giro il suo essere ninja... ma no! Naruto non doveva
toccarlo!
Digrignò
i denti, scagliandosi contro il ninja medico e raccogliendo tutto il suo chakra
sul pugno ben stretto, lo colpì con impeto sul mento ad una velocità che nemmeno
lei pensava di possedere, percepì due denti di Kabuto distruggersi sotto la sua
forza.
«Forza
Kabuto! Questo era solo il riscaldamento!»
Il
ninja dai capelli grigi si riprese, sputando i due premolari scheggiati.
Forse
aveva sottovalutato il suo avversario.
«Interessante...
finalmente ci divertiamo...»
Neji
camminava praticamente appiccicato al muro. Guardava avanti, al di là dai muri
per prevenire qualche avversario, ma ogni tanto si guardava anche indietro,
teneva sotto controllo Sakura.
«Neji…»
«Tranquillo
Naruto... se la sta cavando... per ora ce la fa...» Il ninja biondo non sorrise.
Non si sentiva comunque tranquillo.
Sai
sbuffò leggermente.
«Le
carie stanno arrivando...»
«Falla
finita Sai! Voglio proprio vedere te quando vedrai Ino!» Naruto cominciava a
perdere la pazienza, si voltò, tenendo il pugno stretto davanti a sé guardando
Sai con occhi fiammeggianti.
«Ah sì?
Beh, almeno noi le cose le facciamo in privato!» anche il moro gli lanciò
un'occhiataccia adirata.
Neji
s'interpose tra i due.
«Volete
smetterla? Abbiamo una missione da compiere, se non ve ne siete
accorti!»
I suoi
compagni annuirono riluttanti e ripresero la strada, ma non ci volle molto prima
che Hyuuga si fermasse, con gli occhi che saettavano
ovunque.
«Siamo
arrivati»
I
tre ninja si trovavano davanti a una porta nera e massiccia, probabilmente di
pietra. Neji alzò un braccio, provando a spingere la porta per entrare nella
stanza.
Nessuno
si accorse di quello che accadde.
Naruto
e Sai videro solamente qualcosa di estremamente veloce passargli davanti agli
occhi e mezzo secondo dopo Neji era volato dall'altra parte del corridoio,
sbattendo violentemente contro la parete.
«Siete
arrivati... al capolinea.»
Sasuke
si materializzò alle spalle di Naruto, con la katana fermamente tesa sotto la
sua gola.
«Sapevo
che saresti arrivato...»
Occhi
sgranati, pregni di sorpresa, di emozioni fino a quel momento represse e
nascoste, bocca leggermente socchiusa come a sottolineare un sentimento che
andava oltre la paura stessa.
Naruto
rimase pietrificato, incapace di muoversi. Deglutì un boccone
amaro.
«Sas...»
mormorò, mentre le altre parole gli morivano in gola, represse dal groppo che
faticava ad ingoiare.
«Dov'è
Ino?» domandò una voce risoluta e colma di rancore.
L'Uchiha
si voltò, incontrando due occhi scuri quasi quanto i suoi quando non erano
velati dallo Sharingan.
«Non ti
preoccupare, Sai, della tua ragazza... mi sono già preso cura io!» gli sputò in
faccia, beffardo.
«Cosa
cazzo le hai fatto?» urlò quasi Sai, pulendosi con una mano e con gesto secco
spostando Naruto con una spinta, trovandosi faccia a faccia con quel ragazzo che
lui aveva imparato a paragonare solo a della feccia umana.
Il
sorriso di Sasuke si allargò ulteriormente, mostrando i denti bianchi. Neji si
alzò fatica dal suolo, tenendosi sofferente la spalla
destra.
«Non
starò a dileguarmi sui dettagli... però devo dire... Wow, è davvero cresciuta
bene e nei punti giusti...»
Sai si
morse il labbro inferiore talmente forte da farlo
sanguinare.
«Cosa...
cosa le hai fatto, brutto bastardo! Tu non devi toccarla con un dito la mia
Ino!» gridò, scagliandosi contro di lui e cozzando con un kunai contro la sua
katana.
Sasuke
gli si avvicinò all'orecchio.
«Troppo
tardi, amico, ho già usato la mano intera...» sibilò.
A quel
punto, il moro non ci vide più, si preparò per trapassare l'avversario con la
sua arma, mentre il portatore dello Sharingan faceva lo
stesso.
«Fermi!»
ordinò loro una voce debole e quasi timida.
Ino si
trovava appoggiata esausta contro la porta della stanza, il corpo coperto da
graffi, escoriazioni e sangue, una grande ferita alla tempia le solcava il volto
sporco e i capelli, disordinati, le ricadevano crespi sulle spalle nude.
Note delle
Autrici:
Ci scusiamo immensamente per il
ritardo [il fatto è che abbiamo delle vite a cui pensare, sapete come
è..].
Gli aggiornamenti, come avrete
capito, non saranno più tanto frequenti, ma sappiate che i “Lavori sono in
corso”.
Ringraziamo tutti quelli che hanno
recensito lo scorso capitolo e tutti quelli che continuano a leggere, nonostante
tutto.
Lee &
AtegeV