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Autore: Maria_A    08/09/2013    2 recensioni
La prima storia di una serie ispirata agli anni dei Malandrini ad Hogwarts, così come abbaimo provato ad immaginarla noi dalle poche informazioni della mitica J.K.Rowling sulla loro era. Partendo dal primo anno, seguiremo l'evoluzione e la crescita di James, Sirius, Remus e Peter, di Lily Evans, Severus Piton e altri personaggi, attraverso scherzi, trasformazioni, amicizie, litigi, amori e anche di una guerra che minaccia il mondo magico.
Primo anno- 1971: l'anno in cui quattro ragazzini si incontrano per la prima volta dando il via ad un'amicizia unica, speciale.
Dal primo capitolo:
"Al suono della porta dello scompartimento che si apriva, il ragazzino girò la testa di scatto, e non appena vide Sirius,saltò su come una molla, gli si avvicinò a grandi passi, si premurò di allargare il suo sorriso che ormai copriva metà faccia e, senza concedere all’altro il tempo di fare qualsiasi cosa, gli porse la mano con aria solenne proclamando:- Ciao, piacere! Io mi chiamo James! Tu chi sei? -.
Sirius lo squadrò un momento perplesso, ma alla fine decise di stringere la mano che l’altro gli porgeva anche se un po’ titubante. - Io mi chiamo Sirius Black -.
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Malandrini
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Lily ascoltava distratta le chiacchiere delle sue amiche mentre mangiucchiava un Zuccotto di Zucca che si era ritrovata tra le mani senza ricordare bene come.

Le ragazzine discutevano del più e del meno:della serata, di Marlene e i suoi genitori, delle vacanze e della partenza del giorno seguente.

Lily ascoltava solo una piccola parte dei loro discorsi, mentre i suoi pensieri erano ancora rivolti a tre giorni prima, al suo migliore amico. Cercava di prepararsi psicologicamente a due intere settimane lontana da lui e da Hogwarts. Le sue parole l’avevano fatta intristire molto, ma Lily era una ragazzina abbastanza comprensiva quando si trattava dei suoi amici e nonostante la cosa la deprimeva, capiva Severus.

 

- Vedi io…non tornerò a casa per le vacanze-. Disse Severus tutto d’un fiato.

Improvvisamente lenti e umidi fiocchi di neve cominciarono a cadere intorno ai due amici, a posarsi ed attecchire pino piano a terra, imbiancando il mondo attorno a loro.

-Come? Perché? - chiese Lily senza riuscire a nascondere la delusione.

-I miei genitori hanno insistito perché rimanessi ad Hogwarts…insomma capisci no?- chiese Piton titubante.

Lily aveva capito: non aveva mai incontrato i genitori di Severus ma aveva appreso da ciò che il ragazzo le confidava pin piano, che erano persone intrattabili ed egoiste e passavano il tempo a litigare; che non sopportavano il figlio e ogni momento era buono per tenerlo fuori dai piedi.

La notizia improvvisa però l’aveva lasciata interdetta. Sentiva come se fosse stata immersa in una doccia gelata.

-Si, capisco- dopodiché aveva preso ed era scappata via, sorda ai richiami di Piton. Sapeva che non era colpa di Severus ma si sentiva comunque tradita senza capire il perché.

Era scappata a piangere, finché dopo essersi sfogata, non aveva capito quanto il suo atteggiamento fosse stato infantile e stupido, e che probabilmente Severus ci era rimasto molto male per quella sua reazione. Si era asciugata le lacrime con rabbia per se stessa chiedendosi perché aveva reagito in quella maniera così inappropriata. Era poi corsa a cercare l’amico e si era scusata con lui per il suo comportamento. Piton si era subito rasserenato e le aveva ripetuto quanto gli dispiacesse.

 

 

Lily pensò che in effetti non doveva sorprendersi della decisione dei genitori di Severus. Considerati i precedenti era ovvio che avrebbero indotto il figlio a rimanere ad Hogwarts.

Le venne in mente la partenza della mattina sucessiva, l’arrivo a Londra e per qualche motivo sentì che sua sorella non sarebbe venuta a prenderla alla stazione assieme ai genitori. Si chiese come sarebbe stato da allora in poi, cosa sarebbe cambiato…

Si sentì persa per un attimo. Non riusciva proprio ad immaginarsi a Spinner’s End senza Severus.

Nella sua mente le ciminiere delle fabbriche che facevano da contorno alla piccola città periferica le apparvero minacciose, insormontabili. Gli occhi le si inumidirono, ma scosse la testa tentando di scacciare quei pensieri. Non fare la stupida si disse infondo sono solo due settimane.

Persa nelle sue riflessioni non si era resa conto che le sue amiche avevano smesso di chiacchierare: la loro attenzione era tutta rivolta verso qualcosa che stava accadendo al centro della Sala Comune.

Si voltò, seguendo lo sguardo divertito delle amiche e rimase a bocca aperta.

La stanza appariva completamente rivoltata e la ragazzina si chiese come avesse fatto a non accorgersi di nulla.

La Sala Comune era quasi del tutto svuotata e i pochi rimasti se ne stavano accanto alle pareti in maniera da dare spazio ad una scena decisamente bizzarra: Sirius Black caricava sulla spalle James Potter che gli aveva avvolto la sua sciarpa rossa e oro intorno agli occhi e gridava –Vai Cavallino!Vai!-.

Sirius completamente ceco ed ubriaco nitriva e non faceva altro che inciampare. Ogni volta che cadeva lanciava piccoli singhiozzi mescolati a risatine isteriche, copia di quelle di James.

Tutta la Sala Comune fissava quella patetica scena, chi reggendosi la pancia per le risate, chi indignato e disgustato. Gideon e Fabian incitavano i due, applaudivano oppure allungavano le gambe provocando sgambetti e sghignazzi.

Parevano senza controllo e ormai la Sala Comune era irriconoscibile.

James, la mente annebbiata, ogni tanto lanciava un –Yyyyyhaaaa- della serie “ cow-boy impazzito”.

Con la coda dell’occhio notò lo sguardo stupito di Lily e in un angolino della sua mente ancora un po’ lucida si scoprì soddisfatto di aver finalmente attratto la sua attenzione.

La sceneggiata tuttavia durò poco: James crollò d’un tratto profondamente addormentato in mezzo alla stanza e Sirius, senza il suo valido compagno prese a scatenarsi improvvisando un balletto con tanto di canzoncina da lui inventata.

Quasi nessuno però prestava loro attenzione ormai, la maggior parte degli studenti si erano ritirati a riposare per l’imminente partenza e i pochi rimasti se ne stavano già andando.

Anche le compagne di Lily si ritirarono, chi prima, chi poi. Le ultime furono lei e Alice. Quest’ultima lanciò un’ultima occhiata divertita ai fratelli.

- Che idioti- mormorò vedendo Gideon e Fabian che si erano uniti al balletto di Sirius. Poi anche lei assieme a Lily, che passato lo shock iniziale aveva preso a sghignazzare suo malgrado, erano scappate in dormitorio.

-Beh, d’accordo, adesso basta- tuonò un Caposcuola stanco di quel teatrino.

-Voi- indicò Remus Peter e Frank che ridevano a crepapelle - portate i vostri amici in dormitorio e ditegli che domani mattina, se questa stanza non sarà linda al mio risveglio, passeranno dei seri guai- disse indicando la Sala Comune ormai disfatta.

I tre deglutirono e si alzarono all’unisono.

Vennero aiutati dai fratelli Prewett, che si sentivano in dovere di aiutare quei ragazzini che avevano regalato loro una serata così divertente, a trasportare la salma dormiente di James in dormitorio.

-Ma quanto hanno bevuto?- domandò divertito Fabian una volta poggiato James ancora vestito sul suo letto e tornando in Sala Comune per cercare di fermare Sirius ancora intento a scatenarsi su un tavolino.

Remus raccolse da terra una bottiglietta e gliela indicò- Tutta questa- disse.

-Solo?- esclamò sorpreso Gideon.

-Non voglio immaginare cosa avrebbero fatto se ne avessero bevuta una a testa- disse Fabian stupito.

-Già e pensa che ne hanno dato un po’ anche a Peter e Frank- fece Remus richiamando alla mente il momento in cui James aveva aperto con forza la bocca di Peter e gli aveva fatto bere un sorso ridendo sguaiatamente, mentre l’amico si ripuliva schifato.

- Certo che non lo reggono proprio per niente l’alcol- commentò Fabian afferrando per le braccia Sirius che continuava a dimenarsi.

-Lasciatemi! Devo finire la performance!- gridava.

Visto che non la piantava, Gideon lo afferrò per le gambe e lo portarono di peso in dormitorio, seguito dalle risate dei tre amici.

Sirius però, ancora eccitato andò avanti per un po’, saltellando da un letto all’altro finché non cadde in depressione, continuando a ripetere che non voleva tornare a casa. Poi finalmente anche lui si addormentò.

 

 

 

Il mattino seguente James e Sirius vennero svegliati dalle grida di Remus che insisteva per farli alzare.

-Che vuoi!?- si lamentò James massaggiandosi la testa dolorante.

-Dovete alzarvi e scendere in Sala Comune a pulire- fece Remus.

-Shhht Peter non urlare!- si lagnò Sirius tirando il cuscino contro il muro e mancando Remus di poco.

L’amico glielo rilanciò dritto in faccia e diede un’occhiata al letto di Peter dove il ragazzino dormiva beato.

Sospirò. non sapeva neanche lui perché si era preso la briga di svegliarsi così presto per alzarli, forse non voleva che finissero di nuovo nei guai visto che ne avevano già combinate tante.

-Daì che sennò non fate in tempo a pulire prima di partire! E’ tardi- continuò petulante.

-Pulire che cosa?- chiese James con la bocca impastata alzando la testa di malavoglia per osservare il nulla, visto che non distingueva niente senza i suoi fedeli occhiali. Non riusciva riprendere sonno a causa del mal di testa pulsante e gli sembrava di avere pure nausea e mal di pancia. Non aveva mai provato tutte quelle sensazioni assieme.

Sirius dal canto suo, si sentiva come lui con l’aggiunta dei muscoli doloranti a causa del troppo dimenarsi.

-Il casino che avete fatto ieri- rispose Remus.

-Ma che è successo ieri sera?- domandò James inforcando gli occhiali. Si alzò cauto e sia avviò lentamente verso il bagno.

Poi improvvisamente alcune immagini della serata precedente vennero a galla e lui si bloccò- Oh- fece, dopodiché iniziò a ridere sommessamente perché stava male anche a fare quello.

-Fico ubriacarsi!- esclamò prima di chiudersi bagno.

Sirius si imbambolò per qualche attimo. Dopodiché si stiracchiò- Che ore sono?- chiese sbadigliando.

-Le 6.30 e siete già in ritardo- rispose Remus.

Sirius sgranò gli occhi- Cosa? Ma dobbiamo partire fra tre ore! Perché ci hai svegliato così preso Remus?- gridò-.

Poi un crampo alla pancia lo costrinse ad azzittirsi e cominciò a lagnarsi del dolore.

Remus sbuffò osservando il colorito tendente al verde sul viso dell’amico- Bhe, se è questo l’effetto che fa ubriacarsi, mi sa che non berrò mai- disse.- Dovete scendere per pulire- ribadì poi per l’ennesima volta.

-A chi lo dici, credo che questa sia stata la prima e ultima volta. Comunque sappi  che io non intendo pulire un bel niente- affermò Sirius.

Remus gli si avvicinò, lo prese per una spalla e lo condusse fuori dal dormitorio. In cima alle scale però si fermarono: Lui sorpreso, Sirius scettico.

-Cos’è che dicevi?- gli domandò il ragazzino inarcando un sopracciglio irritato.

Remus non seppe cosa rispondere: La Sala Comune appariva linda e ordinata con tutte le cose al loro posto. Non vi era nemmeno l’ombra del disastro che vi albergava la sera precedente.

-Ma come è possibile? Ieri sera questa stanza era un macello- balbettò.

Sirius roteò gli occhi- Non mi dire che stai seguendo le orme di James. Siamo ad Hogwarts Rem!- disse in tono ovvio.

L’amico annuì distrattamente- Ma i Caposcuola vi avevano detto di pulire…-

-Oh insomma! Secondo me avranno detto così per dire. Prendi sempre tutto troppo sul serio Remus- sbottò Sirius, più brusco di quanto avrebbe voluto, ma il mal di pancia e la nausea non gli permettevano di pensare lucidamente, inoltre ce l’aveva con lui per averlo svegliato così presto.

-Merlino! Perché mi fa così male la testa?- si lamentò poi tornando in dormitorio e lasciandosi cadere sul letto cercando di riprendere sonno.

Anche Remus rientrò e si richiuse la porta alle spalle, un pochino in imbarazzo per la figura appena fatta. Fece gli ultimi controlli alla sua  valigia prima di buttarsi sul letto a leggere un libro.

James uscì dal bagno sorridente. Pareva miracolosamente rinvigorito. Sembrava che al contrario di Sirius possedesse capacità di ripresa straordinarie :- Allora? Non andiamo a pulire?- esordì.

Remus scosse la testa mentre Sirius aveva ripreso a ronfare- No James, non è più necessario, scusa per averti svegliato-. Disse dispiaciuto e gli raccontò delle misteriose pulizie che avevano resto la Sala Comune ordinata come prima.

-Ah maddai!- si lagnò James frustrato massaggiandosi le tempie.

Rimase accanto al suo letto per un po', in piedi a dondolarsi e riflettere. Non aveva più sonno, nonostante un leggero mal di testa e si sentiva energico,voleva fare qualcosa.

-Beh dai, dato che siamo già svegli ti andrebbe di giocare a Scacchi Magici Rem?- chiese poi rivolto all'amico con rinnovato entusiasmo.

-Non ci so giocare-. Rispose Remus titubante alzando gli occhi dal suo libro.

-Dai ti insegno io!- esclamò il ragazzino sorridendo. Dopodiché corse al suo baule e ne estrasse una piccola scacchiera, la poggiò sul pavimento dove lo raggiunse anche Remus e si sedettero a gambe incrociate.

James posizionò i vari pedoni e iniziò a spiegare a Remus le regole. Una volta apprese le spiegazioni dell’amico e iniziata una vera e propria partita, Remus si ritrovò appassionato di quel gioco, dando fin da subito filo da torcere al suo amico.

Dopo un po’ James decise che lo infastidiva il fatto che fossero gli unici svegli. Con la scusa di voler degli spettatori per la mitica  partita, cercò di svegliare Sirius, ma l’amico sembrava sordo alle sue urla, profondamente addormentato ed irremovibile. Tentò poi con Frank ma quello lo minacciò di spezzargli le ossa se non la smetteva di infastidirlo e siccome era di natura piuttosto robusta già alla sua età lo lasciò perdere. Per ultimo si lanciò su Peter obbligandolo ad alzarsi. Fu l’unico a svegliarsi anche se di malavoglia.

 

 

 

 

Dopo una leggera colazione Lily e le altre ragazzine del primo anno si avviarono verso il Salone d’Ingresso a recuperare i bauli. Salutarono poi calorosamente Marlene che era al culmine della tristezza al pensiero di rimanere sola ed uscirono all’aria aperta, dirette verso le carrozze che le avrebbero portate alla Stazione di Hogsmeade per prendere il treno scarlatto che le avrebbe condotte a casa.

Nel tragitto, l’attenzione di Lily venne catturata da Severus che se ne stava in disparte  a ciondolare osservandola. Gli si avvicinò tentando di assumere un’espressione serena.

Si scrutarono per qualche minuto e Lily tentò di sfoderare un sorriso.

-Dài infondo saranno solamente due settimane- gli disse.

-Si certo-Annuì il ragazzino poco convinto.

Dopodiché Lily inaspettatamente lo abbracciò. Severus rimase sorpreso da quel gesto: da quando si conoscevano non erano mai stati soliti scambiarsi gesti di affetto, essendo entrambi piuttosto timidi e riservati.

Rimase imbambolato, mentre si sentiva arrossire incapace di ricambiare.

-Scrivimi mi raccomando Sev!- disse Lily. Il ragazzino annuì ancora.

In quel momento passarono accanto a loro anche i quattro amici. Sirius, che a quella visione si sentì un pochino meglio ( i sintomi della sbornia erano ancora presenti) lanciò un fischio di scherno notandoli, poi intonò una canzoncina stupida affiancato da James che più che divertito si sentiva infastidito dalla scena.

- Mocciosus e la Evans sopra un alberooo...

Mocciosus cade e si rompe il nasoooo…-

I due tentarono di ignorarli, dopodiché Lily salutò Severus e si affrettò a raggiungere le amiche avviandosi verso una delle carrozze che per una qualche strana magia si guidavano da sole.

Prima di salire però l’occhio le cadde su quello che riconobbe come Remus Lupin, amico di quei due odiosi essere chiamati James Potter e Sirius Black. Il ragazzino fissava stranito e timoroso la parte anteriore della carrozza come se riuscisse a vedere qualcosa che a lei sfuggiva. Fece spallucce decisa ad ignorarlo e saltò sulla sua, sedendosi vicino a Mary che stava elencando i regali che avrebbe voluto ricevere quel Natale.

Quando tutti gli studenti salirono sopra i veicoli, questi partirono alla volta della Stazione dove il treno scarlatto li attendeva già sbuffando impaziente di partire.

Severus, che era rimasto immobile nello stesso punto, sospirò triste guardando un’ultima volta le carrozze allontanarsi prima di rientrare al Castello.

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice:

Holà! Buona domenica gente!

Seconda parte sfornata. Ammetto che è un po’ demenziale, forse mi sono lasciata andare un po’ troppo. Ho qualche dubbio su questo capitolo…bah fatemi sapere voi che ve ne pare xD

 

Ringrazio che mi segue, mio fratello e chi continua a recensire. Thank you! :3
(Il disegno non è di mia proprietà).

 

Alla prossima!

 

Maria_A&Bro

   
 
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