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Autore: HazelnutEyes    08/09/2013    0 recensioni
Anastasia è una ragazza piena di energia e molto matura, che durante una vacanza dai nonni in Russia, avrà l'occasione di riscoprire se stessa e di crescere ancora cambiando il suo modo di vedere il mondo, che non sarà mai più come prima.
Questa è la prima storia che pubblico, per cui......... commentate commentate commentate e datemi buoni consigli.
BUONA LETTURA
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CIAO RAGAZZI, QUESTA VOLTA CI  HO MESSO UN PO' A SCRIVERE QUESTO CAPITOLO, NON E' UN GRAN CHE', MA SUCCEDE QUALCOSINA......MUAHAHAHAHA HO ATTISATO LA VOSTRA ATTENZIONEEE????? SPERO PROPRIO DI SI, NON MI RESTA ALTRO CHE CHIEDERVI, COME SEMPRE, DI R-E-C-E-N-S-I-R-E-E-E-EE-E-EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE
BACI
HazelnutEyes
dal precedente capitolo:
Piano piano uscii dal bagno andai in camera mia, mi vestii e con i vestiti, mi misi sotto le coperte e mi raggomitolai. Mi addormentai con il freddo in dosso.
 
La mattina dopo mi svegliai ghiacciata, per qualche motivo a me sconosciuto la finestra era aperta. Il profumo di rugiada dei pini invase la mia camera con una ventata di fresco venticello. Il sole stava sorgendo cercando di salire oltre il bosco che lo nascondeva alla casa di legno antica della nonna.
La casa aveva tre piani, anzi, quattro se contiamo la cantina sottoterra nelle fondamenta delle case. Nel secondo, c'è il salotto, la sala da pranzo, la cucina, un bagno solo con il water e lo studio del nonno. Dal terzo piano in su sulle pareti, il legno era più chiaro e aveva dei decori del legno più scuro che era in basso che contornavano le finestre. Nel terzo piano ci sono due bagni comuni, quattro camere, lo sgabuzzino e una stanzetta sempre chiusa a chiave che portava alla mansarda. Da piccola immaginavo sempre cosa ci fosse li dentro: bambole di ogni tipo: una del Perù, una dalla Francia, una dall'Islanda, dalle Americhe e una persino dalla Nuova Zelanda ognuna con una storia avvincente da raccontare alla bambina fortunata che le avrà, tutte portate dal bisnonno per la nonna; oppure potevano esserci vari bauli con dentro i vestiti di quand'era ragazzina la nonna.... oppure le foto di quando si è sposata col nonno e tutti gli album romantici con tutte le foto più toccanti da rivedere quando si a voglia di rivivere il passato. Immaginavo che all'entrata ci fosse un comodino vecchio con sopra un porta candele, un accendino e ovviamente le candele stesse; immaginavo ci fosse una finestra simile a un oblò dove la notte contornava la luna piena e ovviamente c'erano scatole e scatole piene di vita che ogni sera si accendevano e ripassavano tutte le esperienze, belle e brutte con una musica di sottofondo che proveniva da un megafono....come poteva mancare il megafono? E così la magia si dilatava e si dilatava e faceva da ninna nanna ai nostri sogni e accompagnava quelli più brutti alla porta e diceva con gentilezza
 -esca di qui per favore, non sono graditi i sentimenti di paura e tristezza in questa casa magica, vada a trovare khristophor e gli faccia sognare di essere povero e di morire di fame-
Quanto odiavo quel tipo pieno di sè e pure pieno di soldi e avaro come paperon de paperoni.
La cantina invece mi faceva paura, era pieno di salumi di tutti i tipi appesi nelle varie scansie, c'erano anche i peperoncini appesi in una treccia, ma quello era diverso, gli scaffali erano divisi in quattro parti, nella prima c'erano tutte le varie verdure sott'aceto, nella seconda le varie marmellate fatte dalla nonna in persona (come i cetriolini sott'aceto e tutto il resto in quella cantina) nella terza parte il pomodoro, quello da mettere sulla pasta, sempre fatto da lei e per ultimo uno scomparto pieno di diversi vini derivanti dalla sua vigna personale a cui lei teneva tantissimo, e se dico tantissimissimissimo non esagero.
Un'altra ventata  mi svegliò da quei pensieri, mi alzai con molta calma nonostante le fitte allucinanti che mi dicevano di rimanere a letto. Con molta poca voglia di iniziare un'altra giornata scesi le scale scalino per scalino con molta foga per non avere male. In cucina mi aspettava il mio fratellone. Dov'era la nonna?
-la nonna è andata in paese- disse mentre mi sedevo cercando di rispondere al mio sguardo. Mi misi a ridere, mi aveva proprio letto nella mente -che c'e da ridere?-
-niente è che mi hai letto proprio nella mente- dissi sorridendo
-eeeeh ti conosco bene io-  mi disse anche lui sorridendo. La tavola era imbandita per bene anche per questa mattina, ma in confronto a ieri, non riuscivo proprio a mangiare.
Avevo esplorato molto bene i cornflake nel latte, cercai di bere un sorso....ma non riuscii a fare di piu, infatti, mi alzai poco dopo e con la poca forza che mi rimaneva salii le scale
-dove vai??? Non hai mangiato niente-
-non ho fame- il problema era un altro...Matt! Perchè non si faceva vedere? Io lo desideravo e mi mancava ogni giorno di più nonostante fossero passati solo due giorni. Avevo deciso di scrivergli una lettera, volevo chiedergli di incontrarci, ma per farlo dovevo aver bisogno di energie, per questo a cena mi sforzavo di mangiare tanto nonostante il cibo mi minacciava di risalire.
 Mangiavo con molta calma, ma mandando giù ogni singolo boccone, la nonna mi guardava preoccupata...non dovevo avere una faccia molto sana, anzi, non ce l'avevo e basta. Alla fine fu mia nonna a parlare
-cara, sono molto preoccupata per te, non ho detto niente a tua madre perché so che ti farebbe ritornare subito a casa, ma se vai avanti così dovrò dirglielo-
-no nonna, ti prometto che cambierò, mi sto anche sforzando di mangiare-
-non è questo il punto bambina mia, è che se continui a essere vegetariana, nonostante quello che ti è successo e nonostante le tue condizioni  ti ridurrai ad un vegetale- fece una pausa, bevve un pò e mi guardò negli occhi, sapevo cosa stava per dire, anzi, per chiedermi -Anastasia Colombo Smirnov, ti chiedo di lasciare da parte le tue convinzioni per almeno questo periodo fino a ché non guarirai o fino a ché le tue condizioni precarie miglioreranno-
Non sapevo cosa dire, sapevo che una dieta onnivora sarebbe stata perfetta per le mie condizioni, ma dall'altra parte non potevo mangiare carne... quei poveri e piccoli animali indifesi squartati per soffocare la fame umana che mai finisce, così l'aveva definita Jhon, il mio ex compagno di medie in un tema su i problemi mondiali......ne restai profondamente colpita. E' da quel giorno che mi sono messa a fare ricerche sugli animali e scoprendo cose atroci, cambiai completamente. Il primo passo fu diventare vegetariana, il secondo fu fare sfilate davanti al municipio al posto di andare a scuola.....ma non servì a niente, e dopo tutto lo sforzo...dovevo...cambiare e ritornare quello che ero.....mi aveva fatto crescere questa esperienza, ma non era questo il discorso..
-io.....non....so-
-lo so tesoro che è difficile per te cambiare registro così, di punto in bianco, ma è per te!-
-per il tuo bene- aggiunse così d'improvviso mio fratello
ad un certo punto sentii un calore negli occhi, li chiusi,e vedevo tutto argentato, poi tutto si attorcigliava come una tovaglia che con un perno al centro girava..come quello di...
ANASTASIA... MANGERAI CARNE PER IL TUO BENE, FINITO LA CENA ANDRAI SUBITO A LETTO,    MA SENZA ADDORENTARTI
-va bene- non aggiunsi altro, mangiavo quella carne così stranamente....buona, ma ogni volta che nella mia mente si formava il pensiero di non mangiare mai più carne arrivava quella "visione"...
MANGERAI CARNE PER IL TUO BENE
poi, quando fui piena..
FINITO LA CENA ANDRAI SUBITO A LETTO
non so perché stavo facendo tutto quello che quella strana voce mi diceva, ma era automatico...lo dovevo fare.
Così mi coricai, non mi tolsi ne vestiti, ne scarpe e mi misi sotto le coperte... era strano, la testa funzionava, pensavo i miei pensieri senza problemi, ma il corpo obbediva a quelle scritte, non alla mia testa... urlavo alle mie braccia di togliermi le scarpe, ma non fecero niente, rimasero lì, rilassate, sembrava che il mio corpo si fosse addormentat....troppo presto per parlare o meglio...pensare
MA SENZA ADDORMENTARTI
subito il mio corpo si risvegliò, si sedette e...ripresi il controllo...
PAZZESCO cos'era successo??? Feci  per chiamare la nonna, era anormale questa cosa, ma una mano bianca e fredda da far rabbrivvidire  mi tappò la bocca
-zitta, non urlare, non avevo altro modo-  quella stessa voce...
 
  
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