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Autore: Sherlocked98    08/09/2013    1 recensioni
Borough High Street è una delle vie principali della meravigliosa città di Londra, sulla sponda destra del tamigi.
erano le due di notte,ormai.
le macchine si facevano via via più rare.
qualche ragazzo e ubriaco solitario traballava per le strade deserte,nelle quali schizzava ogni tanto qualche macchina accompagnata da un frastuono ,a detta di nicholas, assordante e decisamente fastidiso:la classica musica da discoteca.
il ventenne scosse la testa,appena sentì passare l'ennesima auto. non capiva proprio perchè i ragazzi amassero andare in discoteca,in mezzo al casino,tra la musica alta.
scosse nuovamente la testa,mentre osservava un fiocco di neve cadere leggiadro sul marciapiede.
sembrava tutto così tranquillo...
Genere: Avventura, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Joe Jonas, Nick Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 7.


-ci sono molte cose che non sai,Nicholas.- disse il Jonas maggiore,sedendosi affianco al fratello.
Quello,come risposta,lo guardò confuso e lo incitò,con un segno del capo, ad andare avanti.
-quale pensi sia la causa della morte di mamma e papà?-chiese Joe.
Nick rabbrividì,e non solo per il freddo:era da anni che il maggiore non tirava fuori quell’argomento. Escludendo i litigi,ovvio.
-vai al punto.-
Joseph si sedette meglio.
-vedi…dopo la morte di papà,a casa,ho trovato una lettera e-
-che lettera?-intervenne Nicholas.
-fammi finire. Dicevo:la lettera l’aveva scritta papà e l’aveva lasciata a me,scrivendo di tirare fuori quest’argomento solo se necessario e poi,di bruciarla.-
A quel punto,Joseph si voltò a guardare Nick,che gli fece segno di continuare.
-in questa lettera c’erano scritte molte cose,soprattutto riguardo alla black rose.
Nel 1455 fino al 1485 ci fu la guerra delle due rose:quella rossa dei Lancaster e quella bianca degli York ,conclusasi con l’ascesa al trono di Enrico VII.
Ovviamente,questa cosa alle due rose non andava a genio e nacque una specie di coalizione,unità tra le due,chiamata black rose.
Quello che vogliono è vendicarsi e comandare,facendo salire al trono uno di loro.-
Joseph si fermò.
-tu…tu ti riferisci ai tatuaggi delle vittime? Loro avevano a che fare con questa black rose?-chiese il ventenne.
Joe annuì.
-la black rose è composta dai discendenti di entrambe le famiglie,seguaci e anche persone che non sono della stessa idea,ma che possono essere utili per i loro piani. Come papà.
Essendo il capo della sicurezza della regina poteva essere davvero molto utile. Poteva ricavare informazioni,spiare ,sapere i suoi spostamenti e fare in modo che tutto filasse liscio.-
-perché papà avrebbe dovuto farne parte ?-
-lo avevano minacciato. Se non avesse collaborato,io,te e la mamma,saremmo stati  nei guai.-
 
Nicholas chiuse gli occhi:improvvisamente era tutto chiaro. La morte di Denise era  dovuta al padre,e alla black rose.
 
-così papà non ha ubbidito ed…ed è successo quello che è successo. Non è vero?-chiese il detective.
Joe annuì.
-successivamente,papà ha cercato di vendicarsi ma la black rose si era stufata e..-
-lo hanno ucciso.- disse il ventenne,con la voce leggermente incrinata e gli occhi lucidi.
Joseph gli passò prontamente un braccio sulle spalle,annuendo appena.
Il minore appoggiò la testa sul suo petto e chiuse gli occhi.
Dire che Nicholas  era confuso era quasi un eufemismo:erano successe troppe cose insieme,doveva ancora rendersi conto della verità che non aveva mai saputo sui suoi genitori.
 
 
 
Quel 18 dicembre fu qualcosa di indimenticabile:a Londra c’erano meno di zero gradi e la neve non smetteva di cadere dal giorno prima.
Joseph entrò nella sede di Scotland Yard e si scrollò la neve rimasta sul suo cappotto scuro.
Si tolse i guanti e salutò,con un cenno del capo e un sorrisetto ,la segretaria all’entrata,che arrossì.
 
Al terzo  piano dell’edificio,dove c’era l’ufficio suo e di Nicholas,c’era il caos ,quel giorno:un via vai di persone e poliziotti andavano su e giù ,zigzagando tra le scrivanie ,portando fascicoli in giro e rispondendo all’insistente squillare dei telefoni.
-Joseph! Aspetta un secondo…- disse la signorina Emma Tyler,una sua collega, avvicinandoglisi con qualcosa in mano.
Il ventiquattrenne si voltò.
-tieni:è stato trovato in casa della prima vittima,il bancario,sono dei progetti. Forse vi possono essere utili.-disse,porgendo il diario al ragazzo che la ringraziò con un’altro dei suoi sorrisi che,generalmente, faceva girare la testa alle ragazze.
-non attacca con me,Jonas.-rispose Emma,prima di andare via.
Joe scrollò le spalle e si rigirò il libretto tra le mani:non era molto grande,ma tascabile e molto leggero. Era nero e c’erano diversi segnalibri.
Lo aprì.
In ogni pagina c’era disegnato qualcosa,a partire da strani disegni e progetti di attrezzi a quelli che,a vista d’occhio,sembravano marchingegni esplosivi.
 
 
Nick scarabocchiava distrattamente sul blocco a quadri che portava a lezione.
Aveva cercato,quella mattina,di stare attento alla spiegazione e di prendere appunti, ma gli era risultato abbastanza difficile tanto che,alla fine,ci aveva rinunciato ed aveva iniziato ad ascoltare si e no ciò che il professor Blackwood diceva.
Il ventenne,seduto in una delle ultime file dei lunghi banchi dell’aula dell’università,  si tolse gli occhiali da vista e si passò una mano sul viso, quando lo sguardo gli cadde su ciò che inconsciamente aveva disegnato prima :un qualcosa che,seppur stilizzata,sembrava una rosa.
Sbuffò:non ne poteva più! Quella stava diventando un’ossessione.
-bene,per oggi è tutto ragazzi.-quella frase scosse Nicholas dai suoi pensieri e,con una velocità impressionante,rimise i libri nella tracolla scura ed uscì dall’aula della UCL.
Appena fuori,il vento freddo di quella mattina lo investì completamente,stordendolo.
Il ragazzo mise le mani in tasca e si diresse allo Starbucks più vicino,con l’intenzione di una pausa e un caffè caldo.
Un’idea allettante che venne,però,interrotta dallo squillare del suo Blackberry.
Non appena vide il nome “JOE” sul display,capì di dover rinunciare alla sua tanto agognata pausa e rispose.
-Nicholas! Dove sei?-il tono di Joseph,senza nemmeno salutarlo,lo preoccupò.
-sono appena uscito dall’università:che succede?-
-ci troviamo a Buckingham Palace:c’è stato un altro attacco alla regina.-
Il detective annuì e prese il primo taxi a disposizione.
 
-il secondo attentato quest’anno,qui, a Buckingham  Palace alle ore dodici e trentanove. L’obiettivo sembra essere la Regina Elisabetta che,fortunatamente,è rimasta illesa in quanto l’esplosione è avvenuta in una stanza lontana.
Scotland Yard sta ispezionando la scena del crimine alla ricerca di prove.-
Il cronista televisivo fece segno al cameraman di riprendere il palazzo reale e i vari poliziotti sul posto.
Nicholas scese dal taxi che si era fermato poco più distante,non potendo andare oltre e raggiunse l’ispettore Cleanwell, appena sceso dalla volante.
I due si diressero da Joseph mentre Nicholas  chiedeva spiegazioni sull’accaduto all’ispettore.
-ispettore!può dirci qualcosa? –  -cosa è successo?-  -detective Jonas,ha qualche sospetto riguardo all’organizzatore di tutto questo?-
I giornalisti non mancavano mai in quelle occasioni.
Una miriade di flash e microfoni erano puntati su di loro e altri colleghi ,mentre alcuni volontari tenevano a bada la stampa.
-non sappiamo ancora molto:siamo appena arrivati. Per favore…-disse Cleanwell,facendosi spazio tra la folla.
 
 
Se Nicholas pensava che Buckingham Palace fosse grande,si sbagliava:era un qualcosa di enorme,di talmente immenso e  pieno di stanze e corridoi che era impossibile non perdersi.
 Si trovavano tutti nella stanza dell’esplosione :la bomba era stata posizionata sotto il tavolo e gran parte della zona era rovinata.
-è impossibile trovare impronte,qui.- constatò un poliziotto,girovagando per la stanza annerita dal fumo e rovinata dall’acqua.
Joseph sospirò,decisamente in difficoltà.
-Nicholas,vieni qua un attimo.-disse,senza girarsi.
Non ricevendo risposta,però fu costretto a voltarsi e notò che il fratello non c’era.
Si battè una mano sulla fronte:suo fratello e i suoi vizi di sparire così.
 
Nick si era perso almeno tre volte in quel labirinto e se ne era reso conto dopo essere sbucato tre volte consecutive nella stessa stanza.
Forse non era stata una grande idea non avvisare nessuno e girare da solo là dentro ma,d'altronde,se lo avesse fatto,non sarebbe stato lo stesso.
Lui aveva bisogno di pensare. Da solo.
Per sua fortuna,vicino ad un estintore ,vide una mappa dell’intero edificio in caso di incendio.
L’esplosione era avvenuta nella Royal room.
La individuò sulla mappa e constatò che la frase “YOU ARE HERE” era molto vicina ad essa.
C’era un’uscita poco distante da lì:probabilmente quella usata dall’organizzatore del tutto.
Si diresse all’uscita e spinse il maniglione della pesante porta d’emergenza.
Dava sul retro del palazzo nella zona accessibile solo al personale autorizzato.
Sull’asfalto c’era una macchia d’olio e il ragazzo si chinò,per poi passarvi sopra un dito:era fresca. Non doveva avere più di due ore.
Perché avrebbe dovuto esserci una vettura due ore prima in quella zona? Non era vicina a nessun tipo di servizio o stanza speciale,nessuna cucina o sala riunioni.
-cosa ci fa lei qui? Questa è una zona inaccessibile,torni in dietro per favore.-
Una voce maschile rauca lo fece alzare.
Il ventenne si sistemò i pantaloni e si voltò,prendendo dalla tasca il distintivo di Scotland Yard.
Lo mostrò all’uomo di fronte a lui,decisamente sulla sessantina e con la divisa da inserviente.
-mi scusi detective,pensavo fosse un qualche turista curioso. Sa…capita spesso. –disse l’uomo.
-si figuri. Piuttosto,posso farle qualche domanda?-chiese Nick ,infilando il distintivo nella tasca interna del trench scuro.
L’uomo annuì.
-è normale che ci siano vetture qui? viene scaricato materiale da questa porta?-
Il sessantenne scosse la testa.-no no,è piuttosto scomodo. Questa è solo un’uscita di emergenza e al massimo ,come vede,viene buttata via la spazzatura. Niente auto qui.-
Il ventenne volse lo sguardo ai cassonetti dell’immondizia lontani dalla macchia d’olio:dunque il camion addetto al raccoglimento dei rifiuti era un’ipotesi poco probabile.
-in quali giorni passa il camion dei rifiuti?-
-lunedì,mercoledì e venerdì. Una domenica sì e una no.-
Oggi è giovedì . pensò Nick.
-la ringrazio,signore. Un ultima cosa:la Royal room,dove è avvenuta l’esplosione, è una delle tante sale riunioni del palazzo. Giusto?-
L’uomo annuì.
-chi vi entra, oltre alla regina durante le riunioni?-
L’uomo sospirò.-molta gente: a partire dalle guardie del corpo della Regina,ai camerieri di turno in caso di necessità fino agli altri componenti delle riunioni. Ah sì,anche le signore delle pulizie.passano ogni martedì e venerdì se non sbaglio.-
Nicholas sorrise .-la ringrazio di nuovo,signor…-
-Hollen.-
-signor Hollen.-
 
Detto questo,i due rientrarono:Nicholas proseguì per il corridoio,mentre il signor Hollen entrava in una delle tante stanze lì vicino.
Dunque aveva scoperto che il presunto “assassino” aveva parcheggiato lì due ore prima,dunque verso le 10.30 e poi aveva raggiunto la sala della riunione che,fortunatamente,era stata spostata.
Aveva posizionato la bomba ed era andato via.
 
Nathan ritornò alla Royal room ,dopo aver seguito scrupolosamente le indicazione delle mappe vicino agli estintori(cosa di cui era molto grato).
-toh,chi si rivede.- esclamò l’ispettore sorridendo.-giretto turistico per il palazzo?- continuò.
-già,ammirevole.-scherzò il detective.
- ad ogni modo,ci sono alte probabilità che il nostro uomo abbia parcheggiato qui circa due ore fa.-disse Nick ,indicando l’uscita più vicina su una delle mappe-salvezza.
-l’hai tolta dall’estintore?-notò joseph,avvicinandoglisi.
Il ventenne fece un cenno di noncuranza con la mano:-ce ne sono talmente tante!non si accorge nessuno.-
 
-abbiamo delle telecamere?-chiese il detective.
Joseph  scosse la testa-è da questa mattina che non vanno. Chissà come mai.-disse ,sarcastico.
Nick non parve sorpreso e si diresse sotto il tavolo della stanza,dove era posizionata la bomba.
Erano visibili alcuni pezzi davvero originali e particolarmente efficaci. A partire da ingranaggi incastrati in strani modi a pezzi di forme strane.
-Tom ,fotografa un po’ qua.- disse il ventenne al fotografo di Scotland Yard,indicando dei piccoli pezzi di ferro a terra.
Il ragazzo obbedì.
 
 
Tornati in centrale,Nicholas e Joseph si diressero nei loro rispettivi uffici,ognuno con un compito ben preciso.
 
 
 
 
Ebbene sì,sono ancora viva!
Sono imperdonabile,lo so…ma vi ho fatto un capitoletto bello lungo!:)
I prossimi capitoli dovrei riuscire a postarli molto più regolarmente.
Bene,ora mi dileguo,ma fatemi sapere cosa ne penate!!!:)
Ciauuuuuuu
Nicole Jonas


 
  
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