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Autore: kakashina93    15/03/2008    3 recensioni
Un destino diverso per Kakashi. Una verità chiusa nel suo cuore da 5 anni. La morte di una ragazza che ha cambiato tutto... Una ragazza, Shinami. La Sua ragazza. Una verità troppo scomoda da accettare e un nemico che trama nell'ombra.
Se vi piacciono le storie romantiche questo è l'ideale. Il copia-ninja non è mai stato solo in verità.[KakashixShinami] brevi accenni di altri paring [AsumaxKurenai]
FICTION SOSPESA FINO A DATA DA DESTINARSI
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Kakashi Hatake, Sorpresa
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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“Comunque fattelo dire, sei un pazzo. Mi hai fatto prendere un infarto là sotto! Pensavo chissà cosa volessi fare! Ho paura che quei libri ti abbiano un po’ deviato il cervello!”

 

“E chi ti dice che non sia così?”

 

“Mi devo preoccupare, Hatake?” Lo sguardo misto tra lo sconcertato, il divertito… e il dubbioso. Sperava vivamente nello scherzo.

 

“Sì, Uzukawa!” E si mise a correre cercando di raggiungerla, ma lei era partita appena aveva intuito le intenzioni del ragazzo.

 

Ridevano e correvano senza sosta, mentre lei esponeva fiera i due nuovi sai incrociati dietro la schiena.

 

Il tempo volò e si ritrovarono la sera chiusi a casa del copia-ninja a ripassare il piano ideato da Jiraya e modificato da Shinami. Ormai partecipavano attivamente anche Gai, Kurenai e Asuma, a cui la ragazza dagli occhi infuocati aveva raccontato tutto. Erano in 6 a sapere dell’esistenza di Rin e del rapporto con la sorella.

 

“E cercate di non far sapere in giro che siamo consanguinee!” disse con tono acido rivolta ai partecipanti della ‘riunione’. Non voleva davvero essere conosciuta da tutti per essere la sorella di un assassina, che peraltro, in quel momento sarebbe dovuta stare sepolta sotto terra.   

 

Quando tutti uscirono, Shinami andò in camera da letto di Kakashi e prese il valigione che si era portata, mentre Kurenai la aspettava sulla porta di casa, chiusa.

 

“Dove stai andando?” chiese Kakashi appena uscito dal bagno con i pantaloni del pigiama, la maglietta a maniche corte sopra e lo spazzolino fermo nella bocca.

 

“Credo di averti rotto abbastanza. Torno in albergo!”

 

Kakashi fece per replicare, ma Shinami fu più veloce e uscì immediatamente dalla casa. Il ragazzo corse sulla strada per raggiungerla (meno male che a quell’ora non c’era nessuno) e le afferrò un braccio.

 

“Forse è meglio se vi lascio soli… Se vieni ti aspetto lì in fondo.” disse Kurenai incamminandosi velocemente verso l’incrocio.

 

Kakashi attese che la ragazza sparisse dietro l’angolo. Guardò Shinami severo.

 

“Non hai capito. Ci spiano! Se vuoi tornare il albergo, cosa che preferirei non facessi perché mi sento più sicuro se stai a casa con me, fatti accompagnare. Non scappare come al tuo solito.”

 

“Ma io non voglio romperti! Credo di averti occupato il letto per abbastanza!”

 

 Kakashi la guardò negli occhi decisi. “ A me non dà fastidio che tu stia nel mio letto.”

 

Shinami lo fissò per un attimo che parve un eternità poi riprese la valigia e rientrò in casa. Qualcosa nel tono del ragazzo le aveva fatto venire una tristezza in fondo al cuore di proporzioni smisurate. Aspettò che rientrasse anche lui; era andato ad avvertire Kurenai.

 

-E poi ti posso assicurare che Kakashi senza di te non ha passato un bel momento… Tu non hai visto come era ridotto il tuo ragazzo senza di te. Non mi va di vederlo ancora in quello stato. Non mi va di rivedere in quello stato nessuno.-

 

Il ragazzo ritornò dopo poco, mentre Shinami era ancora assorta nei suoi pensieri; rifletteva sulle parole di Kurenai.  Kakashi non era più lo stesso quando lei era andata via… in fondo anche la ragazza si era sentita tanto sola. Si fissarono, lei seduta sul divano e lui in piedi sulla porta. Shinami si sorprese di riscoprire quanto fosse bello: il corpo di marmo, il viso delicato (cosa poi, che solo lei aveva il piacere di vedere quando le pareva), gli occhi espressivi anche se velati di tristezza.

 

 Si alzò e andò verso di lui. Gli abbassò la maschera, e guardò il disegno delle labbra. Poggiò piano le sue.

 

Si divisero e andarono al letto senza parlare, senza neanche salutarsi. Shinami era arrabbiata con tutti e quando questo succedeva, si chiudeva a riccio in se stessa.

 

Ingoiava gli insulti e le disfatte lei. Era una ragazza terribilmente buona con tutti e questo la rendeva fragile e insicura. Ma quando si ingoia troppo si finisce con lo scoppiare.  Erano cinque anni che mandava giù senza protestare. Sarebbe esplosa da un momento all’altro, si conosceva troppo bene.

 

Si svegliò la mattina nel letto del ragazzo, con gli occhi ancora appiccicati dal sonno. Si strinse nelle coperte ed annusò forte le lenzuola. Odoravano di sapone e di lui. Sorrise, pensando che in fondo lo faceva solo per il suo bene ad essere iperprotettivo e, se anche avesse dovuto tenergli il broncio tutto il girono, alla fine avrebbero fatto pace e tutto sarebbe tornato alla normalità. Se ne convinse presto.

 

Guardò la radiosveglia vicino a lei. Si sarebbe dovuta incontrare con Kurenai  nell’arena delle selezioni ed era in larghissimo anticipo. Si alzò e si buttò sotto la doccia rammentandosi che Kakashi sarebbe arrivato in ritardo, a causa di un certo Sasuke che avrebbe dovuto affrontare la prova d’esame. Da quello che si diceva era il super favorito nello scontro.

 

Shina non aveva mai visto combattere gli allievi di Kakashi ma confidava molto in loro. Le dispiaceva anche che l’unica ragazza del team non ce l’avesse fatta. Di sicuro l’avrebbe incontrata nell’arena;  poco male, le faceva piacere conoscerla. Finita la doccia si vestì con il vestito viola che tanto le piaceva, i sai nuovi incrociati dietro la schiena

 

Camminò tranquilla dentro il mercato, non aveva nessuna fretta di arrivare. Si fermò al banco della frutta e si comprò due mele verdi, di quelle acerbe, che ti lasciano la lingua intorpidita. Tirò fuori dalla sacca porta oggetti legata sulla coscia, un libricino di medicina che aveva preso in biblioteca; studiare un po’ non le faceva di certo male. In fondo era o non era un ninja medico?

 

Arrivò più presto di quanto pensasse. L’arena era deserta, c’erano solo pochi jonin che giravano tranquilli, sistemando le ultime cose.. Ne salutò qualcuno distrattamente mentre parecchi di loro la guardavano stupiti; c’era chi ancora non sapeva del suo ritorno. La avvicinarono e le fecero qualche domanda  a cui la ragazza rispose volentieri; era incredibile quanto si sentisse a casa.

 

Trovò Genma che le dava le spalle, intento ad impartire ordini a un gruppetto di jonin neopromossi.

 

Gli picchiettò affettuosamente sulla spalla e lui si girò con un ghigno di alterazione dipinto sul volto, ma appena vide chi si divertiva a fargli venire i nervi a fior di pelle, si sciolse in un bel sorriso amichevole.

Le diede un bacio sulla guancia e scambiò quattro chiacchiere con la ragazza. Shinami parlò volentieri con lui e gli chiese se poteva essere utile in qualcosa.

 

Genma acconsentì felice e i due si misero di buona lena a mettere apposto le sedie sugli spalti. Il tempo passava velocemente e Shinami non si accorse nemmeno che Kurenai e quattro ragazzi erano entrati nell’arena, finché non si sentì chiamare a gran voce.

 

Guardò in basso e riconobbe subito l’amica. Si girò verso Genma che annuì silenzioso e la ragazza gli fece un bel pollice verso.  Si lanciò, nel vero senso della parola, dagli spalti e prese a correre con foga sul muro sorridendo radiosa.

 

Atterrò davanti al gruppetto con un’aggraziata capriola e si rialzò togliendosi la polvere di dosso.

 

“Ciao Kure.”

 

“Ciao Shina. Suppongo che è già da un po’ che sei qui… ragazzi, Shinami Uzukawa. Jonin di ottimo livello, ex vice capitano della squadra ANBU, ritornata da una missione di cinque anni. Loro sono Kiba, Shino, Hinata e suo cugino Neji. L’ultimo è allievo di Gai.”

 

“Ah capisco. Non deve essere facile per te vivere con Gai. O sbaglio?”

 

“No, non sbaglia Shinami-san…”

 

La ragazza rise forte e di cuore pensando a cosa potesse fare Gai ai suoi allievi. Kiba la guardò a bocca aperta. Cinque anni per una missione, davvero tanti! Voleva dire che la signorina ci sapeva fare parecchio e poi, oltre ad avere un bel passato alle spalle, era davvero una gran bella ragazza. Inoltre, profumava di buono, anche Hakamaru se ne era accorto. Aveva addosso l’odore di arancio e quello dell’estate. Peccato che avesse quello strano retrogusto… un sentore famigliare… l’odore di qualcuno che conosceva.

 

“Shinami-san, lei non è la ragazza che ha fatto tanto scompiglio alle nostre selezioni?” disse Neji  che la guardava torvo. C’era qualcosa che non andava in quella persona. Non era qualcosa di cattivo, più che altro somigliava ad una sensazione strana, estremamente strana. Purtroppo non poteva attivare il byakugan per vedere cosa c’era che non andava, non sarebbe stato molto educato. Poco male, lo avrebbe fatto durante la selezione, mentre lei non lo guardava.

 

“Sì, sono io. E me ne dispiaccio infinitamente per avervi fatto perdere tutto quel tempo. Ma Neji, so che combatterai con Naruto! Beh, in bocca al lupo!”

 

“Crepi…” sussurrò a mezza bocca. Non gli andava a genio il fatto di non potere osservarla!

 

Kiba decise ufficialmente che quella sarebbe stata la sua futura sposa.

 

“Kurenai? Non è che potrei parlarti un attimino in privato? Devo dirti due cosette sul piano.”

 

“Certo! Ragazzi, voi andatevi a sistemare dove dovete. Io arrivo immediatamente.”

 

“E’ stato un piacere conoscervi!” urlò la bionda di spalle e salutando i ragazzi.

 

“Piacere nostro Shinami-san!” risposero i tre in coro. Specialmente Kiba.

 

Neji la guardò allontanarsi, era il momento di agire.

 

“Qualcosa non va fratello Neji?- disse Hinata- anche tu hai… avvertito una strana sensazione stando vicino a lei?” Il ragazzo annuì tranquillo e guardò la cugina, poi ritornò a fissare la ragazza ormai lontana.

 

“Non credo le dia fastidio se la osservo un po’! Byakugan!”

 

Comparvero tante piccole venuzze intorno agli occhi vitrei del ragazzo. Non lo faceva per ficcare il naso dove non avrebbe dovuto, ma bensì per chiarirsi un tantino le idee! In fondo cosa c’era di male!

 

“Cazzo! Quella tipa lì non ha del chakra normale! Ha il…”

 

“ ’Giorno ragazzi.”

 

Neji si sbrigò a tornare normale, Hinata fece un gridolino di stupore e tutti si girarono a guardare chi li aveva chiamati. Shikamaru Nara aveva appena fatto prendere un infarto a tutti… per nulla!

 

L’arena cominciava a riempirsi, ormai c’era parecchia gente sugli spalti e Kurenai con Shinami si stavano dirigendo verso le scalinate. Neji imprecò a bassa voce e guardò la cugina.

 

“Fratello Neji cosa è successo? Hai una faccia… come se avessi visto uno spettro!”

 

“Peggio Hinata, ho visto molto peggio. Quella ragazza è una bestia, il suo chakra è…”

 

“Ancora qui? Chi deve partecipare alle selezione deve rimanere da solo!” gridò un adirato Genma.   

 

“Ma… noi…”

 

“DA SOLO!”

 

“Va bene, va bene, adesso andiamo.”

 

E chi non partecipava alle selezioni salì le scale che portavano agli spalti. Il più felice di tutti era Kiba, che non vedeva l’ora di sbirciare Shinami-san per almeno un altro po’, quello più scontento era Neji, che non aveva avvertito Hinata di mettere in allerta la ragazza sulle sue condizioni fisiche. Insomma, il ragazzo nella sua vita ne aveva viste di tutti i colori, ma non quel genere di colori!

 

Nel giro di pochissimo l’Arena si riempì; ogni singolo posto era occupato e Sasuke Uchiha insieme a Naruto Uzumaki erano in ritardo.

 

“Bene, chissà che bella figura ci farà Kakashi! La gente sa che sono tutti e due suoi allievi…” disse Shinami a Kurenai mentre addentava l’altra mela, quella che si era comprata poco prima.

 

“Oh, stai a veder che alle gente non gliene frega niente. La maggior parte sono qui solo per vedere come se la cava Sasuke Uchiha.”

 

“È davvero così forte come dicono?” chiese la ragazza buttando nel cestino più vicino il torsolo.

 

“Già… se la cava davvero bene.”

 

“Sarà. Ma l’altra ragazza? La Haruno… non è ancora arrivata? Devo darle una cosetta al volo.”

 

Kurenai indicò gli spalti più lontani e scorsero ambedue una testolina rosa e una testolina bionda che litigavano animatamente.

 

“Ah bene. Trovata Sakura.”

 

Shinami si alzò mentre Kurenai a bassa voce continuava a ripetere

 

“Cosetta, fosse una cosetta da poco poi! Jiraya e Shinami devono avere sempre piani così intricati?

 

La bionda si diresse nella direzione della piccola kunoichi. Arrivata lì vicino le chiese molto educatamente, visto che c’era un posto libero vicino a lei.

 

“Posso o è occupato?”

 

“Prego signorina. Si accomodi.”

 

Shinami le sorrise e Sakura guardò quel viso delicato con curiosità. L’aveva già vista. Fu la ragazza più grande a porgerle la mano.

 

“Piacere, Shinami Uzukawa e sì, sono io la ragazza delle selezioni Haruno Sakura.”

 

“Lei mi conosce?”

 

“No, ma conosco il tuo sensei. E poi sono venuta qui per chiederti semplicemente una cosuccia, niente di più. Ti devo parlare in privato però, se ti alzi un attimo posso dirti tutto. Non ti rubo più di due minuti, te lo giuro.”

 

Ino guardò interrogativa le due. Cosa diavolo voleva quella perfetta sconosciuta? E poi, insomma, che maniere! Poteva almeno essere meno diretta. Sakura si alzò con lei e salirono le scale fino alla parte più alta degli spalti, dove nessuno poteva sentirle. Shinami si girò verso la ragazza.

 

“Ok, Sakura, la situazione è delicatissima. Voglio solo che tu faccia una cosa. So che ti sembrerà strano visto che non sai nemmeno chi sono, ma devi fidarti. Fidarti di me.”

 

“Sì… capito ma…”

 

“Shh, non ti preoccupare. Ti spiego tutto. Allora, io… non so quale rapporto tu abbia con Kakashi, ma devi solo dargli questa.- Tirò fuori dallo zainetto una piccola ampolla di vetro con dentro un liquido rosastro e la diede a Sakura- Digli che a dartela sono stata io, lui capirà. E… mi raccomando, quando sarà il momento, quando lui ti dirà tutto quello che devi fare, ubbidiscigli anche se ti sembra strano. Capito Sakura?”

 

“Sì ma….”

 

“Haruno, buona fortuna.”

 

E scomparve nel nulla. Così come era venuta.  

  
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