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Autore: La Dame Blanche    09/09/2013    1 recensioni
Un'altra storia vera: il resoconto delle mie vacanze estive anno per anno; ovviamente non ricordo benissimo i particolari di ciò che successe anni fa, ma TUTTO ciò che ho scritto è la pura verità. Il campeggio esiste, i miei amici sono reali, veramente ci conosciamo da una vita, anche se per la maggior parte di loro ho usato i soprannomi che uso quando ci parlo. La dedico a tutti loro, e al nostro amato campeggio La Vecchia Torre di Gallipoli.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Me, myself and I'
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Memories_      ANNO 2003

 
Ero talmente ansiosa di ritrovare i miei vecchi nuovi amici che mi avventurai in spiaggia appena scesa dalla macchina; fui fortunata: Elsa era vicino al baracchino dei gelati insieme a Miki, Mauri e Fabiola.
Andai subito a salutarli, e fui contentissima quando constatai che tutti, perfino Fabiola, erano contenti che fossi arrivata.
Quell'estate le mie conoscenze iniziarono ad allargarsi: insieme a Martina, la settimana seguente arrivarono due cugini di Foggia, Federica e Francesco; Federica fece terzetto con Fabiola e Martina, permettendo a me e Elsa di stringere di più l'amicizia, mentre Francesco contribuì alla comitiva facendo conoscenza con Claudio e Luca, due fratelli che sembravano più che altro gemelli.
Alla fine arrivò anche Renato, e i miei sogni si avverarono: le ragazze più grandi impegnate tra di loro e con Luca, Claudio e Francesco, noi quattro ce ne stavamo per conto nostro, con Mauri, e ne combinavamo di tutti i colori.
Una mattina, ad esempio, Elsa, piena di sabbia, decise di andare a farsi la doccia, e io la accompagnai; si era appena chiusa la porta alle spalle, quando arrivò Miki, con un carrello di quelli del supermercato raccattato non so neanche dove; lo vidi trafficare con questo carrello, portarlo fino alla doccia di Elsa e cercare di salirci sopra, presumibilmente per guardare dentro dalla fessura che separava la porta dal tetto. Appena capii le sue intenzioni, urlai a Elsa cosa stava succedendo, e cercai di convincerlo a desistere: non volevo provare a spostarlo di peso perchè avevo paura che cadesse dal carrello. Ma eravamo a un'impasse: Elsa non poteva nè farsi la doccia nè uscire, Miki non aveva intenzione di spostarsi e io non potevo far nulla; per disperazione mi guardai intorno e vidi dei vecchietti che ridacchiavano, presumibilemente nel vedere un bambino così precoce.
Quando invece volevamo rilassarci, giocavamo a burraco sui teli da mare, in spiaggia, col vento che ci portava via le carte; io ed Elsa eravamo nel bel mezzo di una partita quando vedemmo venire avanti Claudio, per cui io, benchè devota a Renato, provavo quel senso di ammirazione e fascinazione che suscitano sempre i ragazzi più grandi nelle bambine un pò sognatrici. Scambiai uno sguardo con Elsa e capii che anche lei aveva notato la sua aria abbattuta; non mi ricordo il dialogo che ne seguì parola per parola, ma il succo era che gli piaceva Fabiola e gli sembrava che lei non ricambiasse, ricordo però perfettamente cosa gli dissi io, dopo che Elsa lo aveva incoraggiato a non demordere:
"Se son rose fioriranno!"
Una cosa più stupida non potevo dirla.
Nei giorni di pioggia, invece, stavamo in tenda: una volta da Elsa, a giocare con le sue carte di Harry Potter; una volta da Miki, a scambiarci gli indirizzi; una volta, un giorno che minacciava temporale, il cielo e il mare erano grigi e le onde altissime, io ed Elsa andammo contro la tradizione e andammo a farci il bagno sotto la pioggia, sfidando vento, onde e Andrea il bagnino.
                                                                                                                *
Una delle ultime sere, Fabiola mandò Renato a chiamarmi a casa perchè la raggiungessi in bagno, dove cercava di farsi le mille treccine; tutta contenta che fosse venuto proprio Renato ad accompagnarmi, accorsi, e una volta arrivata mi disse che aveva litigato con Martina e che Elsa stava ancora cenando; io ero quindi l'ultima spiaggia, ma non me ne ebbi troppo a male perchè, se in primis anche a me lei non piaceva molto, in secondo luogo mi aveva dato occasione per stare ben cinque minuti con Renato. Era così bellino da piccolo, con quei capelli e quell'aria timida!
Penso che chiunque conosca adesso Renato faccia fatica a mettere le parole e nella stessa frase, ma da piccolo lo era eccome.

 
  
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