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Autore: Shoen    15/03/2008    4 recensioni
SPOILER—SPOILER-SPOILER-SPOILER-SPOILER—SPOILER (minatoxkushina) La nostra storia inizia con un incontro...tra un bambino biondo ignaro del suo grande futuro e una bambina dai capelli rossi. Il loro legame si salda con il tempo e cambia rivelandosi per ciò che è veramente. Ma non tutto può durare per sempre e neanche la nascita di una nuova vita potrà preservarli dall’odio, guerra e dalla morte che arriveranno a dividerli. Ma forse non tutto è già stato scritto; il finale è mutevole, ancora aperto...
Genere: Drammatico, Avventura, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sorpresa, Tsunade, Yondaime
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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CHAPTER 20

Siamo finalmente arrivati al chapter 20 ( il 20 è un bel numero)!!

Nonostante le innumerevoli difficoltà tra compleanni, litigate, febbre e un insondabile mal di gola!

Regalate un po’ di felicità e commentate numerosi questo capitolo e ascoltate le musiche, scelte appositamente (come sempre del resto!! Ha ha ha !!!).

 

 

CHAPTER 20 – I Want to Know

 

(Speed – from Naruto Original Soundtrack)

 

Naruto aprì gli occhi e questa volta non vide la luce del primo mattino che lo salutava ma la lugubre luce delle candele della sua cella.

“Ciao bella addormentata!” esclamò qualcuno al di la delle sbarre.

Naruto sbuffò e si girò, con non poche difficoltà, dall’altra parte del letto.

“Ehi, sono venuto qui per te! Un minimo di riconoscenza!” parlò ancora la voce.

Naruto ormai sveglio si girò verso la figura.

Ma si può sapere cosa ci fai ancora qui! Mi vuoi mettere ancora nei casini” sbottò.

L’uomo sospirò.

“Va bene allora vado. E pensare che ero venuto per portarti a fare un giro…sarà per un'altra volta” disse iniziando a camminare per il corridoio.

“Lo sai che non posso andare via da qui!” gridò Naruto un po’ in colpa e un po’ esasperato dalla situazione.

Ma io ho il permesso!” sentì la risposta da lontano e dopo un po’ vide l’uomo, cha tanto gli assomigliava, comparire con sguardo divertito davanti alla sua cella.

“Sei sicuro?” chiese Naruto titubante.

Ma si! Dai andiamo…non abbiamo molto tempo” disse Minato lasciandosi scappare qualcosa di troppo.

Naruto lo guardò.

“Per cosa non abbiamo abbastanza tempo?” chiese curioso.

“Allora vuoi rimanere qui o vuoi uscire?” chiese Minato, evadendo il discorso e aprendo la porta della cella e aspettando.

Cosa c’è ancora?” chiese.

Naruto lo guardò ormai convinto della sua deficienza e indicò la catena che gli stringeva la vita; Minato di avvicino e con un colpo ben assestato alla serratura l’aprì.

Il ragazzino senza troppi ringraziamenti uscì dalla cella e oltrepassò con cautela le sbarre coperte di sigilli.

 

Entrarono nella stanza dell’Hokage; Tsunade che era in piedi, girata verso la finestra, appena li sentì entrare si voltò a guardarli.

La donna posò gli occhi severi su Naruto e lo fissò fino all’esasperazione del ragazzo.

“Tsunade-baba smettila” le disse a voce alta dopo un po’.

In meno di un secondo Naruto fu circondato da buona parte degli ANBU del palazzo che portarono i kunai alla sua gola.

“Riportatelo indietro, non ha capito la lezione” disse la donna.

“Ehi aspetta!” s’intromise Minato.

“Cos’hai ancora?” chiese lei infastidita “L’hai visto, no? Perché non ti limiti a fare quello che devi e basta” sbottò.

“Adesso ti rimangi le promesse Tsunade-baba?” la prese in giro l’uomo.

Tsunade vide la risoluzione sul suo viso e con un cenno indicò alla squadra speciale di lasciarlo stare mentre Naruto ricominciava a respirare.

“Allora cos’hai intenzione di fare?” chiese la donna a Minato

“Nulla di particolare, portarlo in giro da qualche parte…” disse vago.

“Lo sai che se succede qualcosa ne saremmo entrambi responsabili?” gli disse.

Minato annuì.

Ma non è solo questo. Se succederà realmente qualcosa, quel bambino, non rivedrà mai più la luce del sole” disse grave.

Naruto si perse mentalmente in quel possibile scenario per poi tornare turbato alla realtà e al battibecco dei due.

L’uomo guardò Naruto e gli scompigliò inaspettatamente i capelli.

“Confido che non combinerà guai. E poi l’ho fermato una volta riu…” s’interruppe all’occhiataccia della donna.

“Va bene, avete la mia benedizione, ora toglietevi dalle scatole” disse Tsunade sbrigativa cacciandoli fuori dall’ufficio e chiudendogli la porta in faccia.

“Ah” l’uscio si riaprì “Non avrai intenzione di andare in giro con lo yukata della prigione, spero?” chiese a Naruto che si guardò imbarazzato.

E per favore Naruto…NON…NON vestirti d’arancione!” disse la donna tra il serio e il  ridicolo richiudendosi la porta alle spalle.

Minato che si era trattenuto dal ridere per un po’ scoppiò in una fragoroso risata.

“Non dirmi che ti vestivi d’arancione!” disse tra scosso da sussulti d’ilarità immaginandoselo nella sua tenuta!

Naruto sospirò dell’idiozia degli adulti e recuperato un completo nero si lanciò fuori dalla porta del palazzo.

Minato sbuffò e lo seguì di corsa superandolo.

 

“Allora dove vuoi andare?” chiese al ragazzo.

“Non lo so, lo conosco come lei mie tasche questo posto!”

I due camminarono per la via principale e non poche persone si voltarono a guardare quei due, così rassomiglianti.

Per fortuna nessuno avanzò l’idea giusta sull’identità dell’uomo, sebbene nel villaggio si cominciava a vociferare qualcosa; Naruto si limitò a guardarlo in silenzio per un po’ finche la strada non si concluse davanti a loro.

 

(Dreams – Jars of Clay from Egypt’s Prince Soundtrack)

 

Il ragazzino corse fino alla porta di una casa e ci si fermò davanti; Minato lo guardò sorpreso.

Perché ti sei fermato qui?” chiese.

“Questa è casa mia” disse semplicemente.

Minato la guardò bene e la riconobbe; tante immagini ormai sbiadite dal tempo gli ritornarono in mente, piccoli momenti di vita quotidiana, profumi colori e la sensazione di una calda presenza accanto a lui.

Che cosa c’è?” lo richiamò alla realtà Naruto ma l’uomo non rispose e lo seguì all’interno della casa.

La casa che era stata accogliente e calda seppur piccola ora si mostrava buia e fredda, Minato esitò un istante davanti alla porta di una stanza.

Dopo un po’ posò delicatamente la mano sulla maniglia e l’aprì; entrò di nuovo nella camera che una volta era stata sua e della donna amata, la stanza era buia come tutta la casa a parte qualche spiraglio di luce che illuminava il letto a due piazze.

Tutto sembrava bloccato al giorno in cui se n’era andato come se niente fosse stato più toccato o usato.

“Hai mai usato questa stanza?” chiese immerso tra i ricordi.

Naruto spuntò sulla soglia.

“No, io vivo da solo non mi serve questa camera forse qui ci vivevano in tre prima che arrivassi io”

“Gia” mormorò Minato.

Perché? Conoscevi il proprietario…” lo fissò Naruto.

“Si.. più o meno”

“Il proprietario era mio padre” disse curioso capendo di aver trovato qualcuno che conosceva qualcosa sul suo passato.

 

Minato lo guardò per un attimo e poi fuggì lo sguardo.

“L’avrò visto qualche volta non è che m’interessasse molto. Era un uomo un po’ strano”

Se non lo conoscevi coma fai a sapere che era strano?”

L’uomo capì di essersi messo ancora di più nei guai e tentò di evitare il discorso.

“Senti…dato che tu stai…” iniziò

“In cella?” fini Naruto ironico.

Emh…si. Non potrei rimanere qui…se possibile…per un po’”

Il ragazzo rimase in silenzio per un attimo

“Fa come vuoi per me non è un problema” disse sospirando e scendendo le scale per arrivare all’uscio.

 

Una volta fuori i due presero a camminare per la strada.

“Tu sei un uomo misterioso” costatò ad un certo punto Naruto.

“Davvero? Perché?”chiese.

“Per esempio è una settimana che ti conosco ma non ho idea del tuo nome mentre tu sembri conoscermi” disse fermandosi.

Minato si girò e sorrise.

“Non ti conosco poi così bene” gli disse

“Voglio sapere chi sei e perché mi aiuti. Che cosa ci guadagni a stare con me?”.

“Quello che ci guadagnava Sasuke Uchiha”

Naruto lo guardò negli occhi, tanto simili ai suoi, e Minato capì che aveva toccato un tasto dolente.

Il ragazzo proseguì senza parlare e lasciandolo indietro ma quando si decise a camminare anche lui Naruto era sparito nel nulla.

“Maledizione” imprecò.

‘Cosa diavolo gli è passato per la testa, andarsene via così’ pensò.

Lo cercò in lungo e in largo per le vie di Konoha sperando che nessuno si accorgesse della sua scomparsa.

Quando ormai aveva perso le speranze pensò a dove Kushina soleva rifugiarsi: in fondo erano molto simili…

 

“Ti ho trovato” disse sorridendo.

Naruto era seduto sul ciglio della collina degli Hokage e non si voltò e sbuffò infastidito.

“Posso sedermi?” chiese senza aspettare nessuna conferma da parte del ragazzo.

Perché sei scappato? Lo sai che se ti avessero trovato prima di me non sarebbe stato così facile tirati fuori dalle segrete” chiese.

Naruto non rispose.

Ok. Allora che dici ricominciamo da capo?” nessuna risposta.

“Allora, mi chiamo Minato Namikaze” disse porgendogli la mano.

Naruto la guardò infastidito ma arresosi alla risolutezza dell’uomo gliela porse.

“Perché ti interessi a me? Nessuno lo ha mai fatto” chiese.

Minato si maledisse interiormente per un’attimo prima di riprendere il controllo di se stesso.

“Credo che sia l’ora di farlo. Non credi?” disse

“Ormai non ho più bisogno di nessuno. Non sono più un bambino”

Ma forse hai bisogno di qualcuno con cui parlare”

Naruto lo guardò.

“Di cosa?” chiese freddo.

“Per esempio di perché eri rinchiuso in una prigione e di perché ti da tanto fastidio parlare di Sasuke”

Naruto lo fulminò con lo sguardo.

“Ecco appunto” disse lui sorridendo.

“Sai già perché ero chiuso li.”

“A me interessa la tua versione, quella di Tsunade e del consiglio la conosco già”

“Allora perché sei scappato?” chiese

Naruto guardò lontano senza però realmente vedere.

 

(Hakkai’s Theme – from Saiyuki the Best Collection)

 

“Mi volevano rinchiudere in questo villaggio per il resto della mai vita” disse.

“Credo che ci siano riusciti” scherzo lui.

Un debole sorriso, stranamente, affiorò sulle labbra del giovane.

“Tre anni fa un mio amico se n’è andato e io volevo solo cercarlo”

“Naruto, da quello che ho sentito, non mi sembrava che Sasuke fosse ansioso di tornare”

Il ragazzino abbassò lo sguardo.

“Tu non lo conosci”

“Allora parlami di lui. Mi piacerebbe conoscere questo Sasuke”

Naruto lo guardò e rimase per un po’ in silenzio.

“Sasuke era il mio migliore amico o meglio per me lo era. Ultimamente ho avuto dei dubbi su questo. ironizzò

“Vedi, non ho mai avuto molti amici, non che lui lo fosse, almeno all’inizio era così. Era il mio nemico in tutto; ma in realtà non c’era mai stata una vera rivalità lui era superiore e alla fine non sono mai riuscito ad avvicinarmi”

“Non è quello che un amico deve fare” disse Minato.

“Aspetta! Questo solo l’inizio. Poi pian piano siamo diventati amici, era colui di cui più mi fidavo. Anche se non glielo mai detto”

“E’ questo che ti da fastidio? Non averglielo mai detto?”

“Non sono cose che si dicono facilmente” sorrise il ragazzo.

E Minato rise; anche lui era un esperto delle cose non dette.

 

(All the good Things – Nelly Furtado)

 

E così il tempo passo, le giornate trascorrevano tranquille.

Naruto passava molto tempo in compagnia di quello strano uomo, che sembrava voler conoscere molte cose di lui senza però rivelargliene altrettante sul proprio conto.

Perché non mi dici mai niente di te?” chiese un giorno Naruto.

“Credimi, tu sei mille volte più interessante!” sorrise l’uomo.

“Tu hai conosciuto mio padre, ma non mi vuoi mai dire niente di lui. Anche se sai poco a me basterebbe lo stesso”

Minato sospirò.

“Eravate amici?” chiese il ragazzino.

L’uomo lo guardò un attimo; in fondo se avesse rigirato le cose avrebbe potuto anche raccontargli qualcosa.

“Allora?” chiese Naruto.

“Diciamo che alcune volte mi sembrava di conoscerlo bene e altre no”

“In che senso?”

“Nel senso che ha fatto delle cose che lo hanno portato ad essere infelice ma riconosciuto dagli altri come un uomo coraggioso. Che ironia…” sospirò.

“Vuoi dire che è ancora vivo?”

Minato sospirò ancora, stava per dire tutta la verità.

“Non ne sono sicuro è da molto che non lo vedo” ritorno vago.

“Se è ancora vivo…credi che tornerà?”

L’uomo sorrise.

“Credo che se potesse sarebbe la prima cosa che farebbe…senza esitazione”

“Senza esitazione. Eh?!” sorrise il ragazzo.

“Sai è da un po’ che volevo dirtelo ma tu mi ricordi qualcuno. Ma non so chi” gli confidò ma non ricevette nessuna risposta a parte un sorriso.

Anche in questa conversazione nulla di Minato era stato rivelato al giovane ma aveva inaspettatamente saputo cose su suo padre.

In quel momento la sensazione che la verità sarebbe venuta svelata provocò il rammarico dell’uomo e l’aspettativa di Naruto.

 

Minato percorse le vie buie della città e arrivò davanti alla casa che una volta era stata sua.

Apri la porta ed entrò.

La sua stanza si presentò come l’aveva lasciata poco prima: buia e polverosa, si stese sul letto e guardò il soffitto; si chiese cosa ci facesse ancora li.

Si ricordò di una cosa che aveva nascosto tra quelle mura tanti anni prima come se avesse voluto preservarla da un futuro buio che era inevitabilmente arrivato.

Si alzò e si avvicinò al muro della stanza, tastò la superficie e riconobbe un punto preciso nella parete...

Si mise d’impegno e dopo un po’ riuscì ad estrarre la mattonella da muro; c’infilò dentro le mani e tirò fuori una scatola di legno.

Si sedette un'altra volta sul letto e l’aprì; sorrise alla vista di oggetti che da ormai quindici anni non vedeva più; la sua attenzione cadde su una foto.

Era mollo carina ed era venuta molto diversa da come era stata progettata.

Naruto poco prima che la volpe attaccasse per la prima volta il villaggio, era in braccio al padre e al posto di stare tranquillo si era preoccupato di tirare, proprio nel momento dello scatto i capelli lunghi della madre e anche quelli che padre con il risultato che l’unico a sorridere era stato il

bambino felice dello scherzo.

Riconobbe i piccoli biglietti che Kushina gli mandava quando era stata lontana con la squadra speciale contravvenendo alle regole…avevano ancora il suo profumo, passo le dita sulla leggera e complessa calligrafia della donna e il pensiero andò a lei ormai nel suo palazzo lussuoso e con un altro uomo al suo fianco.

Mise tutto a posto ma lasciò la foto sulla scrivania della stanza; quella notte tentò di addormentarsi ma le immagini della sua famiglia, molto tempo prima e quella di Kushina insieme a Hiro lo tormentarono per tutta la notte finche ormai all’alba la stanchezza non lo soggiogò.

 

Un  pomeriggio i due rientrarono al palazzo come al solito.

“Era ora! E’ un po’ che vi aspetto cominciavo a preoccuparmi” disse Tsunade guardando Naruto.

“Ancora con questa storia Tsunade-baba” si lamentò il ragazzo.

Che strazio che sei….Tagliategli la testa!” ordinò agli ANBU.

Naruto, guardò senza capire gli shinobi che ricambiarono lo sguardo interrogativi.

“Signora è sicura?” chiese uno titubante.

Minato si mise ridere.

“Sapete, voi della squadra speciale avete un umorismo incredibile” disse l’uomo.

Naruto e gli altri continuarono a guardarli senza capire.

“Ah che strazio che siete! Portate giù il biondino” ordinò realmente.

“Oh Tsunade-sama anche questa sera. Non sono mica un animale notturno, non vado a caccia di notte!” si lagnò.

E se lo fossi chissà di che cosa andresti a caccia…” ipotizzò la donna.

“Uffa ma…” tentò di protestare ancora.

“Ti devo ricordare…”

Ok ok, vado!” la interruppe per non sentire ancora la stessa predica.

Se ci fosse stato il quarto Hokage questo non sarebbe successo” disse divertito Minato a Tsunade.

“E’ vero!” gridò dal corridoio Naruto.

Tsunade guardò male Minato.

Cosa c’è ancora?” chiese

“Ti ricordi la nostra promessa? Il consiglio è ansioso di mettere fine a questa storia tua e di Naruto pretende che tu faccia ciò che devi fare entro la fine della settimana”

 Cosa?” disse sorpreso.

“Non puoi biasimarli è passato un mese da quando sei con lui” disse lei.

E ti sembra un tempo accettabile?! Non ho fatto neanche in tempo a conoscerlo. Mi stai chiedendo di rinunciare a lui solo dopo pochi giorni”

“Minato, tu hai gia rinunciato a lui! Il giorno che te ne sei andato da qui!” gridò lei

 

“Ehi, aspettate ho dimenticato una cosa!” si accorse Naruto “Dobbiamo tornare su”

Le due guardie lo guardarono male.

Naruto-chan non si può, scortatelo” dissero sospirando.

E dai! Cosa vuoi che faccia” disse ma ormai era già corso sul per le scale sfuggendo al loro controllo.

 

“Come osi dire queste cose. Non avrei rinunciato a mio figlio se voi non mi aveste obbligato” le gridò di rimando “Credi che sia stato facile lasciarlo qua” disse con rabbia.

“Non è importante questo, sei stato chiamato per un motivo e devi svolgere il tuo compito” disse fredda.

“Non posso credere che tu mi chieda questo!”

“Io non te lo sto chiedendo. Te lo sto ordinando! Non sei più l’Hokage…hai scelto tu di abbandonarlo, di non essere più suo padre…” Tsunade si fermò attonita e guardò verso la porta alle spalle di Minato.

“Cosa c’è ora..l’uomo si voltò di scatto.

Naruto stava in piedi vicino alla porta, tra le mani ciò che aveva dimenticato.

L’oggetto cadde a terra con un rumore sordo…

 

Come vi è sembrato?

Insomma il momento critico è finalmente è arrivato ora dovrò cominciare ad annodare tutti i fili tessuti per questa storia, chissà che non ne venga fuori un bel tappeto!!!!!!

  
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