Capitolo nove
Battaglia
≪Ragazzi. Mi dispiace di avervi
portato a questo punto. Mi dispiace di aver condiviso con voi degli anni
allegri, mi dispiace di avervi consolato durante le vostre debolezze, di
esservi stato amico. Oggi ci saranno dei caduti, ma vinceremo questa battaglia.
Barone, vuole dire qualcosa?≫.
Il Barone si presentò davanti alle Guardie:≪Ragazzi, e ragazze, voi siete
l’orgoglio di Haven. Voi potete salvare la nostra città, voi sarete degli eroi.
Adiamo e combattiamo!≫.
Mentre seguiva l’esercito, gli si avvicinò Ruperttikjakmos:≪Signore, la nuova barriera è
pronta, Veger mi ha assicurato che i poteri di qualunque Testa di metallo
svaniranno appena attraversato. Così le bloccheremo. Quando alziamo gli scudi?≫. ≪Quando darò il segnale,
ovvio. Intanto, sondiamo le forze del
nemico.≫.
Kayla era accanto a Torn. ormai,
si erano rimessi entrambi per poter combattere. ≪Torn, ma non c’è il tuo
quartiere, per di là?≫.
≪Speriamo che non abbiamo
attaccato... lì...≫.
Uno stuolo di Teste di metallo li
affrontava, provenienti dal deserto. E la guerra cominciò. Non c’era neanche il
tempo di caricare, che subito un mostro ti saltava addosso. Torn e Kayla
lottavano insieme, proteggendosi l’un l’altra, ma vennero separati nella foga
della battaglia. ≪Torn!≫. gridò la ragazza, quando lo
perse di vista, ma continuò a combattere. Vedeva sempre più persone accanto a
lei cadere, e si rese conto che li stavano respingendo indietro, fin dentro le
mura.
≪Hanno aperto una breccia! Presto,
aiutatemi!≫.
Gridava qualcuno. Una breccia, nella parte sud delle mura, in una zona dove
stavano civili. Gente che gridava e scappava li lasciò un attimo intimoriti,
quando una gigantesca testa di metallo riuscì ad entrare, e ad andare verso il
centro della città, seminando morte e distruzione.
Il barone fece fuori un paio di
mostri, ma fu sopraffatto dalle creature. ≪Barone!≫. Gridò Acheron, facendosi strada
verso Praxis. Insieme al suo plotone, riuscì a salvargli la vita, ma il sangue
lo ricopriva, sfigurandolo orribilmente. ≪Acheron...
spari un colpo con questo...≫.
mormorò Praxis, respirando a fatica. Acheron guardò la pistola, di manifattura
molto strana, e sparò un colpo in aria.
Ruperttikjakmos vide, in
lontananza, il segnale, e cominciò ad elaborare i dati sul suo computer. In
meno di pochi minuti, una nuova serie di mura comparvero in una zona più a nord
ovest. ≪Veger,
attivi la barriera appena ti darò il segnale, è questione di minuti.≫. Veger assentì, preparandosi.
≪Coraggio, Barone, un ultimo
sforzo...≫.
Acheron aiutò il barone a sollevarsi e ad attraversare la nuova barriera. ≪Bene, e adesso...≫. ≪Acheron, cosa sta facendo?≫. ≪Torno in battaglia! Dobbiamo
respingerli!≫.
≪Quella parte della città è
andata, ormai, chi è lì, morirà!≫.
≪Ma ci sono dei civili,
Ruperttikjakmos! E c’è Torn, con tutto il suo plotone!≫. ≪Gli ordini li do io, Acheron,
torni subito qui!≫.
Acheron lo guardò con disprezzo:≪Lei
non è il Barone.≫.
E, voltandosi, tornò nella battaglia.
≪Pazzo...≫. mormorò Ruperttikjakmos,
chiamando Veger e la guardia medica. ≪Verrà
ucciso inutilmente... da quei mostri schifosi...≫. La gigantesca Testa di metallo
fece capolino dalla nuova barriera, ruggendo parole incomprensibili. ≪VEGER! Attiva la barriera,
SUBITO!≫.
si coprì gli occhi, aspettando la fine, ma si rese conto che la Testa di
Metallo era svanita. C’erano solo quei pochi civili della zona sud che si erano
salvati. Ridendo della sua buona sorte, il capitano tornò alla prigione.
≪Kayla! Acheron! Dove siete?≫. Torn gridava, uccidendo
creature su creature. Non sapeva che li avevano lasciati alla morte. Vide
qualcuno di familiare. ≪Acheron?≫. inciampò come uno stupido, e
stava per essere sopraffatto, che qualcosa lo protesse. Era un uomo, armato,
che uccideva le teste di metallo una dopo l’altra. ≪Giovanotto, non puoi permetterti
di cadere, sei troppo forte! Fammi vedere di cosa sei capace!≫. Torn si rialzò, prendendo l’arma che gli
porgeva, combattendo insieme a lui. ≪Lo sapevo che ho fatto bene a salvarti la
pelle. Come ti chiami?≫. ≪Torn, signore...≫. ≪Non
chiamarmi signore, mi fai sentire un vecchio ceppo! Sono Samos, saggio dell’Eco
Verde!≫. ≪Un Saggio? Ma i saggi...≫. ≪I Saggi
non combattono? I saggi non fanno altro che brontolare su come va il mondo e a
guarire gente che non se lo merita? Quello centinaia di anni fa! Io sono un
saggio moderno, mio caro ragazzo. Se la mia città crepa per colpa di un mostro
senza scrupoli, devo anche io alzare le chiappe e darmi da fare per salvarla.≫. Torn
ammirava quell’uomo, che uccideva senza scrupoli e chiacchierava come un
forsennato. ≪Sai, penso che ce l’abbiamo fatta. Guarda, si
ritirano!≫. Torn fece un sospiro di sollievo, guardandosi
in giro. Era finito accanto alla casa dei suoi genitori. Le porte erano state
strappate dai cardini. ≪Oh no...≫. mormorò, mentre entrava. ≪Mamma!
Papà! Tairn! Dove siete?≫. ≪Torn! è pericoloso! Vieni fuori!≫. ≪Tairn! Mamma!
No...≫. Samos lo seguì a ruota, distogliendo lo
sguardo quando lo raggiunse. Quei corpi senza vita, orribilmente massacrati...
Sentì singhiozzi, sotto di lui. Stava stringendo una coperta sporca di sangue,
raccolta da un lettino. ≪Torn... devi essere forte anche per loro. Anche
per loro che sono morti. Tua madre e tuo fratello...≫. ≪Tairn...
non c’è... Tairn non c’è! Lo hanno... l’hanno... mangia...≫. Samos
gli depose una mano sulla spalla, facendolo alzare. ≪Andiamo
via, Torn. Torniamo a casa, alla città.≫.
Le lacrime continuavano a scendere dai suoi
occhi. ≪Maledetto Praxis...≫. Samos
lo udì mormorare. ≪È tutta colpa sua. Della sua stupida guerra.≫. Samos
lo prese per un braccio. ≪Torn, vuoi fare qualcosa di veramente utile
alla città? Vuoi partecipare a qualcosa che salverà altra gente come la tua
famiglia dalla pazzia di un tiranno senza scrupoli?≫. ≪Io...≫. ≪Dimmi,
lo vuoi o no?≫. Torn annuì. ≪Allora
seguimi, diventa un mio seguace. Fonderemo i Bassifondi, il Mondo sotterraneo,
dove arruoleremo gente come te e spodesteremo quel fanfarone di Praxis. ≫. ≪Va bene,
signore. Io la seguirò, dovesse costarmi la mia stessa vita.≫.