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Autore: LuLu96    09/09/2013    2 recensioni
"Non sono forte come i lupi o il Kanima, non sono veloce come loro, non ho i sensi sviluppati come i loro, non so maneggiare archi, balestre o armi varie come i cacciatori. Sono un'impiccio, ecco tutto. Ma ormai ci sono dentro, e la cosa non mi dispiace affatto, questa è la cosa che mi preoccupa. Dovrei correre per le strade urlando, cercando una via di fuga da tutta questa storia, invece di sentirmi come se io fossi il mostro, quello anormale, invece che loro." (Dal primo capitolo)
"Quell'uomo mi metteva in soggezione. Tutto in lui ispirava paura e rispetto. Era senza dubbio bellissimo: quegli occhi stupendi erano capaci di gelare e bruciare al contempo, potevano sciogliere come potevano far rabbrividire. Mi strinsi nell'abbraccio di Zac, in cerca di un po' di protezione. Non ero abituata a sentirmi in quel modo." (Dal quinto capitolo)
Stiles è in crisi, non sa chi è, cosa vuole, se è di aiuto o di impiccio per i suoi amici, cosa fare della sua vita. La sua vita, però, sta per cambiare.
C'è un nuovo arrivo a Beacon che sconvolgerà gli eventi.
E' la mia primissima fic, spero vi piaccia!
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Derek Hale, Nuovo personaggio, Stiles Stilinski
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Sotto le mie dita, il cuore di Derek batteva regolare, sincronizzato col suo respiro e con il mio. Non riuscivo ancora a crederci. Aveva detto che mi amava. E io amavo lui, senza ombra di dubbio. Chiusi gli occhi e mi strinsi di più a lui, una mano sul suo petto, la testa sulla sua spalla e il suo braccio a circondarmi le spalle. Ci eravamo addormentati così la sera prima e così mi ero svegliato quella mattina. Ero debole, le ferite mi facevano ancora male, ma almeno i tagli del vetro e delle unghie si erano rimarginati del tutto. Erano rimasti solo dei segnetti bianchi sulla pelle. Ripensare all'attacco mi faceva male, era come sentire di nuovo su di me gli artigli e la sensazione del vetro infranto contro la mia nuca. E poi la vista di Derek così impotente, così...debole a causa mia era insopportabile. Non volevo essere il suo punto debole. Non volevo che soffrisse, che fosse ferito, ancor meno che lo fosse per colpa mia. Era la persona più importante per me, insieme a mio padre e a Scott.

Già, mio padre? Cosa gli avevano raccontato? Non ero tornato a casa dalla mattina prima, probabilmente aveva già fatto annunci in tutte le stazioni di polizia nel raggio di cento chilometri.
"Sta tranquillo, ci ha pensato Jolene"
La voce di Derek mi arrivò rassicurante, calda e bassa all'orecchio. Mi calmai subito. Sorrisi senza aprire gli occhi: se Jolene si era occupata di tutto, potevo stare tranquillo. Non percepii il movimento, ma all'improvviso sentii due labbra calde premere sulle mie. Risposi con gioia al bacio. Altra conferma che non mi ero inventato tutto. Derek era davvero lì e mi aveva davvero baciato. Nella mia mente si insinuò il ricordo del giorno prima, di quel bacio bagnato e appassionato e coinvolgente e tremendamente stupendo che ci stavamo dando. Il mio corpo reagì allo stimolo prima della mia testa e senza rendermene conto mi trovai a spingere di più sulle labbra di Derek, a tracciarne il contorno con la punta della lingua, a stringere con forza la stoffa della sua maglietta, desiderando potesse sparire magicamente. Dopo un attimo di sorpresa, anche il lupo reagì al mio bacio e al mio desiderio. Aprì le labbra e lasciò che le nostre lingue si incontrassero ancora. Spinse anche lui sulla mia bocca e con un movimento a super velocità lupesca si spostò sopra di me, le gambe piegate all'altezza della mia vita, seduto su di me, le braccia stese con il peso appoggiato sulle mani, intrecciate alle mie che erano immobilizzate sul cuscino. Volevo ancora di più, sempre di più. Il corpo di Derek pesava sul mio, mandando ogni pensiero razionale e coerente a quel paese. La bocca di Derek si staccò dalla mia.
"Non è il tempo, nè il momento giusto." la sua voce, profonda e calda mi investì in pieno, tanto che quasi non capii cosa volessero dire quelle parole. "Arriverà, ma non è oggi" Mi posò un altro lieve bacio sulle labbra e poi si alzò dal mio corpo. Un sorriso mi si aprì sulle labbra e lo guardai mentre si toglieva la maglietta e se ne metteva una pulita. La vista del suo corpo mi distrasse, ma qualcosa riuscì a farmi mantenere un minimo di lucidità e di dignità.
"Non mi liquiderai tanto in fretta, sappilo" gli dissi mentre mi mettevo seduto sul letto con un sorriso sarcastico di sfida. Si voltò verso di me e mi guardò divertito. Era uno sguardo raro, su di lui, ma Derek lo indossava benissimo, apparendo ancora più affascinante e bello da mozzare il fiato. Ok, non sapevo di essere diventato una femminuccia così, tutto d'un tratto. 
Con passo lento si avvicinò a me, la maglietta ancora stretta in pugno e la pelle calda nuda davanti ai miei occhi. Il suo viso si avvicinò al mio tanto che le nostre labbra si sfiorarono appena, senza però toccarsi davvero.
"E chi ha detto che io voglio liquidarti?" un sorriso ironico illuminò il suo viso, rendendolo bellissimo ai miei occhi. Mi baciò un'ultima volta, si infilò la maglietta e mi fece cenno di seguirlo. Mi alzai e gli camminai al fianco mentre mi guidava al piano di sotto. Ora riuscivo ad osservare la casa con più attenzione. Era cadente, ma non distrutta del tutto. I vetri delle finestre erano infranti, i pavimenti cigolanti, le porte annerite dalla cenere e la polvere copriva tutto, ma si vedeva la presenza di una ragazza e soprattutto di gente che andava e veniva. Il salotto era stato pulito e riordinato, così come la cucina e il bagno attiguo alla stanza. Il passaggio di persone era reso evidente dalla necessità di utilizzare al meglio quelle stanze, così come era anche per la stanza di Derek e immagino per quella di Peter e Jolene. Il suono di voci allegre e assonnate arrivava alle mie orecchie proprio dalla cucina. Entrando nella stanza, infatti, vidi riunito intorno al tavolo tutto il branco. Peter, Scott, Isaac, Zac, e Jackson erano seduti intenti a trangugiare tazze di caffè, uova, becon, pane e quant'altro, mentre le ragazze continuavano a riempire i piatti e a servirli al branco di lupi. Lydia e Allison, servita l'ultima porzione, si appoggiarno al banco della cucina e iniziarono a mangiare la loro, mentre Jolene si sedette sulle gambe di Peter e ci rivolse un sorriso.
"Buongiorno, ragazzi! Vi abbiamo lasciato da parte la colazione, ma fate in fretta, prima che questi qua divorino tutto" ci fece l'occhiolino prima di infilarsi in bocca una forchettata di uova miste a becon. Derek fece un smorfia scocciata e si avvicinò al banco dove due piatti pieni erano coperti con della stagnola. Io rimasi qualche secondo sbalordito sulla porta, poi mi ripresi e sorrisi. Era una scena tanto strana e fuori luogo che sembrava perfetta.
"Grazie" dissi allegro seguendo Derek e prendendo l'altro piatto, aprendolo e scoprendo con mia grande gioia che era ancora caldo. Masticai il primo boccone e mi resi conto di avere una fame da lupi. In pochi minuti il mio piatto era già vuoto, mentre gli altri avevano ancora uova e becon e caffè nelle tazze. Mi voltai indietro per vedere se fosse rimasto qualcosa, ma con disappunto notai che i lupi si erano finiti tutto. Vidi Derek alzare gli occhi al cielo e tendermi il suo piatto. Lo guardai, ma mi fece segno di prenderlo. Gli sorrisi e biascicai un "grazie" mentre masticavo il becon, annaffiato col caffè. La strana sensazione di essere osservato che mi pervadeva mi impediva di godermi il resto delle uova. Alzai gli occhi e vidi lo sguardo sconcertato degli altri volare tra me e Derek, stupito. Tutti con l'eccezione di Jolene, che sorrideva, e di Peter, che invece aveva continuato a mangiare, ma non era riuscito a nascondere un mezzo sorriso.

"Beh, qual è il problema?" Biascicai con il cibo ancora in bocca. Alzai velocemente lo sguardo verso Derek, magari lui aveva una risposta, ma dal viso contratto e lo sguardo duro non riuscii a capire niente. Si era trasformato nel momento esatto in cui eravamo entrati in cucina, tornando il Derek di sempre. La versione che rideva e sapeva essere dolce o mostrare le sue debolezze era riservata solo a me. A quel pensiero, a quella cosa che mi rendeva davvero speciale, non potei far a meno di accennare un sorriso.

"Niente, assolutamente nessun problema" disse Jolene fulminando gli altri con uno sguardo di rimprovero. Che strano. Avrei dovuto indagare su cosa diamine stava succedendo, il comportamento dei lupi stava diventando sempre più strano, ed era dire tutto. Cercai gli occhi di Scott, mentre appoggiato al banco della cucina finivo il piatto di Derek. Quando incrociò il mio sguardo, Scott lo spostò veloce verso Derek per poi riportarono su di me. Una domanda silenziosa che non ebbi difficoltà a decifrare, ma a cui avevo una gran paura di rispondere. Mossi appena un dito a indicare che ne avremmo parlato dopo.

 

E infatti così fu. Dopo colazione io e Scott salutammo il resto del branco. O meglio, il resto del branco eccetto Derek, il quale mi riservò solo uno sguardo prima di voltare le spalle e andarsene con un grugnito. Aggrottai le sopracciglia, ma d'altronde dovevo aspettarmelo: si trattava pur sempre di Derek Hale, il solitario lupo perennemente arrabbiato. Il fatto che quando eravamo soli fosse diverso non supponeva che lo fosse anche con gli altri.

Arrivammo alla jeep e mi bloccai sul posto. I vetri erano perfetti, come se non fosse successo nulla.

"L'abbiamo riparta noi stanotte" la voce di Scott tardi il suo sorriso soddisfatto che potei vedere anche senza voltarmi.

"Oh, beh... Grazie ragazzi" dissi con un sorriso sicuro che anche gli altro avrebbero sentito.

Salimmo in macchina e ci avviammo verso la città, uscendo dal bosco. Guidare in mezzo agli alberi mi dava una strana sensazione di pericolo, come se dovesse succedere qualcosa da un momento all'altro. Scrollai le spalle cercando di togliermi di dosso quella spiacevole sensazione. Ero sicuro fosse a causa dell'attacco del giorno prima. Appena usciti dal bosco, Scott si voltò verso di me.

"Beh?" Chiese solamente. Con un sospiro iniziai a raccontare tutto quello che era successo. Dalla notte di solo due giorni prima, che sembrava però lontanissima, in cui avevo trovato Derek in camera mia, del bacio, al fatto che pensavo fosse un sogno, all'attacco, alla sera prima. Non rivelai quello che Derek mi aveva confidato o che gli avevo letto negli occhi. Sapevo che non avrebbe voluto. Beh, non avrebbe voluto nemmeno che dicessi a Scott che lo amavo e che lui amava me, ma era il mio miglio amico, mio fratello, ed era prevedibile e normale che mi gli raccontassi una cosa simile.

"Quindi adesso state insieme? Sei... La femmina Alpha?" Chiese prima dubbioso e poi decisamente divertito da quello che aveva detto.

"Davvero molto simpatico, Scott, complimenti" lo sbeffeggiai risentito. Avevo sempre sospettato di poter provare attrazione per i ragazzi, ma avevo anche sempre pensato che sarei stato con le ragazze. Ma amavo Derek, a prescindere che fosse un ragazzo o una ragazza. Non era proprio quello, l'amore? Una forza che trascendeva ogni cosa, che andava oltre, che prescindeva da tutto, colore della pelle, religione, orientamento politico, sessuale e sesso stesso? Quindi sì, amavo Derek Hale e non c'era assolutamente alcun problema in questo.

Ad un tratto lo squillo del mio telefono mi distrasse dai miei pensieri filosofici per riportarmi alla realtà. Guardai lo schermo. Derek. Non trattenni il sorriso spontaneo che mi nacque sulle labbra.

"Ehi" dissi allegro rispondendo.

"Tornate qua subito" la sua voce era allarmata, preoccupata. Era successo qualcosa. Anche Scott sembrò aver sentito. Quando mi voltai verso di lui, infatti, il suo sguardo era lo specchio del mio.

"Che è successo?" Domandai serio mentre facevo manovra.

"Ve lo spiego quando arrivate, fate in fretta" e chiuse la conversazione. Pigiai l'acceleratore con forza mentre riprendevo la strada della riserva. Ma perché non si poteva stare tranquilli più di cinque minuti?


Lulu's corner:
Ciao! Scusate il ritardo ENORME, sono imperdonabile!!! Avevo iniziato a scrivere il capitolo ma poi il computer ha fatto una brutta fine e con lui il testo :( Potete immaginare quanto sia frustrante dover riscrivere tutto daccapo. Ho lasciato stare per un bel po' e poi mi sono rimessa a scrivere, quindi... rieccomi! Spero possiate capirmi e perdonarmi *Prega in ginocchio*!!!
Parlando del capitolo, spero vi piaccia il quadretto familiare che ho voluto ricreare, era una scena che i sembrava talmente surreale da essere divertente. Spero di sentire cosa ne pensate!
Un bacio,
Lulu :)

   
 
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