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Autore: alessi828    09/09/2013    0 recensioni
Dopo un anno dall'incidente che ha causato la morte del suo fidanzato, Bella è pronta a ricominciare. Ora si trova al college con le sue migliori amiche: Alice, Rosalie e Rebekah. Unite soffriranno per gli avvenimenti passati, si confideranno e si emozioneranno. Ma la felicità è dura da conquistare e loro lo sanno bene.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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"Rebekah!ti sbrighi?"Urlò Alice sporgendosi verso il finestrino aperto a fianco a me.

"Ma ti embra il modo Alice? sono le otto di mattina, non urlare.."Borbottai sprofondando nel sedile della macchina e come risposta lei sbuffò pesantemente e mormorò qualcosa a proposito dei ritardi di Rebekah e che lei fosse convinta facessero sesso telefonico tutte le mattine. La febbre era decisamente passata.

"Io sono daccordo con te, alla fine è piu di un mese che non si vedono, hanno delle esigenze."Affermò Rosalie mentre si sistemava il rossetto nello specchietto.

"Oh ma dai.. anche se fosse non sono affari nostri."Conclusi io ridendo delle loro supposizioni.

"Ma come faranno secondo voi lei parla e lui-"Iniziò Alice ma io la guardai stupita del suo interesse e alzai il volume della macchina al massimo sovrastando la sua voce ma la guardavo dallo specchietto e lei continuava a parlare gesticolando. Mimava probabili pose sexy con il telofono. Scossi la tetsa e risi per quato era buffa.

"Eccomi scusate."Entrò Rebekah con mani e braccia stracolme di cose che buttò sul sedile. Ancora si doveva mettere le scarpe.

"Attenta a dove mettii il culo. Ci Sono le ciambe- ."Le urlò Rosalie ma ormai le aveva pestate. Facemmo tutte dei gemiti di disapprovazione e Abbassai la musica. Cominciammo tutte a lamentarci di volere un super cappuccino e delle nuove ciambelle e decidemmo di fermarci alla cafetteria del campus anche se questo ci avrebbe fatto arrivare ancora piu in ritardo.

"Com'è che Bella sta sempre davanti?"Chiese Rebekah mentre si sistemava la sciarpa rosso sangue.Sbuffai della domanda che ripeteva quasi tutte le mattine e ridemmo del suo boncio. Alice mi abbracciò attraverso il sedile e mi baciò una guancia. meritandosi una sculacciata da Rebekah che la fece urlare.

"Alice mettiti la cintura."La rimproverò Rose guadando nella sua direzione dallo specchietto. Eravamo partite da poco.

"Mi si rovina il vestito, tanto siamo quasi arrivate."Si lamentò lei come una bambina. come poteva farmi questo?

"Non fare la stronza."L'ammonii Rebekah e io mi agrappai alla mia cintura di sicurezza con entrambe le mani.

"Lo so ma- Bella voglio solo dire che ora scendiamo e non c'è bisogno che-"Continuò a parlare e il mio respiro si fece sempre piu affannoso e il cuore accelerava i suoi battiti.

"Alice.."La chiamò decisa Rebekah.

"Ma io-"Tentò nuovamente

"Dannazione Alice mettiti quella stupida cintura!"Urlò Rosalie sbattendo le mani sul volante. Prese un respir profondo e si passò una mano tra i capelli biondi. Alice finalmente si allaciò la cintura e io mi calmai pian piano. Nessuno parlò fino all'arrivo nella caffetteria. All'entrata Rosalie mi mise un braccio intorno alle spalle per conforto e io le mimai un grazie. So benissimo che Alice non intendeva feririmi ma rimasi ferita dal suo comportamento, anche dopo le sue interminabili scuse che durarono tutta la mattinata.

"Ehi Bella aspettami." Mi sentii chiamare e mi girai vedendo un Edward sorridente venire verso di me salutando velocemente delle persone durante il cammino. "Pranziamo insieme?" Chiese superandomi e girandosi di spalle al corridoio così da potermi guardare in viso.

"Pensavo pranzassi con i tuoi compagni di squadra.. non è una specie di regola del vostro codice da super machi?"Chiesi io sorridendo alla vista di lui che non si accorgeva che le persone lo scansavano per evitare degli scontri. Sapevo di quella regola perchè anche Emmet non pranzava mai con noi, arrivava alla fine del pranzo a rubarci il cibo. Quel ragazzo era una botte senza fine. Una volta abbiamo fatto una gara di hamburger e lui ne ha mangiati tanti quanti noi quattro messe insieme. Al ricordo non immagino quanto sciocche siamo state a pensare di batterlo.

"Io non seguo mai le regole." Rispose immediatamnte lui senza fermarsi ma eravamo quasi arrivati alla porta della mensa e io rallentai il passo.

"Parleranno tutti vedendoci insieme."Affermai preoccupata di passare per una nuova conquista. Io non avevo bisogno di questo. Volevo solo trovare la pace e tornare respirare e sognare come prima.

"Hai detto che non ti importava dei pettegolezzi. Hai forse mentito?"Mi provocò lui facendomi l'occhiolino e guardandomi intensamente negli occhi per valutare la mia reazione. Non risposi niente ma gli presi il polso e lo trascinai dentro alla mensa in fila per prendere il pranzo e lo sentii sghignazzare. ma quanto sorrideva questo ragazzo?

"Non potrai sempre prendere e trascinarmi via lo sai?"Mi rispose con un sorriso stampato in faccia e Fintamete dispiaciuto. Non risposi e roteai gli occhi verso il cielo.

"Ma come fai a mangiare tutta quella roba?"Chiesi stupita dalla qunatità di cibo che aveva comprato in questa mensa ma intanto gli rubai qualche patatina mentre lui continuava a salutare ragazze e ragazzi che passando accanto al tavolo lo chiamavano o parlavano. Lui era educato e gentile ma si vedeva che in parte lo infastidivano perchè non riusciva ad avere una conversazione senza interruzioni.

"Mia mamma ha sempre cucinato per dieci persone e in reatà siamo solo in quattro."Mi disse dando un enorme morso al suo hamburger mentre io assggiavo la mia pasta fredda.

" Hai fratelli o sorelle?"Domandai incoriusita e bevvi un sorso di aranciata mentre una ragazza passando lo salutò.Non sapevo molto di lui, la sera prima avevamo cenato insieme ma non è durata a lungo perchè le mie amiche mi hanno fatto una scenata al telefono. Avevo promesso di ritornare a casa finite le lezioni e invece non ero tonata nemmeno a cena. Volevano farmela pagare.

"Ho una sorellina. Hanna. Ha nove anni."Disse imbarazzandosi. Era terrribilmente dolce il modo in cui lo disse.

"Allora quale è la tua storia?"Chiesi un po curiosa di scoprire qualcosa di piu su di lui. Diedi qualche assaggio al mio trancio di pizza.

"Nessuna storia, sono nato e cresciuto in questa città e ho scelto questo colege. Tu invece?"Mi dava fastidio il modo in cui sminui la sua vita. di certo non me lo sarei mai aspettata.

"Niente di speciale,vengo da Seattle e niente fratelli o sorelle. Se non conti le tre rompi scatole che gia conosci."Affermai io sorridendo al pensiero delle mie amiche, siamo cresciute insieme e le considero davvero come sorelle.

"Si vede che siete molto legate come vi siete conosciute?"Affermò dando un'altro morso al panino e finendolo. Dopo pochi secondi ne incominciò un'altro.

"Alle scuole medie. Eravamo al primo anno e io e Alice eravamo gia inseparabili. Ricordo che c'era un bambina più grande di noi ed era piuttosto.. paffutella ecco, che prendeva sempre in giro Alice, io provavo a difendela lanciando dei sassolini per spaventarla ma quella volta si era armata di uno scudo -"Iniziai ma mi interompetti al ricordo e incominciai a ridere portandomi una mano alla bocca per coprirmi ma Edward me la tolse subito sorridendo anche lui contagiato.

"Ok.. immaginati Rebakah che sbuca da dietro un cespuglio e incomincia aspruzzare spray per le zanzare in faccia alla ragazzina che scappa intossicata. Fu incredibile.Incominciammo a ridere soddisfatte da noi tanto da avere le lacrime e dovettimo sederci per calmarci. Qualche giorno dopo arrivò Rosalie in classe nostra e non so come spiegarlo ma capimmo subito di essere legate. Da allora non ci siamo piu separate." Dissi continuando a mangiare e osservandolo di nascosto per vedere se pensava che la fosse una storia tanto sciocca. In realtà lo era.

"Eravate delle toste gia allora."Affermò bevendo un lungo sorso di coca cola e facendo un cenno con la testa a un suo compagno di squadra.

"Siamo meno toste di quanto credi, solo che ne abbiamo passate tante insieme."Dissi io guardandomi in giro e notando diversi gruppetti che ci osservavano.

"Per la centesima volta Alice, ti dico che è un ragazzo da lampada non solo abbronzato."Esclamò Rebekah sedendosi con un tonfo sulla sedia accanto alla mia.

"Ma che assurdità!Come fai a capire se è un "ragazzo da lampada", è abbonzato punto."Disse la mia amica sedendosi anche lei al tavolo e soffiandosi il naso. La febbre era sparita durante la notte ma il raffreddore non ancora.

"Come vuoi, mi rassegno."Affermò roteando gli occhi e iniziando a scartare la sua insalata. "Ciao ragazzi" Disse poi rivolta verso di noi e mi diede una gomitata seguita da un'occhiolino.Le feci una linguaccia e ritornai sul mio nuovo amico che stava parlando di Emmet con Alice.

"Ciao Edward" Salutò verso il nostro tavolo una biondina in minigonna. Lui si girò e la segui con lo sguardo nella sua camminata verso l'uscita della mensa senza mai toglierle gli occhi di dosso. Chissa da cosa era attratto.. i capelli forse? non credo proprio. Si girò verso di noi e scosse la testa.

"Non c'è bisogno che passi tutta la pausa pranzo con me."Gli dissi indicando le mie amiche. Non ero piu da sola ora. Lui corrugò la fronte e lo vidi soppesare le mie parole e poi volgere lo sguardo verso la mensa da dove era uscita la biondina.

"Ok Beh allora vado ci vediamo piu tardi .. ragazze, a presto." Disse facendomi l'occhiolino ma non mi sorrise e si incamminò verso l'uscita.Giusto le ripetizioni di Calcolo! Avevo dimenticato che ieri si era offerto di aiutarmi.

"Perchè lo hai fatto?" Mi chiese Reb verso di me con lo sguardo confuso.

"Perchè si.. non era costretto a stare con me." Mormorai solamente sperando di aver chiuso il discorso. semplicemnete avevo visto come aveva guardato quella ragaza e non mi andava di essere un peso per lui.

"Bella magari non era costretto.. sarebbe ora gurdassi avanti come tutti."Disse inizialmente decisa e poi sussurrando poichè incerta.

"Reb piantala!"L'ammonii Alice fulminandola con lo sguardo. Rebekah non aveva tutti i torti ma lei ha sofferto un decimo di me.

"Dico solo quello che pensiamo tutti."Affermò iniziando a messaggiare con il telefonino e Alice si ammutolii iniziando a mangiare il suo pranzo. Io lo so che si preoccupavano per me e volevano solo il meglio per il mio futuro ma ognuno aveva i suoi tempi e io devo ancora ritrovare il mio posto.

"Che miracolo, nessuno che parla. "Disse Rosalie seguita da Emmet. Compaiono spesso insieme in questo periodo. Mi fece ridere la loro espressione sorpresa con la quale si osservavnao increduli. Erano ridicoli.

"Devo andare a lezione."Dissi alzandomi e recuperando le mie cose sparse sul tavolo

"A dopo" Mi disse Rosalie e mi diede un bacio di conforto forse intuendo il mio momento di tristezza. Feci un timido sorriso come saluto e mi avviai verso l'ultima lezione della giornata.

Accesi l'ipod e iniziai a correre sotto la pioggia. Era da molto che non correvo. Ma in realtà mi sembrava di scappare. Scappavo da ricordi che ogni giorno mi invadono la mente mi tormentano il cuore. Corro verso emozioni positive e leggere. Scappo da eventi che nessuno dovrebbe vivere alla mia età. Scappo da un futuro che non so se voglio vivere. Scappo dalle voci che mi dicono che non cè ancora molto per me la fuori. E scappo dalle mie amiche, che vivono un dolore probabilmente radoppiato a causa mia. E poi piango. Rallento il passo e mi poso vicino ad un albero e appoggio il viso al tronco. Sbatto più volte i pugni e piango. Piango per il mio passato. Piango per quello che ho perso. Piango per tutto quello che sto sbagliando. E poi piango per il mio futuro e per le cose che mi sto perdendo a causa del mio dolore.

Un tuono mi spaventa e mi rendo conto di essere fradicia con solo addosso una maglia lunga e i leggins. Mi stacco dall'albero e ammiro il cielo sopra di me. Riesco a vedere tutte le goccie di acqua che mi cadono sul viso e lavano via le mie lacrime, alzo le braccia e respiro a fondo girando su me stessa. Sentivo odore di pino e erba bagnata. Il ricordo di un giro in macchina decapottabile sotto la pioggia mi fece sorridere. Decisi di sorridere verso il cielo trovando in questo modo un briciolo di pace nel mio cuore.

"Bella.."Mi sentii chiamare e vidi a una decina di metri da me Edward che mi fissava sotto l'ombrello. Da quella distanza non potevo ammirare i suoi occhi ma potevo leggere il suo sguardo ed era attratto. Non riusciva a distogliere gli occhi dai miei, e nemmno io ne ebbi il coraggio.

"Cosa stai.. " Iniziò ma si bloccò e scosse la testa mentre gli scappò un sorriso. Si avvicinò a me a passi lenti forse si aspettava lo mandassi via ma non riuscivo a fare niente in quel momento. Da una parte imbarazzata per quello che potrebbe aver visto e da una parte arrabbiata perchè era mio momento sacro.

"Che fai.. Mi segui?" Sussurrai togliendomi le cuffiette dalle orecchie e portandomi le braccia al petto.

"No.. niente del genere. Abito proprio qui davanti e mentre tornavo ti ho vista.." Disse scrutandomi da capo a piedi. Devo sembrargli un pulcino spelacchiato. E dubito non notasse i miei occhi gonfi dal pianto.

"Non ne avevo idea.."Affermai guardandomi intorno e ossservando gli alti palazzi.

"Vuoi salire?"Mi chiese piuttosto incerto. Mi guardai una attimo e feci un respiro profondo prima di scuotere la testa.

"Non dire sciocchezze.. ti fai una doccia e ti riporto a casa." Mi sorrise e una veloce lacrima mi scappa dagli occhi e mi preoccupo subito a recuperarla. La pioggia aumenta e i tuoni mi fanno sussultare. Edward mi mette un braccio in spalla e mi conduce verso uno dei palazzi che circondavano il parco.

Analizzai i miei vestiti asciugati ma purtroppo la maglietta si era deformata. E poi guardai i vestiti di Edward, pantaloni e maglie piuttosto larghe per me. Soppesai le scelte per un paio di minuti davanti al letto e poi decisi di prendere la maglia che Edward mi aveva gentilmente prestato e i miei leggins e il risultao fu una specie di pigiama ma era tutto quello che avevo.

Uscii dalla camera di Edward che scoprii piuttosto spoglia se non libri e cd vari sparsi sulle mensole e un enorme letto al centro della camera.

"Ti sei sistemata?" Mi chiese osservandomi attentamente ma non prendendomi in giro.

"Piu o meno.." Dissi sistemandomi i capelli in uno chignon e lasciando alcune ciocche di capelli sciolte davanti sul viso. Mi sedetti sul divano e mi guardai un po intorno mentre lui metteva apposto delle cose sparse per la casa. Annusai l'aria intorno a me e mi soffermai sulla mani della maglietta che indossavo e assaporai subito il suo profumo. Era adorabile.

"Hai davvero un bunissimo odore." Dissi vergognandomi un pò ma continuando ad annusarmi intorno e mi sedetti sul divano facendo una giravolta.

"Sei sempre cosi diretta?"Mi domandò sorridendo e osservanomi. I suoi sguardi ancora mi mettevano i brividi.

"In che senso?"Chisi giocando con l'orlo della mglietta che indossavo.

"Dici e fai tutto quello che ti passa per la mente."Mi bloccai e fissai il pavimento. Avrei tanto voluto dire e fare sempre quello che mi passa per la testa ma in quel caso credo ne verrebbero fuori solo urla e sciocchezze.

"No, non sei molto vicino alla verità."Affermai io e lui fece spallucce ancora sicuro di quello che ha detto secondo me.

"Lo sai che ormai siamo amici e non so ancora quale è il tuo nome completo?" Mi domandò ad un tratto lui lasciandomi un pò stupita per quella domanda, effettivamente aveva ragione e questo mi fece sorridere.

"Isabella Swan, non mi piace il mio nome e tutti mi chiamano sempre Bella, ecco perchè non lo sapevi." Dissi solamente io mentre lo osservavo che puliva un vaso posto sulla tavola in mezzo tra la piccola cucina e il salotto.

"Posso farti una domanda?"Chiesi leggermente timorosa per la risposa. Iniziai a mordermi il labbro inferiore e a grattare il divano con un'unghia.

"Spara."

"Da quanto prima.. si insomma..quando mi hai trovata eri li da molto?" Domandai e lo vidi irrigidrsi ma continuò a versare della sabbia dentro un vaso.

"Non molto.. non ti avevo riconosciuto all'inizio. In ogni caso non dovresti correre quando piove, è pericoloso." Mi disse con un tono serio. Si capiva che era una bugia, ma pensai fosse preoccupato.

"Non vivi nella cobfraternia come gli altri?"Chiesi guardandomi intorno e notando quano fosse spoglia questa casa.

"Si.. ma vengo piu speeso qui, sai per studiare e tutto il resto. E' più intimo e tranquillo." Mi disse e con quel "Tutto il resto" Capii intendesse che portava e ragazze qui. In effetti questo spiega il grande letto in camera. Chissà se aveva portato anche la biondina di oggi. No! Bella a te non interessa quello che combina Edward!

"Sai cosa facciamo ora?" Mi domandò illuminato da una nuova idea e scosi la testa sorridendo contagiata.

"Ordinanìmo delle pizze e iniziamo le ripetizioni! Vedrai che riuscirai a passare l'esame di venerdì"Affermò prendendo il cellulure e componendo il numero della pizzeria. Non mi chiese cosa ne pensavo da quanto era entusiasta della sua idea. Forse era qualcosa da "Amici" che non aveva mai fatto con una ragazza ma in ogni caso non mi dispiaque e fuoi eccitata all'idea di passare una serata con lui. Nonostante odiassi che le persone prendevano decisioni per me ma invece Edward mi fece sorridere e rilassata mi stesi sul divano pensando all' l'ultima volta che ero stata cosi rilassata senza le mie amiche. Il ricordò si posò su molti mesi prima, quando il mio cuore era ancora leggero ma per la prima volta da molto tempo sentivo nascere della speranza.

  
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