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Autore: HoshiUzumaki    09/09/2013    0 recensioni
"Mi chiamo Emily, Emily Orange, sono una studentessa delle scuole superiori con una vita tutt’altro che normale, o almeno non da quando è successo il fattaccio"
Questa storia tratta di una teenagers 'problematica' e dei suoi amici, se volete sapere altro, vi basta leggere!
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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 Chapter 4

♦ Emily

Il tanto atteso giorno era arrivato.

«Speriamo di finire nello stesso gruppo, oggi! mi disse Alexia, con un sorriso raggiante in volto;

«Già! Speriamo bene!» gli risposi, per poi cercare un posto a sedere che mi consentisse di poterle stare vicina.

Era finalmente arrivato il giorno dell’”attività legata alla fiducia”, così era chiamata, una giornata di puro svago per noi studenti, in cui avremmo solo dovuto stare a sentire degli ‘esperti’, che avrebbero provato a insegnarci cosa stava alla base di ogni relazione interpersonale e non , la fiducia; Credevo sarebbe stato divertente.. già, credevo.

Gli ‘esperti’ fecero la loro comparsa, due individui sulla trentina, maschi, due persone comuni, come tante altre, nessun segno particolare; si misero a sedere, facendoci disporre in cerchio, intorno a loro, in modo da avere l’attenzione di tutti e si misero a parlare.

I posti a sedere non erano stati decisi da noi, bensì ad estrazione, ed io, sfortunatamente, ero stata posizionata dall’altro lato del cerchio, rispetto ad Alessia, così, non avendo nessuno con cui dialogare, decisi di provare ad ascoltare le parole dei due uomini all’interno del cerchio.

«Ragazzi, la fiducia è alla base di ogni relazione» disse uno dei due, per poi continuare «Relazioni lavorative, relazioni affettive, relazioni amorose, sono tutte dipese dalla fiducia reciproca delle persone coinvolte in queste ultime, mi seguite?»

Io annuì, come per fargli capire che ero attenta, e lui mi sorrise, provocandomi un inspiegabile gioia.

La spiegazione continuò, ma io sembravo essere l’unica interessata, quell’argomento mi aveva presa, così, i due ‘esperti’ ponevano il loro sguardo su di me e pochi altri miei compagni, sentendosi ascoltati.

«facciamo un esempio, ora! Tu, con la maglietta di quel gruppo!» disse, per poi indicare Duncan, impegnato a conversare con Matt;

Duncan cadde dalle nuvole, ed io ero abbastanza divertita, pensando a quale imbarazzante commento avrebbe ricevuto dall’uomo.

«Pensi che per stare con una persona, serva la fiducia?»

Era una domanda molto intelligente da farsi in quel contesto, ma sapevo che Duncan avrebbe risposto in modo stupido e puerile, così fece.

«Fiducia, dice? Ah, dipende tutto dal numero di ragazze di cui stiamo parlando! L’importante è che siano loro ad avere fiducia in me!» rispose, provocando una fragorosa risata collettiva.

Subito dopo, pose la stessa domanda anche a me, sorprendendomi.

«Ora vogliamo un parere femminile, visto che quello maschile non mi soddisfa» disse, ridendo «Tu cosa ne pensi, invece, morettina?»

Dovevo pensare, in fretta, ad una risposta che lo avrebbe compiaciuto, ma non avendo tempo, dissi la prima cosa che mi venne in mente a riguardo.

«Personalmente penso, a differenza del mio compagno, che un rapporto sentimentale sia fatto per due persone, non di più..» continuai «penso anche che la fiducia sia una cosa immancabile in un rapporto di ogni tipo, ma soprattutto sentimentale, perché se non ci si può fidare della persona che si ama, allora questa persona non merita il nostro amore.. credo..»

«Giustissimo!» si complimentò l'’esperto’ «ora passiamo ai fatti, scegliete un compagno, iniziamo gli esercizi sulla fiducia!»

Prontamente, mi diressi verso Alexia, quando Duncan mi si piazzò davanti.

«Quel tizio ha detto che io e te dobbiamo fare coppia per questi esercizi..»

Scombussolata, ed ormai rassegnata, guardai per un’ultima volta Alexia, notando il suo compagno di esercizi, Matthew; sconsolata, presi posto insieme a quello spocchioso.

«Il primo esercizio, consiste nel dare le spalle al compagno, lasciandosi andare» eloqui lui «quest’ultimo vi prenderà, prima che cadiate al suolo!»

Ero terrorizzata dal fatto che probabilmente, Duncan, per farmi dispetto, mi avrebbe lasciata cadere, facendolo sembrare un incidente, ma allo stesso tempo, non riuscivo a non guardare Alexia e Matthew che ridevano tra di loro e lui che cingeva le mani intorno ai fianchi di lei per tranquillizzarla sul fatto che non l’avrebbe lasciata cadere. Faceva male, molto male.

«Bene, iniziamo!»

Decisi di lasciarmi andare, in fondo il dolore provocato dalla mia caduta, mi avrebbe aiutata a distrarmi da quei due, no?
Prontamente mi lasciai cadere, pronta all’impatto con il suolo, che non avvenne.


«Pensavi che ti avrei lasciata cadere, vero?» mi chiese Duncan, sorridendomi, con aria di superiorità;

«In verità si..» Risposi io, mettendomi a ridere «tra di noi non scorre buon sangue e allora..»

«Devi smetterla di pensare a lui, mi hai capito?»

Il suo sguardo si era fatto autoritario e io mi stavo innervosendo.

«Non capisco di cosa parli..»

«Sai benissimo di cosa parlo»

Gli ‘esperti’ interruppero il nostro piccolo “scambio di opinioni”, per parlarci del secondo step della giornata.

«Ogni coppia si unisca ad un’altra coppia, in modo da formare un gruppo di quattro persone, forza!»

Naturalmente, io e Duncan decidemmo di aggregarci ad Alexia e Matt.

«Ora voglio che, a turno, ognuno di voi dica apertamente all’altro cosa pensa di lui, siate sinceri per favore!» così concluse, uno degli uomini.

Panico, panico nella mia mente, panico nel mio stomaco, solo panico.

«Chi inizia?» chiese Alexia, raggiante.

Matthew stava prontamente rispondendo, ma per qualche motivo, lo interruppi, rispondendo prima di lui.

«Inizio io, inizio io! Devo dire cosa penso di te, Alex, giusto? Niente di più facile!»

Avevo gli occhi del gruppo puntati addosso, in attesa di una mia risposta.

«Sei la mia migliore amica, anche se questo lo sai già, dico bene?» risi «sei stata la mia prima amica, ho molta stima di te, della tua allegria, e si, anche della tua timidezza! Ho solo una cosa da rimproverarti.. alle volte sei troppo indecisa, ma ti prego, non avercela con me per questo, perché io, davvero, sarei persa senza di te..»

Alexia mi sorrise, mentre Duncan era rimasto in silenzio.

Matt si fece subito avanti: «Ora tocca a me, Emy! Visto che tu hai parlato apertamente ad Alex, ora tocca a me parlare apertamente a te, se non erro!»

«Si, certamente!»

Ero nervosa ed eccitata allo stesso tempo, incuriosita da tutto ciò che mi avrebbe detto, pensavo a quanto sarebbe stata eloquente la sua opinione nei miei riguardi.

«Sei una brava ragazza, lo ho sempre pensato, e ti voglio bene!»

Fin ora tutto positivo, aspettavo dell’altro, osservandolo.

«Ho qualcosa di strano in faccia?» Matt si toccò in viso.

In quel momento intuì che aveva finito.. solo una miserabile frase, niente di più.. mi sentivo affranta.

«Bene, Matt, io penso che tu sia un buon amico, uno dei migliori che ho..» Duncan mi riportò alla realtà, con questa frase diretta a Matt, che provocò in quest’ultimo un istantanea felicità.

«Non ho intenzione di dire la mia opinione nei riguardi di queste due, potrei offendere» Concluse.

Credo si aspettasse una risposta da parte mia, ma ero troppo giù di morale per litigare con lui.

«Emy, tu per me sei una persona speciale, sei la persona più speciale» con queste parole, Alexia mi strappò un sorriso, seguita dagli insulti di Duncan a riguardo.

Le successive due ore di attività le passai con la testa tra le nuvole, ponendomi domande inutili su ciò che Matt mi aveva detto, naturalmente tutte domande che non hanno trovato risposta, o almeno, non hanno trovato risposte che portassero a qualcosa di positivo. Ero veramente giù di morale.

Le lezioni terminarono, Alexia quel giorno aveva delle commissioni da sbrigare, così mi diressi alla fermata del pullman, con l’unico desiderio di arrivare a casa il prima possibile, ma proprio alla fermata vidi Duncan conversare con una ragazza, la stessa ragazza dai capelli rossi con cui lo vidi tempo prima; era così bella, avrei voluto avere un colore particolare come il suo dell’iride, avrei voluto che i capelli corti mi donassero come donavano a lei, avrei voluto essere come lei.

Ero quasi convinta che tra quei due ci fosse qualcosa, insomma, come potrebbe non essere così? Lei è bellissima e anche lui lo è, anche se non lo avrei mai ammesso.. già, lo trovavo attraente, come trovavo attraente anche Matt, insomma, era obbiettivamente un bel ragazzo, che io detestavo, o forse no..?
Senza che io me ne rendessi conto, me la ritrovai davanti, con le lacrime agli occhi; quel viso così perfetto, rovinato.


«Troia! Muori!»

Queste sono le parole che mi rivolse, senza nemmeno conoscermi. Io rimasi allibita; successivamente mi diressi alla fermata, dove era Duncan, chiedendogli spiegazioni.

«La ho respinta»

Questa fu la sua risposta.

«Cosa!? Non puoi dire sul serio, insomma, lei è perfetta! E’ bellissima! Dove la trovi un’altra così, stupido!?»

«La bellezza non è tutto in una persona, anche se, è un aspetto da tenere in conto»

«Si, hai ragione.. ma, dov’è finito il Duncan donnaiolo e sempre disposto ad una storia a breve termine, eh?» lo punzecchiai io.

Già, Duncan era solito accontentarsi, se così si può definire; ragazze bellissime, che lui vedeva come dei fazzoletti usa e getta.

«Diciamo che ho deciso di smettere di fare il bambino e cercare di ottenere ciò che voglio davvero»

Io rimasi allibita.

«Tu mi vuoi dire che ti piace una ragazza? Cioè, che ti piace veramente!? Niente usa e getta!?» gli urlai;

«Eh già.. ma com’è che dicevi? “Le relazioni sono fatte per due persone”, dico bene?»

Mi sorrise, per poi salire sul pullman che nel frattempo era arrivato; lo seguii, dopotutto era il mio stesso ‘mezzo’.

«Emy, se una persona non ricambia i tuoi sentimenti, è inutile ostinarsi» mi disse «probabilmente c’è qualcun altro che merita davvero il tuo affetto, e tu lo stai buttando via» concluse, per poi andare a sedersi in fondo al pullman, da solo.

Aveva ragione, io non ero nessuno per costringere Matt ad amarmi, e non ero così attaccata a lui da dovermi ostinare.. a pensarci bene, ciò che provavo per Matthew era un sentimento effimero, un infatuazione, insomma, ed io ero finalmente pronta a voltare pagina.

Tornata a casa mi feci una doccia, cenai e poi mi misi a navigare in internet, per distrarmi; ad un tratto mi arrivò una notifica, qualcuno mi aveva chiesto l’amicizia sul social network che ero solita usare, così accettai.

-Ciao!-
-Ciao anche a te! Perdona la domanda, potrei sapere gentilmente chi sei?-
chiesi;
-Ah come siamo educate! Ahahah! Sono semplicemente l’amico di alcuni tuoi amici, gli stessi amici che mi hanno consigliato di conoscerti!- rispose, con uno smile;
-Ora capisco, piacere di conoscerti, io sono Emily-
-Lo so!-
-Come fai a saperlo!?-
chiesi, terrorizzata;
-E’ scritto sul tuo profilo! Ahahaha-

Sembrava simpatico, e dalle foto trovate sul suo profilo era anche un bel ragazzo, che fosse il mio giorno fortunato?
Passammo ore a scriverci, e più ci scrivevamo, più mi incuriosiva! Era carismatico e solare, un ottimo conversatore.
Ah, giusto, quasi dimenticavo, il suo nome? Derek Walls.


Quella giornata mi insegnò che ci sono volte in cui bisogna sapersi arrendere, perché potrebbe esserci un altro obbiettivo alla nostra portata.
 

 
 
 
  
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