Riconobbe subito lo specchio nell'angolo. Come dimenticarlo? Quante notti insonni aveva passato con i suoi genitori. No, con le ombre dei suoi genitori. Ed eccolo lì. Di fronte a lui. Harry si chiese se avrebbe avuto il coraggio di guardare mai nello specchio ancora. E poi si rispose.
"Certo."
Si avvicinò e chiuse gli occhi, assaporando la tensione che cresceva in sè. Poi li aprì. E vide esattamente ciò che aveva visto tanti anni prima: i suoi genitori.
Ma poi apparve qualcun'altro. Sirius, con l'attraente sorriso stampato sul volto.
Affianco a lui, Remus. Harry sorrise: aveva della cioccolata in mano.
Poi Malocchio, Silente e Colin. E così tutti coloro che aveva visto morire, in ordine sparso, tornarono da lui, come in un grande gesto di perdono.
Rivide Fred, vicino ai malandrini: quello era il suo posto.
Apparve Tonks e, stranamente, in quel momento, un clang familiare si udì dal pianerottolo. Di nuovo, un'ultima volta, aveva fatto cadere il portaobrelli.
Dobby, con quattro calzini e sette magliette, entrò in scena con un inchino.
E il padre di Tonks, vicino alla sua bambina.
Edwige fluttuò sopra le teste di quel commovente corteo.
Rufus Scrimgeour apparve dietro di tutti.
E in ultimo, lui. Che non si sarebbe mai aspettato potesse apparire. Severus Piton si materializzò vicino a sua madre, che lo abbracciò forte. Severus guardò James. E si sorrisero.
A quello Harry non potè resistere. Si commosse. Una lacrima leggera gli scivolò lungo la guancia, mentre Sirius scoppiava a ridere.
Il ragazzo che era sopravvissuto se ne andò, ma solo dopo aver dato a tutti un ultimo semplice
"Addio..."