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Autore: Georgesmonkej_    10/09/2013    4 recensioni
"Tu menti, riconosco il cambiamento in te, George! Ti conosco da una vita” abbasso il tono riducendolo ad un lamento mentre le lacrime continuano a cadere ed il mento trema, mentre stringo i denti.
“Ehi, piccola, non piangere” cerca di scostare il ciuffo da davanti ai miei occhi ma io glielo impedisco con un movimento brusco della mia mano che spinge via la sua e continuo ad osservarlo arrabbiata.
“Sai George? Non pensavo di dirtelo in questo modo ma io ti amo, ti amo da 16 anni, ma tu non te ne sei mai reso conto, no? Te vai dietro a Brook!” gli dico per poi girarmi per andar via ma una mano blocca il mio polso spingendo a girarmi e lo vedo pararsi a due centimetri da me.
Sento il suo respiro addosso, il suo profumo sa di caffè e non è mai stato così buono quanto in quel momento.
“Non dire stupidaggini e vieni qui” mi sussurra per poi baciarmi.
Mi sento così bene in questo momento che non voglio sciogliermi mai più da questo bacio.
Ora ci siamo solo io e lui, in un’altra dimensione.
È così bello poter baciare le sue labbra ed assaporarne ogni angolo.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Shelley, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Succeda quel che succeda,
i giorni brutti passano,
esattamente come tutti gli altri.

 

9- That letter from you…

 

Ennesima notte in bianco.
Sono stanca di questa situazione: notti in bianco su notti in bianco, ma almeno, a mantenermi compagnia, ci pensano i fazzoletti, mi sembra una cosa giusta.
“Da quant’è che piangi?” sento alle mie spalle.
Alzo lo sguardo ed incontro quello di JJ e sospiro.
“Temo di aver perso il conto delle ore oramai” sorrido ironica, scuotendo il capo, per poi gettarlo indietro e chiudere gli occhi, tirando su con il naso.
“Mi dispiace, ma secondo me, se c’è una stupida, quella sei tu!” spiega lui, sedendosi accanto a me sul letto.
“Lo so” abbasso lo sguardo, affranta da quel pensiero, che non fa altro che martoriarmi ogni giorno.
“E perché non fai niente per riprendertelo? Eh? Di cosa veramente hai paura? Caccia ogni tanto le palle! Okay, non le hai, ma sono metaforiche: sii più coraggiosa!” mi incita lui  scuotendomi le spalle.
Infondo non è tanto sbagliata la sua idea, anzi, ha perfettamente ragione.
“JJ io ho paura di tutto, a partire dal dirgli di sua figlia.”
La paura è tale che mi frena in tutto: a volte mi maledico del fatto che non caccio il coraggio che ho dentro e gli sputo in faccia tutto a George, ma non so: ho paura della sua reazione, ho paura che poi tutto il mondo lo scopra, ho paura delle reazioni che avrebbero le fan…
Tanti motivi per mantenere quella bugia, che sarebbe dovuta saltar fuori mesi fa, se non 2 anni fa, all’incirca.
“Lui apprezzerebbe e non farebbe mai ciò che tu ti aspetti che faccia” mi spiega massaggiandomi una guancia e sorridendo, è come se avesse appena letto nel mio pensiero, come se avesse letto tutti i miei timori.
“Non so JJ, ho una paura matta di perdere Maya” mi chiudo tra le gambe.
“Beh fai come vuoi, io vado a prepararmi una sana e genuina colazione.”
Detto questo si alza e si dirige in cucina.
Qualche minuto dopo arriva un messaggio.

Noi due cosa siamo ora? G. x

Dunque.. cosa siamo ora io e George? Amici? Nemici? Conviventi? Che siamo?

Tu cosa desidereresti essere per me? K. x

Invio.
Mi sento una stronza per avergli fatto quella domanda, e sicuramente lui starà malissimo appena leggerà il mio messaggio.
Perché? Perché mi comporto così?
Non risponde.
Ma la mia domanda è un’altra: perché se è qui a casa parliamo via messaggio e via telefono? Ha paura di parlarmi forse? Ma perché? Non mi sembra che io sia un cane e quindi possa mordere, infatti can che abbaia non morde.
Aspetto entrambe le risposte da parte sua, ma una sembra che stia per varcare la soglia della mia stanza, attraverso le sembianze di una lettera, dove chiaramente riesco a leggere il suo nome: George!
“Questa te l’ha lasciata sul tavolo prima di andar via” fa piano JJ, avvicinandosi lentamente, e con passo felpato, per non svegliare la bambina ma anche perché non ha un’aria particolarmente allegra quest’oggi.
Osservo prima la busta muta e seria per interminabili attimi e poi osservo con sguardo interrogativo JJ, ma lui non può trovare le risposte che cerco, lui non sa nemmeno il quesito.
Me la porge ed io la apro delicatamente.
“Ha esplicitamente scritto che era per te e che avresti dovuto leggerla solo tu, io non mi sono permesso di sbirciare nemmeno una virgola, ed ora ,con permesso, io vado” esclama indietreggiando, per poi darmi le spalle ed uscire dalla mia stanza, ancora con il mio sguardo addosso.
Dopo che richiude la porta delicatamente, piombo lo sguardo addosso alla lettera.
Sulla busta c’è scritto con la scrittura di George “Per Katelyn! Ps. Deve leggerla solo lei e nessun altro G. xx.”
Il fatto che mi abbia scritto una lettera, dove devo essere solo io a leggerla, mi fa stare assai male e mi fa risalire in mente solo una marea di perché.
Sto per scartare del tutto la lettera quando mi giunge un messaggio da.. Harriet?

Devi dirlo a mio fratello, ora! O sarò io a farlo! H. xx

Okay, fantastico! Dov’è che era rimasta lei? No aspetta: perché dopo quasi 23 mesi ritorna a dirmi che devo dire a George, nonché suo fratello, di Maya?

Escluso! E tu non gli dirai nulla, intesi? Scusa ma ora ho altro da fare, ci sentiamo dopo. Ti chiamo io! K. xx

Messaggio inviato.
Conoscendo Harriet, non avrei mai dovuto scriverle ciò: lei è sempre tre volte più tosta di me! Le dici di fare ‘a’, chiaramente, lei ti risponde che è meglio ‘b’.
Chiaramente non risponde, ma io non me ne curo così tanto, infondo lei sa che se ci tiene a me non lo dice a lui, nonostante ami suo fratellocome pochi al mondo potrebbero, ma sa anche che rovinerebbe me e la bambina ed il buonsenso di sicuro non le manca.
Così tiro fuori la busta ed incomincio a leggere la lettera.

 

Cara Katelyn,

ho pensato che oggi sarebbe stato meglio non continuare a torturare i nostri cuori dopo ieri, così, oggi ho voluto tornare a Bristol, anche per rivedere i miei cari e respirare un po’ di aria di casa, mi mancava…
Non pensare che io sia voluto scappare da te, dalle lacrime, dai tormenti, pensa, piuttosto, che io sia andato via per una pausa di riflessione.
A proposito di riflessione: dopo ciò che è successo ieri, intendo il modo in cui ce la siamo spassata, cosa siamo ora? Cioè non dovremmo più trattarci da sconosciuti o semplici conoscenti, come abbiamo finto di essere in questi giorni, quando in realtà, così, non è mai stato, per tutto questo tempo.
Per me rimani sempre quel più della semplice amicizia, perché ti amo! Ed in questi giorni, ho sentito di amarti sempre di più, ma non possiamo tornare insieme, purtroppo…
Mi dispiace amore mio! È tutta colpa mia.
Spero avrai la bontà di perdonarmi!

Il tuo
George xx

 

 

Termina così la lettera ed io la lascio scivolar via dalle mie mani e butto la testa indietro chiudendo gli occhi ed una lacrima sorpassa ancora una volta la congiuntiva dell’occhio sinistro.
Mi sento privata da ogni forza in questo momento, non ho neppure quella stessa forza che mi permette di alzarmi dal letto, ma infondo cosa pretendo?
No! No, no, no ed ancora no! La colpa non è sua: la colpa è solo mia, che ho deciso di chiudere definitivamente con lui e l’ho fatto nel modo più barbaro e meschino con cui qualcuno solitamente potrebbe mai chiudere contatti con qualcun altro.
Ed ora?
Di sicuro non posso raggiungerlo: ormai sarà ad un’ora da qui.
Così chiamo Harriet, per bloccare la sua lingua, prima che dica qualcosa che non dovrebbe dire.
Digito il numero talmente freneticamente e con il cuore in gola, che mi sembra che ci sia una presenza invisibile a bloccarmi ad ogni movimento, ma infine riesco comunque a finire di digitarlo e portarmi il telefono all’orecchio.
Uno squillo.
Due squilli.
Tre squilli…
“Avanti, lo so che puoi rispondere” biascico irritata.
Sei squilli…
“Pronto?” risponde con voce metallica che sembrava ancora assonnata, ma è lei.
“Harriet, cazzo, era pure ora!” dico moderando a metà frase il tono, ricordando della bambina, che dormiva ancora beatamente nella sua culletta.
“Katelyn?”
“No, tua nonna! Si sono io! Senti volevo dirti…”
“Ho letto il messaggio! George ancora non è qui, ma se tu non glielo dirai sarò io a farlo! Mio fratello deve saperlo ad ogni costo! Ho visto le foto di ieri sul giornale online ed eravate stupendi, solo che poi ho sentito George che diceva a mia madre che ha bisogno di una riflessione: pensavo glielo avessi detto, ma poi ha detto che si trattava di ieri, del fatto che restare a Londra lo avrebbe fatto stare peggio.”
“Meglio che non c’è allora! Ad ogni modo: tu non fiaterai, chiaro? Harriet ti prego, riflettici! Di mezzo non ci vado solo io, se ce l’hai con me, ma anche tua nipote! Per favore!” esco dalla stanza incominciando a sollevare un po’ di più il volume della voce.
So che quella conversazione andrà per le lunghe e mi farebbe perdere una marea di soldi, ma lei non glielo dirà.
“E tu lo sai quanto è brutto averglielo tenuto nascosto? Per quasi 2 anni poi! Ma non ci hai pensato un po’ a lui ieri? Che ti credi? Che nella vita i rischi non vanno comunque affrontati? Ad ogni modo Will e mamma lo sanno, ringrazia che almeno lei ti difende e ti da’ un po’ di ragione, ma se mi capita che non reggo più la scusa, gliela sputa dritta in faccia” anche lei è molto arrabbiata.
“Ah! Non ti crederà mai, specie se glielo dirai in quel modo” continuo io uscendo in veranda dalla cucina.
“Vorresti! Mio fratello sa che io gli dico sempre la verità”
“Peccato che lui si fida ciecamente di ognuno di noi.”
In quel momento sembra quasi che lei stia iniziando a comprendere i miei motivi, ora riprendo a parlarle con delicatezza, magari si convince di più.
“Ti prego, Harriet! Fallo almeno per Maya” la imploro con le lacrime che non vogliono darmi alcuna tregua.
La sento sospirare.
“Va bene, ma non ti prometto niente al 100%, accontentati solamente del 50” sbuffa infine lei.
“Grazie!” sorrido ed addolcisco ancor di più il tono.
“Ma tu promettimi che glielo dirai, almeno fallo per amor suo e di tua figlia.”
Mi irrigidisco di nuovo, deglutendo pesantemente.
Infondo non ha tutti i torti: se non lo faccio io, la verità verrebbe comunque a galla da sola prima o poi.
Calma, Katelyn! Respira profondamente.
Annuisco, anche se lei non può vedermi.
“Va bene, te lo prometto” sorrido.
“Okay Katy, ora ti lascio, perché devo aiutare mamma ad aggiustare a tavola per quando arriverà George, ci sentiamo presto”
“Okay, salutami Toni e Will” mi congedo chiedendole di salutare sua madre e suo fratello maggiore e poi chiudo la chiamata.
Sospiro, buttando la testa all’indietro rilassandomi, notando che mi ero irrigidita per tutto questo tempo, senza neppure che me ne accorgessi.
“Che incubo” penso ad alta voce, ricomponendomi e rientrando in casa.
In tutto ciò, sono riuscita a svegliare la bimba, che piange peggio di una forsennata, e nessuno, chiaramente, se n’è accorto.
Corro su e la trovo in ginocchio sulla culletta, che si tiene alle sbarre ed ha delle lacrime da coccodrillo, e non appena mi vede, smette improvvisamente di piangere ed allunga le braccia verso di me.
“Mamma” dice ancora con il ciuccio in bocca.
“Amore mio! Scusami, ti ho svegliata” le sussurro piano, prendendola in braccio, uscendo dalla stanza ed avviandomi verso la cucina.
Nel passare, incontro un Jaymi appena sveglio che mi guarda dalla testa ai piedi interrogativo.
“Non l’avevate sentita?” dico bloccandomi e diventando seria.
“Scusami, avevo la porta chiusa e non riuscivo a comprendere” si scusa abbassando lo sguardo.
Io sbuffo.
Infondo se sono incazzata con me stessa non posso prendermela con il mondo intero.
“Scusa Jaymi, questa giornata è già cominciata male!” dico cercando di bloccare le lacrime, ma la voce tremante si nota.
“Ehi, ehi! Non fa niente! Che è successo?” mi chiede.
Io scuoto la testa, chiudendo gli occhi e sorridendo tristemente.
“Nulla, non ti preoccupare” lo faccio rilassare semplicemente e poi lo osservo con sguardo rassicurante.
“Okay, se lo dici tu” mi sorride.
“Andiamo a fare colazione?” sorrido asciugando le lacrime che stavano per scappare.
“Mmmm… okay!” afferma Jaymi, dubbioso all’inizio ma sorridendo dopo, ancora confuso.
Mentre scendiamo le scale, parliamo e lui caccia il discorso di George.
“È per George che stai così, vero?” mi chiede, mentre siamo finalmente giunti in cucina.
“Cosa te lo fa pensare?” metto a sedere la bambina sul seggiolino e le do’ un pupazzetto.
“È praticamente da quando abbiamo messo piede in casa tua che non fai altro che piangere o passare notti insonne, non mi fare così stupido” accenna un sorriso, mentre scuote la testa e si accomoda a tavola.
Se c’è una cosa che di Jaymi mi stupisce, è il suo essere incredibilmente maturo ed attento ad ogni cosa.
Non gli sfugge mai nulla.
Lo adoro per questo.
“Si, è per lui” butto giù amara infine.
“Beh, se vuoi la mia, ti dico semplicemente che nulla è perduto e tu puoi benissimo fare un passo indietro insieme a lui e ricominciare d’accapo e dire tutto sulla bambina, e sai cosa intendo per tutto” afferma la sua idea.
“Evidentemente non hai fatto caso che la bambina ci sta ascoltando e che, sfortunatamente per noi, non è stupida” cerco di fargli cambiare discorso mentre preparo la colazione, io penso sinceramente che è, invece, troppo tardi per reagire, ma forse non è proprio così.
Si, c’è sempre una soluzione, basta solo saperla trovare.
“È esattamente per questo che non ho specificato cos’è che dovresti dire a George” aggiunge convinto e tranquillo sull’argomento delicato.
“Senti, Kate! So che per te è difficile e so che non ti va di affrontare questo discorso per la maggior parte delle volte, ma, al contrario di ciò che pensi te, credendo che isolandoti risolvi tutto, sarebbe meglio che tu ti confidassi con qualcuno e non ti chiudessi, appunto, a mo’ di riccio, eh? In ogni caso, noi siamo qui” continua per poi alzarsi ed andare via dalla cucina.
Io lo osservo andare via e poi porto il biberon alla bebè per poi andare a preparare la mia colazione la mia colazione.
Jaymi ha ragione: sono chiusa, chiusa come un riccio!
Devo uscire da qui!
Josh ha sempre fatto di tutto per aiutarmi, ma io non ho concluso mai niente di ciò che lui mi diceva, suggeriva o consigliava di fare, forse per una volta potrei provare ad ascoltarlo, per esempio… partendo da oggi stesso e prendendomi una pausa.

 

Angolo Autrice

Okay ragazze eccomi di nuovo qui c:
si credo che in questi miei ultimi due giorni che me li passo a casa, prima che incominci la scuola, il 12, pubblicherò questo ed il prossimo capitolo.
Finchè non incominciano a caricarci di compiti, potrete pure sperare in una mia comparsa durante la settimana c: lol.
Bene che ne pensate di questo capitolo? jasbdv c: mi lasciate una recensioncina? mi farebbe molto piacere <3 
Okay credo che più in là di così non mi dilungherò.
Ps. cambio carattere di scritta nell'angolo autrice lol, scusate <3


Georgesmonkej_

 

 

  
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