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Autore: Fenrir_23    10/09/2013    4 recensioni
Storia ambientata 25 anni dopo la partenza di Ash da casa. Il protagonista è il figlio di Ash.
"Qual era il Pokèmon migliore per lui? ... Quello che sicuramente l’attirava di più era Charmander."
La pokéball non ebbe nemmeno bisogno di dondolare. Si chiuse al primo tocco. La ragazza misteriosa la raccolse da terra e si avvicinò a Mat, porgendogli una mano per aiutarlo ad alzarsi.
“Piacere, io mi chiamo Maky. E tu?”
Ash osservò il microscopico apparecchio nella mano del professore.
“Un microchip…” Sussurrò, leggendo la piccolissima scritta incisa su di esso. “Team Rocket, fabbrica Dark Pokémon.”
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ash, Delia Ketchum, Gary, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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                       ATTACCO ALLA WATERFALL

                         


La gara era andata avanti senza intoppi: i coordinatori si erano esibiti insieme ai loro Pokémon in spettacolari combinazioni di attacchi che avevano incantato pubblico e giuria ma che, in tutta onestà, Mat aveva trovato piuttosto noiose. Ora era il momento dei combattimenti e il suo livello di curiosità si era alzato in modo palese.
Il primo round si sarebbe svolto fra Vera, la favorita, e Lilyana, la bambina lentigginosa accompagnata dal suo gigantesco Ursaring.
Le due coordinatrici erano schierate ai due lati opposti del campo di battaglia, pronte ad iniziare lo scontro.
“Via con il primo duello!” Urlò la presentatrice.” Cercate di vincere meravigliandoci!”
“Forza, vai col fuoco pugno!”
Il Blaziken di Vera aprì l’incontro, scagliandosi contro l’imponente avversario con tutta la potenza che aveva in corpo. Ursaring nonostante la mole schivò agilmente, contrattaccando con un altrettanto forte attacco breccia. I due avversari si studiarono, pronti a ripartire.
“Ursaring, Iper raggio!”
“Contrastalo con un Fuocobomba!”
L’impatto fra i due potenti attacchi generò una tremenda esplosione, che fece tremare le tribune. I due Pokémon erano ancora in piedi, senza dare segno del minimo cedimento.
Mat era meravigliato: quello che si stava svolgendo davanti ai suoi occhi era sicuramente un match di altissimo livello.
Dopo la gara gli sarebbe piaciuto parlare con Vera e farle un po’ di domande.
L’incontro riprese con un megacalcio da parte di Blaziken e un Megapugno per Ursaring. L’impatto fu violentissimo ma, prima che potessero riprendere a combattere, un forte rumore in lontananza iniziò a farsi sempre più vicino. Era il rombo di elicotteri, tanti.
Matthew alzò la testa verso il cielo, come il resto del pubblico. Una ventina di elicotteri completamente neri, ad eccezioni di una gigantesca R di colore rosso, stampata sulla fiancata sinistra dei mezzi, si stavano avvicinando a velocità preoccupante. In pochi secondi furono sopra la nave: uomini avvolti in lunghi mantelli neri, con maschere che coprivano i loro volti, si calarono giù  in massa, lanciando le loro Pokéball: una cappa di fumo avvolse le tribune e il palco. Poi ci fu il caos totale.
Mat non riusciva a smettere di tossire a causa del fumo e gli lacrimavano gli occhi. In poco tempo perse di vista Leon e Maky, mentre la gente cominciava a correre in tutte le direzioni, dandogli spallate e rischiando di farlo cadere per terra.
Matthew ebbe un’unica consapevolezza: il Team Rocket era ufficialmente tornato. Il ricordo del rapimento di Charmander tornò a farsi spazio fra i suoi pensieri e il giovane allenatore fu preso dal panico, ma si sforzò di mantenere un minimo di lucidità. Mandò in campo Pidgeotto, chiedendogli di spazzare via il fumo: quello che si presentò davanti ai suoi occhi lo lasciò a bocca aperta. In ogni angolo della nave allenatori combattevano contro le reclute del Team Rocket: il Jolteon di una ragazza venne sconfitto da un Arbok terribilmente aggressivo. La recluta si portò una mano alla cintura sotto il mantello e tirò fuori un’inquietante Pokéball completamente nera, catturando il Pokémon vinto che venne rimandato in campo subito dopo, senza nessuna traccia della sua personalità precedente. In pochi secondi sembrava aver perso qualsiasi ricordo, trasformandosi in un’orribile macchina da guerra. L’uomo mascherato gli ordinò di attaccare e lui lo fece senza esitazione, indipendentemente dall’avversario.
Mat non aveva mai creduto che esistessero Pokémon malvagi, ma quel Jolteon lo era diventato. Prima che potesse vedere altro, una potente spinta lo mandò a terra, facendolo rotolare per diversi metri in mezzo alla folla che continuava a correre.
Quando alzò lo sguardo, una recluta di Team Rocket troneggiava davanti a lui, sorridendo appena dietro la maschera nera.
“E così ci rivediamo …” Gli disse quello: aveva una voce familiare.” Vediamo se ti ricordi di me.”
Mat si tirò su, con le mani che gli tremavano dall’agitazione.
“Vai Nidorino!”
Non gli ci volle molto per capire: quello era lo stesso uomo che aveva fronteggiato nel bosco smeraldo e che gli aveva portato via Charmander. Una rabbia tremenda lo assalì prima che potesse accorgersene: non aveva la minima intenzione di tirarsi indietro.
“Sono diventato molto più forte di quel giorno.” Lo avvertì, digrignando i denti.
“Vai Raichu!”
“Raaaaaiiii!”
Il Pokémon di tipo elettrico entrò in campo con la coda che finiva a fulmine puntata verso l’alto, carico al massimo.
“Vedo che finalmente hai un Pokémon un po’ più valido di quell’insulso Pidgeotto.” Commentò l’avversario, beffardo.
“Non insultare il mio amico!” Protestò Matthew, infuriato.”Raichu, sfodera tutta la tua forza.”
Ovviamente lei non se lo fece ripetere due volte. Il suo attacco superfulmine aprì una profonda crepa nel pavimento della nave, folgorando Nidorino sul posto, tanto che l’uomo di Team Rocket fu costretto a richiamare subito il suo Pokémon.
“Allora sei migliorato sul serio.” Disse quello, a bassa voce. ”Vediamo come te la cavi con questo: vai, Electabuzz!”
Mat si sentì ghiacciare il sangue nelle vene ed anche Raichu dovette avere la stessa sensazione, perché per la prima volta esitò davanti all’avversario. Quel Pokémon aveva gli occhi iniettati di sangue, dietro ai quali si nascondeva una furia pronta ad esplodere.
“Attacco tuono!” Gli ordinò la recluta di Team Rocket.
Raichu usò la coda come un parafulmine, ma la potenza della scarica elettrica fu tale da provocarle una dolorosa paralisi, impedendole i movimenti. Mat richiamò il suo Pokémon iniziando a sudare freddo, ma l’Electubuzz era come impazzito e si preparò a scagliare un’altra potente scarica verso il ragazzino inerme.
“Vai Onix!”
Un potente colpo dell’enorme coda del Pokémon di roccia spazzò via l’Electubuzz. Mat si sentì afferrare per un polso e si ritrovò seduto sul corpo di Onix, vicino a Maky e Leon.
“Stai bene cugino?” Gli chiese quest’ultimo, con il suo Squirtle su una spalla, mentre Maky era impegnata a dare ordini al suo Pokémon di tipo roccia.
La ragazza si portò entrambe le mani alla cintura, prendendo tutte le sfere Poké.
“Houndoom, Eevee, Fearow, Growlithe, andate ad aiutare gli allenatori in difficoltà!”
I Pokémon di Maky agirono con rapidità e precisione, evitando che altri furti potessero compiersi davanti ai loro occhi. Mat si fermò ad osservare Eevee: dopo quella notte il legame fra lei e Maky si era fatto sempre più forte e ora erano davvero affiatate.
Lo Squirtle di Leon respinse prontamente – con un getto d’acqua - l’ossomerang di un Marowak che nella confusione generale aveva quasi rischiato di colpirli.
Mat vide in lontananza una potente fiammata: era il Blaziken della coordinatrice Vera, che combatteva al massimo delle sue forze. Gli sarebbe piaciuto poter aiutare in qualche modo, ma era talmente scosso da non riuscire a muoversi.
In lontananza, gli sembrò di udire il suono di alcune sirene. Che fosse la polizia Pokémon?
Le reclute di Team ROcket cominciarono a ritirarsi, usando attacchi come muro di fumo e Smog.
Quando l’agente Jenny di Vermilion City, seguita da un folto gruppo di poliziotti specializzati, fu sul posto, dei criminali non era rimasta nemmeno l’ombra.
 
 
 
 
Mat si risvegliò in uno dei morbidi letti del centro Pokémon di Vermillion City, ricordando a malapena quello che era successo. Dopo l’arrivo dell’agente Jenny gli sembrava di essere stato interrogato sull’accaduto per un tempo indefinito e di aver consegnato Raichu all’infermiera Joy per rimetterla in sesto, poi era semplicemente crollato dalla stanchezza.
“Alla fine ti sei svegliato, hai dormito per tutto il pomeriggio.” Lo salutò Leon, che stava bevendo una tazza di tè, seduto dietro ad una scrivania incastrata nell’angolo sinistro della piccola stanzetta.
Matthew si tirò a sedere stropicciandosi gli occhi: qualcuno gli saltò addosso prima che potesse alzarsi del tutto. Riconobbe il corpo caldo di Charmander, lo svolazzare d’ali di Pidgeotto, il goffo “Karp Karp” Di Magikarp che lo salutava dalla sua piscina gonfiabile, posizionata ai piedi del letto, la pelle ruvida di Larvitar e infine l’assonnato miagolio di Meowth. Erano tutti lì, ma mancava Raichu.
“Ho pensato che ai tuoi Pokémon avrebbe fatto piacere stare un po’ fuori dalle Pokéball.” Spiegò Leon, sorseggiando, con Squirtle seduto in braccio.
Mat annuì lentamente, salutando con una carezza ogni componente della sua squadra.
“Raichu … come sta?” Chiese, con voce debole.
“Oh, benone.” Gli rispose il cugino.”Ha solo bisogno di riposare, domani sarà come nuova.”
Matthew si sentì rassicurato da quella notizia, ma guardandosi in giro per la stanza un’altra domanda gli sorse spontanea: “E Maky dov’è?”
Leon si alzò dalla sedia stiracchiandosi.
“In caserma a parlare con l’agente Jenny.” Spiegò, svogliato.” Dopotutto anche lei è una poliziotta, o sbaglio?”
Mat annuì con un cenno del capo.
Non si sentiva ancora del tutto calmo e il cugino dovette intuirlo.
“Anche a me hanno messo una certa inquietudine quei Pokémon di oggi.” Disse, con voce bassa.”Pokémon che si rivoltano contro i loro stessi allenatori dopo essere stati catturati da altri. Gli hai visti, i loro occhi?”
Il ragazzino deglutì a fondo per trovare la voce necessaria a rispondere.
“Si … e mi mettevano i brividi.”
Istintivamente strinse a sé Charmander e Larvitar, che sedevano accanto a lui.
“Non vorrei mai che capitasse una cosa del genere a uno di loro …”
“Nemmeno io.” Ammise Leon, con un sospiro, mentre si sistemava i capelli.”Dobbiamo stare attenti.”
“Team Rocket mi tiene d’occhio.” Gli fece presente Matthew, come per ricordargli del pericolo che correva a viaggiare insieme a lui.
“Lo so.” Il ragazzo più grande si mise a guardare fuori dalla finestra; il cielo era ormai scuro.
“Maky me l’ha detto.”
Per un po’ calò il silenzio ed ognuno si perse nei propri pensieri. Mat non poté fare a meno di farsi venire in mente suo padre: improvvisamente provò molta malinconia mista a tristezza e rabbia. Perché non ci pensava lui stesso a proteggerlo, invece di relegare il compito ad altre persone?
“Sai Mat …”
Leon interruppe il flusso dei suoi pensieri.
“Pensi che faremo in tempo ad essere a Celadon City fra due mesi?”
Matthew lo guardò confuso.”Credo di sì … ma perché?”
Il cugino gli rispose con uno dei suoi soliti sorrisi.
“Ho sentito dire che ci sarà una gara Pokémon.” Gli spiegò. “Sai … penso di aver trovato la mia strada: voglio diventare un coordinatore.”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ed eccolo di nuovo il maledetto Team Rocket XD allora, di questa storia delle Pokéball nere se ne parlerà ancora piu avanti, comunque sappiate che l’idea l’ho presa di peso da Pokémon Colosseum e dal quarto film, quello con Celebi.
Riguardo Vera; mi scuso se qualcuno magari avrebbe voluto piu righe dedicate a lei, ma in questo capitolo è  stata una semplice comparsa per fare un “cenno al passato” chiamiamolo così. Quindi fin dall’inizio non avevo previsto di darle un ruolo importante, perché attualmente non può far nulla per la trama … e nemmeno per Mat a dirla tutta.
 
Ci sentiamo!
   
 
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