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Autore: nonjon    17/03/2008    2 recensioni
Crossover Firefly/Harry Potter. Post Serenity. Sono passati due anni da quando il segreto del pianeta Miranda è stato trasmesso in tutto l'universo nel 2518. L'equipaggio della Serenity trova un nuovo membro, ma è un po' particolare.
Genere: Generale, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter
Note: Traduzione, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti. Qui è il traduttore a parlare (be'... virtualmente...).
Prima di passare alla splendida fanfiction di nonjon, volevo dire alcune cose.
Prima di tutto volevo motivare la mia scelta di tradurre questa storia, questo crossover tra Harry Potter e Firefly.
Ho deciso di tradurre questa fanfiction (oltre che per gli ovvi motivi che prevedrebbero l’utilizzo di parole come ‘divertente’, ‘coinvolgente’ ed ‘esaltante’) perché riguarda una serie televisiva che ha avuto pochissimo successo in Italia, nonostante meritasse tutto quello di questo mondo. Con questo crossover con l’universo di Harry Potter (un universo ben più conosciuto), vorrei tentare di convertire quante più persone possibili alla causa di Firefly.
Se non avete idea di che cosa questo ‘Firefly’ sia, allora vi consiglio vivamente di andare a recuperare in qualche modo i 15 episodi che compongono la serie creata dal mitico Joss Whedon e il film ‘Serenity’ che ne è una sorta di epilogo.
Se riuscirò a dar vita anche a un solo altro Browncoat, allora riterrò la mia missione riuscita.
E quest’ultima frase mi porta al secondo motivo per il quale vi sto tormentando con questa sorta di introduzione.
‘Browncoat’ è il nome originale dei cosiddetti ‘Indipendenti’ (oltre che parte del titolo della fanfiction che letteralmente vuol dire 'Giacca Marrone, Occhi Verdi'), e deriva dalla giacca marrone che li distingue.
Eh sì… è arrivata l’ora di parlare dei problemi di traduzione.
Lo stile narrativo della fanfiction di per sé non è complicato, a parte alcuni occasionali giochi di parole e simili; ma le difficoltà più grandi non derivano da ciò.
Il vero problema è l’adattamento che questa serie ha dovuto subire in Italia, adattamento fatto in maniera davvero pessima.
Il mondo ‘originale’ di Firefly, infatti, è ricco di neologismi, di espressioni particolari ecc. che sono state completamente eliminate nella versione italiana e che in questa traduzione invece ho cercato di mantenere.
Menzione a parte deve essere fatta per il cinese che potete trovate nella serie originale (soprattutto per le imprecazioni e senza alcun sottotitolo o spiegazione), del quale non v’è invece traccia nell'adattamento nostrano. L’autore di questa fanfiction, nonjon, ha voluto mantenere questa cosa ovviamente (solo a noi italiani poteva venire la genialata di eliminarla) e perciò nella mia traduzione troverete frasi in mandarino che, nonostante l’assenza di spiegazione (con qualche eccezione), saranno facilmente comprensibili.
Penso sia tutto… buon divertimento.

Paradorn



Browncoat, Green Eyes
Traduzione a cura di Paradorn




* Note del traduttore. Le trovate alla fine della fanfiction.

Disclaimer: non possiedo niente; Harry Potter e gli elementi del suo universo appartengono tutti a J.K. Rowling. Firefly/Serenity e gli elementi del loro universo appartengono tutti a Joss Whedon. Io sto solo prendendo in prestito i personaggi per giocarci per un po’. Questo lavoro è finalizzato solo al divertimento, non ne ricavo nessun profitto e non ho nessuna intenzione di violare il copyright.

Prologo – Due Anni Fa (31 Ottobre 2518)

L’RPC è da molto tempo la spina dorsale di tutti i processi decisionali maggiori e minori. Dal più piccolo ufficio composto da tre persone, alla più grande federazione unificata di pianeti alleati sotto un istituto governativo centralizzato, dai rapporti tradizionali tra maestro e allievo, tra datore di lavoro e lavoratore, l’introduzione di un terzo elemento è sempre stata richiesta per garantire una certa privacy. Perciò nacque lo strumento più utile per prendere decisioni e contemporaneamente per mantenere le altre parti all’oscuro: l’RPC, meglio conosciuta come riunione a porte chiuse.

Una grave comunicazione è stata trasmessa per l’intero universo, una comunicazione che ha raccontato la storia e la verità del pianeta Miranda e degli orrori che sono avvenuti laggiù. Di come questo orrore fosse stato un programma e un tentativo sponsorizzato dal governo per rendere migliore la vita, rendendo migliori le persone. Un errore madornale che ha portato ad oltre trenta milioni di morti quando quelle persone hanno semplicemente perso il desiderio di continuare ad esistere. Ma approssimativamente il dieci per cento della popolazione, circa trentamila abitanti, non ha perso il desiderio di esistere. Piuttosto si è arreso alla pazzia che quell’esistenza era diventata. Non erano più uomini e donne; erano mostri. Storie e leggende su di loro li hanno chiamati Reavers. Esistevano tante storie del terrore sui Reavers quante stelle ci sono in cielo o quasi. Le storie dicevano che si auto-mutilavano senza nessuna ragione. Dicevano che violentavano qualunque cosa si muovesse, che mangiavano carne umana e si vestivano di pelle umana. Così naturalmente come un uomo respira, un Reaver stupra, uccide, saccheggia e distrugge. Dicono che se un Reaver è abbastanza vicino dall’essere visto, allora è già troppo tardi. Trova una pistola il più velocemente possibile e sparati un proiettile nelle cervella.

La maggior parte delle storie erano di seconda e terza mano, raccontate per spaventare la gente che per la verità non si era mai avventurata vicino ai confini esterni. La triste verità è che un tremendo numero di queste storie erano del tutto precise.

Ma era per queste ragioni che in un palazzo senza nome, in un dipartimento governativo senza nome, un gruppo di leader senza nome dell’Alleanza furono obbligati a trattare gli eventi in una riunione a porte chiuse. Avevano affrontato la maggior parte dei punti all’ordine del giorno, ma c’era un argomento per il quale stavano ancora discutendo senza riuscire a trovare una soluzione.

“La nostra ragione primaria per il recupero di River Tam è svanita.” L’uomo a parlare diede risalto alla sua affermazione con un pugno sul tavolo circolare di legno al quale sedevano una dozzina circa di uomini ben vestiti. Si alzò e spiegò il suo punto di vista. “Il più grande segreto che custodiva è stato rivelato. Hanno già mandato il messaggio riguardo tutto quello che è avvenuto su Miranda. Tutti i pianeti civilizzati sembrano comprenderlo per ciò che era realmente: un esperimento fallito. Ma,” e qui fece una pausa per accrescere l’effetto delle sue parole, “ma ogni detrattore del governo e ogni indipendente* sta sfruttando la situazione per iniziare una ribellione. Al confine esterno ci sono già delle fazioni che contemplano una secessione dall’Alleanza.”

Un uomo particolarmente grasso espresse il suo disaccordo. “La ragazza ha ancora dei segreti! Sa più di quanto dovrebbe.” Era infuriato e scuoteva la testa per la rabbia, come se fosse stato offeso personalmente.

“La sua stessa esistenza è un imbarazzo per l’Alleanza” disse un uomo dall’aspetto slanciato e la capigliatura bionda.

Il primo ad aver parlato scrollò le spalle con indifferenza. “E allora? Quali opzioni ci sono rimaste? Il nostro operativo più abile e in gamba ha fallito.” Si fermò e guardò tutti gli altri presenti in sala. Ripeté per una seconda volta a voce più alta. “Ha fallito. Non era neanche più in grado di continuare a fare le funzioni di un operativo. Ed ovviamente, ucciderlo non l’ha aiutato affatto.”

L’uomo grasso scosse la testa con veemenza. “Bah! Era praticamente un Indipendente! Ce li aveva in pugno! Hai sentito le sue istruzioni: ha detto ai suoi uomini di rompere le righe.”

“Non lo sto negando. Sto solo reiterando… quali opzioni abbiamo?” domandò il primo uomo. “Provare a mandare gli altri nostri operativi migliori? Vogliamo perdere anche loro? Soprattutto su un bersaglio che ha perso molta della sua priorità?”

“Sì! Li manderemo tutti se sarà necessario!” balzò nella discussione un altro al tavolo.

“Calmati Morty. Sii ragionevole. La domanda che rimane è: che minaccia rappresenta la ragazza adesso?” chiese l’uomo alla sinistra del collega biondo e slanciato.

Il più anziano tra i presenti con degli spessi occhiali domandò “Non pensate che sarebbe un abile leader per qualunque tipo di rivolta? Il suo addestramento la rende eguale a qualsiasi altro operativo in un combattimento frontale.”

“No. Non è abbastanza sana mentalmente per poter comandare” spiegò il primo uomo ad aver parlato. “Potrà combattere meglio di uomini normali a volte, ma il suo cervello non è in buono stato. Voglio dire… era telepatica già da prima che la prendessimo noi.”

“Non possiamo semplicemente lasciarla andare!” L’apparentemente sempre arrabbiato uomo grasso ordinò.

Il primo uomo sorrise furbescamente. “Grunner, ti ricordi la storia che Weatherby ci ha raccontato quando ci siamo fatti quella bevuta con lui?”

L’uomo biondo guardò quello che aveva parlato incredulamente. “Non puoi essere serio.”

“Perché no? Il nostro miglior operativo ha fallito. Io dico che dovremmo fare un tentativo” rispose il primo con un ghigno.

“Quella era una vecchia favola inventata!” ribattè ancora lo snello.

“Di che cosa state parlando voi due?” chiese uno degli uomini più silenziosi.

“Annie?” chiamò il primo uomo attivando l’interfono accanto a lui. “Per favore, fai venire qui Antonio Weatherby il prima possibile.” Un brusio e un crack lo informarono che la donna aveva ricevuto il messaggio e si era già messa all’opera.

“Una potenziale soluzione al nostro problema” spiegò l’uomo agli altri al tavolo. “E in particolare, una soluzione che non ci costerà niente mettere in atto. Non saranno neanche le nostre risorse ad essere a rischio.”

La porta dell’ufficio si aprì per la prima volta da ore, e un nervoso ragazzo con vivaci capelli rossi entrò nella stanza tenendo la testa bassa. “Voleva vedermi, Signore?”

“Antonio! Posso chiamarla Antonio?” chiese il primo uomo.

“Certo, Signore” acconsentì il nuovo entrato.

“Grunner ed io ci siamo appena ricordati di quel racconto intrigante della storia della tua famiglia.”

Il rosso si guardò intorno per la stanza paurosamente. “Err… la storia della mia famiglia, Signore?”

Il biondo sorrise e continuò. “Sull’eroe che potete chiamare per salvare il mondo…”

“Oh, quella…” il ragazzo non riuscì a trattenere un leggero rossore imbarazzato. “Umm… non credo che possiate prendere troppo seriamente quella storia.”

Il primo uomo non ne voleva sapere di scuse. Sorrise ma insistette fermamente. “Tuo nonno non ti ha passato questo segreto sul suo letto di morte? Credi davvero che avrebbe sprecato le sue ultime parole per uno scherzo?”

Il nuovo entrato arrossì ancora più vistosamente. “Be’ no, certo che no. Ma alla sua età e nelle sue condizioni, non si può prendere tutto quello che ha detto per certo.”

“Quindi non hai molta fede nella possibilità che ci sia della verità nella sua storia?” chiese l’uomo grasso, suonando calmo per la prima volta.

Il ragazzo si fermò. “Mio… mio nonno senza dubbio ne aveva.” Sembrava malinconicamente perso nel suo ricordo. “E il fatto che significasse così tanto per lui vuol dire che tratterò quella storia come se ci credessi ciecamente anch’io. Non importa quanto io trovi improbabile l’idea di un… eroe mago.”

L’uomo più anziano con spessi occhiali chiese rispettosamente “Qualcuno potrebbe per piacere illuminare il resto di noi su quello che credeva questo ‘nonno’ e magari condividere le sue ultime parole?”

“Antonio?” chiese il primo.

Il rosso si prese un momento e spiegò anche se riluttante “Mio nonno mi ha rivelato che la nostra famiglia è da molto tempo custode di un eroe mago.”

“Potrebbe entrare nei particolari?” domandò uno dei più anziani tra i presenti con un sopracciglio alzato quando sembrò che i dettagli non sarebbero arrivati volontariamente.

Il ragazzo annuì e iniziò a raccontare l’intera ultima ora di suo nonno. “Secondo quello che mi ha detto mio nonno, la magia è una cosa reale e una volta esistevano maghi e streghe. Credeva che la nostra famiglia fosse una delle più importanti tra loro. A quanto pare questi maghi avevano una vera e propria società, almeno fino a un secolo prima della distruzione della Terra-Che-Fu**. Ora, se volete comprendere tutto questo ocus-pocus*** dovete tornare a quattro o cinque secoli fa. Esisteva un mago di grande talento che, nonostante fosse incredibilmente umile, era un eroe nel vero senso della parola. Aveva sconfitto cinque diversi Signori Oscuri ‘principianti’ e uno (e qui cito) 'stronzo bastardo patentato’ che in molti consideravano il più orribile Signore Oscuro di sempre. Quindi la storia parla di questo mago che mantenne la pace e visse qualcosa come 150 anni. Amò sua moglie ma non riuscì mai ad avere figli, e poi lei morì a 141 anni. Lui girovaò per un’altra decade circa, annoiato come non mai. A quanto pare, la sua leggenda era cresciuta a tal punto che non gli era rimasto alcuna missione o scopo. Allora secondo la storia si sarebbe sottoposto a un sonno magico in modo che quando il suo aiuto sarebbe potuto servire ancora, sarebbe stato risvegliato. Non aveva una famiglia poiché sua moglie era morta, ma a quanto pare era estremamente vicino a una famiglia eccezionalmente grande. Così si è affidato e legato a lei.”

“E quella famiglia sarebbe quella dei Weatherby, una delle più importanti… famiglie magiche?” l’uomo grasso domandò con una punta di incredulità.

“Così dice la storia” disse il ragazzo alzando le spalle. “Voglio dire… io penso che suoni ridicolo ma…” si fermò, distolse gli occhi e borbottò a bassa voce “Però mi domando…”

“Che cosa?” chiese curiosamente il biondo che aveva sentito.

Il rosso si guardò intorno e vide che tutti lo guardavano con vari gradi di incredulità. “Be…” Gli ci vollero alcuni secondi ma alla fine ammise “c’è una cosa che mi fa credere che questa storia possa essere vera.”

“Davvero?” domandò il primo uomo con un sorriso.

Il ragazzo sollevò la mano destra in aria e indicò con l’altra il suo dito medio. “Quest’anello” spiegò. “Non un brutto anello, mi sta bene devo dire. Ma non me lo sono mai messo. E’ apparso su questo dito poco dopo la morte di mio nonno. E non sono mai stato in grado di togliermelo.”

Più di un paio di persone fecero una smorfia a questa frase, ma la maggior parte alzarono le sopracciglia curiosamente.

Il primo uomo che aveva mentenuto il sorriso per quasi tutto il tempo chiese, “Dimmi, Antonio. Saresti disponibile ad aiutare il tuo governo e scoprire la verità sulle ultime parole di tuo nonno?”

Il rosso, a quella frase, rizzò immediatamente la schiena. “Cosa? Perché? C’è qualche pericolo in arrivo?”

“No, niente di troppo serio o drastico” lo rassicurò il primo. “Solo una situazione unica grazie alla quale potremmo rispondere ad alcune delle tue domande su quell’anello e allo stesso tempo potremmo essere potenzialmente d’aiuto all’Alleanza. C’è stata una missione nella quale abbiamo perso il nostro migliore operativo. Stiamo cercando alternative prima di rischiarne altri.”

“Oh mio Dio” disse il ragazzo dopo un esclamazione soffocata. “Abbiamo perso il nostro migliore operativo? A me sembra davvero seria la situazione.”

Il biondo sorrise riluttante e spiegò. “La missione non è ad alta priorità, quindi questo è il momento buono per fare un tentativo con qualcosa di… diverso.”

Il rosso annuì vigorosamente. “Certo, Signori. Sono d’accordo al cento per cento. E’ solo che…” esitò un attimo e poi scrollò le spalle. “Non sono sicuro di come attivarlo. E non ci tengo particolarmente a perdere un dito.”

Uno degli altri presenti si grattò il mento. “Dovremmo provare a farlo studiare da un telepatico. Se è un anello magico, i telepatici sono probabilmente i soli abbastanza sensibili dal riconoscerlo.”

“Sì, Signore,” intervenne il rosso “Mi pare che mio nonno abbia detto qualcosa del genere. Credo che bisogna essere magici per attivarlo. E lui pensava che le persone telepatiche potessero essere tutto ciò che resta di maghi e streghe.”

“Hmm” mormorò l’uomo grasso. “Ne avremmo parecchi a portata di mano.”

Il primo uomo sorrise. “Allora? Siamo tutti d’accordo che è questa la migliore linea d’azione per adesso?”

Alcuni presenti brontolarono e scossero la testa, ma alla fine si raggiunse un consenso. “Approvato.”

“Antonio?” chiamò il primo uomo. “Perché non vieni con me e Grunner a prepararti mentre facciamo chiamare un telepatico?”

Il rosso si limitò ad annuire e seguì i due uomini.

“Rilassati Antonio” disse cordialmente il primo. “Non sei mica nei guai, e noi non stiamo facendo niente che non dovremmo. Se c’è della verità in quella storia e tu puoi davvero richiamare questo eroe mago, allora è necessario scoprirlo e testare il valore di quest’uomo prima che sorga un vero problema che richieda un… aiuto sovrumano.”

“Capisco Signore” si disse d’accordo Antonio. “E’ solo… mio padre aveva un enorme rispetto per questa leggenda e credo anche per l’uomo. E parte di me si chiede se stiamo manipolando e usando questo mago misterioso e probabilmente inventato.”

Il biondo lanciò un’occhiata alle sue spalle e sorrise al ragazzo. “Oh, non dire così. Siamo il governo. E’ il dovere di un uomo quello di servire il proprio paese. Se è veramente un eroe, sarà felice di aiutare.”

“Se lo dice lei…” mormorò il rosso sommessamente.


L’uomo dai capelli rossi, Antonio Weatherby, seguì diligentemente gli ordini che gli vennero dati dai dottori o altri membri differenti del personale certificato dell’Alleanza. La sua mano era l’unica parte del suo corpo a trovarsi al di là di una parete di plexiglass rinforzato. Lui si limitò a sorridere e ad annuire, mentre una ragazza dall’aspetto etereo scivolò nella stanza accompagnata da due uomini dagli occhi nascosti da un paio di occhiali da sole.

La donna dai capelli biondi fissò Antonio con occhi penetranti, prima di piegare leggermente la testa di lato a fissarlo obliquamente. Sorrise di un sorriso che riscaldò il cuore di Antonio. “Non preoccuparti. Lui è molto comprensivo.” Si avvicinò al pannello di plexiglass e accarezzo delicatamente il braccio del ragazzo. Stava cercando di rilassarlo. Sapendo di esserci riuscita senza neanche aver bisogno di guardare, si chinò e fissò l’anello. “Curioso.” Sfiorò il gioiello con l’indice e emise un’esclamazione strozzata. Si guardò intorno nella stanza e vide che tutte le persone in camice stavano gesticolando animatamente cercando di attirare la sua attenzione. Lei li ignorò e passò nuovamente un dito sull’anello, prima di lasciare uscire un gemito di piacere che imbarazzò Antonio più di tutti gli altri. Uno degli uomini con gli occhiali da sole iniziò ad aprire la porta per farla uscire, ma una dottoressa lo spinse indietro. Nello stesso istante, la ragazza passò dolcemente il dito su quello medio di Antonio e poi schiacciò fermamente proprio al centro dell’anello.

Antonio strillò nel sentire l’oggetto rispondere, mentre gli si avvolgeva intorno al dito come un qualche tipo di metallo fuso.

La ragazza voltò la testa verso i dottori e gli scienziati nella stanza, poi sorrise dolcemente e si coprì la bocca con la mano. “Ops” ridacchiò allegramente prima di roteare gli occhi e cadere svenuta sul pavimento.

Un cono di luce e fumo denso nascose l’intera stanza alla vista mentre gli scienziati si dannavano per comprendere tutti i loro rilevamenti. Antonio stava urlando di paura nonostante non sentisse nessun dolore ma solo una leggera frescura e umidità sulla mano ancora al di là del plexiglass.

Quando le prese d’aria della stanza ricominciarono finalmente a funzionare e a risucchiare tutto il fumo e la foschia, lì, sdraiato sul pavimento c’era un vecchio completamente nudo, abbracciato alla ragazza svenuta, ansimando e tenendola stretta al suo corpo. Il vecchio iniziò a tremare e ad agitarsi prima di calmarsi, finalmente. Aprì gli occhi e diede un’occhiata alla stanza di plexiglass nella quale si trovava.

“Porca vacca!” esclamò prima di crollare di nuovo nell’incoscienza.

“Portate la ragazza fuori di lì e sedate quell’uomo!” ordinò l’ufficiale d’amministrazione dalla capigliatura bionda conosciuto come Grunner. I due uomini con gli occhiali da sole nella stanza ‘di plastica’ trascinarono la ragazza ancora svenuta in qualche luogo sicuro. Una donna in camice da laboratorio si affrettò e iniettò al vecchio il già preparato cocktail di varie droghe, che avrebbe dovuto mantenerlo completamente lucido oltre che incapace di mentire.

Questa volta venne preparata un’altra stanza e il vecchio venne legato ad un letto. I dottori lo analizzarono e lo trovarono in perfetta salute, ma se i loro risultati erano da considerare esatti, l’uomo doveva avere 152 anni. Aveva una gran massa di capelli neri, con una leggera spruzzata di grigio. Guardandolo attentamente, non gli avresti dato molto più di 50 anni.

Antonio riprese fiato cercando di tranquillizzarsi dopo tutti i fuochi d’artificio che avevano coinvolto il suo braccio. I dottori lo liberarono dalla sua imbracatura e gli fecero dei controlli che registrarono che, oltre al fatto che i battiti del suo cuore erano aumentati significativamente, Antonio era esattamente lo stesso di prima, con l’eccezione di un piccolo anello in meno. L’uomo corse fuori dalla stanza e in fondo al corridoio dove si sarebbe tenuto l'interrogatorio dell’uomo del suo anello. Fu sorpreso quando entrando, trovò il vecchio sorridente, sveglio e arzillo, e tutti i suoi colleghi estremamente irritati.

“Antonio!” chiamò bruscamente Grunner. “Vieni qui e parla con questo shiong-muh duh kuang-ren.”

Antonio si avvicinò e sorrise all’uomo. “Salve.”

Il vecchio piegò leggermente la testa di lato con un’espressione turbata che ad Antonio ricordò la ragazza telepatica. La sua voce suonò ancora un pochino roca quando disse con curiosità. “Assomigli un pochino a Percy.”

“Percy?” chiese Antonio anche lui curioso cercando aiuto nei suoi due superiori.

“Sì, Percy. Senza dubbio un bisnonno o bis-zio, con un bel po’ di bis in più all’inizio.”

“Quindi lei è veramente…?” chiese Antonio affascinato.

“Io sono veramente cosa?” disse l’uomo sorridendo gentile fino a diventare irritante.

Antonio fissò i suoi occhi verdi quasi incantato. “Voglio dire… un mago.”

Il vecchio lanciò un’occhiata alla mezza dozzina di persone nella stanza. “Oh Dio” iniziò ridacchiando piano. “Siete tutti babbani? Come diavolo avete fatto a portarmi qui allora? E dove cavolo siamo? Anzi meglio, quando cavolo siamo?”

Il primo uomo ad aver proposto questa soluzione per la missione osservò dall’alto in basso il vecchio. Con voce monotono, iniziò. “Lei si trova in una struttura top secret nascosta a Capital City. La Terra-Che-Fu divenne inabitabile secoli fa. Adesso sono le 3:26 PM, del 31 Ottobre 2518, o se preferisce circa quattro secoli dopo l’ultima volta che lei è stato richiamato.”

“Richiamato?” chiese l’uomo disgustato. “Sono una specie di arma o di tirapiedi per voi? Vi servo per aiutarvi a conquistare qualche altro paese o a distruggere qualche regime che voi considerate pericoloso?”

“Oh, non sia ingenuo,” insistette il primo uomo. “Non esistono più lotte o guerre tra paesi. Ci siamo riuniti sotto l’unica bandiera dell’Alleanza da oltre sette anni ormai. Ma prima di continuare, devo sapere chi è lei.”

“Io?” chiese il vecchio guardandosi intorno innocentemente. “Non sono nessuno. Nessuno di importante.”

“E’ apparso dal nulla, e supponiamo che lei sia un eroe mago” spiegò Grunner. “Ci perdoni se troviamo tutto ciò… intrigante.”

“Siete sicuri che sia spuntato così?” Il vecchio si piegò in avanti curiosamente. “No, perché non ha molto senso.”

“Il suo nome” chiese fermamente il primo uomo. “Come la dobbiamo chiamare?”

Il vecchio si guardò intorno. “Sapete… perché non ci scordiamo semplicemente di esserci incontrati e voi mi fate uscire di qui?”

Il primo uomo si voltò stancamente verso Antonio. “Antonio?”

“Il suo…” il ragazzo si fermò e poi rispose debolmente. “Il suo nome è Harry Potter.”

Il vecchio sospirò un momento prima di accorgersi che il suo nome non era stato riconosciuto dai presenti. “Perché mi trovo qui?”

“Si trova qui,” spiegò il primo uomo “perché abbiamo una missione per lei. C’è una ragazza estremamente pericolosa e instabile là fuori da qualche parte nell’universo. Ci serve che lei la catturi, controlli e riporti qui, o se non può, ci serve che la elimini.”

Harry lanciò un’occhiata ad Antonio prima di guardare tutti gli altri presenti nella stanza. “E come vi aspettate che io dia la caccia e uccida una ragazzina?”

“Non è una bambina, un’innocente o cose così” spiegò il biondo. “Lei e le persone con cui viaggia sono responsabili per l’attuale instabilità del nostro governo. Lei è la ragione per cui molti pianeti e civiltà ai confini stanno considerando l’idea di un’altra guerra civile. Questo porterà solo ad altre morti per tutti noi. Deve essere fermata.”

“Questo è quello che dite voi” annuì Harry con il dubbio chiaro come il sole sul viso leggermente rugoso. “Ma ancora non mi avete detto come.”

“Lei è un eroe mago, no?” domandò curiosamente il primo uomo.

Harry arricciò le labbra e fece una smorfia. “Ma gli eroi non sono estremamente pericolosi per i governi corrotti?”

Gli occhi del biondo si allargarono per la rabbia. “Ci sta minacciando?”

Harry ridacchiò e scosse la testa. “Non me lo sognerei mai. E’ solo che da quel che ho sentito finora, voi ragazzi siete a qualche passo dall’essere dichiarati l’impero più malvagio di sempre.”

“Non c’è niente da ridere” continuò tranquillamente il primo uomo per niente divertito. “Abbiamo strofinato la lampada del genio ed è uscito lei. Se non ci esaudirà nessun desiderio e non coopererà con noi, allora non servirà ad alcuno scopo per il suo governo. Perché la prima cosa che vogliamo determinare attraverso l’attuale interrogatorio, è se permettere che la sua esistenza continui.”

Harry sospirò rilassandosi sul letto. “Se questo era il tono per convincermi che voi siete i buoni, era estremamente deludente.”

Il primo uomo sorrise pericolosamente. “Vede, questo è parte del suo problema Signor Potter. Lei viene da un tempo in cui esistevano i buoni e i cattivi. Noi abbiamo superato quei giorni barbari e ci siamo tutti riuniti in un unico strumento che agisce per il bene comune. Non ci sono più buoni e cattivi. Ci sono solo ordini e la scelta se seguirli o no.”

“Okay, quello lì,” disse Harry con un ghigno “era un discorso che mi pare di aver già sentito in passato. E non erano mai i buoni a farlo.”

“Non ci sono buoni. C’è la legge, la regola, il sistema” urlò il biondo. “Punto e basta. Se esistono dei buoni, allora quelli sono l’unico e solo governo effettivo che guida la popolazione.”

Harry si voltò verso Antonio e gli sorrise. Fu un sorriso che mise estremamente a disagio il ragazzo. “Be’, in questo caso allora, farò il cattivo.”

Senza nessun rumore né movimento, l’intera stanza precipitò nel buio. Due uomini strillarono e si affrettarono a localizzare una fonte di luce o anche la porta. Antonio sentì lo strappo di un tessuto ed ebbe la sensazione che l’eroe mago si era slegato, liberato e che era la causa di tutto quello che stava avvenendo al momento. Ci furono diverse urla e poi un completo silenzio. Antonio sentì il cuore battergli così forte dal minacciare di saltar fuori dal petto.

“River Tam?” domandò la voce di Harry nell’oscurità. “Hmmm… carina.”

Antonio iniziò a boccheggiare dalla paura.

“Rilassati Antonio,” chiamò la voce dal buio. “Che eroe mago sarei se vi facessi veramente del male?” disse, ma il sarcasmo nella sua voce era palese.

Antonio si guardò preoccupatamente intorno cercando di vedere qualcosa nell’oscurità. Riusciva a sentire Harry sussurrare “Oblivion!” più e più volte. Antonio aveva appena iniziato ad arrancare verso dove credeva si trovasse la porta quando la voce sussurrò proprio al suo orecchio. “Non essere così spaventato, Antonio. Credo che ci possa essere ancora un po’ di Weasley in te. Quindi comportati semplicemente come gli altri e dì loro che non ti ricordi niente. Saluti. Stupeficium.”

Dopo quello che ad Antonio parve un attimo, il ragazzo si svegliò, parecchie ore dopo invece, perfettamente sano, disteso su un letto di ospedale. E sembrava che nessuno avesse mai sentito parlare del suo misterioso anello o della storia di suo nonno.





Note del traduttore

* In originale è ‘browncoat’, nome derivante dalla giacca marrone (e vuol dire proprio questo) che indossavano in battaglia i nemici dell’Alleanza.

** In originale ‘Earth-That-Was’.

*** In originale ‘mumbo-jumbo’.

Paradorn
  
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