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Autore: weretogether    10/09/2013    6 recensioni
''-io mi sono innamorato di te Amy.- disse tutto d'un fiato.
-non importa, ormai è troppo tardi.-
-stai mentendo.-
La mia schiena era contro la parete fredda della camera d'albergo.
-sono solo un'amica, Justin.- dissi mentre sentivo le lacrime bruciarmi sul volto.''
E' passato un anno da quando Amy e Justin si sono detti addio, ma è arrivata l'ora di tornare a casa, anche se per qualche settimana.
Ma cosa succederà se, al ritorno di Amy, le cose non saranno più come le ricordava? Cosa succederà se si ritroverà a vivere in una realtà a cui però sente di non appartenere più?
E Justin? Cosa farà quando quella che un tempo considerava la sua migliore amica tornerà?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1.
''Los Angeles.''

 

“i need your love” erano queste le parole che si sentivano in sottofondo nella mia macchina.
Stavo tornando a casa in vista delle vacanze natalizie, non che mi andasse davvero, ma al college non restava mai nessuno per le vacanze e le mie amiche non sarebbero di certo restate a farmi compagnia, anche se, ad essere sincera, mamma non mi avrebbe mai permesso di passare il natale lontana da casa.
Mentre guidavo su una delle milioni di autostrade statunitensi, cercavo un valido motivo per cui non avessi ancora cambiato canzone o, meglio, un buon motivo per cui l'avessi addirittura messa nel cd.
Avevo odiato quella canzone dalla prima volta che l’avevo sentita.
Ero del parere che nessuno dovesse avere bisogno dell'amore di qualcun'altro, perché l'amore è una fregatura.
Ed io, nonostante mi fossi sempre imposta di non innamorarmi, l'avevo imparato a mie spese che, aver bisogno dell'amore di qualcun'altro, qualcun'altro che però non ha bisogno del tuo amore, non è mai una bella cosa.
Odiavo quella canzone perché, puntualmente, quando partiva, mi ricordava dell’amore che provavo per l’unica persona di cui avevo bisogno d’essere amata.
Ma, dentro me, sapevo che, in verità, l’unico motivo per cui non mi andava di sentirla era che mi faceva pensare a Justin.
Lo stesso Justin da cui avevo tenuto la mente lontana per quasi un anno, ma, ora che tornavo a casa, mi chiedevo come avessi fatto.
Prima di partire tra noi le cose si erano complicate e l'idea di Justin di leggere il mio diario non era stata di grande aiuto.
Già, perché lui aveva letto il mio diario e aveva detto le stesse parole che mi ripetevo mentalmente da anni.
''tu per me sei solo un'amica'' fu l'unica cosa che riuscì a dire l’ultima volta che parlammo.
E quella fu la conferma a qualcosa che già sapevo: lui non mi avrebbe amata nemmeno in un universo parallelo.
Anche se sapevo dall'inizio che per lui sarei stata solo e sempre un'amica, sentirglielo dire mi aveva ferita, ferita a tal punto da decidere di partire, senza nemmeno dirglielo, ferita a tal punto da andare lontano dall'unica persona che avevo davvero amato.
Poco dopo i miei pensieri furono interrotti da un enorme cartello che indicava la fine della strada, così svoltai a destra e imboccai una strada che mi introduceva direttamente nel traffico di los angeles.
Due ore e mezza dopo ero davanti allo Starbucks vicino casa.
Ci andavo sempre prima di partire, era il mio posto preferito e ci passavo interi pomeriggi.
Entrai e vidi Evelyn dietro il bancone.
Le mie labbra si incurvarono in un sorriso e non potei fare a meno di correre verso la cassa.
-Evelyn.- dissi entusiasta.
-Amy.- sorrise lei vedendomi.
Mi raggiunse e mi strinse in un abbraccio.
-sei tornata!- esclamò sorridente.
-già, sai com’è mia mamma. è Natale, ed il Natale si passa tutti insieme!- dissi imitando la voce di mia madre e facendola ridere.
-Dio, mi sei mancata così tanto.-
-anche tu.- le dissi in tono apprensivo.
Sapevo cosa significava sentire la mancanza di qualcuno.
-come te la passi nel New Jersey?- mi chiese per poi guardarsi attorno per vedere se c’era qualcuno che aspettava d’essere servito.
-bene. è tutto abbastanza diverso rispetto a qui, soprattutto il clima, ma delle volte non dispiace la neve.- abbozzai un sorriso.
Era quella una delle cose che avevo amato subito del New Jersey. L’inverno freddo, le sciarpe, i maglioni, gli ugg, tutte cose che a Los Angeles non si trovavano nemmeno nei vocabolari.
-mi piacerebbe studiare li.-
-hai intenzione di andare al college?- Evelyn era due anni più grande di me.
Si scostò una ciocca dalla faccia e fece spallucce. –sono ormai tre anni che lavoro qui, sono riuscita a mettere qualcosa da parte e ci penso già da un po’.-
-è una bella idea.- le sorrisi. –e Matt? come vanno le cose tra di voi?-
-come in una coppia. ci sono dei giorni pro e altri contro, ma è normale.-
-già.- dissi non avendo la minima idea di come andassero le cose in una coppia. –ora dovrei andare, ma.. umh, prima potresti prepararmi un frappuccino al cioccolato?- chiesi un po’ imbarazzata.
-certo.- sorrise e tornò dietro il bancone. Preparò il mio frappuccino e me lo diede.
Pagai, la salutai e uscii.
Tornai subito in macchina, non volevo fare tardi, così salii, misi in moto e mi diressi a casa.
Qualche minuto dopo presi una stradina che portava a casa mia e, dopo qualche metro, parcheggiai dietro una range rover nera.
Suonai il clacson e scesi dall'auto, tenendo in mano il bicchiere dello starbucks e tirando dietro di me le valigie finché non fui all'ingresso.
Suonai al campanello, sorseggiai un po’ di frappuccino e aspettai qualche minuto prima che aprissero.
-Signorina Amy!- quasi urlò Annette.
-Annette!- le sorrisi abbracciandola e lasciando cadere il bicchiere ormai vuoto a terra.
Annette era una donna sulla soglia dei cinquanta. Era alta e un po' in carne, aveva dei bellissimi capelli neri che le ricadevano poco più giù delle spalle e dei meravigliosi occhi azzurri. Da giovane doveva essere stata proprio una gran bella ragazza.
Aveva iniziato a lavorare da noi quando aveva poco più di vent'anni, anche se aveva già una bambina, Evelyn.
-ma sei cresciuta tantissimo.- sorrise prendendomi per mano e riportandomi alla realtà. Poco dopo mi fece girare su me stessa. -sei ancora più bella di prima.- disse facendomi arrossire.
-sono sempre la stessa!- dissi sicura. -e poi è solo passato qualche mese.-
-non è passato solo qualche mese, è un anno che sei partita- precisò mamma facendo irruzione all'ingresso, facendomi sobbalzare. - e poi ha ragione Annette.- sorrise.- sei ancora più bella di prima.-
Avrei tanto voluto crederle.
-mamma!- le corsi incontro abbracciando anche lei. Mi era mancata.
Lei ricambiò l'abbraccio e mi accolse tra le sue braccia, accarezzandomi i capelli.
-mi sei mancata, tesoro.- disse.
Io sorrisi -anche tu.-
Poco dopo sciolsi l'abbraccio e portai dentro le valigie.
Entrai in salotto e vidi che c'erano ospiti, o meglio, un'ospite. Era Pattie, la mamma di Justin.
-Amy, ciao.- disse mostrandomi uno dei suoi sorrisi più sinceri.
-ciao Pattie.- le sorrisi cercando di essere educata. Non potevo essere scortese solo perché ero arrabbiata con suo figlio.
-come stai?- chiese.
-bene, grazie.-
-mi fa davvero piacere.- sorrise di nuovo. -ne è passato di tempo dall'ultima volta che ci siamo viste.-
-è vero.- ammisi imbarazzata. Ma, in fondo, era passato solo un anno, non era mica un secolo!
-sei mancata molto a Justin ed è rimasto male quando ha saputo che eri partita.- Sentii una stretta allo stomaco.
Sapevo che tornare sarebbe equivalso a incontrare molte volte Justin, così come sapevo che tutti mi avrebbero fatto delle domande, ma non pensavo sarebbe successo così presto.
Sospirai e feci spallucce -vado di sopra a sistemare le valigie, scusatemi.- dissi prima di interrompere bruscamente la conversazione per poi uscire dal salotto e dirigermi verso l'ingresso per recuperare le valigie che stavano vicino all'appendiabiti.
Stavo per andare al piano di sopra quando sentii qualcuno scendere dalle scale.
 -Amy!- urlò Grace dall'altra parte della stanza.
-Grace.- dissi, e, prima ancora che potessi richiudere la bocca, mi ritrovai ad abbracciarla.
-mamma non mi ha detto che saresti venuta.-
-gliel'ho chiesto io, volevo farvi una sorpresa.- feci spallucce.
-mi sei mancata tantissimo.- disse sciogliendo l'abbraccio. -come è la vita al college?- chiese prima che potessi dirle che mi era mancata anche lei.
-umh,- feci finta di pensare. -è come la vita al college, più o meno.-
Rise. -sei sempre la stessa.- disse.
-lo prendo come un complimento.- le feci l'occhiolino.
-quel vestito è meraviglioso.- esclamò dopo avermi squadrata da testa a piedi.
-grazie.- sorrisi. Era la stessa cosa che avevo detto io a Renée  quando l'avevamo visto per la prima volta da Hollister.
-vado in camera mia.- dissi indicando le valigie dietro di me.
-aspetta, c'è una sorpresa.- disse mentre si sentivano dei passi dal piano di sopra.
-ehi tu,- disse riferendosi chiaramente a chi stava per scendere le scale. -muovi il culo e vieni.-
Inarcai un sopracciglio ma non dissi niente.
Qualche secondo dopo udii qualcuno scendere le scale e una voce che non sentivo da troppo tempo, ma pur sempre familiare.
-piccola, che c'è di così importante?- chiese Justin bloccandosi di colpo appena mi vide.
Aveva chiamato mia sorella 'piccola' e le aveva appena avvolto un braccio intorno alla vita.
Se sentire la sua voce mi aveva fatto perdere un battito, quella scena aveva fatto letteralmente fermare il mio cuore.
 -Amy.- si limitò a dire.
Le mie mani iniziarono a tremare, ma ero decisa a comportarmi come se niente fosse. Volevo comportarmi come se i miei sentimenti nei suoi confronti non  avessero mai davvero contato qualcosa o, addirittura, come se non fossero mai esistiti.
-Justin.- dissi fredda.
-che ci fai qui?- chiese beccandosi una sberla da parte di mia sorella.
Oh si, gli ero mancato incredibilmente tanto!
-sono venuta per trascorrere le vacanze di natale con la mia famiglia, è per caso illegale?- chiesi poi non aspettando una sua risposta e sorpassandoli portando con me le mie valigie.
Sentii mia sorella sussurrare qualcosa e qualcuno venirmi dietro. Non mi girai, perché sapevo già di chi si trattava.
-smettila di seguirmi.- sbottai infastidita mentre cercavo di ricacciare indietro le lacrime.
Se c’era una cosa in cui ero diventata brava in quei dodici mesi lontana da casa era sicuramente non piangere in presenza di altri.
-aspetta Amy.- disse con la voce spezzata.
-perché mai dovrei farlo?- chiesi.
-mi dispiace.- disse in un sussurro, di sicuro voleva che Grace non sentisse.
-per cosa? non hai fatto niente che non va.- dissi trascinando le valigie dentro la mia camera.
-se mi avessi detto che saresti partita forse le cose non sarebbero andate così ora.-
-così come?- chiesi infastidita.- non c’è niente di cui tu debba scusarti, va tutto bene e..- mi interruppe.
-no che non va tutto bene.-
-no, infatti, va tutto a meraviglia.- dissi fingendo un sorriso.- e ora, scusami, ma sono stanca e vorrei riposare.- dissi aspettando che indietreggiasse, per poi richiudermi la porta alle spalle.
Una volta dentro, lasciai che le lacrime rigassero il mio viso.
Nonostante fossi arrabbiata con lui, avevo trovato strano il nostro modo di parlare.
Sapevo che dal giorno in cui lui aveva letto il mio diario le cose tra noi due non sarebbero mai più tornate le stesse, noi due non saremmo stati più gli stessi, ma il modo in cui ci comportavamo era una novità per me, e, di sicuro, anche per lui. Sembravamo due perfetti estranei, anche se sapevamo tutto l’uno dell’altra.
Eppure avevo sempre saputo che un anno sarebbe stato più che sufficiente per farmi dubitare del nostro rapporto, per farmi chiedere se tutto quello che sapevo di lui era rimasto immutato, o se era cambiato, radicalmente.
Dopo essermi sdraiata sul letto, non potei impedire alla mia mente di ripercorrere tutto quello che era successo in quei dieci minuti, da quando ero arrivata ad ora.
Con tutte le persone che c'erano sulla faccia della terra, Justin doveva necessariamente fidanzarsi con mia sorella?
''dopotutto, sei solo un'amica Amy'' mi ripetei finché, ormai stanca per il viaggio, mi addormentai. 

 
**
Ecco il primo capitolo :).
Che ve ne pare?
So che siamo ancora al primo capitolo e che quindi non avete un giudizio chiaro della storia, 
ma cosa ne pensate della trama o del modo in cui è scritto?
Spero comunque che vi piaccia e mi farebbe piacere leggere una vostra recensione.

Ah, per quanto riguarda i personaggi, in genere lascio che siano i lettori ad immaginarli, 
ma, visto che mi è stato chiesto di metterli, 
questa volta li ho scelti io.

Li trovate qui: 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2148830&i=1
  
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