Disperati senza Gloria
Bunraku -teatro delle marionette
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Urabon -festa dei morti
Genere: Dark; Introspettivo [kind of]; Storico
Avvertimenti: Violenza; Splatter;
Note: Missing moments;
Raiting: Arancione
Pairing: //
Universe: Hakuouki Shinsengumi Kitan - I stagione
Personaggi: Yukimura Chizuru; Hijikata Toshizou; Furutaka
Note storiografiche: Naturalmente, anche se non citato, l'uomo torturato da Hijikata è Furutaka Shuntaro. Non mi metterò qui a spiegare le dinamiche dell'Affare di Ikeda-ya, non credo sia necessario. Tutto quello che è descritto è realmente accaduto, eccezion fatta -naturalmente- per Chizuru. Da quel che ne so non ha mai assistito alla tortura di Furutaka. Il libro citato è Ugetsu Monogatari [Akinari Ueda], che consiglio a tutti. La prima data [15 agosto] segna la notte in cui la luna è più grande e bella secondo la cultura orientale, la seconda data [sette agosto] è l'inizio ufficiale dell'Urabon.
Per qualsiasi disattenzione storica, vi prego, segnalatemela: ho perso un po' la mano con i Minna [oltretutto sono mesi che non scrivo in italiano, quindi sono tipo arrugginita a mille ;w; pardon].
C'è uno spiraglio fra i pannelli di carta di riso. E' piccolo, sufficiente per far passare appena appena uno spicchio di luce, ma riflette ombre enormi e nere e terribili -come in una storia di fantasmi, quando fuori la pioggia cade sul mondo.
Chizuru affronta la realtà proiettata sulla parete opposta, come se fosse uno spettacolo di marionette; ha trovato un rotolo che Shinpachi ha probabilmente preso a prestito da quei venditori ambulanti che ogni tanto passano per la strada e lo stringe, lo stringe forte, perché da quando ha alzato gli occhi sulle ombre in movimento non è più riuscita a staccarli.
Stropiccerà l'Ugestu Monogatari, ma non importa, fa lo stesso; probabilmente nessuno se ne accorgerà prima del mattino seguente, quando gli spiriti se ne andranno e lasceranno posto agli uomini.
Non è il ancora il quindici agosto.
Allora perché piove e la luna sembra così grande?
Sa che cosa sta succedendo: le porte non trattengono le urla e le mura puzzano così tanto di ferro che si aspetta di vederle trasudare sangue. Ogni tanto sente la voce di Sanosuke [Heisuke, esci. Non ce la fai. Esci.] o gli strappi e i gorgoglii della pelle martoriata. Il suono di ossa che scricchiolano, il fruscio di un pennello su carta, qualcuno che vomita. Il filo di vento che è la voce di Hijikata mentre mette in fila domande senza risposta.
Ci sono tanti attori e Chizuru li guarda tutti.
Non sa chi sia la figura legata, i contorni sono confusi e le ombre si fondono ogni volta che qualcuno [no, no, ora è convinta che sia Hijikata] alza il braccio e pianta nell'altra ombra quelli che sembrano chiodi.
Non è il sette agosto.
Chi ha chiamato in anticipo gli Spiriti Famelici?
Per un momento, Chizuru pensa di andare a chiamare Kondou: lui non può saperlo, non può averlo permesso. Non ha paura degli Oni, Chizuru, non l'hai mai avuta; ma della pura crudeltà umana, quella sì. Si preme la mano contro la bocca e trattiene un conato, con la saliva che s'è fatta acida e densa nella trachea ed un nodo che le stringe lo stomaco.
Prima o poi, Hijikata sarà soddisfatto. Prima o poi, quell'ombra legata non dirà più niente e finirà la carne su cui piantare chiodi.
Allora, magari, la candela verrà spenta e Heisuke si darà una scrollata e il gioco di ombre cinesi sulla parete di legno scomparirà.
Fino a quel momento, Chizuru rimane incatenata al suo posto, mascella serrata ed occhi spalancati.
Fa paura. Fanno paura.
E' appena appena il venti di luglio, troppo presto per spalancare le porte ai morti.