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Autore: Alina_Petrova    10/09/2013    2 recensioni
Tratto dal primo capitolo:
Passano alcuni minuti, il treno parte lentamente e il cellulare vibra nelle mie mani. Apro il messaggio per leggere la risposta dell'affittuario, ma invece di quello ci trovo una sola parola:
"Torna".
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, OOC, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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L'autunno.

 

Ero così agitato quando mi hanno informato che le erano iniziate le doglie. Non ho smesso di amarti, ma in quelle ore amavo anche lei tantissimo. Lei mi stava regalando i bambini, mi guardava con gli occhi brillanti e sorrideva, nonostante il dolore. Lei rideva e continuava a ripetere che Kelly e Kevin sarebbero diventati dei veri combattenti, se insistevano così tanto per uscire fuori. Lei si incazzava e sparava delle parolacce che io non sapevo nemmeno che esistessero. Lei cantava delle canzoni in cinese e non smetteva di girare intorno alla stanza.

Io ho assistito alla nascita di entrambi. Per primo è nato Kevin, molto grosso e scuro di pelle come me. Poi Kelly, più fragile, ma sana. Ho sentito il primo urlo dei miei figli quasi contemporaneamente con l'ultimo respiro di mia moglie, la loro madre.

Avevo così tanta paura. C'era un casino, tutti gridavano, hanno portato via i bambini e hanno iniziato a dare delle scariche elettriche al suo cuore. Ma lei non ha più aperto gli occhi. Sai, un'embolia... è così veloce e così terrificante. Ti ho telefonato e solo quando l'ho detto ad alta voce che lei non c'era più, che mi sono lasciato andare.

Tina, cara, buffa, giovane ragazza. Mi ha dato due bambini e ora è all'obitorio. Non so come dirlo a sua madre. Non so come farò a dirlo ai nostri figli. E non so come sia possibile essere un tale stronzo e non smettere di amarti neanche per un secondo.

Tu hai detto che verrai e questo è stato sufficiente per lasciarmi andare alle lacrime. Sono semplicemente scivolato a terra, tra le due panchine, singhiozzando. Nessuno mi ha disturbato, devo dargli merito. Solo degli sguardi compassionevoli, che facevano venire la nausea, ma non sono riuscito ad incolparli. Non era colpa loro. É stata una morte così assurda e rara, così veloce e assolutamente improvvisa.

Tina ha pagato per le mie colpe. Sono io che l'ho ammazzata con la mia indifferenza, con il mio amore per te. Ma io non sto incolpando nemmeno te. Qui c'è solo una radice del male e sarebbe giusto estirparla, solo che ora non sono più solo al mondo. E mentre Tiffany è stata portata via da me, mentre lei è abbastanza grande, Kelly e Kevin invece sono troppo piccoli. Hanno bisogno di me. E io ho bisogno di te, lo riconosco.

Tu arrivi molto velocemente e ti porti dietro gli ultimi pezzettini d'estate. Intorno a me è l'autunno, ma tu sei così abbronzato e caldo e hai il profumo del sole addosso. Mi trascini dentro una stanza vuota, mi attiri tra le tue braccia, baci il mio viso salato e umido, sei così forte e sicuro che dimentico tutto per un paio di secondi, poi espiro... e mi sento un po' meglio.

- Kurt, lei... io non so come... loro... - riesco solo a blaterare delle frase sconnesse, senza smettere di singhiozzare e piangere. 
- Ti amo. Tu vuoi bene a loro. E lei... lei ti amava. Blaine, questa è la vita. E la morte ne fa parte. Succede. Non è colpa tua. Tu ce la farai. Noi ce la faremo. Prometto. Io ti sarò vicino. Sempre.
Io alzo gli occhi su di te e annuisco. Tu mi sarai vicino.

Tu vieni al funerale e stai in lontananza nella folla. Nessuno domanda chi tu sia e cosa ci facessi qui. Non ti avvicini a me, ma semplicemente vedere il tuo sguardo mi è sufficiente. Tina è così giovane con questo vestito rosso-corallo. E queste rose le stanno d'incanto...
I nostri figli sono ancora in ospedale. Ho trovato tre tate, ho comprato tutto il necessario, ho pensato a tutto. L'unica cosa che non so è, cosa fare con loro. Ho una paura matta. Anche se mi sono occupato tantissimo di Tiffany.

Dopo il funerale stiamo a casa tua. Facciamo fuori una bottiglia di Gin in silenzio. Ci guardiamo senza toccarci. Ma mi basta anche semplicemente sentire il tuo respiro. Mi basta svegliarmi e affondare il viso nella curva del tuo collo e sentire come mi abbracci e mi dici:

- Sei meraviglioso, sei il migliore. Non hai nessuna colpa, diventerai un ottimo papà...
E io ti sussurro parole d'amore e per la prima volta in questi giorni mi addormento tranquillo.

Dopo due mesi, quando l'autunno non è ancora in pieno delle sue forze, ma si sente sulla pelle, mi chiami di giorno mentre sono al lavoro e mi chiedi di passare a prenderti. So che hai di nuovo una vita tua ed è normale. Hai la tua macchina e io non capisco perché hai bisogno di me. Ma dopo il lavoro vengo sotto casa e tu scendi. Mentre cammini verso la macchina, non posso fare a meno di ammirarti. Sembra che tu sia dimagrito ancora, ma sei così elegante, così grazioso e così bello... E io ti amo così tanto.

- Portami a casa tua, per favore? - Sul serio? Ma...

- Lo so, lì ci sono Kelly e Kevin e la loro tata, ma puoi chiederle di andare a casa. É tutto a posto. Vorrei solo conoscerli, se non ti dispiace...
Io non ho parole, annuisco e metto in moto.
Per la prima volta ti vedo a casa mia ed è così strano. E così... Così giusto. Tu togli le scarpe e la giacca e ti lavi le mani con cura. Per la prima volta sono io a prepararti il caffè e tu mi domandi un po' timido:
- Dove sono?
Mi sento agitato, non so nemmeno io il perché e ti accompagno di sopra nella cameretta. Lascio andare a casa signora Prais e ci avviciniamo alle due culle l'una accanto all'altra. E sai... Mi ricordo com'era Rachel con Tiff. Non ho mai potuto vedere Tina con loro. Ma il modo in cui sei ora qui... Vorrei dipingere un quadro se solo sapessi farlo. Tu prendi in braccio Kelly con infinita delicatezza, la guardi a lungo e poi sorridi e alzi gli occhi su di me.
 - Assomigliano tantissimo sia a te che a Tina allo stesso tempo! Sono così belli... e fortunati. E tu sei fortunato...
- Kurt... - Non sono geloso, Blaine. Non più. Sono i tuoi figli, sono parte di te. E io ti amo, quindi, come faccio a non volere bene a loro?

- Sei incredibile. - sussurro io, metto Kelly di nuovo nella culla e ti trascino dalla cameretta nella stanza degli ospiti. Non in quella mia e di Tina e tu lo apprezzi. Ti spingo con tutto il corpo sul letto e ti bacio così profondamente, che tu quasi soffochi gemendo forte. Per la prima volta, da quando è successo tutto questo, siamo di nuovo insieme e sei così sensuale che quasi scotti. Sei teso e nello stesso tempo dolce. Ti arrendi a me con tanto desiderio come se fosse l'unica cosa che aspettassi. Come se io fossi la cosa più importante.

Il periodo più strano inizia in primavera. Quando tu non vivi da me, ma ci passi sempre più tempo. Quando tutti i giorni ti occupi di Kelly e Kevin e io rinuncio ai servizi delle due tate, lasciandone solo una. Quando in un negozio per la prima volta ci prendono per una coppia, noi ci guardiamo facendo spallucce, fingendo di non capire di cosa parlino.
Semplicemente la nostra vita è affar nostro. Semplicemente non me ne frega niente di nessuno, a parte di noi. Te, me e i bambini. Tu non li chiami nostri, li chiami sempre miei, ma io cerco di non concentrarmi su questo.
- Kevin, amore, sorridi! - ridi tu e cerci di catturare un sorriso sulla faccia di mio figlio, mentre io tengo tutti e due in braccio e tu provi a scattarci una foto. Kevin mette su il broncio, tu abbassi le mani e appoggi la macchina fotografica sulla mensola e proprio in quel momento lui scoppia a ridere. Tu sbuffi, strappi Kevin dalle mie mani, lo fai girare intorno alla stanza e poi lasci un bacio sonoro sulla sua guanciotta paffuta. Il piccolo strilla, ride e tu sei di una bellezza accecante, che mi stringe il cuore. Portiamo i bambini nei loro lettini e andiamo in camera da letto. Non è più la stanza degli ospiti: è la nostra. E sì, nel fine settimana tu devi fare un salto a casa, perché qua non hai quasi niente di vestiti. Semplicemente il mio armadio ne è strapieno, ma eccetto questo assolutamente niente.
Le nostre dita si intrecciano sotto la coperta, io accarezzo il tuo collo con le labbra e tu sorridi nel buio della stanza.
- Ti amo.
- Ti amo.
- Siamo due matti.
- Da legare.
- Sei mio.
- E tu sei mio.

 

   
 
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