Serie TV > NCIS
Ricorda la storia  |      
Autore: Caskett_Always    10/09/2013    3 recensioni
"Tony vuoi dirmi perché sei venuto?”
“Perché non posso vivere senza di te”
Quale buon fan di NCIS non conosce queste due frasi? Ebbene si questa one shot parte con Ziva in Somalia ma a differenza del telefilm Tony e McGee non vengono poi imprigionati con lei.
Ci sarà un risvolto per i Tiva.
Buona lettura:) xx
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anthony DiNozzo, Ziva David
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Dolore. Era tutto ciò che potevo sentire. Non mi ero mai sentita così fragile, vulnerabile, ma ero lì, rannicchiata a terra, sporca e umiliata.

Ogni qual volta che mi muovevo una parte del mio corpo doleva, gli occhi stavano a stento aperti tanto erano gonfi e il mio respiro si faceva sempre più affannoso; quando inspiravo dal naso potevo sentire l’odore pungente del sangue mischiato a quello della polvere.

I miei ricordi erano sempre più confusi, Michael, Tony, l’ NCIS; sembrava tutto così lontano.

Non avevo nessuna certezza. Il tempo passava, ma non sapevo quanto in realtà, le giornate scorrevano, ma non riuscivo a contarle, potevo essere lì da una settimana o forse da un mese, non lo sapevo.

Informazioni sull’ NCIS, era questo che volevano, ma io, mai e poi mai, gliele avrei date. Loro erano la mia famiglia, la mia casa e non li avrei certamente traditi.

Anche se Tony l’aveva fatto, mi aveva tradita, aveva colpito colui che amavo alle spalle.

Volevo solo scacciare quei ricordi, volevo smettere di pensare. Volevo morire. Ogni parte del corpo mi doleva, non riuscivo a muovermi. Volevo solo arrendermi e perire; sì arrendermi, per la prima volta nella mia vita, nulla ormai mi importava, la mi esistenza  sembrava ormai vana.

Uno scatto metallico richiamò la mia attenzione. Pensavo che fossero quegli uomini che volevano ancora tentare a estorcermi informazioni sull’NCIS.

Non era così.

 

Girandomi a stento riuscii a scorgere la figura di un uomo, alzai di poco il capo e capii chi fosse.

Tony.

Colui che mi aveva rovinato la vita ora mi stava salvando.


“Tony” riuscii a sussurare.

“Ziva! Ho avuto così tanta paura di perderti” mi disse prendendomi vicino a sé.

“Cosa ci fai qui?” gli risposi duramente.

“Sono qui per salvarti” mi disse lui.

“Fra tutte le persone al mondo che potevano trovarmi, proprio tu?” gli dissi con disprezzo.

“Che vuoi farci? Contenta di vedermi?” mi domandò con il suo solito tono seccante.

“Non saresti dovuto venire. ” alla fine gli dissi.

“Invece si” continuò ad insistere.

“Pensavate che fossi morta?” dissi.

“Sì” rispose lui.

“Perché sei venuto allora Tony?” chiesi.

“Perché McGee non credeva che fossi morta” rispose con un sorrisetto odioso sul volto.

“Tony vuoi dirmi perché sei venuto?” gli dissi con un tono alquanto seccato.

“Perché non posso vivere senza di te” mi rispose lui dolcemente.

Dovevo scappare da quella situazione. Dovevo uscirne, molto in fretta anche.

Così dissi la prima cosa che mi passò per la testa: “Ora morirai con me se non ce ne andremo velocemente”.

Come rovinare un’atmosfera piuttosto tenera. Sì ci ero riuscita bene.

“Gibbs e gli altri hanno ucciso gli uomini che ti tenevano prigioniera. Non c’è più nessuno qui, siamo al sicuro” mi rispose lui.

Lo abbracciai. Non sapevo che altro fare, dopotutto mi aveva salvato. Per un attimo ero riuscita a lasciarmi tutto alle spalle, la morte di Revkin, il tradimento di Tony e il male che provavo in ogni singola parte del corpo.

Poi tutto esplose, la rabbia, l’umiliazione, il dolore lancinante.

 

 

Finalmente arrivarono nel seminterrato anche McGee e Gibbs.

Il primo  si fiondò verso di me e mi abbracciò dicendomi: “Sono così felice che tu sia viva Ziva”.

Il capo invece si avvicinò, mi strinse a sé dandomi un bacio sulla fronte senza dire una parola. Non ce n’era bisogno.

 

Mi medicarono e mi imbottirono di antidolorifici. Non sentivo più nulla. Il dolore era svanito, insieme alle mie emozioni.

Dovevo ancora capire che cosa fosse per me Tony. Che cosa significava quel gesto, che cosa significava quella frase. Ancora mi rimbombava nella testa.

 

Cinque ore dopo prendemmo finalmente il volo per Washington.

“Starai a casa di DiNozzo per qualche giorno, non provare a contraddirmi” mi disse Gibbs.

Non potevo farlo. Volevo solo scappare.

 

Il giorno seguente mi ritrovai a sistemare le poche cose che avevo con me a casa di Tony sotto i suoi occhi attenti che scrutavano ogni mio movimento.

“Stasera ti va di guardare vivi e lascia morire? o tu sei più tipo da Titanic?” chiese Tony scherzando.

Lo ignorai. L’unica cosa che volevo in realtà era dormire, non ricordavo nemmeno da quanto tempo non lo facevo.

“Oh e di cena cosa vuoi, del giapponese oppure preferisci dell’italiano?” chiese ancora avvicinandosi a me.

“Come ti pare DiNozzo” risposi frettolosamente.

“Ah e comunque dormirai nel mio letto, starò io sul divano” mi disse ancora avvicinandosi sempre di più.

Io avevo la schiena appoggiata al muro, lui si trovava proprio davanti a me con il braccio sinistro teso posato sulla parete di fianco al mio capo.

Con la mano desta prese una ciocca di capelli con cui iniziò a giocherellare. Mi guardava, come nessuno prima aveva mai fatto.

Quegli occhi.

Io mi sentivo intrappolata, senza via di fuga, ma mi sentivo bene; sentivo il suo profumo e sentivo il suo respiro affannoso sul mio collo. Mi torturavo il labbro, ero nervosa.

Venne in avanti ancora e mi baciò. Volevo scappare, ma qualcosa non me lo permetteva.

Staccò le labbra mi guardò un attimo e poi riprese, mi mordicchiò l’orecchio, per poi scendere verso il collo.

Io ero insicura, non sapevo come reagire, così restai immobile e assolutamente schiava dell’uomo.

Mi prese il volto tra le mani e mi baciò, questa volta lo fece con ancora più passione. Le lingue si intrecciavano e le mani si muovevano vogliose di luoghi proibiti.

Poi mi sbottonò pian piano la mia camicia, bottone per bottone. Aveva vinto. Ero sua.

Mi tolse ogni capo che avevo addosso. Ero vulnerabile forse, ma ora mi ero spogliata di tutto. Vestiti, paure e maschere.

NUDA.

Spogliai anche Tony. Così potevo sentire il calore della sua pelle sulla mia, mi faceva sentire protetta.

Mi prese e mi portò sul letto; mi baciò con tutto l’amore possibile, mentre con la mano scendeva lentamente sul mio corpo dandomi piacere.  Inizialmente il suo tocco era leggero, poi si fece più veloce ed insistente; il desiderio cresceva nei nostri occhi. Ero impaziente.

Mi ero arresa ormai, ero schiava del suo corpo, schiava delle sue mani.

Successivamente, con tutta la dolcezza che potesse usare mi penetrò, così io inarcai la schiena, ancora dolorante; senza staccarmi mi portai a cavalcioni sopra di lui. Ora toccava a me condurre il gioco.

 

 

Mi ero sentita bene, dopo tanto tempo. Io e Tony avevamo fatto l’amore e ora io mi ero accoccolata sul suo petto sudato. I respiri affannati scandivano il tempo che ci sfuggiva.

Decisi di alzarmi, DiNozzo ormai dormiva e io avevo bisogno di un caffè.

Presi una tazza e la riempii. Mi sentivo un po’ come Abby, adesso capivo il suo continuo bisogno di berlo.

 

La mattina seguente mi svegliai a causa della luce che ormai penetrava dalle persiane e illuminava i nostri corpi ancora nudi rendendoli dorati.

 

Stavo dannatamente bene ed ero felice, finalmente.

 

 

 

ANGOLINO AUTRICE.

Avevo questa one-shot nei documenti da millenni e ora ho finalmente deciso di pubblicarla.

Come ho scritto nella descrizione è solo vagamente ispirata alla 7x01, c’è solo Ziva rapita, Tony e McGee la salvano e basta non vengono rinchiusi anche loro.

E il dialogo tra Tony e Ziva è quello della puntata (**)

Beh che dire.. spero vi piaccia. xx        

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > NCIS / Vai alla pagina dell'autore: Caskett_Always