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Autore: mymultifandomfics    11/09/2013    1 recensioni
**SPOILERS**
Dopo la caduta degli angeli tutto è cambiato.
Il piano dei Winchester sarebbe quello di aspettare che Sam si riprenda del tutto dopo le prove e trovare un modo per rispedire gli angeli in Paradiso.
Castiel ora vive nel bunker con i Winchester e lotta contro i sensi di colpa: l’unica cosa che lo spinge ad andare avanti è l’amore per Meg. Pensa a lei in continuazione e l’importante per lui è riuscire a tirarla fuori dagli inferi per poterla riavere con sè.
Intanto, Crowley è stato cacciato dall’inferno e costretto alla macchia: ora la regina è Abaddon e non sarà facile detronizzarla.
Ma i piani di tutti quanti verranno presto sconvolti…
Cosa succede se due fratelli cacciatori, un ex-angelo e un demone degli incroci fanno squadra contro uno dei cavalieri dell’inferno?
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
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Boom.
Un’altra violenta esplosione colpì il vecchio edificio. Ormai i tirapiedi di Abaddon avevano circondato il magazzino: Sam, Dean, Castiel e Crowley erano sotto attacco.
“Ci hanno trovati! Preparatevi, non sarà un’impresa facile!”, urlò l’ex-sovrano degli inferi per sovrastare il frastuono.
I quattro si posizionarono schiena a schiena al centro dell’ampia stanza, ognuno era pronto ad affrontare il pericolo imminente con la propria arma in pugno. Poi un’altra esplosione e la parete dell’ingresso fu distrutta…

Due ore prima
“Hey Dean, accosta: il posto sembra questo.” dichiarò Sam. Avevano guidato l’impala fino alla periferia di Phippsburg, dove Crowley gli aveva riferito che si sarebbero incontrati. Si trovavano di fronte a quello che sembrava un vecchio magazzino abbandonato da anni, ormai in rovina. Dai vetri rotti delle finestre non si riusciva ad intravedere quasi nulla di quello che conteneva lo stabile.
L’edificio si estendeva su un solo piano, ma sembrava comunque davvero grande, ed era circondato da una pineta che facilitava probabilmente i traffici segreti del secolo scorso.
I due cacciatori e l’ex-angelo scesero dall’auto tenendo gli occhi fissi su quell’edificio: sul muro della facciata notarono subito alcuni simboli anti- demone e dei pentacoli; evidentemente il buon vecchio Crowley si era organizzato per bene. Sam e Dean entrarono per primi, lasciando Cas davanti all’entrata. Fissava il simbolo anti-angelo dipinto sul portone d’ingresso: inizialmente, abituato com’era da millenni ad essere respinto da disegni come quello, si bloccò d’istinto, poi, resosi conto che su di lui ormai non avrebbe più avuto alcun effetto, restò a guardarlo qualche istante con i suoi occhioni blu un po’ umidi.
Dean si voltò come per chiamare il suo amico e, quando notò la sua espressione, provò un attimo di tenerezza nei suoi confronti. Con lo sguardo più comprensivo che gli riuscì, gli fece cenno di seguire lui e il fratello minore all’interno dell’immobile.
Era un’unica stanza, molto ampia, quasi del tutto vuota, ad eccezione di alcuni macchinari poco ingombranti attaccati alla parete sinistra ed alcuni scatoloni, dai quali fuoriuscirono tre o quattro topi non appena Sam vi si avvicinò.
“Salve ragazzi”, esclamò Crowley uscendo dall’ombra di un angolo buio del locale.
“Devo confessarvi che stavo iniziando a preoccuparmi! Siete in ritardo, forse la vostra alce parlante non si è sentita bene durante il viaggio?”
“Veramente siamo stati attaccati da una delle puttanelle di Abaddon che cercava di uccidere un angelo!”, sbraitò Dean.
“Oh ma davvero? Allora ritiro tutto! Quanto siete stati coraggiosi, siete degli eroi, vi darò una medaglia al valore o forse il premio Nobel per la pace”, persino Castiel riuscì a comprendere il pungente sarcasmo del demone.
“Piantiamola per un minuto, per favore: se vogliamo collaborare dobbiamo smetterla di comportarci come bambini!”, intervenne Sam.
“Sì, l’alce ha ragione. Discutiamo del piano piuttosto. Ah, innanzi tutto, volevo informarvi che ho preso alcune misure di sicurezza nel caso dovessero arrivare ospiti indesiderati: alcune delle trappole disegnate sulle pareti c’erano già prima che arrivassi, ma altre le ho aggiunte per precauzione, ho riempito ogni fessura di questo luogo di sale e poi ho fatto qualche modifica all’allarme antincendio…”
“Ok, d’accordo, ma ora vogliamo sapere del piano”, disse Dean, fissando il demone con un’espressione che sembrava gridare dimmi quello che voglio sapere che tanto non mi fido di te e dei tuoi trucchetti.
“Ok, ok, calmati scoiattolo. Allora, ascoltatemi bene, – iniziò – voi sapete che gli angeli erano convinti di aver ucciso tutti i cavalieri dell’Inferno…”
“Sì, ne eravamo sicuri, fino a quando non è arrivata Abaddon”, lo interruppe Cas.
“Appunto! Ed io so come è riuscita a sopravvivere allo sterminio dei cavalieri da parte degli angeli. Vedete, credo che ne abbiate sentito parlare, esistono tre sorelle, che sono chiamate “Parche”…”
“Sì, lo sappiamo, abbiamo già avuto a che fare con una di loro. Loro sanno già cosa accadrà e fanno in modo che avvenga. Ma non capisco che cosa c’entri il Fato con Abaddon…”, disse Sam.
Crowley perse la pazienza: “Se voi idioti, riusciste, almeno una volta nella vita, a farmi arrivare alla fine di una frase, forse a quest’ora non te lo staresti più chiedendo!”. Riprese il controllò di sé, e con un gran sospiro riprese il discorso: “Dicevo, - continuò, con un sorriso autentico quanto le tette di Dean – è stata tutta colpa di una delle Parche. Durante lo scontro finale tra angioletti e cavalieri, hanno avuto un bel po’ di lavoro da fare, c’era il caos sia in terra che in Paradiso che all’inferno. E, in mezzo a tutta quella confusione, Atropos, la sorella minore delle tre, ha tralasciato un piccolo dettaglio lasciando Abaddon viva.”
“Ma com’è possibile? Le Parche sono le creature più meticolose con cui abbiamo avuto a che fare, mi sembra davvero strano che abbia fatto un errore del genere”, commentò Sam dubbioso.
“Beh, ragazzi, stiamo parlando di millenni e millenni fa, all’epoca Atropos era alle prime armi, era il suo primo incarico importante. Comunque, la piccola Parca, da quando si è accorta del suo sbaglio, ha fatto di tutto per evitare che le sorelle lo venissero a sapere. Tra un lavoro e l’altro la cerca, ma Abaddon non è di certo una sciocca. Scampato il pericolo è sfuggita al Fato per tutto questo tempo: lo sa anche lei che, se un giorno Atropos dovesse trovarla, non potrebbe più evitare il suo destino. Quella puttana è riuscita ad ottenere ancora più potere da quando è salita al trono, – Crowley digrignò i denti e strinse i pugni per la rabbia – ora ha a disposizione un esercito di seguaci numerosissimo che la difende e la sottrae alla vista del Fato… Perciò noi non dobbiamo far altro che miss reginetta degli inferi rimanga sola con la Parca e il gioco è fatto.”, concluse Crowley risoluto.
Sam, Dean e Cas rimasero di stucco: se davvero Abaddon era diventata così potente e il suo esercito era talmente forte da riuscire a nasconderla da Atropos, come avrebbero fatto loro a raggiungerla ed intrappolarla?
“Ci prendi per il culo? …E come pensi di fare ad arrivare a lei?”, chiese Dean, sempre meno convinto di aiutare il demone.
“Beh, non sarò più io il Re, ma ho ancora i miei seguaci. Spie, a dire il vero. I miei contatti ci permetteranno di avvicinarci il più possibile a lei e, una volta fatto questo potrete intrappolarla con i vostri giocattoli anti-demone.”
“E come fai ad essere sicuro che Atropos poi collabori?”, Dean cercava di trovare un punto debole nel piano di Crowley, in modo da tirare fuori lui, suo fratello e Cas da quella storia assurda.
“È semplice: ricatto. Se lei non ci aiuterà, noi spiffereremo tutto alle sue sorelle… e non credo che saranno molto clementi con lei”, sorrise beffardo.
I Winchester e l’ex-angelo si scambiarono delle occhiate poco convinte, ma alla fine dichiararono: “Ok, ci stiamo.”

Presente
Boom. I demoni stavano buttando giù la facciata dell’edificio per poter eludere tutte le trappole disegnate da Crowley.
Abaddon aveva inviato una squadra di demoni al magazzino appena aveva scoperto il nascondiglio dell’ex-sovrano. Lei non era a conoscenza del piano, ma aveva sentito che il demone stava complottando contro di lei e, malgrado non lo reputasse abbastanza potente da distruggerla, sapeva che poteva essere una seccatura avercelo contro: Crowley era estremamente ingegnoso e subdolo.
Gli scagnozzi della regina irruppero nel magazzino: “Ma guarda chi se vede! I Winchester e il loro amichetto! Il capo sarà più che felice di sapere, quando saremo tornati, che abbiamo ucciso un altro angelo caduto”, disse in un ghigno uno di loro.
I quattro si scagliarono senza pietà contro i demoni: Sam tagliava la gola a chiunque gli capitasse davanti con il suo coltello, Crowley – a conoscenza di ogni metodo di tortura – si sbizzarriva anche nella lotta libera, mentre Dean, salito su uno dei macchinari, sparava dall’alto della sua postazione le pallottole speciali trovate nel bunker a chiunque si avvicinasse ai suoi compagni. Castiel, al suo primo vero scontro nella sua forma umana, aggrediva i demoni con l’arma che utilizzava quando era ancora un angelo. La prima volta che venne colpito, Cas rimase un po’ disorientato: per la prima volta stava scoprendo quanto il corpo di un essere umano poteva essere fragile. Resistette al dolore atroce e continuò il corpo a corpo col demone che gli si era scagliato contro, quando quest’ultimo gli sussurrò: “Meg ti saluta, angioletto!”. A queste parole, l’ex-angelo raccolse tutta la forza e la rabbia che aveva in corpo e mozzò la testa al bastardo con un taglio netto.
Improvvisamente, Crowley si diresse verso il pulsante dell’allarme antincendio, lo premette e svanì in uno schiocco di dita. I getti di pioggia dal soffitto sembravano corrodere i corpi agonizzanti dei demoni e quelli rimasti vivi scapparono immediatamente: Crowley aveva sostituito la normale acqua con dell’acqua santa.
L’attacco era stato sventato. Sam, Dean, e Castiel erano coperti di sangue, un po’ dei demoni uccisi e un po’ loro, ma stavano bene.
Crowley riapparse di fronte a loro e, con il suo solito sorriso, disse: “È incredibile come alcuni impianti antincendio funzionino ancora così bene dopo tanti anni, vero?”
  
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