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Autore: for___you    11/09/2013    1 recensioni
«Sei nata a Los Angeles, vero?» mi chiede curioso.
Cos'è questa domanda? «No... non sono nemmeno Americana. Perchè?» chiedo sorridendo di nuovo. È talmente strano questo tipo.
«Beh, perchè sei un angelo.» dice facendo il finto poeta.
La cosa più squallida che io abbia mai sentito. «Questa la devo aggiungere ai 'peggiori modi per rimorchiare'»
«Non stavo cercando di rimorchiarti...» cerca di fare il vago.
«Si...ovviamente. Mi hai detto che sono un angelo perchè ho le ali e l'aureola vero?» dico ironica.
Si fa una risatina per poi prendere il giornale e gli occhiali da sola dalla sua sedia-sdraia. «Sarà un piacere condividere il balcone con te... e con il nastro adesivo.» dice rientrando dentro.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Beach volley



Mia è uscita di nuovo a fare la spesa, mentre io sono in casa ad annoiarmi e a pensare al mio futuro da gattaia.
Che poi i gatti sono tanto carini.
I miei pensieri profondi vengono interrotti dal campanello che suona.
Mi alzo lentamente dal divano e cammino piano, come se stessi ad una processione. Quando arrivo alla porta la apro e mi ritrovo una ragazza bionda, ossigenata dalla testa ai piedi, con tutto il negozio della Avon sulla faccia e come se non bastasse un vestitino cortissimo e delle scarpe con un tacco altissimo.
«Scusami ma non sono del posto...» dico squadrandola.
Lei mi guarda interrogativa. «Perchè?» mi chiede con le sue labbra grosse quanto il culo di un rinoceronte.
«No, così. Non so dove si trovi la tangenziale... chiedi a qualcun altro.» dico chiudendole la porta in faccia e avviandomi verso il mio comodo divano.
Il campanello suona di nuovo.
«Te l'ho detto che non sono del posto!» dico ritrovando sulla soglia della porta la stessa ragazza di prima che ride e sghignazza come una gallina che sta per fare un uovo. È sicuramente un esemplare di genere umano che non avevo mai visto da vicino in tutta la mia vita.
«Ma no sciocchina! Non mi servono indicazioni stradali. Volevo solo un po' di sale!» dice lei sempre sorridendo.
Ma questa non ci arriva? Ceh, le ho quasi dato della zoccola e non lo ha ancora capito. "Ok, aspetta qui." le dico incamminandomi verso la cucina, prendendo uno dei tremila pacchi di sale che Mia ha comprato.
Torno da lei e la trovo a rovistare nel cassetto del comodino accanto alla porta d'ingresso. "Cosa stai facendo?" le chiedo facendola spaventare.
La bionda tinta chiude di scatto il cassetto e torna in piedi guardandomi stranita. "Io...io..." iniziò a balbettare.
"Tu...?" la incito a parlare.
"Avevo bisogno di un fazzoletto. Sai, credevo lo avessi qui..." dice.
Che strana questa tipa. "Ok. Se vuoi vado a prendertelo nel bagno..." dico ma lei fa cenno con la testa di no.
Improvvisamente dalla porta entra Mia e appena vede la bionda la guarda stranita. "Chi è lei?" chiede guardandola.
Sicuramente appena l'ha vista le ha fatto la stessa impressione che ha fatto a me. "E' la vicina di casa... ha chiesto un po' di sale." dico porgendole il pacco che avevo appena preso dalla cucina.
Lei lo prende e mi porge l'altra mano. "Comunque piacere, sono Charlotte." dice.
Prendo la sua mano lentamente, quasi come se avessi paura. Quelle come lei mi fanno paura. "Alex." dico semplicemente per ritrarre subito la mia mano dalla sua.
"Mia." dice la mia amica prima che lei corresse via nel suo appartamento con i suoi tacchi vertiginosi ed i suoi quintali di trucco.
"Da dove è sbucata quest'altra?" dice Mia quasi ridendo, poggiando la busta della spesa sul ripiano.
Sarebbe buono a sapersi. Credo che l'abbiano cacciata da una discarica di trucchi. "Dall'appartamento di fronte." dico buttandomi di nuovo sul divano.
Ci morirei qua sopra.
Mia mi guarda un po' per poi iniziare a dirmi qualcosa. "Ma non ti annoi a stare sempre su quel divano? Tra poco prenderà le tue forme."
Faccio spallucce. "Non ho niente da fare. Poi è così comodo."
"Che ne dici di andare in spiaggia oggi? Sono le 10:30." dice.
Spiaggia aka ragazzi fighi che passeggiano in costume, giocano a beach volley, si fanno il bagno, le gocce d'acqua che passa attraverso i pettorali... "Ci sto." dico euforica andando in camera a prepararmi.

 

 

Sono in spiaggia e non credevo di annoiarmi così tanto. Ho l'ipod nelle orecchie da ben mezz'ora e mi sono decisamente stufata. Mia si sta divertendo un sacco. Ha trovato quel tizio, Liam, il coinquilino di Louis e sono andati a farsi un giro per parlare. Si certo, parlare.
Lei pensa che sia una cosa bella lasciare qui un'amica ad annoiarsi mentre ascolta, come una forever alone, 'Summer paradise' dei...
"Simple Plan!" affermo gridando appena una pallonata mi colpisce improvvisamente il braccio.
Sposto lo sguardo nella direzione da dove è arrivato il pallone e vedo un ragazzo che si avvicina. Alto, magro, capelli ricci, occhi verdi come le banconote da 100€, tanti tatuaggi sul braccio sinistro, fisico scolpito... un angelo.
"Scusa per la pallonata. È colpa mia. Davvero, non volevo." dice poggiando delicatamente una mano sul braccio colpito dal pallone.
Cazzo, se mi sono persa nei suoi occhi. "Ehm... no... sto bene." dico come se fossi una bambina difronte a sua madre che le promette di comprarle un negozio di Barbie.
«Comunque...io mi chiamo Harry. Scusa ancora per prima.» dice guardandomi sincero.
«Tranquillo, non è nulla. Io, sono Alex.»
Lui mi guarda per un istante e poi mi sorride. «Ti andrebbe di unirti a noi? Sai, sono solo contro due avversari... non è una bella situazione.» dice ridendo, passandosi una mano tra i capelli.
Io e la parola sport eravamo come il bianco e il nero, completamente opposti. «Beh, non sono brava, potrei provarci.» affermo quasi non potendo dire di no.
Ma che volete da me, anche voi se eravate al mio posto l'avreste fatto,su.
Iniziammo a giocare, con un ragazzo ed una ragazza, credo che sia un amico di Harry e da quanto ho potuto capire, quella con cui gioca è la sua fidanzata.
Pian piano io ed Harry iniziamo a fare punti a raffica, vincendo ben 3 set consecutivi.
«E menomale che non eri brava!» esclama sedendosi con me sul mio asciugamano appena finita la partita.
Beh, ho dato il meglio di me stessa. «Grazie.» rispondo semplicemente.
Lui guarda per un attimo l'orologio e poi si alza in piedi, mentre io lo seguo con lo sguardo. «Si è fatto tardi, devo andare.» dice aiutandomi ad alzarmi.
«Devi proprio?» dico senza rendermene conto. O merda, una delle tante figuracce. «Volevo dire...»
Mi interrompe. «Devo andare a lavoro.»
Annuisco semplicemente. «Ci si vede in giro.» dice andando via.
«Si... certo.»
L'unica cosa sicura adesso è che non lo rivedrò mai più. È troppo grande Los Angeles per poter trovare una persona di cui conosci solamente il nome.
Va bene, tanto si sapeva.
Quasi quasi mi è venuta sete. Prendo la borsa e mi incammino verso il bar sulla spiaggia, continuando a rovistare in quella borsa che mi sembra il pozzo dei desideri.
«Una bottiglietta d'acqua per favore.» dico trovando finalmente il portafoglio.
«Sono 5$.» dice il cassiere.
Quella voce. «Louis cosa ci fai qui?» chiedo. Per poco gli occhi non mi escono fuori dalle orbite.
Lui lavora in un bar quando dice che non ha problemi con i soldi ed è un riccone a prima vista troppo snob.
«Lavoro. Te l'ho detto stamattina.» dice come se fosse la cosa più naturale del mondo.
«Ma tu non eri un riccone?»
«Questo lavoro lo faccio per divertimento, non per soldi. Da qui vedo tutto quello che succede e ho visto anche te giocare a beach volley con quel moccioso.» dice riferendosi ad Harry.
Se Harry era un moccioso allora lui cos'era? Un adulto in piena crisi adolescenziale?
«Lo conosci?» chiedo incuriosita.
Fa una piccola risatina, poi mi guarda dritta negli occhi. «Lo conosce tutta Los Angeles. Non è un tipo molto affidabile, sai?» dice sinceramente.
A me è sembrato tutt'altro, e sinceramente io non sono il tipo di ragazza che crede alle voci che dicono in giro. Bisogna stare a contatto con le persone per conoscerle, non stare lontani da loro solamente perchè girano voci che alla fine dei conti sono addirittura inventate.
Mi limito ad annuire, tanto per non entrare nell'argomento, non mi piace ascoltare bugie.
«Louis!» sento una voce da oca esclamare alle mie spalle.
E chi la può scordare più l'oca che stamattina è venuta a chiedermi il sale.
Louis la guarda per un secondo e poi le distoglie lo sguardo. «Ehm, ciao Charlotte.» dice fingendo di fare un caffè.
Mi lancia uno sguardo, come per dirmi «Non riesco più a liberarmene.» ed io inizio a ridere, tentando di non farmi notare da Charlotte, che va dietro al bancone accanto a Louis.
«Te l'ho detto che per te sono Charlie, tesoro.» dice poggiandogli una mano sulla spalla.
Prendo la bottiglietta d'acqua che avevo appena pagato e mi avvio verso la porta. «Vi lascio soli, ciao.» dico voltandomi verso di loro.
«Ciao.» mi dice Charlotte sorridendo come un oca con i suoi quintali di trucco mentre Louis mi lancia uno sguardo assassino ma divertito allo stesso tempo.
Quanto mi dispiace per lui, deve subirsi quella capra truccata. Credo che nemmeno lui merita una disgrazia del genere.


Ciauuuuuuuuuuuuu
Allora, mi stavo chiedendo...come vi sembra il capitolo?
So che fa schifo, ma serve per far entrare nella storia Harry e Charlotte.
Charlotte è una di quelle tipe di 'Dire, Fare, Baciare' prima che Pod metta mano su di lei. Davvero, immaginate un quintale di trucco addosso e con un comportamento da oca.
Scusate il ritardo, ma sta per iniziare la scuola e sono anche abbastanza agitata, poi per non parlare dell'esame di patentino (la guida) che farò venerdì e sono sicura che verrò bocciata.
ringrazio tutte le persone che stanno seguendo la storia, le persone che la recensiscono, che la mettono tra i preferiti ecc. 
Se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate.
Un bacio a tutte.

 
   
 
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