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Autore: Georgesmonkej_    11/09/2013    10 recensioni
"Tu menti, riconosco il cambiamento in te, George! Ti conosco da una vita” abbasso il tono riducendolo ad un lamento mentre le lacrime continuano a cadere ed il mento trema, mentre stringo i denti.
“Ehi, piccola, non piangere” cerca di scostare il ciuffo da davanti ai miei occhi ma io glielo impedisco con un movimento brusco della mia mano che spinge via la sua e continuo ad osservarlo arrabbiata.
“Sai George? Non pensavo di dirtelo in questo modo ma io ti amo, ti amo da 16 anni, ma tu non te ne sei mai reso conto, no? Te vai dietro a Brook!” gli dico per poi girarmi per andar via ma una mano blocca il mio polso spingendo a girarmi e lo vedo pararsi a due centimetri da me.
Sento il suo respiro addosso, il suo profumo sa di caffè e non è mai stato così buono quanto in quel momento.
“Non dire stupidaggini e vieni qui” mi sussurra per poi baciarmi.
Mi sento così bene in questo momento che non voglio sciogliermi mai più da questo bacio.
Ora ci siamo solo io e lui, in un’altra dimensione.
È così bello poter baciare le sue labbra ed assaporarne ogni angolo.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Shelley, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gli uomini sono come l'aprile
quando fan la corte
 e come dicembre
quando sono accasati.

 

 10- I’m so sorry…

 

A casa spesso ci si può sentire protetti, e felici, se sotto le calde braccia di qualcuno che ami, altrimenti ci si sente solamente protetti ma tristi, ma comunque in compagnia di amici e sotto una coperta.
Fa strano che a luglio faccia freddo, vero? Ma qui si parla di un luglio inglese, dove tutto è possibile, anche una bufera di neve.
Poi se sei incinta le cose si complicano ancor di più.
“La tua tazza di tè” mi dice Josh porgendomela, mentre io lo osservo e l’afferro con entrambe le mani.
“Grazie” gli sorrido, ma poi torno normale e fredda, come se niente fosse stato.
“George non sa che mi trovo qui, vero?”chiedo preoccupata a Josh, mentre mi riscaldo le mani con la tazza bollente.
Lui sbuffa.
È stanco.
La vita funziona così: un attimo prima ti sorride, ma non appena le volti le spalle, ti pugnala e ci ride sopra.
“Tranquilla” mi sorride dolcemente, accarezzandomi dietro la testa “questo sarà un segreto tra me, te, JJ, Jaymi ed i tuoi genitori.”
Mi da’ un bacio sulla testa.
“Veramente lo sa anche Harriet, la sorella di George, ma possiamo comunque fidarci” gli sorrido io.
Josh non è il mio ragazzo, ma gli voglio comunque un gran bene.
A dir la verità, non sa che la bambina è figlia di George ma un giorno mi toccherà dirglielo.
Ahimè, cerco ancora un buon modo per poterglielo dire.
“Ma alla fine di chi è figlia?” ecco quella domanda.
Mi sento come se fossi stata colta da un fulmine in ciel sereno.
“Ehm….” Inizio ma poi un dolore acuto mi blocca.
Mi tocco sotto la pancia ed inizio a respirare profondamente.
Josh mi guarda e si solleva un po’ su dal divano.
“Qualcosa non va?” sussurra spaventato.
Io lo osservo preoccupata e poi guardo a terra.
“Si sono rotte le acque.”

Tre ore.
Tre ore sola e seduta su una scomoda panchina d’ospedale, ad attendere gli aggiornamenti da parte di qualche medico su Josh.
Sbuffo nuovamente.
Rifletto su quanto la vita sia strana e lunatica.
Un primo momento vuole esserti d’aiuto, dopo, come se nulla fosse stato, ti volta le spalle.
Una lacrima, sarà la millesima in quasi 2 anni, parte rigando tutta la gote destra. 
Io non l’asciugo, la lascio solamente fare il suo corso, perché così deve andare.
Chi sono io per bloccare il destino?
Mi sento minuscola solo a questo pensiero.
Lo sguardo mio è fisso dritto davanti a me, verso una misera macchinetta del caffè, dove vedo un dottore ed un’infermiera prendersi la loro razione di caffè quotidiana.
Sorridono.
Avranno svolto il loro lavoro e lo avranno sicuramente fatto nel meglio.
Ora mi chiedo solamente come fanno, ma ricordo che un tempo lo facevo anch’io e, ripensando a Maya, lo faccio ancora.
Il telefono che suona mi distrae.
JJ.
“JJ?” rispondo portando il telefono all’orecchio.
“Katelyn, dove siete?” mi chiede, sembra allarmato.
“È una lunga storia, vieni in ospedale” spiego mantenendomi calma.
“In ospedale?! Katelyn…” lo interrompo.
“Voi venite e basta!” sbotto ed un’altra lacrima parte.
Segue un minuto di silenzio.
“Okay, arriviamo” dice mettendo una pausa tra una parola e l’altra.
Riattacco il telefono e butto la testa all’indietro, contro il muro, e chiudo gli occhi, tirando un sospiro.
Non mi aspettavo che la giornata avrebbe avuto questo riscontro… negativo!
Volevo, per un giorno, godermi una pausa e non correre dietro sempre hai soliti problemi e pensare, quindi, sempre alle stesse cose.
George, George e sempre e soltanto George.
Perché? La mia mente rimbomba solamente di lui ora.
Se continuo così mi dovranno chiamare uno psicologo.
“Bene…” sento la porta della stanza dove avevano portato Josh aprirsi e vedo, inoltre, un medico uscire.
Di scatto, come un lampo, volto la mia testa e osservo l’uomo che viene verso di me e mi si para davanti.
L’osservo normale, ma, allo stesso tempo, con aria interrogativa.
Sussegue un tempo indeterminato, che a me pare infinito, di silenzio, poi l’uomo decide di sbuffare.
All’improvviso, mi sento con un groppo alla gola, così, mando giù un po’ della mia saliva, riproducendo, in tal modo, anche un suono gutturale assai fastidioso, si direbbe.
“Il ragazzo sta bene, è pure sveglio ed è molto attivo” incomincia a parlare il dottore.
All’improvviso, tutta l’ansia, l’angoscia, il panico e lo strazio, che stavo provando qualche minuto fa, scompare e mi sento più leggera.
Sorrido cacciando un sospiro di sollievo e ringrazio il dottore congedandolo educatamente e poi mi alzo.
Vado verso la stanza di Josh ed entro.
Non so perché ma tutto in quella stanza ora risuonava di ‘Beautiful Life’, il singolo che uscì a fine estate scorsa, il singolo che ho amato, amo ancora, con tutta me stessa.
Nonostante lo ami, però, mi riaffiora momenti tristi di quando ero insieme a George, e spesso mi fa piangere, ma la amo come non mai.
Il fatto che la mia mente risuonasse, come una radio, ‘Beautiful Life’ mentre io mi stavo dirigendo, sorridente e con dei lacrimoni di gioia, verso il letto di Josh, mi rallegra.
La canzone è azzeccata in questo contesto secondo me, o almeno, solamente il titolo lo sarebbe, perché è come se ti volesse spiegare che la vita è bella e che la devi vivere infondo.
Josh è il mio guerriero preferito: non molla mai.
Questo mi piace di lui, non si è mai arreso sin dal momento in cui è nato, sin quando mi ha visto per la prima volta, e ha scorto che in me c’era qualcosa che non andava, fino ad oggi, fino a quando per la prima volta mi ha visto una lacrima e me l’ha asciugata premurosamente, con l’indice destro, e mi ha detto “ehi piccola, ti prego! Non piangere”, fino a quando ha visto la mia bambina venire al mondo, fino a quando ha deciso che doveva prendersi cura di lei come se fosse lui il padre, fino a quando mi ha iniziato a costringere a parlare con George.
Lui è come una fata madrina, un protettore, un angelo custode.
Si, un angelo caduto venuto qui per proteggermi da ogni dove ed aiutarmi per qualsiasi problema.
Eccolo, è lì che mi osserva e sorride.
Mi siedo su una sedia e gli accarezzo la mano.
“Non hai la minima idea di quanto sia contenta che stai bene” sussurro continuando a sorridere, totalmente inebetita.
“Già, ed io sono contento che tu lo sia” sussurra anche lui, solo di debolezza.
“Lo sai a cosa penso?” sorrido con più vigore e lui allarga le sue fossette perfette.
“Non mi dire… ti prego.”
Lui lo sa.
Lo sa, perché la prima volta che mi vide ascoltare il loro singolo, ‘Beautiful Life’, piangevo mista alla gioia e alla tristezza, ma anche alla rabbia.
“Si” rido e annuisco come una demente.
“No, dimmi che davvero non stai pensando a ‘Beautiful Life’ ti prego” sorride e scuote la testa, chiudendo gli occhi.
“Puoi dirlo forte, bro” dico io poggiando la testa accanto alla sua.
“Ehi, ehi, troppa confidenza” scherza lui.
“A te, che sei mio fratello!” scherzo anch’io ridendo.
Ride anche lui.
Non c’è cosa più bella del suo sorriso, mi fa sentire così bene che piangerei di gioia solo per il suo sorriso, che mi regala poche volte.
“Josh! Katelyn! Oddio, è tutto okay!?” si catapultano un JJ ed un Jaymi, con la mi bambina tra le braccia, nella stanza d’ospedale, talmente tanto mi han fatto spaventare, che ha saltato quasi di mezzo metro e la sedia, per quanto vecchia sia, si stava pure per rompere.
“Mamma mia, quasi non cadevo!” annuncio io, osservando la gamba mezza sgangherata della sedia.
“Vogliamo parlare dello spavento che ci avete fatto prendere a noi?” ci rimprovera Jaymi.
“Ehi non è colpa nostra” dice Josh giustificando la faccenda.
“Va beh, tanto abbiamo parlato con i dottori, hanno detto che presto tornerai come nuovo” spiega JJ annuendo e sorridendo.
Io sorrido ancora inebetita e poi mi alzo per andare a prendere mia figlia, che si trova tra le braccia di Jaymi.
“Che hai fatto oggi con lo zio Jaymi?” le sorrido guardandola mentre lei mi stringe il collo in un abbraccio.
“Siamo stati un po’ in giro, nulla di più” racconta lui scrollando le spalle, mentre Josh viene aiutato da JJ a rimettersi in piedi e rivestirsi.
“Ah! JJ, fai piano, per l’amor del cielo!” lo sento alle mie spalle lamentarsi, sicuramente della poca grazia che JJ aveva usato per aiutarlo.
“Molto aggraziato, dunque, JJ” ironizzo io voltando lievemente il capo verso di loro e poi rigirarmi verso Jaymi.
“Comunque George è appena arrivato a Bristol, tra non meno di 5 minuti dovrebbe trovarsi a Clevedon” mi riferisce serio.
Io mi limito semplicemente ad annuire.
Ci raggiungono anche gli altri due e poi usciamo dall’ospedale, non appena i dottori ci congedano.
Mentre andiamo alla macchina sento il mio telefono vibrare, così, lo prendo.
È un messaggio di George.

 Sono appena arrivato a Clevedon! G. x

 Bene!
Inizio a scrivergli un messaggio con un okay e poi schiaccio il tasto invio e rimetto il cellulare in tasca.
In poco tempo arriviamo a casa.
Josh va a stendersi sul divano, perché è stanco ed indebolito, mentre io vado in cucina e vedere di preparare qualcosa di buono per pranzo.
Jaymi sta facendo da babysitter a Maya, mentre JJ si diverte con il suo computer, a cazzeggiare e fare foto con il cellulare, che caricherà sicuramente su Instagram.
Mentre sono intenta a cucinare, avverto che il cellulare, riposto sul tavolo, comincia a vibrare e mi volto ad osservarlo.
Si accende e si spegne, ma a quella distanza non riesco a cogliere il numero o il nome del contatto.
Lo prendo e schiaccio direttamente il tasto verde, notando che era George ad avermi chiamata, osservo un attimo lo schermo con aria confusa ed accigliata e poi porto il display all’orecchio.
“Pronto?”
“Katelyn, mi devi dare delle spiegazioni.”

 

 

Angolo Autrice

Hello cupcakes!
Come va? C: si oggi è il mio ultimo giorno di libertà, prima del grande rientro ewe, per l’appunto ho finito oggi stesso il libro di spagnolo, ecco perché non mi sono potuta dedicare prima alla ff.
Cooomunque… scusate il finale in bellezza con la suspense ma ogni tanto va fatto lol.
Chissà che cosa è successo al nostro George.
Si accettano anche scommesse su cosa parleranno i due ex (e probabilmente futuri) amorosi(?) lol.
Beh… io mi dileguo e magari ricomincio a scrivere un po’ e vado avanti con l’undicesimo capitolo c:.
Okay vorrei avvisarvi che questa FF inizia ad assumere le sembianze di una Long Fiction c:, quindi amatemi perché non terminerà subito lol.
Alla prossima xx

 

amore dolce lui <3

Georgesmonkej_

  
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