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Autore: PiccolaEco    11/09/2013    2 recensioni
L'amore non ha nè tempo nè luogo.Anche un semplice tendone da circo può diventare palcoscenico di sguardi, sorrisi, pettegolezzi e batticuori.
L'universo di Ranma narrato sotto un'altra prospettiva.
L'universo di Ranma come non lo avete mai visto prima.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mousse, Shan-pu, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Tra il pubblico si odono bisbigli di sorpresa e di suspance. “Ma che succede?” “Dov’è l’artista?” “Forse è andato in bagno”
Dietro le quinte è il panico totale. Le ragazze si guardano spaesate, i ragazzi preoccupati giurano di averlo visto un attimo prima proprio dietro di loro. Ranma, intanto, suda freddo, mormorando tra i denti: –Dannato Ryoga, dove diavolo ti sei andato a cacciare, ci farai perdere lo spettacolo e pure la faccia!
Ma ecco che quando tutto sembra ormai perduto, un’ombra dalla velocità tale che non se ne distinguono i lineamenti, salta da un capo all’altro del tendone per poi andare a posizionarsi al centro della piattaforma con un ginocchio poggiato a terra e l’altro piegato a sostegno dell’avambraccio.
Improvvisamente, facendo leva sul ginocchio piegato, Ryoga scatta in alto e lancia sei hira shurikena quattro punte in direzione del pubblico, il quale fa per alzarsi e correre via, terrorizzato. Ma non ne ha il tempo perché una seconda ombra, veloce come una saetta, raccoglie in pochi secondi tutti e sei gli shuriken per poi atterrare aggraziatamente davanti al padrone. I riflettori illuminano le due figure: Ryoga, nuovamente atterrato nella posizione di prima, e la sua Biancanera, seduta e scodinzolante, con le sei piccole stelle a quattro punte strette tra i denti.
Altri attimi di silenzio. Dietro le quinte si teme il peggio. C’è persino chi, sconsolato, si lascia andare sulla cassapanca di legno tenendosi la testa tra le mani. Poi le urla, gli applausi scroscianti, i complimenti.
“Anche questa è andata” penso con un sospiro di sollievo. Certo che Ryoga stavolta c’ha fatto prendere un colpo bello e buono!
Ryoga rientra pochi minuti dopo, ancora rosso in viso per l’emozione, poi si inginocchia a terra con il viso rivolto verso l’alto. –Non…non…NON MI SONO PERSO!- urla incredulo, ma Kuno provvede subito a tappargli la bocca e gli intima di fare silenzio.
–Perso un accidente!- gli urla Ranma, assestandogli un pugno in testa. –C’hai fatto prendere un colpo, maledetto! 
Ryoga, però, forse ancora scosso – un po’ per l’emozione un po’ per il fatto, per la prima volta nella storia, di non essersi perso – sembra non aver sentito il colpo infertogli da Ranma e, come davanti ad una visione celestiale ( con tanto di occhi sbarrati e sorriso ebete stampato in faccia), comincia a sbandare a destra e a manca, confabulando parole sconnesse, per poi prendere le zampe anteriori di Biancanera e iniziare a ballare con lei continuando a ripetere “Non mi sono perso! Capisci, Biancanera? Per la prima volta in vita mia, non mi sono perso!”. Intanto, anche i cinque cuccioli di Biancanera, forse contagiati dall’euforia del padrone, avevano preso a corrergli in cerchio abbaiandogli festosi.
Quanto alle esibizioni, quella successiva manda letteralmente in visibilio il pubblico, soprattutto le adolescenti, che alla vista di Mikado iniziano a urlare come impazzite.
Ah certo, adesso vi chiederete come abbiano fatto ad esibirsi due pattinatori sul ghiaccio visto che qui di ghiaccio non ce n’è nemmeno l’ombra. E visto che siamo in pieno giugno, per giunta. Beh, sappiate che la tecnologia fa miracoli e quando ancora avevamo un budget piuttosto sostanzioso, non ci crederete, ma ci siamo potuti permettere il lusso di comprare una macchina per fabbricare il ghiaccio e la neve.
Noto il pubblico tirar fuori da chissà dove guanti, felpe, maglioni di lana e giacconi imbottiti, mentre noi dietro il sipario ci geliamo letteralmente.
–M-maled-detto S-Sanzenin…, m-muoviti con la tua e-esibizione!- esclama Ranma, irritato.
–I-io lo s-sapevo che qu-quella d-dannata A-A-Azusa ci avrebbe dato solo problemi!- inveisce Kodachi, tremando. 
Akane, invece, non scomponendosi più di tanto e si limita a starnutire e soffiarsi continuamente il naso gocciolante.
Quanto a me, cerco in ogni modo di non dar a vedere i brividi che corrono lungo le gambe e le braccia, ma non posso certo evitare che i miei denti battano per il freddo.
Gli applausi scroscianti e le urla lì fuori ci fanno comprendere che l’esibizione della coppia di pattinatori è terminata, con gran sollievo da parte di tutti noi che ormai avevamo raggiunto lo stadio dell’acqua sotto gli zero gradi.
Non appena la macchina per il ghiaccio viene spenta, il gran caldo subito scioglie la pista che, ben presto, torna ad essere la piattaforma di prima.
–E ora qualche minuto di intervallo per dare il tempo di risistemare il nostro palcoscenico!- annuncia il direttore con enfasi. –Se volete, fuori c’è lo stand di pietanze internazionali della nostra eccezionale Ukyo: solo qui potete trovare ricette provenienti da tutto il mondo! 
La folla di spettatori si alza ed esce in massa, accalcandosi, spingendosi e cercando di farsi largo: il profumo di frittelle, pop corn e zucchero filato li attira come cuccioli affamati.
–A chi tocca ora?- domanda Ryoga grattando la testa di Biancanera.
–E’ la volta del grande e inimitabile Tatewaki Kuno, naturalmente… come hai potuto dimenticartene, misero Ryoga Hibiki!
Ryoga roteò gli occhi, pentendosi subito amaramente di aver fatto quella domanda: cinque minuti di vaneggiamenti da parte dell’aristocratico – che poi, se è così aristocratico come dice di essere, mi chiedo come sia finito in un circo come questo – lanciatore di spade. Non vorrei essere nei panni di Ryoga, per nessun motivo al mondo.
Intanto tutti se l’erano filata e si erano riuniti nello spazio retrostante il circo.
–Santo cielo quest’attesa è snervante!- esclamò Akane, soffiandosi con un ventaglio. Gli altri annuisco, ma sono piuttosto pensierosi, perciò mi chiedo se abbiano realmente capito cosa abbia detto Akane.
–Io mi inceppo di sicuro!- esclamò Ren in panico.
–Ah, per fortuna che io e Azusa ci siamo già esibiti!- intervenne Mikado pettinandosi un ciuffo ribelle e vi lascio immaginare le occhiate di fuoco che partirono dai presenti in direzione del pattinatore. –E quando lo spettacolo sarà terminato, ti porterò a cena fuori, mia cara Akane Tendo.
A questo punto Ranma scatta in avanti e afferra Mikado per il colletto. –Vedi di fare poco il cascamorto o te ne farò pentire.
La cosa stupisce non poco i presenti, che spostano lo sguardo - prima minaccioso, ora incredulo – da Mikado a Ranma. L’interessato si accorge subito della moltitudine di occhi puntati addosso e lascia immediatamente il colletto del giovane pattinatore, mentre il suo viso assume un colorito sempre più tendente al rosso peperone.
–Ranma…?- lo interpella timidamente Akane.
–N-non fr-fraintendete! Quello che vo-voglio dire è che l’atteggiamento di Sanzenin mi irrita terribilmente, per questo deve smetterla. A chi volete che importi di un maschiaccio distratto e impacciato come Akane, andia…
Seguendo l’esempio dei miei compagni chiudo gli occhi e mi tappo le orecchie prima che Akane scarichi la sua ira funesta su Ranma tirandogli addosso la cassa di legno sulla quale era seduta fino ad un attimo fa.
–Beh, sai che ti dico? Se a te non interessa, vorrà dire che accetterò molto volentieri l’invito di Mikado!
Il giovane sorrise soddisfatto: con quello facevano cento appuntamenti in meno di una settimana, praticamente un nuovo record!
Sarebbe andato avanti per chissà quanto ancora quel battibecco, se la voce del direttore, proveniente dagli altoparlanti, non avesse catturato l’attenzione tutti, invitandoci e rientrare per la seconda parte dello spettacolo.
–Andiamo!- esclamo senza troppa convinzione, rendendomi conto solo pochi secondi dopo che è la prima parola che spiccico da inizio serata. Dovrei sprizzare energia da tutti i pori, essere agitata, o quantomeno emozionata, nervosa e, in effetti, lo sono, eppure c’è qualcosa che mi turba, ma non ho nemmeno io la più pallida idea di cosa possa essere. E’ come se in questa serata così perfetta mancasse qualcosa.
Quando rientriamo, io e Kodachi diamo appena una sbirciata da dietro la tenda: al centro della piattaforma è stato posizionato un bersaglio molto simile a quelli che si usano nel tiro a segno, grande quanto la misura di un uomo e con ampi e colorati cerchi concentrici.
–Sempre il solito esagerato- commenta acida Kodachi.
–Signore e signori per questo numero ci serve un volontario. Any bidders? No?
Il pubblico confabulò qualcosa.
–Quel bersaglio non mi convince…
–Nemmeno morto!
–Perché non provi tu?
–No, ma che scherziamo!?
Alla fine, dall’ultima fila, si alza un uomo sulla quarantina, piuttosto magrolino.
–Mi offro io!- esclama impavido.
–Venga, buon uomo- lo invitò Kuno –le posso garantire con assoluta certezza che questo numero non metterà in alcun modo a repentaglio la sua incolumità. 
L’uomo balza giù dagli spalti con l’agilità di un vecchietto con la sciatica e, come mostrato dal direttore, prende posizione sul bersaglio, aggrappandosi agli appositi appigli.
–Molto bene, signore – comincia il direttore – si tenga forte perché ora la farò roteare, mentre Kuno le lancerà una serie di spade, cercando di non colpirla.
–No, no, un momento come sarebbe a dire: “cercando di non colpirla”!
–Stia tranquillo, buon uomo- intervien il lanciatore di spade- glielo ripeto: la sua incolumità è al sicuro!
–Pronti…
–No, un secondo, fatemi scendere!
–…VIA!!!!
Il pazzoide fa partire il bersaglio, il quale prende a roteare velocemente, mentre Kuno, prendendo la mira, lancia una raffica di spade dalla lama tagliente.
–L’uomo cacciò un grido acuto e prolungato e strinse gli occhi, sudando freddo.
Un “Oooooh” di spavento misto a meraviglia si eleva dagli spalti.
L’uomo riapre gli occhi un minuto dopo, lentamente, prima uno, poi l’altro. Era circondato dalle spade, a meno di un centimetrodi distanza da lui, ma era ancora vivo. Era ancora vivo!
Davanti a lui un Kuno a petto gonfio e aria soddisfatta che si reggeva su una spada più lunga delle altre. Applausi, complimenti e grida di meraviglia si alzano dal pubblico.
–Strepitoso!
–Non ci credo!
–Incredibile! 
Tutti quei complimenti fanno gongolare oltremisura Kuno, il quale resta fermo lì a godersi gli applausi e gli sguardi stupiti fino a quando il direttore non si vede costretto a chiamare la sicurezza per riportare il giovane esibizionista nuovamente dietro le quinte, non risparmiandosi un commento pungente del tipo: “Hai monopolizzato la scena anche abbastanza, ora smamma”.
–E adesso, gentili spettatori, un numero che vi terrà col fiato sospeso per tutto il tempo, che vi farà gelare il sangue nelle vene: i vostri occhi non crederanno a ciò che vedrete!
Dietro di me Akane sospira pesantemente e si alza.
–Posso farcela, devo farcela- dice per farsi coraggio.
Un assistente porta due grosse tigri indiane e le sguinzaglia.
–Natsumi, Kanae: forza, tocca a noi!
Ma i due felini non vogliono saperne di raggiungere la padrona, anzi: con uno sbadiglio che mette in mostra la perfetta e affilata dentatura, si distendono per terra con l’intenzione di schiacciare un pisolino. Akane resta a fissarle per qualche istante, poi pronuncia le tre fatidiche parole: “Allora niente cena”.
Le due micione drizzano subito le orecchie e scattano in piedi per poi prendere posto ai lati della padrona. Akane sorride soddisfatta: avrà pensato che forse non è tutto perduto e ha ancora una speranza di fare bella figura davanti al pubblico. 
–… un applauso di incoraggiamento per la nostra giovane e splendida domatrice Akane Tendo!
La divisa rossa con ricami dorati scintilla sotto i riflettori, così come il mantello dei due animali. Akane fa schioccare la frusta per terra e subito i due felini, come gatti ammaestrati, si posizionano sui due piccoli podi che sono stati allestiti, uno a destra e uno a sinistra, per l’esibizione.
Ad un cenno del direttore, due assistenti incendiano i cerchi davanti i due podi. Akane si volta in modo da guardare i due animali negli occhi, fa schioccare la frusta e quelli, obbedienti e perfettamente sincronizzati, saltano nei rispettivi cerchi infuocati, atterrano, saltano di nuovo, si incociano, attraversano il cerchio infuocato dell’altro e si riposizionano sul podio.
Il pubblico è estasiato, ma non hanno ancora visto nulla.
Da dietro le quinte, Ryoga lancia due enormi palloni di gomma. Akane fa schioccare nuovamente la frustra a terra e le due belve si muovono in direzione dei palloni, li prendono con il muso e li tengono in equilibrio sul naso. Si alzano sulle zampe posteriori e iniziano a lanciarsi a vicenda i palloni, afferrandoli sempre con il muso e tenendoli in equilibrio per un qualche secondo.
Il pubblico ora ride divertito, trovando l’esibizione delle due tigri tenera e divertente.
–Guarda che carine, mamma!- esclama una bambina puntando il dito davanti a sé.
–Mamma anch’io voglio una tigre!- protesta un altro.
Per chiudere il numero, Akane fa schioccare due volte la frustra per terra, allora le tigri lanciano simultaneamente i due palloni in aria e con due balzi si riposizionano ognuna sul proprio podio per poi rialzarsi sulle zampe posteriori e prendere al volo i palloni che ritornano giù.
Akane si volta di nuovo verso il pubblico e si inchina, mentre questo la sommerge di applausi, di complimenti e di urla eccitate. Akane si inchina di nuovo e con un ennesimo schiocco di frusta ordina alle due tigri di fare lo stesso: le due belve, allora, scendono dai rispettivi podi e si inchinano obbedienti, porgendosi ai lati della domatrice.
-E’ andata, è andata!- gioisce Akane sottovoce, non contennendo l’eccitazione.
–Lo sapevo che saresti stata grande, Akane!- si complimenta Ryoga, contagiato dall’euforia, seguito da una scodinzolante Biancanera.
–E voi siete state semplicemente magnifiche!- esclama abbracciando e coccolando le due tigri che le rispondono con leccate e strusciate sul fianco.
Quando il direttore annuncia l’esibizione di Ren, ho un sussulto. Ci siamo quasi. Dopo di lui, è il turno di Ranma, poi ci sono io. In teoria, ci sarebbe stata l’esibizione di Mousse, ma poiché Mousse non c’è, tocca a me “tappare il buco” nella scaletta, come si suol dire.
L’ansia comincia a farsi sentire anche per me, per cui non presto molta attenzione al numero di Ren, a malapena mi accorgo di un volontario tra il pubblico che si offre per il numero dell’imitatore: è un giovane sulla ventina, piuttosto robusto, con una tuta bianca e una cintura nera da judo.
Vedo distrattamente Ren assumere le sembianze volontario e, al suono di un gong, iniziare a combattere contro di lui, parando e schivando ogni suo colpo, come se conoscesse già la mossa successiva.
– Tocca a me!
–Voglio provarci anch’io!
– Anch’io!
–E io pure!
Una moltitudine di persone si alza e si offre come volontaria per testare le capacità dell’imitatore. Ren riesce ad imitare l’aspetto e la personalità di chiunque gli si presenti davanti, lasciando il pubblico senza parole. Ma il pezzo forte sarebbe arrivato dopo e allora sì che il pubblico avrebbe sgranato gli occhi!
–E adesso, caloroso pubblico, il nostro pezzo forte: tenetevi alle panchine perché sgranerete gli occhi per il wonderment! Solo per voi, Ranma Saotome, l’uomo che si trasforma a contatto con l’acqua! Applause, please!
Ranma entra in scena lentamente, nella sua solita divisa cinese rossa con pantaloni neri, mentre alcuni addetti preparano una grossa tinozza d’acqua e un trampolino.
Ranma scrocchia le dita, guarda in alto, sospira. Inizia a salire, sotto gli occhi attenti del pubblico. Arriva in cima, percorre l’asse di legno, si posiziona sulla striscia gialla all’estremità. Guarda in basso: le persone da lassù devono sembrargli tanti puntini neri.
I riflettori sono puntati su di lui. Rullo di tamburi. 3…2…1…
Si lancia nel vuoto da un’altezza di quattro metri. Pochi secondi dopo uno splash e una parete d’acqua che si alza e inonda gli spettatori in prima fila, i quali, prontamente, tirano tutti fuori da chissà dove un ombrello (saranno mica allievi di Mousse?) per ripararsi. Poco dopo dalla tinozza esce fuori una graziosa ragazza dal seno prorompente e dai capelli rossi, legati in una treccia. 
Alcuni in prima fila si sporgono maggiormente, a occhi sbarrati e bocca aperta, non potendo credere ai loro occhi; altri iniziano, invece, a sbavare senza ritegno, ammirando le forme morbide e sinuose della giovane, sotto lo sguardo minaccioso delle fidanzate, altri ancora fischiano e ammiccano suadenti tentando un abbordaggio, con scarsi – e anche piuttosto comici – risultati.
Ranma, dal canto suo, non si scompone più di tanto: saluta, risponde agli ammiccamenti, sbatte le ciglia con fare ingenuo. In tutta sincerità, non so nemmeno io se ridere, rabbrividire o dare di stomaco. O tutte e tre le cose insieme.
Qualche minuto dopo, Akane lo raggiunge con un asciugamano e una teiera d’acqua calda: mantenendo il contenitore con un paio di presine, versa lentamente l’acqua sulla testa della ragazza dai capelli rossi alla quale sfugge un “Ahi!” di dolore non appena il cuoio capelluto entra in contatto con il liquido bollente. Una nube di vapore avvolge le due ragazze. Due istanti e della graziosa ragazza col codino non resta più nulla: muscoli e addominali scolpiti prendono il posto del seno sodo e della pancia piatta; i lineamenti delicati divengono improvvisamente marcati; la folta e lucente chioma rossa si tinge di nero; i grandi occhi blu mare si schiariscono assumendo una tonalità tendente al cobalto.
Il pubblico è impressionato e letteralmente senza parole: finora aveva creduto di aver visto tutto, ma ha dovuto ricredersi. 
Ranma si asciuga alla meglio l’acqua calda che gli gocciola dai capelli, poi ringrazia con un inchino i calorosi spettatori e lascia la scena, seguito a ruota da Akane, tra applausi, grida di stupore e lacrime di delusione da parte di chi sperava di poter combinare qualcosa con la misteriosa ragazza con il codino.
–Bene, ragazzi, è quasi fatta: l’ultimo numero è quello di Shan Pu e della sua piramide umana, poi ci sono solo i ringraziamenti finali...- spiega Ranma asciugandosi i residui di acqua e sudore dalla fronte.
–Siamo quasi giunti al termine di questa serata così gorgeous… e quale miglior modo di lasciarci se non con una, mega, super, ultra altissima piramide umana? Forse anche la più alta che abbiate mai visto in tutta la vostra vita? E allora un grande appaluso per le nostre quaranta contorsioniste! 
Oh, Kami, ci siamo! 
Faccio un bel respiro profondo: per un attimo tutto quello che mi circonda svanisce. Niente musica, niente pubblico, niente artisti, niente spettacolo. Niente. 
Li riapro. Tocca a me. 
Corro, esco, le luci dei riflettori mi abbagliano mentre il mio body lilla scintilla come se avessi addosso una cascata di stelle. Dopo aver percorso l’intero perimetro della piattaforma, saltando e agitando su e giù il nastro e contemporaneamente eseguendo esercizi di equilibrio con la palla – il tutto rigorosamente a tempo di musica - mi accingo a “scalare” quell’abnorme montagna umana, reggendomi con i soli piedi, considerato che le mani mi servono per eseguire gli esercizi con la palla e col nastro.
Una volta in cima, ecco la parte più difficile: tenendo il nastro con la bocca, poggio le mani sulle spalle delle mie due compagne che mi sorreggono, poi una volta stabilizzatami, reclino la testa all’indietro e allungo la gamba sinistra per lasciar scivolare la palla fino al mio piede, con il quale l’afferro e la porto davanti a me, all’altezza degli occhi. Intanto una pioggia di petali neri scende dall’alto mentre una ginnasta inizia a danzare nell’aria passando da una trapezio all’altro. 
Sono ormai certa che lo spettacolo sia giunto al termine, finché uno stormo di colombe bianche, avvolgendo l’intera piramide in un candido turbine. 
No, non può essere lui.
Lui è lontano chilometri da qui. 
Lui è con Xiwan. 
Lui è… tornato?

  
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