Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: BlazeHope    12/09/2013    2 recensioni
It's a love story, baby just says yes.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo2.

“Si, sono io.”-Il biondo ammiccò divertito, probabilmente dalla mia espressione sconvolta. Voglio dire, cosa si aspettava? Justin Bieber mi stava tenendo in braccio, dovevo forse stare calma? Non credo proprio. Lentamente poggiai i piedi a terra e mi liberai dalla sua presa.
“Piacere, Elena. Grazie per avermi salvata dalle grinfie dell’asfalto. Sai, dovresti essere più spesso nei paraggi. Non ho un equilibrio spiccato.”-Dissi poi, mentre l’altro si lasciava andare in una sonora risata.
“Va bene. Ma intanto che ne dici se ti controllo mentre  andiamo a rifugiarci sotto il capanno? Con la pioggia è ancora più facile scivolare.”-Ma tu guarda, piove. Me n’ero scordata. Sorrisi e cominciammo a correre verso il casotto del parco. Rimanemmo lì una buona mezz’ora ma la pioggia non voleva cessare, anzi, continuava imperterrito a picchiettare sul tetto in legno. A parte il suono delle gocce che si schiantavano sulla strada non si udiva niente. Tra di noi era calato il silenzio e la cosa era imbarazzante. Eravamo zuppi e cominciavo a sentire freddo. Un brivido attraverso la mia schiena scuotendomi leggermente.
“Hai freddo?”
“Un po’, forse è meglio che torni a casa.”
“Dove stai? Ti accompagno.”-Il biondo scattò in piedi.
“No, grazie. E’ troppo distante, ti bagneresti ancora di più.”
“E’ distante?”-Feci con il capo un segno d’assenso-“Bene, non vado io, non vai tu. Ho l’albergo proprio all’uscita del parco. Ti cambi e poi ti accompagno in macchina, prima che ti venga la bronco polmonite! E intanto prendi questo.”-Concluse porgendomi il suo giubbotto in pelle.
“Ma..”-non mi lasciò finire. Mi trasportò verso l’uscita del riserva senza dire una parola. Si mise semplicemente a correre tenendomi per un braccio. Non sono un’amante delle corse. E quel giorno, per i miei gusti, avevo già corso abbastanza. Mi piaceva la pioggia. Mi rilassava provare la sensazione delle gocce che scorrono tra i capelli, che bagno in viso, che rendono fresca l’aria.
“Eccoci qua. Siamo arrivati, entriamo.” -Esordì il ragazzo che finalmente aveva arrestato la sua corsa.
“Veramente, non voglio portare altro disturbo. Mi hai già sopportato per due ore. Hai quasi sfiorato un record. Sono in pochi a sopportarmi, sai.”
“Hai perso un occasione per stare in silenzio.”-Mi ammonì il ragazzo.

Entrammo nella hall del prestigioso Oaks Hyde Park Plaza. Kenny e Pattie ci aspettavano all’ingresso, o più correttamente, lo aspettavano all’ingresso. Guardandoli in faccia si poteva intravedere del fumo fuoriuscire da orecchie e narici di entrambi. Questo non prometteva nulla di buono.

“Justin!”-Sbottò la mora.-“Dove sei stato? Lo sai che non puoi uscire solo!”

“Stavo facendo semplicemente una passeggiata. Niente di più.”-Controbatté placido il dorato(?).

“Ugualmente. Ti è successo qualcosa? Qualcuno ti ha aggredito? Vieni qua tesoro, mi hai fatto preoccupare.”-La rabbia contenuta nella donna si trasformò così in dolcezza. Strinse il figlio tra le braccia baciandolo ripetutamente in fronte.

“No mamma. Non mi è successo niente.”-Mi sentivo la terza incomoda, anche se in realtà ero la quarta. Kenny, come me, guardava la scena senza proferire parola.  

“Oddio, sei tutto bagnato. Fila in camera a cambiarti, su.”-Justin  mi fece un cenno con il capo designandomi di seguirlo. M’incamminai alle sue spalle dedicando un lieve sorriso alla donna e in seguito a Kenny, poi ci dirigemmo verso l’ascensore.

“Scusali, sono un po’ paranoici.”

“Li capisco. E’ normale che siano in pensiero per te.”

Arrivammo in camera. Justin mi porse un telo, il phon e una sua tuta, in modo da liberarmi dai vestiti fradici. Mi chiusi in bagno e mi cambiai velocemente mentre lui occupava la suite. Sciacquai il viso e raccolsi i capelli in uno chignon disordinato. Lasciando fuoriuscire dalla base i ciuffettini azzurri. Liberai il mio corpo dagli indumenti zuppi e li abbandonai sul suolo lasciando che il morbido e caldo cotone dei capi di Justin accarezzasse la mia pelle nuda. Quando finii di sistemarmi usci dal bagno raccogliendo tutti ciò che era di mia proprietà, e riponendolo nella borsa in cuoio che portavo sempre dietro.

“Justin?”

“Si?”

“Sai dirmi che ore sono?”

“Certamente, sono le 14.05”

“CHE COSA? Oh. Mio. Dio. Le ragazze mi daranno per dispersa, Nina si troverà in un sacco di guai, mamma non mi permetterà mai più di vedere Marlie e ..”

“Elena, calmati. Cosa succede?”

“Sono in ritardo, devo scappare. Oh, guarda. Ha finito di piovere posso andare benissimo a piedi. Ciao Jus, grazie di tutto.”-Detto ciò mi fiondai fuori dalla suite non lasciando al biondo il tempo di ribattere. Corsi il più velocemente possibile e in cinque minuti precisi arrivai all’abitazione dei nonni di Marlie. Salii le scale così velocemente che Flash, degli incredibili mi avrebbe fatto un baffo(?). Stremata varcai l’ingresso e con il fiatone esordì un “Sono viva!” e mi lasciai cadere sul divano. Uno, due, tre.. e vai con il fiume di domande.

“DOVE SEI STATA?”-sbraitò Alina.

 

“Ho fatto una passeggiata, poi si è messo a piovere e sono rimasta bloccata.”

“Oh, Ele. Sei tu! Ci hai fatto prendere uno spavento. Tutto bene?”-Nina fece capolino in cucina.

“S..”

“Ma perché hai una tuta maschile?”-La voce assonnata di Marlie si udì dall’ingresso. Dormiva? Perché non restava a letto?

“E’ una.. tuta di mio padre, si. Me la sono portata come pigiama.”-Dopo qualche occhiata di fuoco le tre tornarono a svolgere ciò che le teneva occupate precedentemente. Mi salvai a pelo. Non volevo dire loro la verità per  non farle spiacere. Voglio dire, è sempre stato il sogno di tutte e tre, per quale motivo lo avevo vissuto solo io? Non che si sarebbero arrabbiate, anzi, sarebbero state felici per me ma in cuor mio sapevo che avrebbero provato un pizzico di dispiacere. Ma sicuramente se lo avessero scoperto sole forse si, che avrebbero provato rabbia.

 Dovevo organizzare assolutamente qualcosa, lampo di genio!

“Salve, parlo con il direttore dell’hotel Oaks Hyde Park Plaza? Potrei parlare con il signor Bieber gentilmente?”

____________________

Elena :)

Buonsalve :)
Baciatemi i piedi, ho aggiornato prestissmo *applauso*
Allora, ecco a voi il secondo capitolo di questa FA-VO-LO-SA storia (?)
*Vomita*
Vorrei ringraziare tantissimo JB_1D
in pratica scrivo questa storia solo per te, sappilo!
Ti voglio bene <3
   Blaze

Alina, Marlie, Elena
Alina, Marlie, Elena :)

 

   
 
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