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Autore: floricienta    12/09/2013    3 recensioni
Ib e Garry sono saltati insieme fuori dal quadro e la loro speranza in un ritorno nella vita reale è più vivida che mai, ma non hanno ancora fatto i conti con lo spregevole mondo di Guertena e delle sue opere.
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Garry, Ib
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutti!! La scuola dovrebbe essere iniziata, giusto? Mi dispiace molto .-. maaaaa potete sempre consolarvi con un nuovo capitolo di Guertena's Doll!
Garry: Che magra consolazione...
Forse Garry vuole botte, non gli è bastato quello che è già successo! (e pensare che è il mio personaggio preferito...) 
Cooomunque! Vi lascio al capitolo, che è un po' diverso dal solito...leggete per capire cosa intendo :)

Capitolo 7

Amy saltellava da una parte all’altra e per Ib risultava difficile starle dietro.
“Non andare troppo veloce!” l’ammonì.
“Seguimi! È di qua l’uscita, ihih”
Girarono per due volte a destra, poi continuarono ad andare diritto fin quando non arrivarono contro il muro per poi girare ancora a destra.
Ib sollevò lo sguardo per un attimo e vide che il cielo era diventato color fuliggine, ma neanche una nuvola, una stella o qualsiasi forma di vita.
Improvvisamente si bloccò, sentendo un gemito dietro alla parete di roccia che aveva davanti e la bambola stava proprio andando da quella parte.
“Amy...” disse senza alzare troppo la voce.
“Forza, ihih, muoviti”
La bambina camminò lentamente, senza perdere di vista il fantoccio che la precedeva.
Poggiò le mani contro una colonna di pietra fredda e sbirciò oltre.
Vide un manichino di donna, senza testa che continuava a girare in cerchio forse in attesa di qualche visitatore del labirinto.
Ib sussultò e si nascose dietro la colonna.
“Andiamo Ib!”
“Zitta Amy!” le fece anche segno con la mano, ma quella continuava a ridere e le si avvicinò.
Così la statua si accorgerà di me!
La bambola la prese per il calzino e la strattonò per farla uscire dal nascondiglio e continuare il percorso e la piccola si stupì di quanto fosse forte, era in grado di spostarla e trascinarla con sè.
Ib tenne strette le mani contro il petto, sentendo il battito accelerato del suo cuore e facendo grandi passi per oltrepassare quella che era la zona scoperta e dove poteva esser vista.
Però da una parete sbucò fuori un’altra mano demoniaca e Ib non riuscì a trattenere un urlo, fu così che la statua se ne accorse e che, con un ruggito, iniziò a correre verso di lei.
Il braccio nero subito si ritrasse, ma altre due erano dietro di lei pronte ad agguantarla per la camicetta e strapparle via la carne di dosso.
“Ciao” salutò la bambola, agitando la mano di stoffa.
“Cosa fai Amy? Scappa!” la prese in braccio e cominciò a correre.
Sentiva le gambe stanche, ormai stava camminando da ore e ore senza mai riposarsi, inoltre era stata vittima di una marea di emozioni diverse che l’avevano sconvolta e non sapeva come potesse ancora essere integra spiritualmente.
A dir la verità, forse non lo era.
Invece lei non smetteva di mettere un piede davanti all’altro, senza sapere dove andare, sperando solamente che la statua si stancasse di correre dietro di lei.
Come fa a sapere dove sono? Non ha neanche la testa!
Si ritrovò a pensare, mentre Amy si agitava per sfuggire dalla sua presa salda.
Ib guardò dietro di sè e la vide avvicinarsi di molto, era davvero veloce.
Un’unghia appuntita le sfiorò i capelli e Ib gridò in preda al panico, cercando di aumentare il passo.
Amy riuscì a sgattaiolare via e si mise a correre davanti a lei.
“Di qua, ihih” la bambola sparì dietro un angolo e Ib la seguì.
Dei mugolii maligni si sentivano da ogni parte del labirinto, ma il ruggito di quell’essere era peggio di qualsiasi altro rumore.
Ad un tratto Amy girò a sinistra, ma, come la bambina curvò, si ritrovò davanti ad un vicolo cieco.
“Ah!” gridò guardandosi intorno.
E adesso che faccio?!
“AMY!” si ritrovò a urlare verso il cielo.
Si girò di scatto e vide comparire la statua, dalla quale era riuscita a guadagnare un po’ di distacco.
Ormai l’essere animato non correva più, convinto che ce l’avesse in pugno e pian piano le si avvicinò, tenendo sempre le braccia tese in avanti.
Ib indietreggiò spaventata, percepiva il suo cuore e fra poco era convinta sarebbe fuoriuscito dal petto e un attimo dopo l’avrebbe divorato il mostro.
Scosse la testa e continuò ad andare indietro, fin quando non toccò una foglia che faceva da parete insieme al cespuglio.
Sono in trappola...che sia finita anche per me?
Si chiese mentre una lacrima le scese sulla guancia, finendo sul mento, ma senza cadere a terra.
Chiuse gli occhi, facendo un ultimo passo indietro e Garry fu l’unica cosa che le venne in mente.
Che succede?
Non sentiva più le foglie e i rami dietro di sè e anche i ruggiti della statua erano spariti.
La prima cosa di cui si accorse fu il suo respiro, c’era aria pulitissima che le entrava nei polmoni e che le dava un senso di freschezza e tranquillità, non più quell’aria impregnata di malvagità che le opprimeva il petto.
Un tiepido venticello le stava anche scompigliando i capelli, facendo ricadere delle ciocche sulla sua faccia.
Aprì prima un occhio e poi l’altro, scoprendo così di star fluttuando, non c’era niente al di sotto e al di sopra di lei, solo un color rosa candido tutto intorno.
Dove sono finita?
“Amy?” gridò, ma il fatto che la bambola non rispose non le provocò quel senso di solitudine che tanto la impauriva, anzi, si sentiva beata, sospesa immobile.
Cercò di voltarsi e si mise in posizione prona, ma non riusciva a toccare nulla era in uno spazio vuoto con solamente il vento che le sfiorava le guance ed entrava nella sua anima.
Nuotò nel nulla, avanzando di qualche metro fin quando non si accorse di alcune sfumature di rosa più scuro e più chiaro intorno a sè.
Mise i piedi per terra e finalmente riuscì a sentire qualcosa di tangibile, anche se era molto morbido e quasi impercettibile.
Fece qualche passo in avanti e vide degli sbuffi che si ingrandivano e si attorcigliavano tra loro per poi scomparire e far posto ad altri.
Poco dopo comparve davanti a sè una scritta bianca lucente.
Breath
La bambina si ricordava di aver visto un quadro nella galleria con lo stesso nome e le era piaciuto perchè quasi per nulla tetro rispetto agli altri dipinti di Guertena.
Al suo fianco si materializzò un vaso pieno d’acqua limpida e subito Ib immerse la sua rosa, facendola tornare al suo splendore e riacquistando così le forze.
Tirò un sospiro di sollievo e avanzò, così facendo attraversò la scritta che scomparve poco dopo nel nulla e sotto di sè ora percepiva come del cotone che veniva schiacciato dalle sue scarpette.
Si ritrovò a ridere, ma non fece neanche in tempo a rendersene conto che stava precipitando nel vuoto.
Urlò così forte che le sue grida si mischiarono con il suono del vento che riempiva lo spazio intorno a lei, gli occhi erano strizzati per non vedere cosa sarebbe successo da lì a poco e subito dopo si sentì come sprofondare.
Aprì gli occhi, ma le dolevano troppo per poterli tenere aperti, mosse il braccio e si accorse che era finita in una massa d’acqua.
L’impatto era stato davvero forte, ma stranamente non si era rotta nulla, l’unica cosa era il respiro che le mancava e non riusciva neanche a riemergere, sempre se c’era una superficie.
Si agitò in preda al panico, spazzando via in poco tempo tutta la calma di qualche minuto prima e d’un tratto fu come se fosse rinata.
Respirava perfettamente sott’acqua, provò a riaprire gli occhi e questa volta ci riuscì.
Non  ci sto capendo niente...
Ammise a se stessa, mentre mosse le gambe verso un punto sopra di lei, dalla quale proveniva una flebile luce bianca.
La testa castana sbucò fuori dall’acqua e la scrollò per bene, massaggiandosi anche gli occhi con le mani chiuse a pugno.
Ib si guardò intorno e capì di essere precipitata in un fiumicello che si perdeva oltre l’orizzonte e proprio sopra di lei poté vedere il buco dal quale era caduta: era una nuvola rosa e candida.
Sembra zucchero filato.
Si ritrovò a pensare sorridendo e presto si diresse verso la sponda del fiume, rimettendo i piedi per terra, anche se era molto fangosa.
Davanti alla bambina c’era una colomba bianca che spiccò subito il volo e si addentrò in una nuvola, sparendo così alla sua vista.
Pian piano stava tornando la tranquillità dentro il suo corpicino e si stava dimenticando di tutto, estasiata dal panorama che aveva di fronte: era una valle immensa attraversata da un fiume, anche se il cielo era plumbeo e c’era un po’ di fanghiglia, non poteva che sorridere di fronte a quegli uccelli delicati che emettevano un cinguettio dolce.
Uno le si posò proprio sulla spalla e lei lo accarezzò, così questo scappò subito e Ib si ritrovò a rincorrerlo felice.
Non si era neanche resa conto di tutto ciò, l’unica cosa che le attraversava la mente, era giocare come una bambina di nove anni deve fare ed essere sempre solare.
Però ad un certo punto inciampò su un sassolino e cadde a terra con la faccia, si rialzò massaggiandosi il naso e non controllò neanche la sua rosa.
Questo posto è bellissimo.
Si rimise in piedi e guardò volar via altre colombe.
Il vento spostava a gran velocità le nubi e Ib si rese conto che poco più avanti si stava preparando a piovere.
Decise di cambiar direzione e si voltò indietro, proprio in quel momento spalancò gli occhi di colpo: dalla parte opposta del fiume c’era una tromba gigante che prima non aveva minimamente notato.
“Che cos’è questo?”
Fece un’altra corsa e si buttò nelle acque blu del fiume, attraversandolo a nuoto.
Da quando era diventata così impulsiva non lo sapeva neanche lei, ma nel mondo di Guertena tutto è possibile e, soprattutto, tutto ti mette alle strette, facendoti fare l’impossibile perchè ci sono solo due possibilità.
O continui a fuggire.
O ti arrendi.
In questo momento Ib non stava facendo né l’una né l’altra cosa, andava avanti senza pensare, come se fosse inconsapevole dei pericoli che poteva incontrare in ogni angolo.
Agitando le braccia e le gambe impacciatamente, riuscì ad arrivare sull’altra sponda.
Si avvicinò subito allo strumento musicale e lo toccò, sentendone subito la freddezza e vedendone la lucentezza dorata.
Si accorse che la campana, la parte  dalla quale doveva uscire il suono, era davvero immensa e man mano che ci si avvicinava al bocchino, lo strumento diventava sempre più piccolo, fino a diventare della misura giusta per poter soffiarci dentro lei stessa.
Gli occhi della bambina brillavano, non aveva mai visto una cosa così bella ed enorme in tutta la sua vita e questo la rendeva in qualche modo felice.
Che si fosse dimenticata di tutto quello che aveva passato?
Che si fosse dimenticata di... Garry?
Di certo la gioia di quel posto le faceva pensare a tutto tranne che alle cose brutte.
Provò a soffiarci dentro, con quanto fiato aveva in gola, ma la tromba non emise nessun suono.
Che strano...
“Forse non sono capace”
Un po’ sconsolata circumnavigò lo strumento, quando all’improvviso comparve una scritta nera vicino ad alcuni buchi.
Se oltre le nubi vuoi andare, me dovrai riuscire a suonare.
Come un lampo nella testa della bambina comparvero altre scritte simili a quella.
Si tenne forte i capelli tra le dita, sbattendo con le ginocchia a terra e poggiando la fronte sulla tromba.
Cominciò a tremare e delle visioni si mostrarono dentro di lei, da una donna con l’ombrello a delle enormi mani nere che portavano via qualcuno, un ragazzo dagli strani capelli color lilla.
Poi una rosa dai petali rossi, insieme a una dai petali blu e il calore di una mano molto più grande della sua che la teneva stretta senza mai lasciarla andare.
“Garry!” boccheggiò.
Chi è Garry? Perchè ho pronunciato questo nome?
Svenne pochi istanti dopo, cadendo a terra rannicchiata su se stessa.
 
Grida assordanti, quasi inumane, uscivano dalla bocca di un ragazzo.
Era steso per terra con alcuni fili che fuoriuscivano dal suo cuore, erano impiantati proprio sotto la pelle e risucchiavano qualcosa di bianco che finiva tutto in dei contenitori di vetro, grandi abbastanza per racchiudere un uomo adulto.
Questo era collegato attraverso altri tubi a una macchina che trasformava la strana sostanza, facendola diventare nera, infine questa tornava nel corpo del ragazzo, entrando attraverso un ulteriore filo posto vicino al primo.
Benvenuto nel tuo regno
Ancora quella frase risuonava nelle orecchie di Garry, ormai era diventata insistente e gli faceva pulsare le membra come se fossero sul punto di esplodere.
Si morse le labbra, cercando di reprimere il dolore, ma era così acuto che del sangue colò dal labbro inferiore da quanto stava mordendo forte.
Aprì la bocca in preda agli spasmi, cercò di dimenarsi, ma il solo lieve movimento gli procurava ancora più dolore.
Credeva di star impazzendo.
Anzi, era già impazzito.
Cacciò la testa all’indietro e le vene del collo pulsarono, mentre continuava ad uscire la sostanza bianca dal suo petto.
Sono felice di averti incontrato...
Io no...
Avrebbe voluto dire Garry, ma le circostanze non glielo permettevano.
Stava cercando di ricordare come era finito in quel modo, ma l’unica cosa che si ricordava era un albero immenso e un’entrata nel tronco, dopo che l’aveva attraversata si era ritrovato al buio e solo gli occhietti rossi dei demoni si potevano scorgere.
Successivamente la luce si impadronì di quel posto e riuscì solo a vedere che tutto intorno a lui era fatto di legno e davanti vi era una porta, stranamente in metallo, poi le forze lo abbandonarono e la vista si fece annebbiata.
Stava per svenire, ma prima che questo accadesse, scorse una figura che gli si avvicinava, ma non era riuscito a capire di chi fosse, né se appartenesse a un essere umano o a qualche altro strano mostro.
 
La sola cosa che gli era rimasta impressa più di tutte le altre era quella voce che lo stava tormentando ormai da tempo.
Benvenuto Garry
 
Ib sbatté piano le palpebre e si riscoprì con la faccia nella fanghiglia.
Facendo leva con le braccia, si ritirò su e si pulì la guancia sporca di fango con la manica della camicetta ormai non più bianca.
Le ci volle qualche attimo per capire dov’era e cosa stava succedendo, ma ora ricordava tutto.
Ricordava di esser finita in un mondo parallelo e che doveva trovare al più presto un’uscita.
Si mise una mano aperta sul petto e pianse pensando al volto di Garry.
Come ho potuto dimenticarmi di lui? È tutta colpa di questo quadro!
“Un dipinto che ti fa diventare spensierata e senza problemi... Ti fa abbandonare a te stessa”
Ma io sono più furba di Guertena, io riuscirò ad arrivare a te!
La bambina aveva trovato più grinta di quella che già aveva, ormai stava crescendo dentro quel mondo, non era più timida e insicura, ma stava acquistando una forza che in pochi hanno: il coraggio di non arrendersi mai.
Guardò la scritta che era ancora sulla tromba e, puntando i piedi, riprovò a suonarla, purtroppo ancora senza successo.
“Perchè non riesco!” esclamò, diventando anche un po’ agitata.
Una colomba si fermò proprio sullo strumento e la fissava con gli occhietti neri e vispi.
È enorme!
In effetti era un uccello davvero molto grande, anche più della bambina e lei si sentì quasi spaventata, poi la colomba emise un cinguettio e volò via.
Ib la seguì con lo sguardo e notò qualcosa sbrilluccicare proprio attaccato alla sua zampetta.
L’uccello si coricò su una nuvola e continuò a guardarla, mentre prese quell’oggetto luccicante con il becco e lo lasciò cadere a terra.
Questo finì a qualche metro da Ib, che si avvicinò titubante.
Cercò di raccoglierlo, ma era davvero pesante, inoltre non capì cosa fosse: era un tubo di metallo e sembrava avesse un bottone all’estremità da premere.
Non sapeva cosa fare, era bloccata in quel quadro e l’unica pista possibile era suonare la tromba e non ne era capace.
Guardò lo strumento e si sedette a terra con le gambe incrociate, pensando a una soluzione.
Più fissava l’oggetto e meno capiva cosa farne.
Se ci fosse Garry ad aiutarmi. Lui sa tutto.
La bambina tornò nuovamente triste e cercò di trattenersi dallo scoppiare in lacrime.
Ovviamente, per quanto fosse forte, era ancora piccola e non riuscì a non piangere almeno un po’.
Le sue lacrime cadevano nel fango e venivano intrappolate dalla terra sporca, finendo dentro di essa.
Tirò su il volto e per la prima volta si accorse di un qualcosa che prima non aveva minimamente osservato, cioè che c’erano tre buchi nella tromba posti tra la campana e il bocchino e le si illuminò il viso.
Che debba mettere questo là dentro?
Sbatté più volte gli occhi rossi e rimase a bocca aperta.
Sì, sicuramente è così, devo trovare gli altri!
Con tutta la forza che aveva nel corpo, prese il tubo in mano, ovvero il pistone che mancava alla tromba, per un’estremità e cominciò a tirare.
“Faticoso...” sussurrò facendolo cadere proprio vicino allo strumento.
Decise di lasciarlo lì e di andare a cercare gli altri due.
Si guardò intorno e si chiese dove potessero essere; la prima ipotesi fu nel fondale del fiume e la seconda nella zona dove non aveva ancora esplorato, quella che minacciava pioggia.
Decise di cominciare da quest’ultima.
Mentre si stava avvicinando cominciò davvero a piovere, la bambina alzò lo sguardo e vide delle nubi nere dalle sfumature rosa scuro, in continuo movimento e dalle quali vedeva proprio cadere ogni singola goccia.
Continuò a camminare, infradiciandosi dopo che si era quasi asciutta dopo il tuffo nel fiumiciattolo.
Intorno a lei non c’era niente, solo le nubi sopra la sua testa e qualche colomba che volava lontana, dove il cielo era ancora chiaro, quindi pensò che avrebbe dovuto veder facilmente uno dei pistoni della tromba, invece andò a sbattere contro qualcosa.
C’era un muro invisibile proprio davanti a lei che non le permetteva di andare avanti, non si stupì, dato che la scritta sulla tromba diceva che non poteva andarsene se prima non l’avesse suonata, quindi decise di tornare indietro.
A questo punto sono per forza in acqua...
Immerse la testa nel fiume tenendo gli occhi aperti e scoprì che non le dolevano, anzi, ancora una volta riusciva a respirare sott’acqua, per questo si buttò con tutto il corpo.
Il fondale era di sabbia verde, anch’esso aveva la consistenza del fango in superficie.
Ib decise di camminare proprio su questo invece di nuotare, non poteva parlare, ma dalla sua bocca uscivano tante bollicine dalle varie sfumature di rosa.
Ne sfiorò una con le dita, facendola scoppiare e chiuse gli occhi dal piccolo spavento, sorridendo.
Scosse la testa, per non farsi soggiogare nuovamente dal dipinto e fece molta attenzione a tutto quanto.
Era più impegnativo muoversi, ma lo trovava comunque più comodo che mettersi a nuotare.
Dopo diversi minuti trovò dietro un’alga il pistone che stava cercando.
Eccolo!
Il primo pensiero che le venne fu come trsportarlo fuori dall’acqua, lo prese per il bottoncino e lo trovò stranamente leggero, riusciva addirittura a tenerlo con una mano.
Lo prese saldamente, tenendolo stretto tra le braccia incrociate sull’addome  e con un saltò nuotò fino alla superficie, dove riemerse facendo un lungo respiro.
Il vento le scompigliò i capelli e lei lo trovò molto rilassante, poi lanciò il pistone nel fango e uscì fuori anche lei.
Appena fece per riprenderlo in mano lo trovò pesantissimo.
“Ma che strano... Era leggero fino un attimo fa...”
Come il precedente si mise a trascinarlo fino alla tromba e lo poggiò vicino al primo.
“Ne manca uno... Dove può essere?”
Si mise una mano sotto il mento, massaggiandosi con il pollice il labbro inferiore e la colomba gigante di poco prima le si mise di fianco, guardandola negli occhi.
 
Garry stava piangendo disperatamente, non sopportava più tutto quel dolore.
La sostanza bianca stava ancora uscendo e trasformandosi in nera, in un circolo continuo.
Sei resistente Garry. Non potevo chiedere di meglio” la voce rise.
“Non...ce la...f-faccio...più...” riuscì a dire il ragazzo.
Non dire così, non ho ancora finito con te
Attraverso le lacrime vide due demonietti dagli occhi rosso sangue che gli si avvicinarono, entrambi avevano due tubi che fluttuavano davanti a loro, proprio come quelli che aveva nel suo corpo.
Il primo, con un colpo secco, trapassò la pelle con il tubicino e lo conficcò nella carne, sotto a quello dalla quale usciva il liquido bianco, facendone uscire dell’altro.
Garry urlò come non aveva mai fatto in tutta la sua vita, non sembrava più neanche lui.
Il secondo fece lo stesso, ma questa volta lo mise sotto l’altro e poi li collegarono alla macchina, così anche da questo entrava la sostanza nera nel cuore del ragazzo.
Garry boccheggiò e la gola gli bruciava talmente tanto che era sicuro di non poter più parlare, ma le urla confermavano il contrario.
Non sopporto più tutto questo dolore... Desidero morire. Uccidimi, ti prego...
 
In un primo momento, Ib ebbe paura di quell’animale, ma forse non ce n’era alcun bisogno, inoltre constatò che era davvero più grande di lei.
La colomba fece un passo verso la bambina e le picchiettò in testa con il becco, ma non le fece del male, anzi, la piccola si mise a ridere.
L’uccello diede le spalle a Ib e si sdraiò per terra, facendole cenno di salire sulla sua schiena, la bambina spalancò la bocca e si mise subito in groppa.
“Sei morbidissima” disse accarezzandone le piume, per poi aggrapparsi ad esse per non cadere.
La colomba spiccò il volo e si mise a volteggiare in cielo.
Il vento circondava entrambe e Ib sentì di essere libera, volare era una cosa che aveva sempre sognato di fare e non avrebbe mai creduto che l’avrebbe fatto a bordo di una colomba gigante.
Questa prese sempre più quota e velocità.
Ib guardò in basso e il fiume le sembrava una minuscola pozzanghera, erano davvero in alto.
Passarono dentro una nube, tutto intorno a loro diventò rosa e la bambina tirò un sospiro non appena entrarono dentro, allargando gli occhi dallo stupore.
Possibile che sono ancora nel mondo di Guertena?
Le sembrava tutto troppo irreale, certo, come ogni cosa che aveva visto fin’ora, ma quello era diverso, non c’era l’oscurità e la malvagità che regnava in quel posto e non sapeva se fosse una cosa bella o brutta.
Ma in quel preciso momento non ci stava dando molto peso perchè ancora ricordava Garry e ancora aveva la sua rosa intatta, era questo l’importante.
Uscirono dalla nube e Ib tossicchiò, poi guardò verso l’alto e scorse una nuvola isolata da tutte le altre e più in alto di tutte, era lì che si stava dirigendo la colomba.
Arrivarono in pochissimi secondi e Ib saltò giù dall’uccello, atterrando sulla nuvola, anch’essa rosa, molto più pallida rispetto alle altre.
Camminò, seguita dalla colomba e arrivò a un’insenatura.
Vi sbirciò dentro e poté vedere l’ultimo pistone mancante.
Contenta, infilò la mano dentro, ma non riusciva a tirarlo fuori, allora la colomba cinguettò e un venticello caldo raggiunse Ib da dietro le spalle, infilandosi nel buco.
Ib rimase a guardare incredula e la nuvola cominciò a borbottare, i filamenti di cui era composta si slegarono tra loro, facendo ingrandire la fessura e poi tutto si fermò di nuovo.
Questa volta fu molto più facile estrarre il pistone e la bambina lo tenne stretto, ma le fu subito rubato dalla colomba che lo custodì nel becco, facendole di nuovo segno di salire su di lei.
Tornarono in poco tempo a terra, accanto alla tromba e subito l’uccello bianco mise a posto il tubo che aveva nel becco.
“Grazie” disse Ib, accarezzandole la testa e provò a mettere il secondo da sola, cosa impossibile, così la colomba decise di aiutarla a sistemarli.
“Ecco fatto” Ib si pulì le mani sbattendole tra di loro e tornò al bocchino, facendo prima un sorriso alla colomba, ancora al suo fianco.
Soffiò con quanto fiato aveva in gola e i pistoni cominciarono a muoversi da soli, intonando una melodia soave.
Dalla campana sbucarono fuori tante nuvole rosa di piccole dimensione che man mano che si ergevano in cielo si ingrandivano e andavano a scontrarsi con quelle minacciose di pioggia.
In un attimo tutto il cielo si rasserenò.
Ib smise di suonare, ammirando il cielo con un sorriso, poi un’altra scritta apparve, sostituendo quella precedente.
La quiete prima della tempesta.
Quella frase le fece ricordare che non era ancora finita, che doveva ritrovare Amy, sparita nel nulla ormai da ore, e Garry, che lei sperava ancora vivo.
Successivamente sarebbero dovuti scappar via tutti e tre insieme e sani e salvi fino al mondo reale.
 
Le lacrime ancora scendevano sulle sue guance e nelle orecchie, poi sul collo, fino a toccare terra.
Il cuore lo sentiva battere come un tamburo in una parata e ad ogni battito seguiva un sussulto e un tremito.
Ormai era in preda alle convulsioni da qualche minuto, era sicuro di star per morire, era già la seconda volta che pensava fosse finita per lui in così poco tempo.
Con uno spasmo scattò seduto, urlando ancora, per poi ricadere a peso morto sul pavimento con gli occhi chiusi ancora pieni di pianto.
Sperò con tutta l’anima che anche a Ib non stessero facendo lo stesso trattamento.
Bravo Garry. Pensa a Ib, a quanto le vuoi bene e a come l’hai abbandonata
Stai zitto!                                       
La voce rise.
Zitto!
Il flusso nero aumentò, entrando sempre più velocemente.
Manca poco Garry, il tuo regno sta per cominciare



Finito anche questo ^-^
Ecco cosa intendevo per capitolo diverso, c'è stata molta pace, sì, beh...senza contare che era il volere del dipinto per cancellarle tutti i ricordi e tenerla prigioniera ahahah...
Altra cosa, volevo far emergere in qualche modo (anche se lievemente) che Ib sta maturando per davvero in quel posto... Tutto è cominciato da una bambina che parlava poco e che al massimo urlava "Garry!" ed è arrivata a prendere le proprie decisioni, anche se comunque ha bisogno di un qualche appoggio (la colomba) perchè rimane una bambina di nove anni dopotutto :)
Invece mi sono divertita tantissimo a scrivere le scene con Garry (sarò davvero masochista?!). No, semplicemente mi piace scrivere scene "drammatiche" piene di dolore e angoscia...e forse è anche colpa di tutte le telenovela che ho visto ahaha (con tutti i casini che succedono!) Mi piace fare situazioni complicate insomma xD
Allora, chi è questa voce che continua a parlare a Garry!?!? Eeheh...non potete neanche immaginarlo u.u eeeeh che diamine sta facendo al nostro bel ragazzo?? Boh anche per questo u.u
Ci vediamo alla prossima! Un grazie di cuore a tutti quelli che mi seguono e supportano/sopportano! Ahaha
Flor :)
  
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