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Autore: Finnick_    12/09/2013    2 recensioni
Le persone scompaiono, gli affetti svaniscono.
Tre anni di assenza sono tanti. Il ritorno è più difficile del previsto.
Eppure la rete di Moriarty era stata distrutta...
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Watson, Molly Hooper, Mycroft Holmes, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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C’era qualcosa di strano in quel sole di Dicembre: era tristemente offuscato dalla nebbia londinese e dalle nubi cariche di pioggia.
Fissare quella luce argentea dalla camera da letto del 221B rendeva l’atmosfera ancor più surreale. Molly se ne stava stesa nel letto, le coperte tirate su fino al mento, gli occhi fissi sulla finestra. Aspettava il momento di potersi alzare da tutta la notte, ma non era ancora arrivato. Il cuore aveva ripreso a battere a ritmo regolare, dopo il calmante che John le aveva somministrato.
Eppure non era riuscito a farla addormentare.
Cominciò a piovere in quel preciso momento.
La pioggia formava una fitta rete di spilli che riflettevano la luce grigia della città.
John si voltò a guardare la pioggia scendere, attirato dallo scrosciare di questa sulla strada e contro il vetro della finestra. Era rimasto con il cellulare in mano per tutto il tempo, nella speranza di ricevere il segnale che Sherlock gli aveva promesso. Si erano stretti l’un l’altro delle promesse in pochi secondi, ma John sapeva che ciò che si erano detti andava oltre il dovere.
Molly era una di quelle promesse.
Quando si voltò a guardarla la vide pallida, stanca e ancora sporca, quasi come lui.
“Vuoi che ti prepari un tè?” abbozzò John.
Moriva dalla voglia di uscire da quella stanza e preparare un tè a Molly non avrebbe messo in pericolo la vita di nessuno.
Lei si limitò a scuotere la testa.
Male, dedusse John, molto male. Molly amava prendere il tè in qualunque momento della sua vita. Lo prese anche dopo il finto funerale di Sherlock. Già… Finto.
Avrebbe voluto che Sherlock fosse stato lì per farsi spiegare come avesse potuto organizzare una cosa simile, ma non c’era. E forse questa volta stava rischiando di morire davvero.
“Non vuoi niente?” chiese di nuovo.
Molly fece di nuovo segno di no con la testa. Era stato tremendo per lei. Era stato tremendo per John.
Tutto ciò che stava accadendo era terribile e surreale.
La pistola di John era ancora appoggiata su cassettone, accanto al letto, e lui la guardava con l’intenzione di afferrarla, correre a prendere una macchina e raggiungere Sherlock. Ma non avrebbe fatto niente di tutto questo. Avrebbe mantenuto la promessa di non perdere mai di vista Molly, finchè gli Holmes non fossero tornati. Finchè Sherlock non fosse di nuovo a casa, in quella stanza, con lui e con lei.
“Dovresti odiarmi.”
Più che una voce, quello era un sussurro e proveniva dal groviglio di coperte in mezzo al letto.
“No…” John cercò di divagare. Lui stava male, era ferito e avrebbe avuto bisogno di cure specifiche.
Molly era moralmente e fisicamente a pezzi. Quello non era il momento di arrabbiarsi per il passato.
“Invece sì. Ti ho nascosto la verità, io mi odierei per questo. Anzi mi odio” continuò Molly, con un fil di voce.
Come doveva essere stato, per lei, mantenere un segreto tanto grande?
John si alzò dalla sedia e si mise a sedere sul letto, accanto a Molly.
“Io avrei fatto la stessa cosa” le disse, abbozzando il miglior sorriso che potesse trovare.
“Davvero? Ma tu sei stato male ed è anche colpa mia.”
“Anche tu non sei stata bene, o sbaglio? Se Sherlock, quel giorno, avesse chiesto a me di aiutarlo, io l’avrei fatto” continuò John.
“Non poteva” rispose Molly, rannicchiandosi ancora sotto le coperte.
John si lasciò andare ad una risata amara:
“Questa è una delle cose che dovrà spiegarmi.”
Molly sorrise. Senza dire niente, John le si stese accanto e si mise a fissare il soffitto. Tese il cellulare a Molly e disse:
“Lo teniamo qui, nel mezzo. Così appena Sherlock si farà sentire, leggeremo insieme il messaggio.”
Lei annuì. Dopo qualche secondo di silenzio, bisbigliò:
“Sei sicuro che tornerà?”
“Sì.”
“Io mi fido di lui” concluse lei.
John sospirò. Guardò Molly negli occhi e si rese conto dei sentimenti che la stavano tormentando. Pensò che Sherlock gli aveva mentito per tutti quegli anni. Eppure adesso lo voleva lì, se non fosse anche solo per tirargli un cazzotto su uno degli zigomi di cui si era sempre vantato tanto.
Il cellulare vibrò ed entrambi trattennero il respiro, ma nessuno dei due lesse il messaggio per primo.
Lui rispose dopo un po’:
“Anch’io” rispose John dopo un po’ “Anch’io mi fido di Sherlock Holmes.”

NOTA FINALE:
Benissimo, siamo giunti al capolinea.
Avevo già preannunciato che l'epilogo avrebbe comportato un finale aperto, ma che comunque è comprensibile se si guarda alla luce degli avvenimenti del capitolo 15 (o almeno spero ;P). Ringraziamenti? Troppi. Ringrazio, e non è una cosa banale e scontata, ma sincera, tutte le persone che hanno seguito la storia, l'hanno messa tra i preferiti, tra le ricordate e hanno commentato.
Un ringraziamento speciale va a _Jaya che ha collaborato fin dall'inizio alla stesura completa della storia, grazie davvero, senza di te non so dove sarei potuta arrivare.
E l'ultimo, ma non meno importante a _WhatsErname che... vabbè, inutile, lo sai già. Se non avessi letto ogni capitolo passo passo con tanto di accuratissimo commento, la storia avrebbe avuto meno importanza, per me.
Ah, grazie anche a yllel, il tuo perenne appoggio ha significato molto!
Detto questo, grazie ancora a tutti quelli che l'hanno seguita e commentata comunque, siete stati eccezionali.
Spero davvero: alla prossima :)
  
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