Radioactive.
 

Liam James Payne era stanco.

Be’ un po’ come tutti i giorni, era stufo, stanco, depresso, stressato. Accendeva sigarette, una dopo l’altra, la sua casa non era mai stata così disordinata, le maglie erano ovunque, i cartoni di pizza o del cibo d’asporto pure, lasciati lì sulla penisola della cucina, le bottiglie di birra finite abbandonate nel lavandino, quelle mezze piene sul tavolo davanti alla tv.
Ti deciderai a pulire quell’appartamento prima o poi. borbottava sempre Zayn.
Liam faceva spallucce e tirava dalla sigaretta.
Ormai non gli interessava più della sua vita, fosse per lui poteva finire anche in quel momento.
Ogni giorno usciva, armato del suo skateboard, le Marlboro in tasca e raggiungeva quelli che chiamava amici, i suoi compagni di band.
Ohè Payne! lo salutavano.
Lui fingeva un sorriso e si sedeva in mezzo a loro.
Li ascoltava parlare, ascoltava Harry vantarsi dei suoi tatuaggi nuovi e delle ragazze che si era fatto assieme a Zayn nel fine settimana, ascoltava Louis raccontare delle lamentele dei suoi genitori su come si vestiva e di quanti piercing si faceva, sentiva Niall ridere e ridere e ridere ancora.
Tirava fuori le sigarette, ne infilava una in bocca e aspettava un po’ prima di accenderla, così per togliersi lo sfizio di fumarle tutte in una volta.
L’hai dimenticata eh? diceva Zayn, tirandogli una pacca vigorosa sulla spalla, tanto da fargli cadere la sigaretta dalle labbra.
E lì Liam tirava le peggio bestemmie, invocando tutti i santi, mentre la raccoglieva sbuffando.
Non me ne fotte più un cazzo di lei. rispondeva, attaccando a fumare.
Beh guarda qua che bello questo tatuaggio… faceva Harry, cambiando discorso e indicandosi il petto ormai pieno d’inchiostro.
Liam continuava a fare spallucce, anche quando Adaienne passava dalle loro parti, a braccetto con le sue amiche. Era in quel momento che Liam tirava fuori il peggio di se, per farle tornare fuori i rimpianti di averlo lasciato. Si vantava anche lui delle ragazze facili che si faceva, si vantava anche lui dei suoi tatuaggi e dei piercing che aveva, rideva anche lui assieme a Niall.
Adaienne si girava a guardarlo e lui metteva su lo sguardo più strafottente che riusciva a fare, ghignando soddisfatto.
Liam me la posso fare? domandava Louis tutte le volte che la vedeva.
Al che i muscoli del ragazzo si tendevano in uno spasmo di rabbia e ringhiava un “no” severo.
Ma dai, non è più la tua ragazza!
Ho detto no. Non mi fare partire l’embolo, Tomlinson. rispondeva secco.
Tornava a casa tardi tutte le sere, dopo essersi scopato l’ennesima ragazza illusa, dopo aver bevuto e fumato come un turco. Prendeva la sua moto e partiva sgommando, lasciando il segno nero del cerchione sull’asfalto e tornava nel suo piccolo appartamento disordinato.
Ma quella sera era tutto diverso.
Adaienne lo aspettava fuori dalla sua porta, addormentata contro l’uscio.
Ady, che ci fai qui? chiese, in piedi, a braccia conserte.
Scusa. mormorò lei.
Con le tue scuse mi ci pulisco il culo, adesso via dalla porta di casa mia, tornatene dal tuo Thomas piccolino patatino. sbottò lui.
Aprì con rabbia la porta di casa ed entrò, lanciando le chiavi sulla penisola di marmo in cucina. Adaienne lo seguì.
Fuori, sparisci dalla mia vita. ringhiò.
La ragazza provò ad opporsi, ma in poco tempo capì che era cambiato, era come radioattivo.
 
E la vita di Liam andava avanti, difficile, ma andava avanti. Continuava a bere, a fumare, ad usare il suo skate, la sua casa era sempre disordinata, le donne entravano ed uscivano con la velocità di un lampo dalla porta di casa sua. Ma a lui piaceva così.
E nonostante tutto, Liam James Payne era stanco, depresso, stressato, stufo, e in fondo, anche felice.