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Autore: FlameCrush    19/03/2008    8 recensioni
Raccolta di missing moments, alcuni tristi, altri allegri, soprattutto su Harry e Ginny ma non mancherà qualche sano momento Ron/Hermione^^Aggiunto il quinto chap!:
Ginny e Hermione stavano preparando i biscotti. O meglio, Hermione cercava strenuamente di preparare i biscotti, Ginny era riuscita solamente a sporcarsi i capelli di farina e a far cadere un uovo per terra.
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Ma ciao mie caVi^^ Visto che la mia vena malinconica-drammatica-romantica ha deciso di non abbandonarmi, eccovi un'altra one-shot, questa volta crusher^^Veramente sono indecisa se continuarla e scrivere altri missing moments...Aspetto il vostro consiglio**La canzone è Keep Holding On di Avril Lavigne.




Hear me when I say

When I say "I believe"
Nothing's gonna change
Nothing's gonna change destiny
Whatever's meant to be
Will work out perfectly...




La notte era ormai finita, Hogwarts era accesa dalla luce di un nuovo giorno e il corpo di Voldemort, ormai immobile, giaceva in una stanza attigua alla Sala Grande.
 Harry Potter piangeva, seduto sotto l'albero che aveva ospitato i momenti più belli della sua vita.
Subito dopo aver rimesso la Bacchetta di Sambuco nella tomba di Silente aveva chiesto a Ron e Hermione di lasciarlo solo e loro, che anche avevano bisogno di piangere, l'avevano capito.
 Harry tirò un pugno all'albero singhiozzando.
Avevano vinto, ma il prezzo era stato terribile: Fred, Remus, Tonks, Colin e tutti gli altri cadaveri senza nome che adesso dormivano sul pavimento della Sala Grande.
Un altro pugno.
Un altro singhiozzo di dolore.
 E il bisogno di lei, che si faceva sempre più forte e cresceva disperato, cercando il suo odore di fiori.
Non l'aveva più vista dopo essere salito nell'ufficio del preside... Harry si asciugò le lacrime con la manica lacera e , d'improvviso, capì dove fosse Ginny.
Si alzò lentamente, sfregandosi le nocche insaguinate e si diresse dove lo spirito indomito della sua rossa avrebbe potuto volare.
La camminata sembrò durare delle ore.
Appena arrivò al campo di Quidditch, sentì l'ennesima pugnalata al petto: le gradinate non esistevano praticamente più, distrutte dai giganti, e dei sei anelli ne rimaneva in piedi soltanto uno. Solo il magazzino dove si tenevano le scope della scuola era ancora in piedi e Harry pensò che probabilmente da lì Ginny aveva preso la scopa con cui adesso volava, intorno all'unico anello rimasto.
 La guardò scartare avversari invisibili e andare più veloce di quanto avesse mai fatto, scagliando la pluffa con forza nella porta.
Quando la palla cadde a terra, lei si fermò.
Si portò le mani al viso, infrangendo il manto dei suoi capelli rossi e Harry la sentì gridare al mondo il suo dolore, nascondendo il volto fra le mani e restando sospesa a mezz'aria.
Il ragazzo non sopportava di vederla così.
Afferrò una scopa e si diresse verso il punto dove si trovava Ginny, che non alzò lo sguardo.
Gli si accostò piano, delicatemente, si sporse e la strinse a sè, spostandola con inifinita dolcezza sul suo manico.
La ragazza non fece resistenza e  gli si accoccolò sul petto, nascondendosi contro la sua maglia e stringendola forte, con i pugni chiusi.
Harry planò piano fino a terra e smontò.
Prese in braccio la sua rossa e si avviò piano verso il parco di Hogwarts con le lacrime di Ginny, troppo spesso trattenute, che gli bagnavano il torace.
La portò dove avevano passato tanti momenti indimenticabili, nel luogo degli attimi rubati, che tanto spesso li aveva accolti l'anno prima.
Si stese sulla riva del lago e fece stendere anche lei, con la testa ancora appoggiata sul suo petto.
Restarono così per quelli che potevano essere minuti o ore, o giorni.
Harry si era reso conto l'anno prima che con lei il tempo cessava di avere significato. Poi Ginny parlò, sempre con il viso affondato su di lui.
"Tu non mi lascerai mai più."
Non era domanda, ma un'affermazione, anzi un ordine. E Harry sapeva che non poteva, che non voleva dire di no.
"Non lo farò."
"Tu non puoi immaginare cosa ho provato quando ti ho visto fra le braccia di Hagrid:  credevo di impazzire e volevo solo raggiungerti al più presto, Non mi importava di nient'altro."
"Ormai è tutto finito."
"Non è vero Harry...E' appena iniziato."
"Tu vuoi ancora me?" Harry sembrava stupito, quasi incredulo.
Ginny gli lanciò un'occhiata penetrante.
"Harry... ma sei scemo??"
Il ragazzo scoppiò a ridere, stringendola a sè e passandole una mano far i capelli.
"Stavo scherzando, volevo solo sdrammatizzare!"
Ginny cercò di trattenersi ma poi non ce la fece più: scoppiò a ridere, a ridere come da tempo non faceva, senza un motivo particolare, solo perchè ne aveva voglia, e Harry si unì a lei.
Risero finchè le loro mascelle non protestarono a gran voce, poi cercarono di darsi una calmata.
"E' così incredibile..."
"Cosa?"
"Quella bambina che piangeva perchè non poteva andare a Hogwarts ora è qui, ed io sono suo. Chi poteva immaginare che sarebbe finita così?"
"Nessuno suppongo. E' proprio questo il bello. Niente può cambiare il destino, Harry. Eravamo destinati ad incontrarci. Direi che la parte più difficile sta passando. Presto sarà tutto come avrebbe dovuto essere da anni...il dolore si trasformerà in un ricordo, e noi saremo ancora insieme."
"Insieme?"
"Insieme." Confermò la rossa,
Harry le prese il viso fra le mani e delicatemente, come se pensasse che ad un suo movimento brusco l'immagine di lei sarebbe sparita, posò le labbra sulle sue. Ginny restituì il bacio con forza, aggrappandosi a lui, e fu di nuovo beato oblio. Al mondo c'erano solo loro. Non più il Ragazzo che è Sopravvissuto e la sorellina di Ron, ma Harry e Ginny. Harry e Ginny.
E solo questo.
Per sempre.


  
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