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Autore: Caskett_Always    12/09/2013    3 recensioni
"E’ impressionante quanto le persone si leghino a degli oggetti, a quanto sia difficile staccarsi da questi poiché legati a particolari ricordi della propria vita. Una collana, una sciarpa, un libro o persino un cd.
La collana che le aveva regalato lui, la sua sciarpa, che quando annusava poteva ancora sentire il suo profumo, il suo libro, quello dedicato a lei e quel cd che conteneva tutte le loro canzoni."
FF ambientata dopo la 5x24. Quindi spoiler per chi non l'avesse vista.
Il rapporto fra Kate e Rick è però distrutto (cosa che non succederà nella sesta se no andrò a uccidere Marlowe ahahha), riusciranno a risolvere? Vedrete:) xx
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Quasi tutti, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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KATE, WASHINGTON.

E’ impressionante quanto le persone si leghino a degli oggetti, a quanto sia difficile staccarsi da questi poiché legati a particolari ricordi della propria vita. Una collana, una sciarpa, un libro o persino un cd.

La collana che le aveva regalato lui, la sua sciarpa, che quando annusava poteva ancora sentire il suo profumo, il suo libro, quello dedicato a lei e quel cd che conteneva tutte le loro canzoni.

Era passato un anno da quando Rick le aveva fatto la proposta di matrimonio e un anno da quando lei aveva rifiutato; ancora non riusciva spiegarsi il perché, in fondo le era stato più facile scappare piuttosto che affrontare le difficoltà a cui sarebbero andati incontro.

Lei ormai era determinata ad andare a Washington e lui era a New York, sarebbe stato tutto troppo complicato. Ma ora stava dannatamente male, gli mancava, e lei ormai era tornata la solita Kate, quella che si concentrava solamente sul lavoro, ma non ne poteva più, voleva tornare alla sua vecchia vita, al distretto con Ryan e Espo, le mancavano le chiacchierate con Lanie, le mancava suo padre e soprattutto le mancava Castle; il suo esserle sempre attorno, quando la aiutava nei casi inventandosi assurde teorie che la facevano divertire, ma soprattutto le mancava il modo in cui la amava.

Era ora di tornare, certo avrebbe perso la sua occasione lavorativa più importante ma avrebbe ritrovato l’amore e l’amicizia.

Ormai aveva deciso, avrebbe dato le dimissioni e sarebbe tornata nella Grande Mela la settimana seguente.

Era determinata, più che mai.

 

RICHARD, NYC.

Era passato molto tempo ma le cicatrici dello scrittore erano ancora ferite aperte molto dorose.

Ancora non era riuscito a superare il rifiuto di Kate, l’aveva amata così tanto in quegli anni e con una proposta aveva rovinato tutto, non si dava pace.

“In fondo non è colpa tua” si ripeteva, ma nemmeno lui ci credeva davvero.

Avrebbe voluto fargli vedere quanto soffriva, sbatterle in faccia tutto il dolore che stava provando e non faceva altro che chiedersi se anche lei soffriva. Magari sì o magari l’aveva già dimenticato trovandosi un altro.

Non poteva saperlo.

O forse nemmeno lo voleva. La verità fa male.

Se l’avesse rivista nemmeno sapeva se sarebbe riuscito a perdonarla.

 

 

 

 

KATE, NYC.

Era da poco atterrata al JFK e già era molto agitata; innanzitutto sarebbe andata nella sua vecchia casa, che non aveva dato in affitto per i possibili ritorni.

Dopo un’ora arrivò al suo vecchio appartamento, ancora là come l’aveva lasciato; lo stesso odore, i soliti vecchi mobili, la solita cucina, il solito divano e il solito letto.

Le ricordava tutto Castle. Ogni singola parte; vedendo quei luoghi così famigliari riaffiorarono ricordi che ormai cercava di dimenticare, alle cene con Rick, ai film che avevano visto su quel divano e a tutto volte in cui avevano fatto l’amore in quel letto.

Decise di uscire subito per schiarirsi le idee e fare ordine mentale, così andò a casa del padre.

“Ciao papà” esclamò quando Jim le aprì la porta.

“Katie! Cosa ci fai qui? Sono così felice di vederti!” le disse abbracciandola forte.

“Vorrei vedere Rick, non appena troverò il coraggio. E mi sono dimessa, voglio ricominciare al distretto” rispose la donna.

Il padre quindi la fece entrare in casa e passarono un pomeriggio insieme, cosa che ormai  non facevano da tempo; parlarono del più e del meno, di Rick e ancora del più e del meno.

Prima di commettere errori con lo scrittore voleva parlare con la sua fidata amica Lanie, così decise di chiamarla.

“Ehi tesoro! Come va in quel di Washington?” rispose lei felice.

“Va tutto bene Lanie ma.. Non sono a Washington!” disse.

“Come no?”.

“Sono a NY”

“Oh mio dio! Cosa aspettavi a dirmelo! Devo assolutamente dirlo a Javi, sarà così felice!”

“Frena, frena! Non dirlo a nessuno, ti spiegherò bene a voce, ti va di venire da me stasera?”

“Certo tesoro!”

“Bene a dopo” e così dicendo la detective concluse la telefonata.

 

 

Alle otto in punto Lanie suonò alla porta di Kate felicissima di vederla; la accolse con un grosso abbraccio e un bacio sulla guancia.

“Mi sembra di non vederti da un secolo tesoro” disse l’anatomopatologa.

“Anche a me! Come stai, tutto bene con Espo?” chiese lei.

“Tutto splendidamente, finalmente stiamo bene”

“Sono molto felice! Ora tonerò al distretto a lavorare, non vedo l’ora di dirlo agli altri”.

“Saranno felicissimi! E lo sono anche io!”

“Grazie” rispose Kate con un sorriso raggiante.

“Ora Kate, tasto dolente.. Rick sa che sei qui?” chiese lei con sguardo interrogativo.

“No. Ma io sono tornata solo per lui, sento troppo la sua mancanza” rispose.

“Innanzitutto mi ritengo molto offesa – disse l’amica ridacchiando – solo per lui eh? Questa me la segno detective! Comunque, scherzi a parte, cosa pensi di fare?”

“Vorrei andare da lui domani, ma non so come potrebbe prenderla”.

“Fai bene, è l’unica soluzione. Ti perdonerà vedrai, ci vorrà del tempo, ma lo farà. Ti ama ancora”.

“Anche io Lanie, anche io lo amo ancora”.

“Allora va’ e riprenditelo”.

 

 

 


Il giorno seguente era il gran giorno. Sarebbe andata da Castle verso le undici.

L’ansia, come previsto, era molta e le domande erano altrettante; come avrebbe reagito? L’avrebbe perdonata? L’avrebbe respinta per sempre?

Lo avrebbe scoperto fra poco visto che ormai si trovava davanti al suo palazzo, prese l’ascensore, salì e bussò alla porta.

Come aveva previsto arrivò lui ad aprire. L’espressione che aveva in volto appena la vide era un misto tra il confuso, l’arrabbiato, il felice e il sorpreso, ma non ci fece più di tanto caso, si era già persa nei suoi bellissimi occhi blu.

“Beckett?” esclamò.

Canzone: The scientist - Coldplay;  http://www.youtube.com/watch?v=RB-RcX5DS5A

ANGOLINO AUTRICE.

Ovviamente spero non sia questa la risposta, ma boh mi andava di essere tragica hahaha.

Vi avviso che (a meno che non sia colpita da una grande ispirazione) ci saranno ancora 2 o tre capitoli e basta.

Ah per ogni capitolo abbinerò una canzone:)

Detto ciò spero vi piaccia, recensite se vi va!

Baci, al porossimo capitolo:) xx

  
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