KATE.
“Castle!”
rispose.
“Che
cosa ci fai qui? Dopo tutto
questo tempo.” le disse l’uomo.
“Mi
manchi – disse – solo
con la lontananza ho davvero capito
quanto ti amo. Ti prego, perdonami”.
“Non
posso”. L’uomo pronunciò
quelle due parole con molta freddezza chiudendole la porta in faccia.
Kate
voleva solo piangere, si era
esposta e ora stava soffrendo; ammetteva che fosse colpa sua, dopo
tutto lo
aveva abbandonato sulle altalene e senza farsi più sentire
si era trasferita,
però ora gli aveva chiesto scusa, con il cuore in mano. E non era servito.
Rimase
per qualche minuto a fissare
la porta del loft di Rick con gli occhi lucidi, speranzosa che potesse
cambiare
idea e tornare indietro, ma non lo fece.
RICK.
Come
si era permessa? Quanto era
stata sfacciata a presentarsi a casa sua, dopo tutto quel tempo. Dopo
tutto
quello che gli aveva fatto.
Non
ne aveva il diritto di
irrompere così nella sua vita.
Le
mancava dannatamente, la amava
ancora, ma i ricordi di quel momento in cui lo aveva rifiutato erano
ancora
troppo vivi. Facevano troppo male.
Avrebbe
voluto tornare indietro nel
tempo, evitare di fare la proposta, forse sarebbe stato meglio se
l’avesse
semplicemente seguita a Washington e poi eventualmente con calma le
avesse
chiesto di sposarla.
Il
suo orgoglio era ferito e per
questo non voleva farla rientrare nella sua vita, ma non sapeva se ci
sarebbe
riuscito.
In
quei pochi istanti in cui l’aveva
vista si era sentito meglio, si era sentito l’uomo di una
volta, quello
scherzoso, quello che si perdeva nei suoi occhi e nel suo sorriso e
quello che
era drogato del suo profumo, uno di quelli che non si possono comprare
ma che
sono propri di una persona.
Di
scatto prese in mano ‘Deadly
Heat’ l’ultimo romanzo su Nikki Heat, in
realtà l’ultimo che aveva scritto, infatti
dopo la partenza della sua musa smise di scrivere.
“To
KB: May the dance never end and the music
never stop”.
Al diavolo. Avrebbe voluto
cambiare quella dedica,
ma ormai, quando si lasciarono, non gli permettevano più di
farlo.
La loro danza si era
conclusa e la musica era spenta
da un pezzo.
Non lo credeva davvero, pensava che fra di loro ci sarebbe stato sempre
qualcosa, dovevano solo ritrovarlo. Prima o poi.
D’istinto
gettò
il libro a terra, cercando si liberarsi da tutta la rabbia
che aveva in
corpo.
KATE.
Kate si era immersa nella
sua vasca da bagno, che
ormai da anni la sopportava dopo ogni difficoltà; si
rilassava, così ogni volta
che aveva un problema la riempiva di acqua bollente, metteva un cd
nello
stereo, possibilmente di Coltrane, e leggeva un buon libro.
Giusto per deprimersi meglio
scelse QUEL libro.
“To KB:
May the dance never end and the music never stop.”
Quella
dedica. Quelle parole.
Scoppiò
in un fiume di lacrime ed il
silenzio che echeggiava nella casa era rotto solo dal suono del suo
pianto
sofferto.
Pianse per ore, nella vasca, sul suo divano e infine nel suo letto, dove sfinita prese sonno.
Won't go home without you - Maroon 5: https://www.youtube.com/watch?v=E4jFVPsTEfM
ANGOLINO AUTRICE.
Ecco il nuovo capitolo, spero sia di vostro gradimento.
Ascoltate la canzone e soprattutto leggete il testo, calza a pennello con il capitolo e poi a mio parere è molto bella :)
Baci a presto! xx