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Autore: Aurora_Nanana    13/09/2013    0 recensioni
Non sono mai stata brava nelle relazioni. Erano il mio tallone d'achille. Punto. E vi chiederete come è possibile con due genitori come i miei non sapere minimamente come comportarsi in una relazione. Me lo sono chiesta anch'io e sono arrivata alla conclusione che è tutta colpa dei geni, quei maledetti, sono passati tutti a mio fratello, Scorpius, a me nulla. Genitori io ritengo voi responsabili. Comunque, tendo a divagare; torniamo all'argomento principale: le mie relazioni. Ne avrò avute a decine, ma non sono durate mai più di tanto, non ci riesco e basta. La mia libertà ha sempre il sopravvento. Il mio nome è C, si C e basta. Ovviamente non è solo il mio nome, ma a me il mio nome proprio non piace. E non accetto repliche da parte vostra. Tutto ebbe inizio quella sera. E credo che forse, per un volta potrei anche riuscirci... ma non lo so.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, James Sirius Potter, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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CAPITOLO SECONDO

 

«Non posso credere che la vecchia megera ci ha minacciati di sospenderci dal Quiddich se quest'anno non ci comportiamo bene!» esclamò James mentre uscivamo nei corridoi. «Affrontiamo la realtà, C! -esclamò -i Grifondoro se la possono cavare! Albus è un'incredibile attaccante, anche se mi sostituiscono con un Cercatore delle balle ce la caveremmo comunque, ma i Serpverde senza la loro punta di diamante sono nella merda!» ma oggi era in vena di complimenti? Ero diventata la punta di diamante della Squadra?

«Piuttosto -dissi -sai mica che lezione abbiamo?? tanto hai preso i miei stessi corsi» dissi sicura, lui sorrise colpevole: «Come lo sapevi, che avrei preso i tuoi stessi corsi?» mi scrollai nelle spalle: «Lo fai sempre». Colpito e affondato.

«Non ne ho idea comunque -disse -quindi direi che saltiamo la prima mattinata di scuola» alzai gli occhi al cielo, se c'era una cosa che io e James facevamo insieme era bigiare le lezioni. E farci tatuaggi insieme. Okay, in mia difesa ero ubriaca. E mio padre non mi ha permesso di uscire di casa non accompagnata per il resto dell'estate. E comunque mi piaceva il fatto che avevo un tatuaggio e che nessuno avrebbe potuto togliermelo. «Okay» dissi.

Ci sedemmo sotto un albero a fare nulla di particolare sennon parlare. Quelli erano i pochi momenti in cui io e James non ci scannavamo, anche se, non ci siamo mai scannati davvero. C'è sempre stato una sorta d'affetto tra noi. E ne sono sempre andata fiera.

«Meno male che hai lasciato Goyle -mi disse d'un tratto -mi stava antipatico» inarcai un sopracciglio. «Anche a me stava antipatica Gina -gli feci presente -però non ti ho mica fatto le congratulazioni quando l'hai lasciata» dissi.

«Veramente sì lo hai fatto, e pubblicamente per di più» Oops. Okay Potter -1 Malfoy -1 (come quando ho fatto punto!? Ma quando gli ho fatto presente che sceglie i miei corsi tutti gli anni; dio riuscite a seguire il filo di questa storia??).

«Era una troia antipatica» mi giustificai e lui cominciò a sghignazzare. Sentivo i capelli tutti annodati; stupido vento; James sembrò capire e fece apparire un pettine, si alzò e si sedette dietro a me, cominciando a pettinarmi delicatamente i capelli. Mi sarebbe piaciuto dire che lo faceva per tutte le donne della sua vita, ma sarei una bugiarda. Per dirla con i suoi termini: aveva un debole per i miei capelli e adorava domarli. Come se fosse possibile (duh!) ma a me piaceva la sensazione di essere pettinata. Mi faceva sentire curata e amata. No, non fatevi strane idee, chiunque fosse stato mi avrebbe fatto lo stesso effetto.

«Sai -disse d'un tratto -mamma non fa che parlare di te dalla sfilata. Una mattina mi ha perfino detto: “Muoviti a farle la proposta, se non vuoi che qualcuno si prenda la tua fidanzata storica. Io quella donna di classe la voglio come nuora”» scoppiai a ridere. Adoravo Ginny.

«E sentiamo -dissi, prendendolo in giro -perché mi vorresti sposare?» glielo avevo chiesto anche quella volta che avevamo fatto quel finto matrimonio. Lui sorrise, come lo sapevo?, lo sapevo e basta. A volte con James è semplicemente così.

«perché così potrei baciarti ogni volta che ne ho voglia» rispose. La stessa risposta che mi aveva dato tredici anni fa. Ghignai. Silenzio. Era bello il silenzio.

«Sapevo che vi avrei trovati qua -disse la voce di Adele -ho preso io i tuoi orari, e suppongo che tu abbia li stessi suoi» conitnuò rivolta a James che annuì. Li presi. «Ahrr.... Doppia transfigurazione. James non voglio andare!» esclamai lasciandomi cadere all'indietro e finendo schiena contro petto. Lui ghignò.

«Ci dobbiamo andare per forza C, se non vogliamo finire nella merda. Già la Chang mi odia perché papà l'ha scaricata non so quanti anni fa!» sbuffai- anche se era vero -e misi il muso, ma mi alzai comunque. Che studentessa modello.

Adele aveva un sorriso saputo quando disse: «Giuro, io a volte il vostro rapporto proprio non lo capisco» mi scrollai nelle spalle. «James tu hai la roba?» domandai, lui scosse la testa. Fantastico. Guardai l'orologio: «Beh non abbiamo tempo! Meglio correre se non vuoi che la Chang ci dia un'altra detenzione il primo giorno di scuola» lui mi superò e si fermò davanti a me, di schiena: mi fece cenno di salire: «Sei lenta in confronto a me, e devo farmi perdonare quella biancheria intima» lanciai un gridolino vittoriosa, yeah! Ei me undicenne batti il cinque! Lo abbiamo costretto a farlo di nuovo! Obbedii e lui passò le braccia sotto le mie cosce; cominciò a correre.

Arrivammo giusto in tempo, ma tutti erano già seduti, la Chang non avrebbe potuto toglierci neanche un punto perché eravamo entrati in classe un decimo di secondo prima che la campanella annunciasse l'inizio della lezione. Ci guardò di storto poi sibilò: «Dieci punti in meno a Grifondoro e Serpverde per atteggiamenti non consoni» oops, James mi liberò dalla sua stretta e inarcò un sopracciglio, ma fu abbastanza furbo da restare zitto. «Malfoy, Potter qui davanti a me» sibilò ancora, indicando con la bacchetta i due posti rimasti in prima fila. Trattenni uno sbuffo a stento prendendo posto. James alzò gli occhi al cielo ma mi imitò.

Dopo due ore di lezione teorica sugli Animaghi la Chang disse: «Non ho ancora finito, avete una ricerca da fare a coppie, e ciascuno estrarrà dal Capello – come aveva ottenuto il capello parlante!!? -un argomento.» ci fu uno sbuffo generae al quale la Chang rispose con un'occhiata gelida. Ci porse il Capello, guardai James interdetta e lui mi fece un gesto galante con la mano: «Prego, prima le donne» sapevo che se fosse stato un argomento impossibile (il che era estremamente probabile) la colpa sarebbe diventata la mia così, ma Chang mi osservava con quei suoi occhietti neri e piccoli, inquietanti, quindi evitai di iniziare una litigata e infilai la mano nel capello. Ne estrassi un pezzettino di pergamena che aprii: «Oh la storia degli Animaghi, e lo sviluppo del diritto di tali creature -disse la Chang con falsa sorpresa nella voce (capisco perché non sopportasse James, ma perché doveva odiare anche me? Che le avevo fatto di male??) -molto interessante. Sono ansiosa di vedere la vostra ricerca» io e James ci guardammo e lo sentii imprecare tra i denti. Per fortuna la Chang era troppo presa dalla distribuzione degli argomenti per prestargli attenzione.

 

«Voglio ucciderla!.. -esclamai, quando fummo abbastanza lontani dalla sua aula -farla a pezzettini e darla in pasto al mostro del Lago Nero!» James sghignazzò. Adele e Fred (anche loro per qualche strano scherzo del destino, anche se ero quasi certa che ci fosse lo zapino di James, avevano sempre gli stessi corsi) ci raggiunsero, ora ci toccava Difesa e avremmo conosciuto il nuovo professore, che la sera precedente non era potuto essere presente alla festa. «Speriamo sia meglio della Vehmen -disse Fred sbadigliando -quella donna era un'incompetente» James annuii, mentre io e Adele cominciammo a chiacchierare tra di noi.

Entrammo nella sala, era ghermita di nostri compagni, ma non c'era nessuno, e probabilmente sarebbe stata una lezione pratica, visto la mancanza di banchi, questo nuovo professore mi piaceva già; chiunque egli/ella fosse.

«Molto bene ci siamo tutti?» domandò la voce alle mie spalle. E feci una smorfia, mentre ci voltavamo, stupiti.

«TEDDY!» esclamarono James e Fred (a cui si aggiunse anche Louis, cognato di Teddy) saltando sul posto. Lui sorrise poi portò il suo sguardo su di me: «Stronzo» lo apostrofai; si lo chiamavo così da quando mi aveva attaccato quella sanguisuga di James Potter addosso: «Buongiorno C -rispose educato -è un piacere rivederti anche per me» gli feci la linguaccia, molto maturo lo so, però sono fatta così e non c'è giudizio che tenga.

Dopo che si fu presentato spiegò in poche parole come creare un Patronus. Ah ecco, inziava con il botto. Poi sorrise. «Ora che ne dite se proviamo? Mettetevi in fila; Fred vuoi provare tu, visto che ti senti abbastanza sicuro da chiacchierare con James?» James sghignazzò e Fred si fece avanti insicuro, ma Teddy ne aveva anche per il figlio del suo padrino. «E dopo tocca a te James» fu il mio turno di ghignare con Adele che aveva un'aria saputa, ancora. «E non pensare che mi sia dimenticato di te, Clarette - “Stronzo!” -dopo di James toccherà a te, gli altri disponetevi come meglio prefeite» James si voltò verso di me ghignando, gli regalai un dito medio, era già finito l'idillio di questa mattina.

Il Patronus di Fred era un po'... incorporeo, indefinito? Ma c'era. Teddy annuì e disse: «Lavora meglio sul movimento di polso» Fred annuì e si levò di mezzo. «James, prego» gli disse Teddy.

James si preparò fisicamente (ovvero prendendo un lungo respiro e distanziando i piedi) alzo la mano della bacchetta ed esclamò: «Expecto Patronus!» dalla punta della sua bacchetta uscì un raggio bianco-evanescente. Un'enorme tigre fece la sua apparizione nella sala e rimasi a bocca aperta. «Molto bene James» si complimentò Teddy. Cerca solo di renderlo un po' più corporeo.

«Clarette» feci un passo in avanti e vidi James raggiungere Fred e cominciare a chiacchierare. «Quando vuoi» mi disse lo stronzo. Alzai la mano sinistra e chiusi gli occhi, mio padre mi aveva spiegato che solo così era riuscito a evocare un Patronus, cercai il ricordo che mi rendeva più felice. Come seppi quando lo avevo trovato? Quando sentii le mie labbra incurvarsi in un sorriso, aprii gli occhi e sussurrai: «Expecto Patronus» dalla mia bacchetta uscì un enorme felino, più piccolo e femminile di quello di James e inoltre non era leggermente arancione evanescente, ma tendente al bianco evanescente e gli occhi erano di un profondo azzurro. Teddy sembrava stupito quanto il resto della classe, vidi con la coda dell'occhio James rivolgermi un'occhiata orgogliosa e ricca di qualcos'altro che non riuscii a identificare perché l'enorme felino si sedette per roteare la testa e poi mi raggiunse e si accoccolò ai miei piedi come fanno i gatti, dapprima chiuse gli occhi poi quando Teddy fece un passo verso di me incerto, li aprì e li fisso su di lui. «Posso?» domandò quindi a me, annuii e Teddy si avvicinò accovacciandosi e osservando l'animale che ricambiò il suo sguardo con occhi intelligenti. Il felino emise un brotolìo e Teddy si alzò allontanadosi un po':

«Una tigre bianca -annunciò -è un essere rarissimo. Inoltre hai compiuto un'ottimo Patronus. Cinquanta punti a Serpeverde!» con un rapido gesto della bacchetta fece sparire il felino e notai che i miei compagni mi guardavano ammirati. Teddy mi fece cenno di spostarmi e lo feci.

«Signor Paciok, prego provi lei» mi andai a sedere vicino a James e Fred che esclamò: «Come hai fatto a trattenerlo così tanto! Sembrava quasi vivo» gli sorrisi: «Non so, ho provato e basta.»     

 

  
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