Beta: Naky94
Fandom: star trek TOS
Pairing: Kirk&McCoy, Kirk&Spock
Personaggi: Leonard McCoy, Spock, baby!Jim
Genere: comico, commedia, fluff
Avvertimenti: (possibilissimo) OOC, pre-slash
Trama: l'ennesima missione andata male, un Jim Kirk che... non è propriamente Jim Kirk e il dottor McCoy che ancora si chiede se non abbia bevuto quando ha accettato di partire per la missione quinquennale.
Note: cos'è questo? Ah, non lo chiedete a me! E' un'idea che mi è sorta un po' a caso, niente di complesso. Non sono nemmeno sicura che possa essere considerata una storia, né che possa far sorridere qualcuno (al massimo potrebbe far piangere dalla sua stupidità). Ok, non lo so che cosa ho scritto. Mi è uscita, alla beta è piaciuta e ho detto: "ma sì, pubblichiamola". Avevo bisogno di allontanarmi da tutta la tensione che la serie sul reboot mi sta mettendo addosso LOL
Spero vi piaccia.
Potete immaginare i personaggi come li volete, reboot o TOS. Io li ho immaginati nella serie originale, però voi fare come volete. Non che sia necessario aver guardato la serie per capirla. E' stupida.
Buona lettura!
Disclaimer: come sempre Kirk, Spock e compagnia cantando non mi appartengono, sono di quel grandissimo genio di Roddenberry ed io, a scrivere 'ste schifezzuole, non ci guadagno nulla.
Sono un dottore, non una bambinaia!
Leonard McCoy
è stanco.
La verità
è che non sa cosa si sia fatto quando ha accettato di fare
parte
della missione quinquennale; galoppare tra le stelle con quel pazzo
di un Kirk e un intero equipaggio di decerebrati.
Sì,
decerebrati. E' solo così che può chiamare un
manipolo di gente che
non vede l'ora di mettersi nei guai, rompersi qualche osso, rischiare
la vita e poi correre da lui che deve rimetterli tutti a posto
come se fossero dei lego. Almeno con quelli secoli addietro i bambini
si divertivano, lui non si diverte per niente con le costole di Sulu
o la schiena di Scott (che, inspiegabilmente,
conosce tutte le
superfici
delle sala macchine).
Ma
in ogni caso il danno è fatto. Lui ha accettato di far parte
della
missione, ha deciso di aggregarsi
ad un
equipaggio di
scapestrati suicidi e queste sono le conseguenze: ossa rotte, corpi
da ricucire, e un principio d'infarto praticamente ad ogni missione.
Ed ora non fa differenza perché questo... questo
è semplicemente assurdo.
Non sa bene cosa provare, Leonard
Horatio
“Bones” McCoy; una parte di lui vorrebbe scoppiare
a ridere,
sbellicarsi dalle risate fino alle lacrime. Un'altra parte vorrebbe
piangere, prendersi a schiaffi e rannicchiarsi in un angolino per
maledire il giorno in cui ha accettato di partire per questa
missione.
-Che diavolo è questo?- dice invece, allontanando il
pensiero di rinchiudersi nel suo studio e ubriacarsi fino a
dimenticare di esistere.
Due occhioni nocciola lo sondano
attentamente, lui ricambia lo sguardo senza sapere cosa fare.
-E'
un infante, dottore.- la voce di Spock è neutra e atona come
sempre.
In questo momento di puro delirio Leonard la trova confortante, il
che è abbastanza per far pensare a quanto grave
sia la situazione.
-Lo vedo anche io che è un infante,
grazie mille. Intendo dire... - e
si ferma. Non lo sa cosa intende dire, dannazione!
-Presuppongo
che intenda
chiedere come ha fatto il capitano a regredire allo stadio di un
bambino?- chiede Spock, venendogli in soccorso. Ma il sopracciglio
destro inarcato a metà fronte tutto è tranne che
un aiuto; il
dottore ha imparato a conoscere abbastanza bene quel dannato sangue
verde da sapere che quel gesto equivale a puro
divertimento
vulcaniano. Il
troll si sta
prendendo gioco della sua confusione.
-Se lo faccia dire, Spock.
Per essere un telepate lascia veramente a desiderare nel capire cosa
gli altri pensano.-
Il vulcaniano inarca anche l'altro
sopracciglio (maledetto!) -Infatti sono un telepate, non un
indovino.-
McCoy sbuffa il suo disappunto, poi un urletto
stridulo attira la sua attenzione e anche quella di Spock. I loro
sguardi si appuntano sul marmocchio paffuto che si tiene appeso al
collo del vulcaniano -Boo!-
Gli occhioni grandi e curiosi lo
stanno fissando, le labbra rosee del bambino si muovono di nuovo
-Boo- ripete.
Spock muove il braccio sui cui il bimbo è seduto,
così da assicurarsi che non cada -Credo che il capitano
l'abbia
appena riconosciuta, dottore.-
Leonard fa scorrere le iridi blu
dal marmocchio al vulcaniano, le pupille che si muovono dall'uno
all'altro febbrilmente.
Qualcosa nella sua mente urla “principio
d'infarto”,
e lui pensa:
magari!
Leonard sospira -Mi segua in infermeria e mi spieghi
come questo- indica il
presunto capitano regredito alla mera età
di... uno,
due anni?
-sia
possibile.-
. . .
Leonard
grugnisce infastidito. Non si
può pensare di lavorare con
tutto il
baccano
che arriva dall'infermeria. Le pareti del suo studio non sono mica
fatte di piombo?!
Si alza con uno sbuffo che di elegante ha poco
e niente e si dirige a grandi falcate verso la fonte di quegli
urletti a dir poco osceni.
Quando la porta del suo studio si apre
con un fruscìo, il dottore non impiega molto tempo a capire
da dove
arrivano tutti quei suoni.
Ecco, la maledizione e la benedizione
dell'Enterprise: le donne.
Belle come angeli ma temibili come demoni.
-Mi spiegate cosa sta
succedendo?- grugnisce, tentando di non sembrare troppo burbero. Uh,
forse le donne sono un suo punto debole, ok?
Nessuna lo degna di
uno sguardo.
Uhura sta stringendo il suo trofeo, ciò che sta
scatenando gli urletti isterici e gli 'awww'
della maggior parte delle tenenti e attendenti donne: James Tiberius
Kirk.
E' assurdo! Da adulto le incanta e da neonato le ipnotizza.
No, davvero, è incredibile.
-Signorine.-
tenta di nuovo, il dottore, ma il gruppetto continua ad ignorarlo.
-Lo faccia tenere a me, Uhura.- si lamenta Janice, allungando le
braccia verso il bambino. La bella tenente delle comunicazioni se lo
stringe di più al petto -No, ancora altri cinque minuti.-
E Kirk
se la ride, bellamente adagiato sul petto di Nyota Uhura, con i
suoi quattro dentini,
sbrodola risate che fanno andare le sue sottoposte in un brodo di
giuggiole.
E cori di 'aaaah'
e 'ooooh' si innalzano
in suo favore.
Leonard
sibila il suo disappunto, le palpebre ridotte a due fessure. Si
avvicina all'infermiera Chapel e le porta una mano sul braccio
-Christine,
per l'amor del
cielo, se non vuole declassare a semplice infermieruncola
cambia-bende, faccia uscire tutte dall'infermeria!-
La donna gli
lancia uno sguardo seccato, lo fissa come se lui non capisse; come se
fosse un insensibile mostro davanti alla più grande
meraviglia.
E
Bones si sente per davvero un mostro. Jim sta giocando con i capelli
di Uhura, le sue dita grassocce afferrano le ciocche d'ebano.
Leonard vede le donne sorridere dolcemente, lo
spirito materno viene sprigionato da ogni loro poro. Poi Jim si gira
verso di lui, sbatte le palpebre un paio di volte e sul suo volto
riappare quel raggiante sorriso sdentato -Boo!-
E Bones, Boo, sa
già di aver perso un pezzo della sua anima; venduto a due
occhioni
color nocciola.
. . .
Leonard
sta camminando verso l'infermeria, tiene in mano il padd con le
ultime analisi della squadra di sbarco tornata da Tantalon IV.
Controlla
i valori degli ultimi due ufficiali della sicurezza, non c'è
niente
di anomalo. Solo Jim è tornato trasformato in un moccioso di
un
anno
e ancora non ne sono state
accertate le cause. Una cosa è certa: nessuno ha assistito
all'accaduto con i propri occhi.
Potrebbe essere stata
qualunque cosa a trasformare il capitano.
Il dottore sospira e si
dirige verso l'entrata dell'infermeria, c'è stato un bel da
fare per
sgombrarla quando, dopo le ufficiali donne, si sono presentati gli
uomini per giocare con il “moccioso”.
E lui ha dovuto farsi nemico metà dell'equipaggio, solo
perché la
sua infermeria non è un asilo nido e neanche
un parco giochi!
E' stressato, stanco e irritato. Non c'è niente
che potrebbe calmarlo, in questo momento.
Niente.
La porta si apre e lui mette piede all'interno della sala,
tiene lo sguardo
ancora incollato
sullo schermo illuminato. I suoi occhi sono talmente stanchi che fa
fatica persino a distinguere le parole messe una in fila all'altra.
La luce nella saletta che le infermiere hanno preparato per JJ
(Jim Junior, così l'hanno chiamato), è ancora
accesa. Molto
probabilmente l'intensità è stata regolata al
venti percento.
Il medico abbandona il padd sul primo bio-letto
alla sua destra poi si dirige verso la cameretta.
Controllerà solo
che Jim non sia caduto dalla bio-culla-improvvisata e poi si
ritirerà
nel suo studio, per una lunga notte insonne, visto che non
può
pensare di abbandonare il
suo mini-capitano
in un momento del genere.
Sospira entrando nella
sala: la prima cosa che nota è che Jim Junior non
è
nella sua bio-culla, questa, anzi, è completamente vuota; la
seconda
cosa che registra è che Spock (il troll, l'elfo dal sangue
verde, il
vulcaniano) è seduto
composto su una sedia accando alla culla. Jim gli riposa contro il
petto, le braccine paffute raccolte al
ventre, le ginocchia contro
il petto. Jim è tutto
rilassato nelle braccia del vulcaniano Spock
e riposa come un dannato angioletto del Signore. I riccioli biondi
risplendono nella luce della camera.
Il primo ufficiale (e
facente funzione di capitano) alza lo sguardo sul dottore. I suoi
occhi scuri e profondi
lo fissano con un'intensità tale da farlo tremare
(dannazione se non
sono inquietanti).
-Uh... cosa... ?- cerca di parlare Leonard.
Spock scuote il capo -Non lo svegli.- mormora a bassa voce,
stringendo un po' di più il corpicino di JJ. Il dannato
moccioso,
nell'incoscienza del sonno, afferra la casacca blu del vulcaniano.
Il dottore annuisce, che altro può
fare?
Ha
davanti il primo ufficiale che coccola
il capitano. Certo, forse non è proprio come se lo stesse
coccolando, lo sta solo tenendo stretto come mamma orsa con il suo
cucciolo.
Bones non sa che dire, non sa che fare.
Si limita a sospirare, per la millesima volta in un giorno, e a
nascondere un sorriso a metà tra l'imbarazzato e il
divertito
-Resterà tutta la notte?- chiede.
Il vulcaniano annuisce una
sola volta, poi abbassa lo sguardo sul capitano -Può anche
andare a
riposare. La
sua presenza sarà necessaria mentre io sarò
impegnato in plancia,
domani.-
chiarisce Spock, senza più guardarlo.
Il piccolo mugola nel
sonno, apre gli occhi e frulla le palpebre guardandosi confusamente
intorno. E' intontito e ancora assonnato, guarda Bones e muove la
boccuccia rosea -Boo- biascica.
Il dottore sorride, poi JJ si
volta verso Spock, abbassa di nuovo le palpebre e si lascia andare
contro il suo petto -Pok- sussurra, cadendo di nuovo in un profondo
sonno.
E' così che li lascia Bones, quando
si muove verso il suo
alloggio.
Mentre cammina per i corridoi della nave continua a
chiedersi perché mai
abbia accettato di fare parte della missione quinquennale. Poi non
può che pensare a Spock che
dimostra di preoccuparsi
per qualcuno; l'equipaggio in
subbuglio per un bambino;
un Jim Kirk di appena un anno
e il suo sdentato sorriso
sincero e divertito.
L'imprevedibilità
degli eventi, le sorprese che lo spazio rivela loro ogni
giorno.
Sorride, mentre
inserisce il codice di sicurezza della
sua camera e si dice che,
tutto sommato, ne
vale la
pena.
Baci,
Nakahime.