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Autore: Willows    13/09/2013    2 recensioni
Odette muore misteriosamente durante una festa a casa di amici. Tutti pensano che si tratti di un suicidio, ma Erin, la migliore amica di Odette, sa che non è così.
Cosa succederà quando tutti i ragazzi presenti alla festa inizieranno a ricevere delle minacciose lettere firmate O?
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È curioso come basti un unico, singolo evento a sconvolgere la vita delle persone.
Il giorno prima la tua vita scorre liscia, sei felice, magari non troppo, ma nella media.
Hai degli amici, un ragazzo e pensi che magari la vita non sia così crudele come la dipingono gli altri, non è detto che debba sempre fregare tutti, magari tu sei l’eccezione.
Ma ti sbagli.
Il giorno dopo tutto di colpo cambia, vedi la tua vita andare alla deriva, e tu non puoi fare niente per fermarla.
Ti senti così impotente e chiudi gli occhi spaventato da quello che possano vedere.
Alla fine però li riapri e ti rendi conto che la situazione è peggio di quanto avresti mai potuto immaginare. Alla fine della tempesta, ti rendi conto che la cosa peggiore non è aver perso gli altri, ma aver perso te stessa.
Genere: Mistero, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo I


Sono le nove e un quarto e Erin è seduta su una delle panchine di legno del vecchio parco vicino alla biblioteca. La luna è coperta dalle nuvole, così come le stelle e l’unica fonte di luce sono i lampioni, situati una decina di metri l’uno dall’altro. Non ricordava quel posto fosse così tetro.
Fino a qualche mese prima quello era il luogo di ritrovo della sua compagnia, ma dalla notte dell’incidente non ci è più tornata, non le sembrava giusto senza Odette.
Tutt’ora le sembra sbagliato trovarsi lì, sente che manca qualcosa, qualcuno.
Guarda l’orologio e sbuffando chiede:
«Harry sei sicuro che verranno?»
«Impaziente di andare via?» domanda Scarlett alle sue spalle.
Erin sobbalza lievemente, non si era neanche accorta che la bionda fosse arrivata.
«Non mi piace questo posto, non più» sussurra in risposta, stringendosi nelle spalle.
Scarlett percorre i pochi metri che le mancano alla panchina con camminata sicura, i fianchi che ondeggiano e la coda di cavallo che oscilla ad ogni passo.
Le stampa un bacio sulla guancia, probabilmente sporcandola con il lucidalabbra, poi si sporge verso Harry e gli riserva lo stesso trattamento.
« È da un po’ che non ci si vede, eh?» domanda Scarlett, tanto per far conversazione, ed Erin non può che darle ragione.
Vanno nella stessa scuola, è vero, ma di rado si vedono. Com’è successo con Cassie, anche con Scarlett, Erin ha perso i contatti, sebbene neanche prima le sue fossero grandi amiche. Non che ci fossero mai stati conflitti, solo Erin credeva che Scarlett fosse un po’ troppo estroversa e festaiola per i suoi gusti.
«Immagino che siamo tutti presi con la scuola» replica Harry, ma sa anche lui che è una bugia bella e buona.
Nel giro di dieci minuti arrivano tutti, Zayn saluta Scarlett con un bacio sulle labbra – sono fidanzati da circa cinque mesi- Louis fa un veloce cenno con la mano, mentre Cassie e Megan salutano tutti con un bacio sulla guancia.
Non c’è più la complicità di un tempo, solo tanto imbarazzo e voglia di andare via.
«Sappiamo tutti perché siamo qui, vero? » domanda Harry, rompendo il silenzio.
«Si, la lettera» mormora Megan, dalla panchina opposta alla loro.
«L’abbiamo ricevuta tutti, giusto?»
Tutto il gruppo si ritrova ad annuire, gli occhi che si incontrato e che subito fuggono verso altre direzioni, le spalle tese e i movimenti meccanici, quasi a scatti.
«Si, ma cosa vuol dire?» domanda Cassie, strofinando le mani fra di loro per creare un po’ di calore.
Erin si prende un momento per osservare Zayn, il ragazzo ha le mani in tasca e lo sguardo rivolto agli alberi di fronte a lui, sembra che ciò che è successo non lo tocchi minimamente e tutto ciò dà i brividi, perché Odette era – è – sua sorella.
«Niente, non vuol dire niente. Sarà lo scherzo di qualche deficiente» è Zayn a parlare, il tono sicuro e lo sguardo sempre perso fra gli alberi. Scarlett gli si avvicina e con nonchalance intreccia le sue dita con quelle del ragazzo, perché sa quanto sia difficile per lui pensare a quella notte.
«Si, ma cosa vuol dire so cosa avete fatto? E poi perché ha dovuto firmarsi con la O? Se è uno scherzo è davvero di pessimo gusto…» sta dicendo Megan, ma si ferma quando sente uno sbuffo uscire dalle labbra di Erin.
Tutti si voltano a guardarla, lei alza gli occhi al cielo e:
«Come se non sapeste di cosa sta parlando…» mormora, le spalle rigide e lo sguardo che viaggia da un viso all’altro.
«Cosa vorresti dire?» chiede Scarlett e Erin non può credere che siano tutti così ciechi. Insomma non hanno mai parlato della notte dell’incidente –dopo quella notte non hanno più parlato e basta- ma è ovvio che non si è trattato di un incidente.
«Sto parlando di Odette, ovviamente. La polizia non ha trovato prove per dimostrare che si trattasse di omicidio, ma sappiamo tutti che non si è suicidata» replica sicura e guardandosi attorno nota degli sguardi sconvolti, come se avesse appena detto un’eresia. Quale ragazzina sceglierebbe di uccidersi bevendo del veleno per topi, durante una festa con degli amici?
«Erin, Odette si è suicidata e tutti sappiamo il perché» tuona Harry con la sua voce profonda e Louis, in piedi vicino alla panchina, si ritrova a rabbrividire. Tutti per un momento si voltano a guardarlo, ad Erin sa cosa stanno pensando, perché fino a pochi mesi prima lo pensava anche lei “ È colpa sua, è tutta colpa sua”.
«Certo, continuate a ripeterlo, forse così facendo riuscirete a dormire la notte. Ma davvero credete che Odette, la sempre sorridente e felice Odette, abbia potuto suicidarsi?»
«Lei si è suicidata e chiunque abbia mandato quelle lettere voleva solo fare uno scherzo di pessimo gusto. Questione chiusa» conclude Zayn perentorio, con un tono che non ammette repliche.
«Possiamo andare quindi?» domanda Louis, ed Erin è sorpresa di sentirlo parlare, visto che è rimasto in silenzio per tutto l’incontro.
Tutti si guardano in viso e visto che nessuno ha nulla da aggiungere, Louis fa per allontanarsi, ma nel momento in cui raggiunge l’altalena una voce tetra risuona nel piccolo parco.

«So cosa avete fatto quella notte e non resterà impunito. Il colpevole avrà la pena che si merita, e se non confesserà, pagheranno tutti. Odette è morta, è stata uccisa, e qualcuno deve pagare. Guardatevi attorno, uno di voi è un omicida. Non vi sentite più sicuri come una volta, vero? Cosa si prova a sapere che un amico, un fratello o una fidanzata è un assassino? Nessuno è al sicuro, non più. So cosa avete fatto quella notte e non resterà impunito»

Tutti si guardano in viso spaventati, il sangue che si gela nelle vede e il cuore che prende a battere dieci volte più veloce del normale.
Chi è stato?
«Chi c’è?» urla Scarlett stringendosi a Zayn, spaventata.
«Chiunque tu sia, vieni fuori!»
«Se è uno scherzo non fa ridere!»
Tutte le voce si mischiano fra loro, ma nessuno accenna a muoversi.
Dopo qualche secondo la voce riprende a parlare, pronunciando le stesse parole di prima.
So cosa avete fatto quella notte.
Odette è morta è stata uccisa.
È stata uccisa. Uccisa, uccisa, uccisa!
Erin si alza di colpo, non sa se quelle parole sia state pronunciate realmente o siano frutto della sua fantasia, ma deve zittire quella voce che, lentamente, la sta facendo impazzire. Non c’è intonazione, non si capisce se sia di un uomo o di una donna, sembra la voce di un morto cupa e fatale.
La ragazza si dirige verso un siepe, da dove sembra provenire la voce.
«Erin aspetta, dove vai?» urla Harry, correndole dietro.
«Voglio scoprire chi c’è dietro a tutta questa storia» replica la ragazza che ormai è giunta di fronte all’arbusto.
«Vieni fuori!» urla, ma quando vede che nessuno ha intenzione di uscire da quella siepe, inizia a scuoterlo e con delusione nota che non c’è nessuno.
«Non c’è nessuno» sussurra più a se stessa che a gli altri.
Harry, nel frattempo, ha estratto il cellulare dalla giacca e ora illumina la siepe da cui continua a erompere la tetra voce. Nel giro di qualche minuto la voce si ferma a metà di una frase ed Harry alza un registratore per mostrarlo agli atri, che nel mentre, si sono avvicinati.
«Non c’è nessuno, almeno non più. Chiunque era qui ha fatto partire il nastro e poi è scappato» dichiara Harry.
Scarlett si avvicina e nota un biglietto attaccato al registratore.
«Cos’è?» domanda Magan alle sue spalle.
«Non lo so, aspetta che …- dice per poi aprire il bigliettino e leggere- Trovate il colpevole o pagheranno tutti. So cosa avete fatto quella notte e non resterà impunito»
La voce trema leggermente e non appena finisce di leggere lascia cadere il biglietto, quasi abbia le spine e tenendolo in mano, si corra il rischio di pungersi.
«è sempre firmato O» fa notare Erin raccogliendo il biglietto e mettendolo in tasca.
«Cosa vuol dire tutto ciò?»
I ragazzi sono disposti quasi a cerchio e ora si guardano in faccio uno ad uno.
«Vuol dire che Odette è stata uccisa e spetta a noi scoprire chi è stato» dichiara Erin sicura.
«Erin tu sei impazzita!- urla Cassie- A noi non spetta un bel niente, chiaro? Chi mai avrebbe potuta ucciderla? Lei era Odette Stevens, tutti l’amavano, anche quando faceva la stronza. Lei.. nessuno… lei era, e solo il cielo sa quanto è difficile usare il passato, una nostra amica. Era una di noi!» conclude accasciandosi per terra, come senza forze.
«Proprio perché era nostra amica dobbiamo scoprire chi è stato» replica la ragazza prima di voltare le spalle al gruppo e dirigersi verso la macchina di Harry.


«Credi davvero che sia stata uccisa?» domanda Harry con tono incerto una volta salito in macchina e acceso il riscaldamento.
«Io… non lo so» risponde la ragazza.
L’idea che Odette sia stata uccisa è allarmante e terrorizzante, perché ciò vorrebbe dire che la sua migliore amica non ha deciso di abbandonare la vita, ma è stata strappata a forza. E se ci pensa, Erin, riesce a sentire il senso di colpa greve come un macigno che si sposta dal suo torace, ma subito viene sostituto da un altro, ancora più pesante. Perché, se prima le domande che si faceva erano: “Perché non mi ha detto niente? Perché non mi sono accorta di niente?”, ora sono “Dov’ero quella notte? Perché non ero insieme a lei? Perché non sto facendo niente per scoprire chi è stato?
Una volta arrivati a casa Erin si sporge per lasciare un bacio sulla guancia dell’amico e scende dalla macchina, salutandolo con un «Ci vediamo domani»
Una volta fuori, respira a pieni polmoni l’aria fresca della sera, non vuole entrare in casa, non subito almeno, prima deve mettere in ordine i propri pensieri o sente che impazzirà.
Lentamente si accascia a terra, sedendosi sul marciapiede che costeggia la via, mentre nella sua testa risuona la voce registrata nel nastro.
Odette è stata uccisa.
Uno di voi è un’omicida!

Non vi sentiti più sicuri come una volta, vero?
«Ehi tutto bene? Ti senti male?»
Erin sobbalza spaventata e alzando lo sguardo nota un ragazzo in piedi di fronte a lei. La luce del lampione è proprio alle spalle del ragazzo oscurandolo, quindi Erin non può stabilire la sua età, ance se dalla voce sembra giovane.
«Scusa, non volevo spaventarti, solo ti ho visto accasciata per terra e credevo stessi male» dice il ragazzo porgendogli una mano per aiutarla ad alzarsi.
«Si stavo solo pensando, tutto bene» replica la ragazza afferrando la sua mano e alzandosi in piedi, per poi aggiungere:
«Scusa, ma abiti qui vicino? Non ti ho mai visto nei paraggi?»
Erin conosce praticamente tutti nel suo quartiere- anche se il merito è tutto di sua madre, una pettegola di prima categoria- ed è strano vedere faccio nuove, per di più alle dieci e mezza di sera. Ora che è in piedi Erin riesce a vederlo e anche bene. È più alto di lei di una decina di centimetri, il fisico è atletico e muscoloso, i capelli sono corti, quasi rasati, e gli occhi sono marroni e grandi. “Sembra un cucciolo smarrito”, pensa la ragazza distrattamente.
«Hai ragione non mi sono neanche presentato- afferma senza lasciarle la mano- sono Liam Payne, il tuo nuovo vicino»
Erin spalanca gli occhi sorpresa. Accidenti non si aspettava certo che questo ragazzo potesse essere il suo nuovo vicino! Quando era più piccola, le capitava spesso di fantasticare sui i vicini che con due figli. La figlia avrebbe avuto più o meno la sua età e avrebbe giocato a pallavolo con lei, mentre il maschio sarebbe stato simpatico e affascinante e, neanche a dirlo, sarebbe diventato il suo ragazzo. Ma quei tempi sono ormai passati e Erin si aspettava la classica coppia di anziani signori trasferitesi lì, nel quartiere più tranquillo della città, per sfuggire al caos e alla confusione. È
Erin si rende conto di esser stata zitta a fissarlo per troppo tempo, così si riscuote e togliendo la mano dalla presa del ragazzo dice:
«Mi chiamo Erin Horan, lo so sembra uno sciogli lingua»
Il ragazzo fa un sorrisetto divertito e:
«È stato un piacere conoscerti Erin Horan, a presto» la saluta dirigendosi verso casa sua.
«Anche per me Liam, ci vediamo. Ah, solo perché tu lo sappia, mia mamma è la più grande ficcanaso della storia di sempre, quindi non sorprenderti se domani mattina la trovi attaccata al campanello di casa tua» lo informa.
Liam ride e mormora qualcosa come “Mi considero avvertito” prima di entrare in casa.


«Con chi stavi parlando fuori?» le chiede la madre, non appena Erin mette piede in casa.
La stava spiando dalla finestra, che novità!
«Si chiama Liam ed è il figlio dei nuovi vicini» la informa la ragazza.
«Oh, allora l’hai visto! Com’è?»
«Mamma, sono un po’ stanca, ne parliamo domani va bene?» risponde, perché in questo momento non ha proprio voglia si parlare, l’unica cosa che vuole fare è stendersi nel suo lettuccio e addormentarsi.
La madre annuisce stampandole un bacio sulla fronte, dopodiché si gira verso il marito cianciando su quello che farà domani, ovvero andare dai nuovi vicino con la torta di carote appena preparata.
Il signor Horan e suo figlia scuotono la testa contemporaneamente, scambiandosi uno sguardo complice, perché sanno che quella donna non cambierà mai.
«Buona notte sgorbio!» urla Erin sporgendosi in camera del fratello minore Niall, intento a giocare a qualche stupido videogioco.
«Buona notte Erin» risponde lui, guardandola con i suo grandi occhi azzurri e per un attimo Erin si sente in colpa per averlo chiamato sgorbio, però poi ripensa a tutte le volte che lui ha letto il suo diaro o origliato le sue chiamate con le amiche, e quella sensazione sparisce.
Certo Niall non è più un bambino, ormai ha sedici anni, due in meno di lei, e non fa più quel genere di scherzi, ma da piccolo è stato una vera e propria peste.

Non appena la ragazza mette piede nella stanza lo sguardo cade sulla lettera, che giace semiaperta sulla sua scrivania, e sente tutta la tensione e preoccupazione di prima riannodarsi sulle sue spalle e sul suo stomaco.
In quel momento si dimentica di tutto: di Liam, il nuovo vicino, di Niall, suo fratellino rompiscatole, anche della sua mamma ficcanaso. Solo una domanda risuona nella sua testa:
Chi ha avvelenato Odette Stevens?





Hey ho.
Straordinariamente in anticipo, ecco il nuovo capitolo!
Spero che con questo lo cose siano un po’ più chiare. So che ci sono molti personaggi, ma non preoccupatevi le relazioni che intercorrono fra tutti loro verranno spiegate con calma nei capitoli successivi. Per ora sappiamo che: Zayn è il fidanzato di Scarlett, nonché fratello di Odette.
Mentre Liam è il nuovo vicino e Niall il fratello più piccolo di Erin.
Okay, spero di aver detto tutto, scusate per eventuali errori e grazie mille a tutti colo che hanno letto, recensito o inserito fra le preferite, ricordate o seguite.
Mi lasciate una recensione?
Grazie mille, T&P

  
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