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Autore: Teddy_bear    13/09/2013    4 recensioni
Nick Wilde era un ragazzo di ventisei anni di successo. Bella macchina, bella villa e bei vestiti. Non si faceva proprio mancare nulla. La sua famiglia era una delle più grandi in affari ed il destino di Nick era proprio quello di seguire le orme dei genitori, partendo dal fatto che loro gli dicevano chi sposare, ed a lui andava bene così. Era il classico tipo di persona che pensava che i soldi ed il lavoro venivano prima di tutto.
Nick Wilde sapeva addirittura parlare otto lingue: la sua, ovvero l'inglese, lo spagnolo, il francese, il tedesco, l'italiano, il rumeno e qualcosa di cinese.
Elena Todd, invece, era una ragazza di diciannove anni con dei valori nella vita. Non le importavano le cose materiali. I sentimenti prima di tutto.
Elena Todd non sapeva parlare nemmeno la propria lingua. Non perchè non volesse, ma perchè non poteva.
Nick Wilde feriva con le parole per i suoi scrupoli.
Elena Todd non aveva neanche il piacere di dire una parola carina.
Nick Wilde poteva parlare. Elena Todd soffriva di mutismo progressivo.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Solitudine. Spesso le persone attribuiscono a questa parola il fatto di esser soli, e non è sbagliato, ma è solo una definizione incompleta.
C'è differenza tra il 'esser soli' ed il 'sentirsi soli'.
Esser soli significa non aver nessuno, spesso per colpa propria, ed esser degli emarginati socialmente. E questo non lo merita alcuna persona.
Sentirsi soli, significa arrivare alla sera e sentirsi vuoti dentro, significa non avere un motivo per svegliarsi al mattino felici, significa non sentirsi mai abbastanza.
Nick Wilde era solo.
Elena Todd si sentiva sola.
Ecco un'altra differenza.

Quando, infatti, alla festa di beneficenza Jennifer lasciò un'attimo da sola la sua amica, per andare a salutare il suo ragazzo, Elena non potè far altro che sentirsi completamente sola. Si guardò intorno spaesata, con il suo bicchiere contenente aranciata in mano, si morse il labbro inferiore, l'interno della guancia e trovò improvvisamente molto interessante la punta della sua scarpa.
Elena Todd, si sentiva anche persa.

Nick Wilde, anch'egli, si guardò intorno, ma in modo notevolmente più sicuro.
Spavaldo, senza preoccupazioni, con accanto George. Il suo intento era quello di cercare una persona con dei problemi, parlare cortesemente con quest'ultima e poi andarsene facendo una bella figura.
Quando Nick vide il viso di Elena Todd pensò quale genere di problema potesse avere una ragazza così graziosa. Rimase, infatti, un attimo stupito guardando il suo viso delineato, il rossore sulle guance, a causa del freddo, e le labbra serrate.
"Hey, tutto bene?"
George lo risvegliò da quello stato di smarrimento, dovuto forse alla bellezza fine di quella ragazza. Nick indicò con un dito Elena.
"Lei. Scelgo di andare da lei." affermò poi convinto. Non capiva cosa gli stesse succedendo. Nick Wilde, per la prima volta, sentì il mondo fermarsi.
"Ottimo, io vado a mangiare qualcosa al buffet." ridacchiò George, dirigendosi verso la tavola fredda, riempita da cibi e stuzzichini vari. E Nick, come suo solito, sbuffò.
Pensando che quell'uomo non aveva in mente altro che mangiare.

Elena Todd, si sentì ancora in imbarazzo, quindi bevve un sorso della sua aranciata, e quando si sentì toccare lievemente la spalla, per poco non le andò di traverso. Ma appena si girò verso la figura, che aveva appena richiamato la sua attenzione, alzò gli occhi al cielo.
Nick Wilde, l'uomo che proprio non sopportava.
"Ciao." disse semplicemente quest'ultimo. Elena si mordicchiò un'unghia, pregando mentalmente il ritorno della sua amica Jen.
"Ho detto ciao." ripetè, impaziente e già scocciato, Nick. La testa di Elena sembrava scoppiare, non poteva star accadendo di nuovo, non ora che ne stava uscendo.
Tremante, posò il suo bicchiere su un tavolo lì vicino, e prese dalla sua borsa un taccuino ed una penna e scrisse nuovamente.
"Soffro di mutismo progressivo." la piccola mano tremolante scrisse tutto lentamente e quando Nick lesse quelle poche righe, strabuzzò gli occhi e sentì un tonfo al cuore.
"Oh, mi dispiace." riuscì solo a dire il moro. Elena scosse la testa e riscrisse, stavolta in maniera più concisa.
"No, non ti dispiace, sei uno senza sentimenti. Non può dispiacerti." quando Elena mostrò quanto scritto si tese ancora di più.
"Il Times dice un sacco di stronzate, in fondo, sono qui." Nick sorrise beffardo, tenendo testa a quella biondina che già gli sembrava troppo pesante da sopportare. Elena fece un versetto di disapprovazione scuotendo la testa, e scrisse, perchè non poteva far altro.
"Per la tua fama sei qui, non per altro. Appena vedo il tuo nome sui giornali penso che tu non abbia neanche un po' i piedi per terra, che tu sia un montato egocentrico."
Nick lesse quelle parole in modo abbastanza veloce, pensando che era andato proprio dalla persona sbagliata.
Si guardò intorno, alla ricerca di George, per andarsene. E quando vide il suo amico fidato, parlottare con una ragazza dai capelli corvini, capì che era rimasto solo.
Nick Wilde era solo.
"Tu non sia nulla di me, biondina."
Cominciò quindi a sentire l'ira scorrergli nelle vene, nessuno si poteva prendere gioco di lui. Tanto meno una povera sfigata come quella.
"Ho un nome, Nick." Elena, con la penna, sottolineò nella frase l'ultima parola che corrispondeva al nome del ragazzo. Nick strabuzzò gli occhi, guardandola confuso, chiedendosi se davvero quella pretendeva di esser chiamata per nome da uno come lui.
"Come ti chiami, allora?" era apparentemente calmo. Ma poteva chiaramente sentire dentro la rabbia, l'orgoglio ferito e la pazienza esaurirsi.
"Elena Todd." fu sorprendentemente cortese la risposta che la bionda diede al moro, come se si fosse pentita di ciò che aveva scritto in precedenza. Come se volesse ricominciare da capo.
Perchè sì, Elena Todd, era troppo buona.
"Oh, sei italiana?"
Una cosa in cui era esperto Nick era fingere. Sin da bambino si fingeva dispiaciuto per molte cose, si fingeva gentile e si fingeva interessato.
Ma se gli occhi di Nick Wilde potessero avere la parola, come le labbra di Elena, si capirebbe che non sta fingendo. Non del tutto, almeno.
Da quando era entrato in quel posto, i suoi occhi erano destinati ad incontrare quelli di Elena.
Quelle dolci stelle luminose potevano esser la via giusta, se lui si fosse smarrito in quella sua vita davvero troppo impegnativa.
"No, sono inglese come te. Ma ai miei genitori piaceva questo nome." gli mostrò ciò alzando le spalle, serrandosi le labbra il più possibile, quasi schiacciandole tra di loro.
"Capisco." stavolta Nick non fu di molte parole. Ma non perchè non sapeva cosa dire.
Elena Todd gli aveva appena sorriso. E quel sorriso, avrebbe far potuto incendiare l'oceano Pacifico. Era fievole, appena accennato, ma pur sempre un sorriso.

Elena Todd sorrideva spesso. Lo faceva perchè non le rimaneva nient'altro da fare con le sue labbra. Non poteva parlare, non poteva baciare. Poteva solo sorridere, e pensò che anche un montato come Nick Wilde meritava un sorriso.
"Dovresti imparare ad apprezzare ancora le piccole cose, lo sai vero?" era delicata, nella scrittura, Elena. Si prendeva cura di ogni singola lettera sul foglio, scrivendo con delicatezza ed in modo amorevole.
"Cosa intendi dire?" lo scetticismo di Nick fu nuovamente il padrone della situazione.
Elena stava per rispondergli sul pezzo di carta del suo taccuino, quando George interruppe il dialogo, intromettendosi tra loro.
"Nick, ci sono i giornalisti." con un cenno del capo indicò questi che stavano entrando alla festa di beneficenza, con tanto di microfono in mano con il logo della tv nazionale.
"La tv nazionale!" esclamò, infatti, Nick entusiasta. E George annuì, mentre Nick salutò Elena in maniera distaccata, e si diresse verso di loro per lasciare qualche dichiarazione sul perchè si trovava lì.

Nick Wilde era solo, perchè nessuno gli voleva bene.
Elena Todd si sentiva sola, perchè non si voleva bene.

Elena Todd, si chiese come poteva esser così materialista una persona.
Nick Wilde, non riuscì a togliersi dalla testa il sorriso di Elena Todd.

Spazio autrice:
ecco qui un nuovo capitolo e spero davvero con tutto il cuore che sia di vostro gradimento.

Scusate tanto per il ritardo.
Inoltre una nostra "carissima" prof ha fatto una verifica il secondo giorno di scuola, ripeto il SECONDO, vi rendete conto? è davvero da pazzi!
Detto questo, vorrei ringraziare tutte quante voi che mi sostenete in un modo piuttosto che in un'altro. Vi adoro dolcezze! Siete tutte meravigliose.
Siete la mia gioia, punto.
Ed un particolarissimo ringraziamento alla ragazza che mi ha creato il banner, grazie centomila e oltre.
Crediti banner:
http://ask.fm/Andrescrive
Baci a tutte.




 
   
 
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