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Autore: Defiance    13/09/2013    1 recensioni
Seguito della mia fan fiction, 'Halfblood'.
Scoppiarono tutti a ridere, ma Hermione si fece subito seria e disse piano:
“Magari invece, immagino solo di dover colpire a morte la vecchia me, anche se ormai non esiste più. Credo di essere invidiosa, lei almeno sapeva chi fosse” chiuse gli occhi e sospirò. (Dal prologo).
Un nuovo mestiere per i protagonisti della precedente storia, il loro incontro con un altro mondo e una nuova battaglia che incombe su di loro e sul mondo umano. Si troveranno ad affrontare cose che non avevano mai visto in precedenza e si interrogheranno su quante cose ancora ignorano della Terra.
Faranno nuove conoscenze, avranno delle rivelazioni, segreti e bugie verranno svelati e apprenderanno un nuovo tipo di 'magia'. Correranno rischi e pericoli, ma alla fine, la vita di alcuni dei protagonisti cambierà per sempre.
Halfblood 2 - Città dei Demoni
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Capitolo 4
 
 
 
 
“Mi dispiace Harry ma sono la sua migliore amica, non potevo non dirglielo!”
Annabeth cercava da ore di spiegare al suo ragazzo che se aveva raccontato a Percy della reazione che Hermione aveva avuto con quel misterioso giovane, era perché glielo doveva.
“Hermione è una ragazza seria e affidabile ‘Beth! Hai solo alzato un polverone per niente!” rispose Harry, adirato.
“Senti, Percy è il mio migliore amico, va bene? Era mio dovere raccontargli tutto, non ho detto che penso che Hermione gli farà del male, ma il fatto che siano giorni che lei non fa altro che stare in infermeria a prendersi cura di quel ragazzo che per giunta nemmeno conosce, mi ha fatta insospettire. Io voglio proteggere Percy e ne ho tutto il diritto! Se tu fossi al mio posto, se la situazione fosse ribaltata, dimmi la verità, non lo avresti detto a lei?” reagì Annabeth, ora totalmente fuori di sé. “Avanti, dimmelo!” urlò.
“Okay. Hai ragione. Ma forse ne avrei parlato prima con te, cosa che tu avresti dovuto fare, dato che io conosco Hermione da tutta una vita!” ribattè il ragazzo, per poi uscire dalla stanza e lasciare da sola la semidea a guardare cupa fuori dalla finestra. Cos’aveva combinato?
 
Erano passati tre giorni e il misterioso ragazzo ancora non si era svegliato.
Hermione e Luna, gli avevano estratto dal corpo tutto il veleno che il mostro aveva iniettato con i suoi artigli e i suoi denti, avevano curato le sue ferite con i loro unguenti magici e ormai erano rimasti solo pochi segni visibili a contraddistinguere i punti in cui era stato colpito dal resto della pelle.
“Non capisco, dovrebbe già aver ripreso coscienza!” esclamò Luna quel pomeriggio.
“Magari dipende dal fatto che è più debole di noi… infondo è umano e non abbiamo potuto utilizzare tutte le medicine necessarie a guarirlo più in fretta… avremmo rischiato di ucciderlo” disse Hermione, per rassicurare più sé stessa che l’amica.
In quei giorni, lei non si era mai allontanata dall’infermeria e si era occupata personalmente di tutto ciò che riguardava quel giovane.
Non avevano scoperto nulla su di lui, non aveva un portafogli né altro che potesse contenere informazioni sulla sua identità con sé.
“È una cosa un tantino sospetta!” le aveva detto Percy, quando lei glielo aveva riferito.
“Oh andiamo! Il mondo non si divide in buoni e cattivi! E solo perché abbiamo conosciuto più persone cattive che buone, non vuol dire che le altre non esistano! Non siamo calamite per il male, Percy!” le aveva risposto lei.
“Cos’è? Perché lo difendi sempre? Ti piace per caso?” le chiese il semidio, cominciando ad alterarsi.
“Non essere sciocco! Sei tu il mio ragazzo! Dico solo che non dovremmo giungere a conclusioni affrettate, senza avere delle prove oltretutto!”
“Ah! Io sono il tuo ragazzo, vero? Eppure non mi sembra che tu passi il tuo tempo con me” aveva ribattuto lui.
“Smettila Percy! Stai diventando paranoico! Tu non c’eri l’altra sera… non hai visto quel mostro! L’unico che può darci delle risposte, l’unico che possa dirci che diamine era quell’essere, è proprio quel ragazzo!” sbottò Hermione, piuttosto spazientita: odiava essere messa in discussione in quel modo.
“O forse è quello che speri?!”
“Anche! Non ci stiamo capendo nulla di tutta questa storia, voglio sperare che prima o poi avremo un qualche dato su cui lavorare e dovresti augurartelo anche tu!” sospirò Hermione, stanca di quel genere di discussioni che ormai andavano avanti da due giorni.
Era vero che lei provava dell’attrazione per quel tipo, ma di certo non aveva smesso di amare Percy, solo che lui non sembrava capirlo.
“Allora perché non lasci che se ne occupi qualcun altro? Perché stai sempre al suo capezzale ad aspettare che si svegli?” le domandò di rimando il figlio di Poseidone.
“L’ho portato io qui, sono io a dovermene occupare” fu la giustificazione della ragazza.
“Allora dimmi che non provi niente per lui, dimmi che non ne sei attratta. Dimmelo guardandomi negli occhi e la questione finisce qui”
La ragazza arrossì e abbassò lo sguardo.
“Non so cosa sento per lui, Percy” rispose dopo qualche secondo di silenzio e il ragazzo le voltò le spalle e fece per andarsene, le mani strette in pugni.
“Però so cosa provo per te! E io ti amo. E dovresti fidarti di me!” gli urlò dietro.
Il semidio si bloccò,con la mano sul pomello e le sussurrò “non è abbastanza”, dopo di che, uscì dalla stanza.
 
Hermione si costrinse a reprimere il ricordo di quella conversazione, che aveva avuto luogo appena qualche ora prima.
Il cuore le doleva come se lo stessero infilzando di spilli appuntiti, ma non poteva lasciarsi sopraffare da quel sentimento: lei pensava sempre prima al dovere e il suo dovere, in quel momento, era prendersi cura di quel ragazzo e scoprire cosa stava accadendo.
“Che possiamo fare altro?” le chiese una disperata Luna.
“Aspettiamo…” rispose cupa lei.
“Perfetto” commentò ironicamente l’amica, rassegnandosi.
“Perfetto? State parlando di me, vero?”
Domandò una voce alle loro spalle. Era profonda e.. carismatica.
Le due ragazze si voltarono e videro che il giovane aveva aperto gli occhi, si era messo a sedere e stava sorridendo maliziosamente.
“Ehm, in un certo senso” boccheggiò Luna “’Mione..”
“Ci penso io” le disse l’amica, restando impalata nello stesso punto con gli occhi fissi su di lui, finchè non senti la porta sbattere.
A quel punto si avvicinò al letto del ragazzo e si portò dietro una sedia.
“Come ti senti?” gli chiese, porgendogli un bicchiere d’acqua.
Lui non lo prese, ma rimase a guardarlo.
“È acqua” lo rassicurò lei, comprendendo al volo il motivo di quell’esitazione: forse anche quel ragazzo ne aveva passate di cotte e di crude, forse anche lui aveva visto così tante cose brutte da avere paura di fidarsi di qualcuno. “Se ti avessi voluto fare del male, avrei anche potuto risparmiarmi tre giorni ininterrotti di cure” gli fece notare.
Lui allungò il bracco e in un baleno svuotò il bicchiere. Hermione lo riempì nuovamente e dopo qualche secondo tornò di nuovo vuoto.
“Prova a farti investire da un’auto” le suggerì lui.
“Come scusa?” chiese lei, inarcando le sopracciaglia.
“Mi hai chiesto come mi sento”
“Ho fatto il possibile” mormorò la ragazza, con un tono di scuse implicite.
“Lo vedo. Grazie”
“Io sono Hermione Granger” si presentò, porgendogli la mano e il ragazzo la strinse “Io sono Jace”.
“Jace…?”
“Solo Jace” rispose lui molto francamente, poi aggiunse “so che vuoi farmi delle domande”.
“Troppe” ammise lei.
“Tu chiedi. Se potrò darti una risposta, lo farò” le disse.
“Perchè vai in giro armato?”
“Lo faccio sempre” risposta evasiva. Ecco saltare il primo nervo saldo di Hermione.
“Perché seguivi quel ragazzo, al Pandemonium?”
“Non era un ragazzo”
“A me sembrava tanto un ragazzo” ribattè lei.
“Non puoi capire”
“Tu prova a spiegare. Posso capire molte più cose di quanto credi.”
Nessuna risposta. Provò a cambiare domanda.
“Perché mi hai chiesto se potevo vederti?” silenzio.
“Come hai fatto ad ucciderlo?” le chiese lui di rimando e lei capì che si riferiva al mostro.
“Sono addestrata. Ma non risponderò alle tue domande se tu non farai altrettanto. Ti ho salvato la pelle, mi devi un favore” rispose Hermione.
“Il ragazzo era quella cosa” le disse lui.
“Come scusa? Quel mostro era il ragazzo che stavo seguendo?” domandò lei, sgranando gli occhi.
“Spesso sembrano umani. E non era un mostro” spiegò Jace.
“E cosa allora?”
“Un demone. E io sono uno Shadowhunter, un cacciatore di demoni. Ecco perché vado in giro armato. Ti ho chiesto se potevi vedermi, perché ho delle rune dell’invisibilità sul corpo. I mondani, non possono vedermi”
Shadowhunters? Mondani? Ma di che diavolo stava parlando? Hermione si chiese se il ragazzo non avesse battuto troppo forte la testa durante lo scontro e avesse perso qualche rotella.
Jace, da parte sua, non sapeva perché le stava raccontando tutte quelle cose, non avrebbe dovuto farlo, ma non riusciva a trattenersi. Sentiva che poteva fidarsi di quella ragazza e non riusciva a distogliere lo sguardo da quegli occhietti color nocciola. Era sicuro che spiegarsi fosse la cosa giusta da fare, anche se non avrebbe saputo dire cos’era a suggerirglielo.
“Mondani?” chiese lei, inarcando un sopracciglio.
“Coloro che non fanno parte del Mondo Invisibile, ovvero coloro che sono estranei alla realtà dei demoni, dei Nascosti, ecc.” spiegò lui.
“Nascosti? Ti dispiace spiegarmi tutto insieme? Mi fa saltare i nervi sapere le cose a metà” gli disse lei.
“I Nascosti, sono i Lupi Mannari, i Vampiri, gli Stregoni e le Fate. Noi non diamo la caccia a loro, ma se violano gli Accordi, possiamo farlo.”
“Quali accordi?”
“Quelli presi con il Conclave, il governo degli Shadowhunters. Per un momento, quando ho notato che potevi vedermi, ho pensato che fossi una di noi. Voglio dire, anche l’abbigliamento me lo suggeriva. Ma visto che non hai usato delle rune per guarirmi, e che non ne hai nemmeno una tatuata sul corpo, ho capito che non eri una Nephilim” chiarì Jace e aggiunse subito “è un altro modo per chiamare gli Shadowhunters. Ecco, ora è arrivato il momento in cui mi urli contro dicendo che sono pazzo, vero?”
“Per niente. Se tu sei matto, io sono peggio” lo rassicurò lei.
Ci fu qualche minuto di silenzio, finchè il ragazzo non le disse, dal bell’e buono “Hai un accetto inglese”.
“Sono di Londra… più o meno”
“Chi, o cosa, sei, esattamente?” le chiese.
“Faccio parte della Squadra Speciale di Auror Cacciatori, sono una strega che combatte contro i Maghi Oscuri e i Mostri, quelli mitologici s’intende. È una specie di organizzazione nata dopo “La Guerra Dei Due Mondi”, nella quale maghi e semidei hanno lottato fianco a fianco per impedire a Urano di rigenerarsi e distruggere il mondo” rispose Hermione.
Riportò i fatti come se niente fosse, come se fossero righe imparte a memoria da un testo di storia.  
“Stai parlando di dei, come se esistessero e avessero forma”
“È così. E quando rimorchiano i mortali, a volte avendo dei figli con loro, generano i semidei” spiegò la ragazza.
“Whao. E tu, da quanto tempo sei in giro?” le chiese.
Hermione notò che nella sua voce si era insinuato un tono diffidente.
“È un modo gentile per chiedermi quanti anni ho?” rispose sarcasticamente, ma visto che lui continuava a fissarla con gli occhi socchiusi, aggiunse, sospirando, “Circa diciannove anni, diciamo”
“Uhm, sei giovane” commentò lui.
“Finchè dura”
“Come? Streghe e stregoni sono immortali, restate sempre così” esclamò Jace.
“Non nel mio mondo. Non credo di appartenere alla categoria di ‘stregoni’ che conosci tu” gli rispose aspramente.
“Non ci sono categorie che noi non conosciamo” ribattè lui.
“Era quello che credevo anche io, fino a un anno fa, quando una banda di semidei è arrivata nella mia Scuola. Dunque, se i Vampiri e i Lupi, ovvero i Nascosti, hanno questi accordi con il vostro governo, è per questo che non si sentono voci di attacchi agli umani” chiese Hermione.
Il ragazzo annuì.
“Quindi, le aggressioni di cui si parla, non sono assalti di… ehm, Nascosti. E nemmeno dei mostri mitologici.”
“No, sono dei demoni. È successo qualcosa, ce ne sono in giro molti più del solito da qualche mese” la informò Jace “fatichiamo a eliminarli e a rispedirli nella loro dimensione”
“Esiste una dimensione dei demoni?”
“Probabilmente, ne esistono un’infinità” rispose lui.
“Da quanto tempo, ne arrivano di più, precisamente?”
“È cominciato tutto circa dieci mesi fa… ma ancora riuscivamo a tenere tutto nascosto. Poi c’è stato un attacco di Lupi e Vampiri in città e non siamo riusciti a risolvere la faccenda. Il Conclave ha dato di matto, ma non sono state trovate prove contro i clan conosciuti. Poi Manhattan è stata fatta evacuare e noi Shadowhunters siamo tornati a Idris, la nostra ‘città natale’ per così dire” le raccontò.
Hermione sbiancò.
“Ehi, stai bene? Sembra che tu stia per svenire!”
“Tutto bene. Quelli erano i Lupi e i Vampiri alleati di Urano, provenivano dalla Gran Bretagna. Non ci sono Accordi da noi. Poi, verso Giugno, Urano ha dato battaglia, qui a Manhattan e noi lo abbiamo sconfitto. Tuttavia, credo che le cose siano collegate” riflettè la ragazza.
“Come?”
“La conosci la storia di Urano e Gea?”
“Si”
“Ecco, dopo la Guerra dei Titani, la seconda per precisare e ti prego non chiedermi di spiegartelo, si è aperta una spaccatura attraverso la quale i Titani (che sono immortali) avevano evocato Urano da un’altra dimensione. Dopo la Guerra Dei Due Mondi questa spaccatura è stata chiusa, ma magari lo stesso discorso non vale per le vie di accesso dei demoni” suppose Hermione “Magari, quelle sono state rinforzate dall’apertura della spaccatura, ma non, come dire, indebolite dalla sua chiusura”.
“Ha senso. Devo parlarne col Conclave” annunciò il ragazzo.
“E io con il Ministero della Magia” lo avvisò lei.
“Per l’Angelo! È tutto così, confuso” imprecò lui.
  
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