Elysia è una ragazza, ormai.
Ha molti amici a scuola, ed anche qualche corteggiatore, se proprio
vogliamo dirla tutta.
I capelli biondi e un po' mossi le incorniciano il volto allegro e
gentile.
Elysia ha una mamma comprensiva e sorridente, anche se non manca di
correggerla quando sbaglia.
Elysia, però, non ha un papà.
O meglio, sa di averne avuto uno, ma per quanto si sforzi di lui non
ricorda che una figura vestita di blu; le pare avesse i capelli scuri
e, forse, gli occhi chiari, ma di questo non è sicura.
Ricorda una figura sempre presente a cui era naturale voler bene: un
papà di quelli che la sera ti rimboccano le coperte e ti
chiamano principessa.
Questo se lo ricorda, anche se la voce proprio no: per quanto si
sforzi, non riesce a farsi tornare alla mente che suono avesse mai
avuto la voce del suo papà.
Ed allora prende tra le mani il vecchio album di famiglia, quello
grande, in pelle, un po' consumato sui bordi, ed osserva le migliaia di
foto che la ritraggono da bambina. E sorride in silenzio, un po'
commossa e un po' sorpresa di essere stata veramente così
piccola.
Ed osserva la mamma ancora giovane al fianco di quell'uomo di cui non
ricorda la voce e l'odore, quel papà a cui porta i
crisantemi ogni domenica.
Osserva quel volto sorridente, quegli occhi chiari (allora ricordava
bene! Erano davvero chiari!) e quell'espressione buffa.
Ma per quanto guardi quelle vecchie foto, chiuse nell'album di pelle,
un po' consumato sui bordi, non riesce a vedere che uno sconosciuto.