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Autore: Anninsss    14/09/2013    4 recensioni
“Andrà tutto bene Sam..Te lo prometto. Ci sono io adesso.”
Udendo quelle quattro parole, tanto aspettate, tanto cercate, tanto desiderate, altre lacrime mi scendono sulle guancie e sussulto.
Lui se ne accorge, mi stringe di più a se e rimango immobile mentre finalmente avvicina il suo viso al mio.
Le sue labbra sono morbide e calde, è come se fossero un sollievo per le mie così fredde e ruvide.
Sposta le sue mani sui miei fianchi e mi avvicina di più a lui, io ho l’impressione che il mio cuore non batta più, o forse che batta troppo forte per udirlo davvero.
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 11.
 
 






"..that should be me, drivin' to your house
knockin' on your door and kissin' you on the mouth."
 













La porta della biblioteca della scuola si apre con un tonfo rumoroso  che mi costringe ad alzare gli occhi dal libro di filosofia sul quale sto studiando, china sul banco illuminato da una lucetta verde.
Sulla porta d’ingresso scorgo Jane, bionda e un po’ trafelata, che si guarda intorno sperduta nella grande biblioteca silenziosa, e mi cerca con lo sguardo.
Riabbasso immediatamente la testa sul libro, con un scatto, cercando di nascondermi e sperando con tutto il cuore che Jane non mi scorga, seduta in mezzo agli altri studenti immersi nelle loro letture.
“Sam! Finalmente  ti ho trovata!”
Ecco, appunto.
“Finalmente!” dice a voce fin troppo alta, disturbando la quiete della sala, come suo solito.
Muove diversi passi nella mia direzione, i tacchetti delle sue scarpe ultima moda fanno rumore sul pavimento liscio e il suono rimbomba per tutta la sala. Mi rimpiccolisco sempre di più sulla mia sedia, cercando di non farmi riconoscere.
“Shhhh!” esclama la bibliotecaria, appollaiata sul suo scrittoio e da sopra gli occhiali a mezza luna guarda in cagnesco la nuova arrivata. Jane, in tutta risposta la ignora, dopo averle rivolto uno sguardo stizzito e continua ad avanzare verso di me.
Io cerco di sprofondare sempre di più nel mio libro, facendo finta di non conoscerla. Scuoto la testa pensando al livello intellettuale della mia amica, la quale probabilmente non ha mai messo piede in un biblioteca prima d’ora.
 
“Mi scusi signora bibliotecaria, ma la mia amica qui fa a metà cervello con una gallina del pollaio, la prego di scusarci” penso tra me e me e mi copro il viso con il libro, cercando di sembrare il più disinteressata possibile. 
“Ti ho cercato ovunque! Ma dove sei finita!?” continua Jane imperterrita, il tono di voce che non si abbassa nemmeno di un quarto di decibel.
A quanto pare mi ha vista e ora non posso fare più nient’altro per nascondermi. Abbasso il libro sul banco e mi guardo intorno facendo finta di niente. Ormai Jane mi è accanto e mi guarda con i grandi occhi azzurri spalancati e interrogativi.
“Abbiamo da fare ancora tantissime cose per il ballo e tu DEVI aiutarmi!” dice ancora gesticolando animatamente con le mani. Alcuni studenti, disturbati dal baccano alzano la testa per guardarci e io arrossisco di vergogna.
La mia amica sta per sbraitarmi addosso qualcos’altro, quando la bibliotecaria si rivolge a me: “Signorina McJay, è con lei questa ragazza?”.
Il mio sguardo si sposta da Jane alla responsabile della biblioteca e mio malgrado annuisco con la testa, con fare insofferente, come a dire ‘purtroppo si’. “Bene, lei conosce benissimo le regole del silenzio in questa sala. Devo chiedere a tutte e due di uscire.
 
 
“Ok Jane, ti rendi conto che questo è assurdo vero?! Non sono mai stata sbattuta fuori da una biblioteca in vita mia!” dico più a me stessa che a Jane, mentre camminiamo sotto il portico della scuola dirette verso l’uscita.
“Scusami Sammie, ma ti ho cercato per tutta la settimana e tu hai sempre trovato il modo di svignartela! Ho bisogno del tuo aiuto per le coppie del ballo e l’organizzazione delle coccarde e dei festoni!” protesta lei, poi con un gesto naturale sposta i capelli biondi da una spalla all’altra.
Io accelero il passo, cercando di seminarla ma lei mi corre dietro. “Santo cielo Sam, ma si può sapere cos’hai? Smettila di correre che non voglio spettinarmi.”
In tutta risposta mi giro a guardarla male e continuo a camminare. “Come vuoi J.! Se davvero ci tieni mi occupo io delle coppie del ballo, ma ora lasciami in pace. Ci vediamo domani al bar di Beth per il punto della situazione.” Detto questo, lei mi porge una cartellina con tutti i nomi e le coppie, che io guardo con disgusto e poi mi affretto a raggiungere l’uscita.
 











“Non posso crederci!” gli occhi azzurri di Niall sono puntati su di me, la sua bocca incurvata in un sorriso stupendo, che gli dona più di qualunque indumento. Si porta una mano sulla fronte e con nonchalance si sistema il ciuffo di capelli biondi.
Sarebbe tutto perfetto se solo non si stesse prendendo gioco di me, quel nano malefico.
“Ti ha fatto cacciare dalla biblioteca?!” ride e la sua risata è cristallina e musicale. “Samantha McJay che viene sbattuta fuori dalla biblioteca! Dev’essere stato un forte trauma per te!” tra una risata e l’altra sorseggia il suo tè e non mi stacca gli occhi di dosso.
Il bar è affollato, profuma di caffè  e ci sono studenti che chiacchierano tra di loro, proprio come facciamo io e Niall, seduti a un tavolino vicino alla finestra.
Io  sorrido e poi mi limito ad uno sguardo scocciato ma divertito.
“Oh, stai zitto, stupido minimeo!” dico ridendo e gli do uno schiaffetto amichevole sulla mano, lui intreccia le sue dita con le mie.
Ci guardiamo negli occhi, ancora finché io non sposto il mio sguardo fuori dalla finestra, sulla strada innevata.
E vorrei chiedergli perché ancora non mi ha proposto di andare al ballo con lui, sono quasi sul punto di farlo. Ma qualcosa dentro di me mi blocca, mi impedisce di aprire bocca, il fiato mi muore in gola.
E se mi rispondesse che invece ci va già con un’altra ragazza? E se nemmeno mi rispondesse e facesse finta di non aver sentito?
La parte di me che non vuole soffrire, la Sam debole, la ragazza che ha paura di essere ferita e di dimostrare che anche lei ha dei sentimenti, la Samantha vulnerabile e incapace di dire quello che prova, quella parte di me prende il sopravvento e mi costringe a rimanere in silenzio.
Al diavolo questo dannatissimo ballo.
Come se Niall avesse intuito i pensieri turbinosi che si agitano dentro di me, china la testa da un lato e mi chiede che succede.
Io sciolgo l’intreccio delle nostre dita e mio malgrado gli sorrido, cercando di mascherare tutto ciò che mi si agita dentro.
“No, niente.” Gli rispondo e gli rivolgo uno sguardo divertito, sperando che non capisca che è solo uno scudo e che mi sto chiudendo di nuovo in me stessa, negando ogni sentimento che provo nei suoi confronti.
“Stavo solo pensando a quanto sei stupido, nanetto.”
“Parla la giraffa, adesso andiamo, dai.”
 
 














Il sole sta tramontando, e gli alberi prendono il colore delle pesche mature, illuminati dai raggi del giorno che finisce. Sono seduta sul davanzale della finestra, le ginocchia rannicchiate, guardo il solo che scende, colorando tutto di un arancione acceso.
Sospiro tra me e me e penso che il natale è alle porte e non vedo l’ora che inizino le vacanze, per potermi rilassare un po’ e riflettere con tranquillità su tutte le cose che mi sono capitate in questo periodo.

Il bacio di Niall, quella mattina piovosa, la sua visita notturna sul mio terrazzo, la nostra prima e vera uscita sulla Brighton Pier.

La paura di ammettere che lui mi interessa davvero, lo sconforto pensando che ancora non mi abbia chiesto di andare insieme al ballo.

Le sensazioni che provo quando sono con lui, il terrore di essere ferita.

La voglia di raccontare tutto alle mie amiche, il domandarmi se capirebbero.

Vorrei solo avere la forza di chiedere a Niall come stanno davvero le cose tra di noi, ma con tutte le cose da fare per l’organizzazione del ballo, il mille pensieri che mi frullano per la testa, il coraggio mi viene spesso a mancare e non faccio che rimandare, sperando che prima o poi sia lui ad abbattere la barriera che c’è.
L’unico problema, è che la barriera è dentro di me, sono stata io a costruirla, mattone su mattone, con le mie insicurezze e le mie esitazioni.
Mi tocco la fronte, come a voler assorbire tutti questi pensieri e buttarli via, fuori dalla mia finestra, in mezzo alla neve, che li sommerga.
Riabbasso lo sguardo, cercando finalmente di concentrarmi sull’elenco delle coppie che parteciperanno al ballo d’inverno, che è posato sulle mie gambe. Mordicchio distrattamente la penna, rileggendole da capo e riflettendo su cosa manca da aggiungere.
 
-Evie Gates – Harry Styles

-Jenny Jones – Liam Payne 
-Karen Huxley- Zayn Malik
-Samantha McJay –

 

 


Ci risiamo.  
Scuoto di nuovo la testa, molto indecisa sul da farsi, quando sento bussare alla porta della mia stanza.
“Avanti!”
“Ciao Sammie, tutto bene?” il viso sorridente di mio fratello si affaccia dalla porta.
Io gli rispondo con un mugolio di disapprovazione, mentre cerco di trascrivere le coppie senza fare errori e soprattutto senza pensare alla mia situazione.
“Capisco, organizzazione del ballo che odi tanto.”
“Esatto.”
“E tu con chi vai?” mi chiede, il tono che non nasconde una certa curiosità.
Improvvisamente dentro di me si apre una nuova prospettiva, si fa spazio la soluzione a tutti i miei problemi e mi sento davvero stupida a non averci pensato prima.
Alzo per la prima volta il viso dal foglio per guardare mio fratello, indecisa se fidarmi di lui o no.
Lui mi fissa, gli occhi chiari seri e rassicuranti che aspettano una risposta, indagando il mio viso.
“Adam, hai tempo per una chiacchierata tra fratello e sorella?”
 
 














Il giorno seguente, un sabato fresco ma soleggiato, mi sveglio di buonora decisa a seguire i preziosi consigli di mio fratello maggiore.
Sono le 11 quando finalmente, non proprio tranquilla, mi decido ad uscire di casa, con una sciarpa intorno al collo per proteggermi dal freddo.
Ho indossato un vestitino grigio, con un fiocco legato in vita e calze pesanti, un leggero velo di trucco e i capelli profumano di shampoo alla ciliegia.
Cerco di controllare il nervosismo e di ripetermi che qualsiasi cosa succeda, non sarà la fine del mondo.
Infondo, non stiamo insieme.
Cammino con passo spedito, il respiro regolare che forma nuvolette di vapore al contatto con l’aria fredda invernale.
Sorrido, tra me e me, pensando che tutto sommato ho trovato una buona scusa per vederlo e che la sua risata, i suoi occhi, il rossore naturale delle sue guance e il suo profumo di muschio faranno subito fuggire ogni paura e mi faranno stare bene, come ogni volta.
Finalmente dopo una manciata di minuti che però mi sono sembrati ore, arrivo all’incrocio con la via dove abita, Queen Victoria Avenue.
La sua casa si trova proprio una decina di passi più avanti, così prendo un bel respiro, decisa e con un dolce sorriso stampato in faccia svolto l’angolo, per la prima volta sicura di quello che sto per fare: chiedere a Niall Horan di venire con me al ballo di natale della King High School.


Poi tutto succede così in fretta che non ho nemmeno il tempo di pensare che se fossi andata li con il mio cuore in mano, l’avrei scaraventato a terra di proposito, così da non sentire più nessun tipo di sentimento.
Girato l’angolo alzo la testa, e sono sorpresa di vendere poco lontano Niall che esce dalla porta di casa sua e scende i gradini del porticato, fino ad arrivare nel giardino curato e sgombro dalla neve.
Un sorriso mi si di dipinge sul volto e sono sul punto di affrettare il passo per raggiungerlo, quando vedo un’altra figura, raggiungerlo nel giardino, dopo aver sceso i gradini.
Mi fermo di botto, e le parole che stavo per pronunciare per attirare la sua attenzione mi muoiono in gola.
La ragazza gli dice qualcosa che non riesco a sentire, poi gli posa una mano sul petto e dentro di me sento come se un drago si stesse risvegliando e stesse emettendo nuvole di fumo dalle narici.



Poi lei lo attira a se, con uno strattone e lo bacia sulle labbra.



Spalanco gli occhi incredula, incapace  di reagire.
Nella mia testa sento solamente una voce che mi ripete quanto io sia stata ingenua e stupida, quanto mi sia illusa che le sue attenzioni fossero solo per me e per nessun altra.
Prima di vedere qualsiasi altra cosa, non passa nemmeno un secondo, mi giro e correndo ripercorro il piccolo tratto di Queen Victoria Avenue e mi nascono dietro l’angolo da cui ero sbucata poco prima.
Appoggio la schiena al muro dietro al quale ho svoltato, ancora incredula, ferita.
Mi sento come se avessi fatto la cosa più sbagliata del mondo a fidarmi di lui, a pensare che ci fosse qualcosa tra di noi. Mi sento umiliata, delusa, mi sento fredda e vuota
E dentro di me, il muro che avevo eretto continua a diventare più alto e più difficile da abbattere, impossibile. 
Le mie lacrime si mischiano alla pioggia fine che ora mi bagna il viso, che bagna le strade e le case.
Le mie lacrime sono rugiada e tempesta, cadono come la pioggia cade sul mondo.

Dentro di me qualcosa si è incrinato. Corro a casa senza voltarmi indietro. 










Ciao a tutte :D sono tornata! E' passato così tanto da quando ho scritto l'ultima volta, ma ho deciso di riprendere perchè amo con tutto il cuore questa soria. 
Spero che non mi abbiate abbandonata *piange* 
Che ve ne pare? Mi dispiace di aver sferrato questo brutto colpo alla nostra Sammie e mi sento un po' in colpa ahah 
Dovrà sudare un po' per andare a questo ballo ahah che descriverò nel prossimo capitolo e ho un sacco di sorprese in serbo *saltella emozionata* 
Detto questo, che ve ne pare? Fatemi sapere, ci tengo tantissimo a sapere cosa pensate. Anche due parole per dirmi che fa schifo mi bastano ahah 

Su twitter sono sempre: @horanisallineed e mi fa piacere se mi scrivete per dirmi che ne pensate :) 

un Bacio a tutte, sono tornata. 

 
vostra Annins. 
  
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