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Autore: jake84    20/03/2008    1 recensioni
Da quando si è svegliato improvvisamente dal coma, per Scott sono cambiate molte cose.. cosa sono le voci che sente nella testa? e perchè tutti sembrano sapere qualcosa che lui non ricorda? Presto scoprirà verità che non poteva conoscere, troverà amici che non sapeva di avere... e nemici che non immaginava di affrontare..
Genere: Azione, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3

Risveglio

Uno dei sei

 

 

Si vegliò sdraiato su qualcosa. Gli avevano bendato gli occhi. Attese qualche momento, cercando di ricordare quello che era successo. Presto gli tornò in mente tutto, ma era così distante, distaccato… come se fosse successo tanto tempo fa… o a qualcun altro.

C’era qualcun altro nella stanza. Oltre a sentirlo dai suoi movimenti, poteva quasi dire di percepirne la presenza. L’avevano preso alla fine. Le voci nella sua mente tacevano, come addormentate.

“ Dove mi trovo?” chiese Scott a chiunque ci fosse nella stanza.

“ Sei in un laboratorio.” Era la voce di una ragazza. Ma non era quella che lo aveva incantato. Che gli aveva sparato.

“ Cosa mi state facendo?”

“ Niente di quello che pensi Scott.” La ragazza gli si avvicinò. “ Ora ti toglierò la benda dagli occhi.”

Scott si ritrasse istintivamente al tocco delle sue mani fredde, ma pensò che quella poteva essere l’occasione giusta per attaccarla.

“ Prima che te la tolga, voglio dirti che i tuoi poteri non hanno effetto su di me. È per questo che hanno lasciato me qui. Intesi?”

Gli tolse la benda. Scott provò comunque a fissarla negli occhi, come stava imparando a fare istintivamente. La ragazza gli rispose con un sorriso dolce. Aveva i capelli neri, corti. Portava gli occhiali. Era molto graziosa.

“ Io mi chiamo Helen, lieta di conoscerti.” Disse la ragazza.

Scott si guardò in giro. Sembrava la stanza di un ospedale, ma era piena di strane attrezzature. Aveva delle flebo inserite nel braccio. Un altro macchinario era collegato alla sua testa.

“ Sei tu che mi stai facendo questo?” chiese Scott.

La ragazza sorrise di nuovo. “ No. La mia preparazione medica non mi consente di trattare con agenti come te. Agenti del tuo potenziale.”

“ Perché mi hai chiamato agente?” chiese Scott senza smettere di guardarsi intorno.

“ Perché è quello che sei. Quello che sono anch’io.”

“ Per questo i miei poteri non hanno effetto su di te?” chiese ancora.

“ No. Non puoi colpirmi perché, in un certo senso, siamo fratelli.” Disse Helen, poi aggiunse, prevenendo la domanda di Scott. “ Di questo parleremo dopo. Ce ne sarà tempo. So che hai altre domande più urgenti.”

Scott ci pensò un attimo e chiese: “ Sono diventato un topo da laboratorio, vero?”

“ No, per niente. Queste macchine che vedi, servono solo a inibire i tuoi poteri. Giusto il tempo di farti spiegare il necessario. Hai steso 8 agenti speciali là fuori. Capirai che è una procedura necessaria.”

Scott sorrise: “ Stai forse dicendo che mi lascerete andare, dopo?”

Stavolta Helen non rispose al suo sorriso: “ Sto dicendo che quando avrai capito tutto, sarai tu a decidere di restare.”

 

La ragazza gli liberò le mani e le gambe. Scotto si mise seduto. Indossava una tuta asettica, bianca come tutto il resto lì dentro. Provò a scendere dal letto, ma barcollò. Se Helen non l’avesse sorretto, sarebbe caduto a terra.

“ Scusa. Ho dimenticato che gli inibitori ti hanno lasciato spossato. Sarà meglio che prenda delle stampelle.”

Si voltò per cercare le stampelle in un armadietto. Scott vide che aveva ancora una siringa infilata nel braccio. Fece per toglierla, quando Helen gli disse: “ Così ti farai male, Scott.”

Scott rimase di sasso. Helen era girata, non c’erano specchi. “ Come hai fatto a vedermi?”

“ Non sei l’unico ad essere speciale qui dentro. Ecco le stampelle.”

 

“ Ci siamo già incontrati io e te. È successo più di quattro anni fa. È stato allora che ci hanno portato qui, eravamo in sei. Abbiamo cominciato quello che potremmo definire… corso di preparazione. Ci hanno divisi subito e da quel momento non abbiamo più avuto tue notizie. Sei come sparito nel nulla.”

“ Sono… sparito?” chiese Scott. Erano nel corridoio, ma ormai non gli importava dove stessero andando.

“ Sì. Ovviamente dalle cartelle risulterà che eri in qualche programma speciale. Ma non c’erano programmi speciali, ne sono quasi sicura. In tutto questo tempo non siamo riusciti ad avere altre notizie: pensavamo ti avessero chiuso da qualche parte, in isolamento. O che ti avessero ucciso.”

“ Quello che stai dicendo non ha senso.” Disse Scott.

“ No. Come non ha senso che un solo ragazzino di nemmeno quattordici anni uccida diciotto agenti senza muovere un dito.” Disse Helen senza voltarsi.

“ Allora era vero… ho… ho ricordato qualcosa prima…”

“ Sì, il capo ha detto che forse col tempo ricorderai anche il resto. Non è sicuro però. Da quello che so, nessuno sa niente di preciso sul tuo conto. Quindi non credere mai ciecamente a quello che ti diranno. Ci sono solo ipotesi, non certezze. Questo ovviamente è solo un mio consiglio.” Disse la ragazza.

“ Perché?” chiese Scott.

“ Perché cosa?”

“ Perché mi stai dando questo consiglio? Tu sei dalla loro parte.”

Helen, si voltò. Il suo sorriso sembrava sincero. Non riusciva a credere che stesse mentendo. Eppure cerca molta fermezza nei suoi occhi. C’era molto di più.

“ Loro mi hanno aiutata a capire chi sono. Mi hanno mostrato una strada che ho scelto di seguire. Ma non posso dire di essere dalla loro parte.” gli si avvicinò, quasi contando i passi. Continuò, a bassa voce: “ Ci sono cose… cose che devo scoprire e solo restando ne avrò la possibilità. Voglio aiutarti per due motivi. Perché anche tu hai delle domande e solo qui troverai le risposte. E perché tu sei uno dei sei. Solo con te siamo completi. Spero che terrai per te queste informazioni. Anche qui, ci sono segreti da mantenere.”

Helen si voltò senza aspettare risposta. Scott continuò a seguirla, appoggiandosi alla stampella. Quanto desiderava che le voci riprendessero il loro normale chiacchierio. Almeno avrebbe avuto qualcosa di familiare a cui aggrapparsi.

 

“ Chi sono gli altri quattro?”

“ Karen devi averla già incontrata. Solo lei avrebbe potuto fermarti.”

“ La ragazza che mi ha sparato!” sbottò Scott.

“ Sì, lei. Può essere un po’ drastica a volte… ma con te penso che anche io avrei fatto lo stesso. Spero lo capirai. Ti ha sparato dei tranquillanti.” Disse Helen. Anche se era di spalle, capì che stava sorridendo.

“ E gli altri?”

“ Li conoscerai presto. Ti sto portando da loro, oggi sono tutti qui. Penso sia meglio per te conoscere prima il resto della squadra e poi il resto dell’organizzazione. Così avrai qualche punto di riferimento.”

 

Arrivarono ad una stanza, all’apparenza identica a tutte le altre. Ormai aveva calcolato che quel posto fosse lungo diversi chilometri, e le stanze si susseguivano sempre identiche, con le porte situate secondo la stessa logica. Non un’eccezione, non un’anomalia. La cosa che più trovava incredibile, in ogni caso, era il fatto che non avevano incrociato nessuno nei corridoi.

 

“ Sei pronto a conoscere gli altri, Scott?”

  
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