Si è insinuata nelle sue vene, nell’aria che respira, simile ad un’incurabile maledizione.
La Gravity Room, il letto, la sua stessa pelle… tutto odora di lei.
E lui ringhia contro questa avversaria più subdola dei precedenti, cerca scampo nel silenzioso abbraccio della solitudine, ma ormai è tardi.
La sua resistenza s’è infranta giorno dopo giorno, nelle partenze rimandate per assaporare ancora il suo calore, nella muta contemplazione dei suoi occhi, sempre testardamente fissi nei propri, nelle coperte condivise quasi ogni notte.
Per quanto la mattina scappi prima del suo risveglio, è impossibile sfuggirle.
Perfino il cielo porta i suoi colori.