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Autore: Claire_Elen    15/09/2013    3 recensioni
- Prometti che se morirò, spargerai le mie ceneri su Marte.
- E' stato stimato che il viaggio durerebbe dai 6 agli 8 mesi.
- Di, lo giuro.
- Lo giuro.
- Sai, dicono che se respiri piano il tempo rallenta con esso, almeno così dicono gli Indù.
- Il tuo arrivo è sempre coinciso con l'inizio delle prime nevicate. E' una cosa speciale per me.
Io odio la pioggia, infondo.
// Fanfiction Romantica ~ Jared x New Character.
buona lettura!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Capitolo 2- City Of Angels.
( Consiglio a chi la leggerà di ascoltarsi nel frattempo 'City Of Angels, entrerete di più nell'animo di questo cappy :'3)
//
 
Quando Ginevra finì anche il secondo caffè decaffeinato, si costrinse ad alzare lo sguardo per affrontare la persona che le stava davanti.
Alzò un sopracciglio e passò lo sguardo sui lineamenti del viso, sui capelli che una volta erano corti, ora erano di un castano brillante con le punte bionde, un nuovo look, sembrerebbe.
Continuò a guardare il cappello di pelliccia che portava addosso, evidentemente sintetico, e i pantaloni in pelle visibili da qui da quanto aderivano alle sue gambe magre; chiama la cameriera e nel momento in cui lo fa lui la guarda, chinandosi verso di lei e puntando gli occhi sul suo corpo morbido.
Questo la fece indietreggiare appena con la testa, mentre un flebile rossore compare sulle gote.

- Quindi..Ginevra. Mi hai detto che sei una fotografa.
- Si. Faccio dei set fotografici

Ma quando arriva questa cameriera?
L’ unica cosa a cui pensa ora Ginny è quella di bere più caffè possibile, in modo da dimenticare perché aveva accettato di uscire con lui.
Forse si sarebbe fatta portare una bottiglia di Whisky insieme al caffè.
Anche se.. non sembra poi così male.
I lineamenti sono magri e aggraziati, gli occhi non eccessivamente piccoli ma ben proporzionati. Il naso piccolo e piegato appena all’ insù, le braccia piene di vene in rilievo. Questo è decisamente un punto a suo vantaggio.
Quando le sue labbra si appoggiarono sulla tazza in ceramica lo osservò incuriosita dalla piega che prendevano mentre sorrideva e tentava di bere nello stesso tempo.

- Hai visto qualcosa di interessante, Gin?
Dev’ essere la mia immaginazione.
- Scusa, puoi ripetere?
- Ho detto..bella giornata oggi eh?

Indica con l’ indice la finestra, picchiettando le gocce di pioggia che scorrevano.

- Cos’ avevi capito?
- Nulla che valga la pena dire.

Prese il Blackberry dalla tasca posteriore dei jeans e lo posò sul tavolino, accanto alle proprie mani.
Con un piccolo sorriso notò che lui faceva lo stesso, picchiettando le dita sullo schermo.
Puntò lo sguardo fuori e vide che tutte le luci della città si stavano spegnendo mentre quelle delle case si accendevano e risplendevano nella notte calma e fredda con alcuni fiocchi di neve che scendevano lungo la vetrata che prima era bagnata dalla pioggia.
Cosa c’ era in quell’ uomo che l’ attirava così tanto? Sicuramente le mani.
Per qualche strana ragione, Ginevra era fissata con le mani degli uomini.
Le sue poi, erano particolarmente belle.
Non eccessivamente grandi, ma possessive e calorose.
Così calorose che sentiva il calore farle venire i brividi sulle gambe, sotto i pantaloni da ginnastica.
Nel momento in cui lei rabbrividì lui si chinò maggiormente verso di lei e posò le dita sul dorso della mano della ragazza, accerazzando due piccole vene che lo solcavano, forse nel tentativo di farla scaldare.
Meglio così visto che per com’era vestito poteva sembrare un pervertito: si era aspettata, chissà perché, che lui si lanciasse verso di lei con le braccia spalancate per donarle una stretta calorosa.
Poi, il silenzio imbarazzante.
Quando lei si piegò dolorosamente con la schiena per andare incontro a quel tocco lui rafforzò la presa e le strinse il braccio, quel che basta per passare le altre dita sulla mano e aprirla contro la sua, stringendola.

- Hai freddo, Ginevra?

Ginny stava appunto per dire di star morendo congelata in quel bar dell’ angolo più remoto di Detroit, su quella poltrona che sembrava pelle sintetica ma che faceva rimanere incollato il fondoschiena ad essa, quando strozzò la frase prendendosi il labbro inferiore fra i denti e muovendo la testa con un ‘No.’
Vedendo che lui stava per porgerle il proprio giaccone.
Anche se sembrava aver caldo, tutti sarebbero morti assiderati senza la giacca in quella giornata.

‘Dannazione, perché non mi metto mai una giacca più  pesante quando esco?’

Posò l’ altra mano distrattamente sul vetro per indicare un fiocco di neve che era sceso sul piccolo balcone della finestra, sentendo il freddo sotto la punta delle dita, che si arrossarono immediatamente. La chiuse a pugno e la strinse in tasca, sbuffando aria calda dalle narici.
La cioccolata che la cameriera le aveva portato dieci minuti prima ora assomigliava ad un ghiacciolo gusto cioccolato fondente, tanto era fredda: il secondo tè che si era fatta portare al posto della cioccolata si era anch’ esso raffreddato subito, facendo la sorte della precedente bevanda, ed eliminando quindi ogni speranza di potersi ravvivare le mani stringendo la tazza in ceramica.
Stava quasi per alzare il dito ed ordinarsi la terza consumazione, promettendosi di berla anche se voleva dire scottarsi la lingua, quando lui si alzò e le strinse la mano, porgendo i soldi in mano alla ragazza e trascinandola fuori.

- Ehi Jared..che c’è?
- La vedi? La neve?
- Si.. e allora?
- Non vedevo l’ora che venisse l’ inverno ma..sfortunatamente non sono sempre così caloroso. Mi raffreddo facilmente.

Ed era vero.

La stessa mano che prima l’ aveva stretta fra le sue dita era fredda, congelata.
Strinse anche l’ altra intorno alla sua, nella speranza che fosse lei stavolta a scaldarlo, ma non ottenne buoni risultati.
Si girò  a guardarla con un breve sorriso sulle labbra sottili, mentre sempre tenendola per mano cominciava a camminare, stringendosi il berretto di pelliccia sulle orecchie rosse.
Quando Ginny stava appunto per dire che si era fatto tardi e trovare una scusa per lasciare la sua mano, non che lo volesse davvero infondo, lui la bloccò ed alzò un braccio, salutando due ragazzi che camminavano nella loro direzione, entrambi salutandolo.
Mentre si avvicinarono Ginevra riuscì a riconoscere quelli che ben presto avrebbe conosciuto come ‘Shanimal.’  e ‘ Jesus’ e che sarebbero diventati i suoi migliori amici.
Tenete ben conto di questa cosa, il loro legame si vedrà  nei prossimi capitoli)
.. Ginevra riuscì a riconoscere quelli che aveva notato due anni prima insieme a lui, i due componenti della band.
Scambiò un timido ‘Ciao.’ Ad entrambi e li abbracciò trovando un calore immenso e dolce nell’ abbraccio che Shannon le diede, e una forte stretta in quello di Tomo,
ascoltando la conversazione in inglese che stavano intrattenendo e sforzandosi di capire più di quanto aveva dovuto durante l’ uscita con Jared.
‘Ah, parlavano così  dannatamente veloci!’
Riuscì a intuire un ‘Domani’ e ‘Concerto. Cominciò a sbadigliare, mentre alcuni fiocchi le andavano sul viso, sciogliendosi sulle guance accaldate.

- Jared, devo tornare a casa..
- Ma certo.

Salutò entrambi per la seconda volta e continuarono a camminare sul terreno ghiacciato, rischiando quasi di cadere all’ unisono su una lastra di ghiaccio, liberando una risata e tenendosi su a vicenda, come due vecchi amici.
Lei guardava l’ oceano di taxi che si muovevano, anche in quell’ ora di sera, mentre  lui cantava una strofa di’ City of Angels.’ Riuscendo a catturare la sua attenzione, trovando la sua voce estremamente melodica e bellissima, anche se non aveva mai avuto modo di ascoltarla durante quei due anni. E nemmeno prima.
Circa mezz’ ora dopo, Ginevra stava rigirando le chiavi ferma sulla porta, mentre le mani andavano a strofinarsi lungo le maniche del suo giubbotto.

- Allora.. ci vediamo.
- Si.. ci vediamo.

Infilò le chiavi nella toppa e la girò aprendo per metà la porta, mentre lui le bloccava una mano, sorridente.

- Mh? Che c’è?
- Non ti stai dimenticando di qualcosa?

Si chinò chiudendo lievemente gli occhi ghiacciati e appoggiò la mano contro la porta dietro di lei, facendo avvampare le guance pallide della ragazza che entrò in casa, praticamente trascinandoselo dietro.

- Che razza di buffone!
- E’ solo un bacio. Di buonanotte, ovviamente.

Chiuse un occhio e la guardò mentre lei si alzava appena sulle punte e si faceva baciare sulla guancia, in un punto vicino alle labbra.
- Ah. Tieni questo. Ti servirà, sei parecchio infreddolita.
Si tolse il cappello e glielo porse, mettendoglielo in mano.

- Perché?
- Così hai una scusa per riportarmelo, ti pare? Una scusa per incontrarci di nuovo.
- Ribadisco che sei un buffone.

Sorrise e se lo ficcò  in testa, con le orecchiette da orso che sventolavano ai lati della testa.

- Buonanotte, Jared.
- Buonanotte, Ginevra.
 

// Eccomi qui con la fine anche del secondo capitolo! (Certe volte mi stupisco di me stessa. ) di questa fanfic romantica
Grazie a chi segue, alla prossima!
Shanimal GAH. Che nickname carino per Shannon.
   
 
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