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Autore: Claire_Elen    13/09/2013    4 recensioni
- Prometti che se morirò, spargerai le mie ceneri su Marte.
- E' stato stimato che il viaggio durerebbe dai 6 agli 8 mesi.
- Di, lo giuro.
- Lo giuro.
- Sai, dicono che se respiri piano il tempo rallenta con esso, almeno così dicono gli Indù.
- Il tuo arrivo è sempre coinciso con l'inizio delle prime nevicate. E' una cosa speciale per me.
Io odio la pioggia, infondo.
// Fanfiction Romantica ~ Jared x New Character.
buona lettura!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Capitolo 1- Oh my GOD!



L’unica cosa a cui pensava Ginevra in quella fredda giornata invernale era di tornarsene a casa; la temperatura era scesa sotto i 15 gradi e il suo cappotto in pelle minacciava di lasciarla congelata in meno di cinque minuti. Con un imprecazione, si strofinò le mani lungo le braccia per tentare di ravvivarsi, ma così le pelle dell’indumento strofinava contro la pelle gelata, aumentando il dolore.

Strinse la propria migliore amica, Samantha, la mente contorta di quella ragazza che l’aveva trascinata fin lì, senza un motivo e senza spiegazioni, in una freddissima giornata d’inizio Gennaio.

La neve aveva attecchito al suolo e formato uno strato di ghiaccio scivoloso, sulla quale aveva già fatto la prima figura di merda della giornata, finendoci sopra con il fondoschiena.

Mentre avanzavano nelle file sentiva il fiato caldo della sua amica respirarle vicino al collo, facendole venire la pelle d’oca.

- Perché mi hai portata qui? Pensavo che andassimo solo a prendere un caffè da Starbucks.

La ragazza girò lo sguardo verso di lei, puntando i suoi bellissimi occhi azzurri su quelli nocciola dell’amica, con le guance gonfie e arrossate, simile ad una bambina imbronciata.

- Eddai Ginny, è un’ idea grandiosa.

- Non so che idea sia, visto che non ne ho fatto parte.

- Ne stai facendo parte ora.

Eccola che ricominciava con quella tiritera; finse di ascoltarla mentre portava lo sguardo sulla facciata del palazzo sotto a cui erano, che riportava la scritta ‘MagnumRecords.’ Un vecchio negozio di cd e di musica che ormai nessuno ascoltava più.

- Sam, l’unica cosa che vorrei ora è tornarmene a casa e farmi una bella cioccolata calda nella mia tazza con la renna.

Adorava quella dannata tazza: le era stata regalata per il suo quindicesimo compleanno da sua madre, ed era la osa più preziosa del suo passato, in quella casa.

Sua madre se n’era andata quando aveva appena compiuto quindici anni. Senza un ma e senza un perché le aveva fatto il regalo del compleanno e poi se n’era andata.

Puff.

Scomparsa com’era entrata nella sua vita.

Suo padre non aveva mai voluto spiegarle il perché di quel gesto: a volte si limitava a dondolarsi nella sedia e a mormorare un ‘E’ tutta colpa mia.’

Per questo andava dallo psicologo due giorni su tre; la perdita della moglie era stata così veloce e dolorosa da renderlo fuori di testa.

Uno strattone dell’amica la costrinse a girare il viso verso le voci di alcune ragazze, che entravano a fiotti in quel negozietto. Cosa poteva avere di tanto speciale da incassare così tanti clienti in un solo giorno?

Mentre Samantha faceva capolino con la testa Ginevra la seguì, e rimase allibita da quel che vide.

 

 

- Mi hai portato qui per loro?

- Non sono grandiosi?! Sono qui a Detroit per un po’ di tempo prima di iniziare il loro nuovo tour. Kyaa! Sono così eccitata!

- Attenta a non bagnarti allora.

L’amica la fulminò e poi si girò di nuovo verso la vetrata, con il naso spiaccicato contro.

- Guarda che scatta l’allarme del negozio.

- Eddai Ginevra, rilassati un pochettino! Se non sbaglio a te piaceva Jared.

- Jared?

- Il cantante del gruppo!

Sbottò con aria seccata, aggrottando le sopracciglia e indicando il ragazzo fra i tre, con una giacca blu e i capelli corti elegantemente tirati su con la lacca, che firmava autografi seduto su una vecchia scrivania, a gambe accavallate.

- Ora che lo guardo meglio.. preferisco quello basso.

- Intendi Shannon?

- Aah, come vuoi tu! Non so come si chiamano.

Appena furono dentro cominciò a rilassarsi pian piano; le guance ripresero vigore e il loro colorito naturale e ricominciò a sentire il tatto delle dita. Gran bel segno.

Mentre si avvicinarono, lei con un foglio di carta e Sam con una pila intera di cd, portò lo sguardo verso i membri del gruppo: quello basso che aveva adocchiato all’entrata non era per niente male. Ad occhio e croce doveva essere sul metro e settanta, con un paio di braccia forti e vigorose, e un tatuaggio su quello sinistro. Portava degli occhiali da sole neri, probabilmente Rayban, anche se fuori non c’era il sole. L’altro, con un cartellino con scritto “Tomo.” Abbracciava distrattamente le fans e Ginny fù colpita dalla barbetta incolta che gli ricopriva il viso. Anche lui era davvero carino.

‘Prendi nota mentale del gruppo. Magari a casa potrò ascoltarli.’

Poi la sua attenzione venne interrotta dal cantante che porse verso di lei la mano, aprendo un largo sorriso e puntando gli occhi contro di lei; fu un’ istante.

Le guance di Ginevra presero fuoco mentre si immergeva in quelle iridi azzurro ghiaccio e in quel sorriso perfetto. Gli porse tremolante il foglietto e una risatina di Shannon la fece riprendere velocemente, tornando composta.

- She’s cute, isn’t it?

- No, i’m not.

Mormorò appena fra i denti, imbarazzata da come era apparsa difronte a loro.

Stranamente, anche se era uno sconosciuto, si sentiva timida e imbarazzata difronte a lui, come se fosse uno che conosceva da sempre.

Poi lui che la guardava incuriosito e con un sorriso dolce al lato delle labbra non l’aiutava di certo.

Imprecò sottovoce e girò i tacchi, afferrando Sam che stava stritolando il collo al batterista della band e uscendo velocemente con il fiatone corto, neanche avesse fatto una corsa di dieci chilometri.

- Cosa ti è preso? Sei diventata.. tutta rossa.

- Non è successo niente, nulla di nulla.

Voleva solo andare a casa e bere una cioccolata.

Non avrebbe lasciato che uno sconosciuto qualsiasi, uno stupido cantante, rovinasse la sua giornata.

- Sai, Jared mi ha dato il suo numero! Sicura di non volerlo?

- NO!

Ma afferrò il bigliettino che le stava sventolando davanti, infilandolo in tasca mentre camminava via, con l’amica che le sgomitava sul fianco sinistro.



Battè un pugno sulla lavatrice, con un imprecazione.

Era mai possibile che quel dannato arnese non andasse mai quando ne aveva bisogno? Tirò un ulteriore calcio prima di girare la giacca in pelle al contrario, pronta per metterla a lavare.

Svuotò le tasce trovando un pacchetto di chewing-um, due sigarette, un accendino e un bigliettino malridotto piegato in tre.

Lo aprì e lesse il numero scritto sopra, alzando un sopracciglio.

555-…

Non ricordava di chi fosse, così fece per strapparlo ma la sua attenzione venne puntata verso la porta al piano di sopra che suonava insistentemente.

Salendo le scale con il cesto, lo posò sul tavolo e andò ad aprire.

- Buongiorno bellezza.

- Buongiorno a te.

Una Samantha sorridente e invecchiata di due anni le stava porgendo il giornale del mattino, entrando e togliendosi di dosso il cappotto rosso laccato, con sotto un abito elegante e informale, nero con una spaccatura a v sulla schiena.

- Sei andata a far baldoria ragazza?

- Dovresti provare anche tu. Hanno appena aperto un locale qui vicino ed è F A V O L O S O.

- Il modo in cui l’hai detto non mi piace.

Gonfiò le guance e accavallò le gambe, distendendosi sul divano.

- Come vuoi tu, ma sappi che fra poco si esce.

Ginevra puntò lo sguardo indeciso sullo specchio davanti al divano, guardando la propria immagine riflessa; la maglietta nera con cui dormiva normalmente era sudicia, i capelli castani scompigliati e le iridi color nocciola stanche da una lunga giornata di lavoro.

- Dovrò impiegarci almeno 3 ore per sistemare questo nido di uccello che mi ritrovo come capelli. Non possiamo rimandare?

- No. Ti voglio far conoscere un ragazzo carino che è interessato alla fotografia. Coincidenza no? Tu sei una fotografa!

Ed era vero. Il suo amore dopo la tazza con la renna era sicuramente la sua Canon. Nessuno l’avrebbe separata da essa.

- Non ne ho voglia. Approposito, sai di chi è questo numero?L’ho trovato nella tasca della giacca.

Porse il bigliettino stracciato all’amica che sbattè le ciglia annoiata, prima di sgranare gli occhi e alzarsi in piedi come se un riccio gigante le avesse impiantato gli aculei su per il sedere.

- Ma certo!

- Cosa? Hai scoperto di chi è?

- Sei scema? Come abbiamo fatto a dimenticarci dopo tutto questo tempo!

- Anche se non so cosa intendi, ho avuto parecchio da fare ultimamente. Devo ancora finire quella dannata galleria di foto..

- Questo numero..questo numero è di Jared Leto!

- Chi?

- Il cantante della band che ci piaceva due anni fa!

- Che TI piaceva, Sam. TI piaceva.

L’amica roteò gli occhi, sventolandole davanti quel pezzo di carta.

- Mi hai capito o no?!

- E allora?

- E ALLORA.. potresti provare a chiamarlo, no?

- Sarà sicuramente falso. E poi non voglio immischiarmi nella vita di una Rockstar. Ho ben altro a cui pensare.

- Fa come vuoi casalinga piena-di-faccende. Ma se non lo fai tu qualcun altro si prenderà quel bel bocconcino.

- Aspetta.. hai appena chiamato Jared bel bocconcino?

- Ti sei ricordata di come si chiama!

- Oh, falla finita SAMANTHA!

Si girò mentre l’amica le passava il telefono, con il numero già digitato.

- Oh, e va bene.

Cosa le costava provare? Si sarebbero fatte due risate dopo.

Appoggiò la cornetta all’orecchio mentre mescolava l’ impasto della torta.

Fù quasi sorpresa di sentire l’altro rispondere, con una voce assonnata.

‘ Hi. Jared Leto speaking.’

‘ E io sono la regina d’Inghilterra.’

‘ What? I don’t understand..’

‘ Jared, is that you? I’m Ginevra.. the girl you met two years ago.’

Continuarono a conversare mentre Samantha si muoveva sul divano, saltellando di gioia, probabilmente al pensiero di aver trovato l’uomo della sua vita.

- Se sono occupata fra un’ora? Ecco..

Guardò l’amica che scuoteva energicamente la testa.

- No, sono libera. Ok, si, ciao.

Quando riattaccò la ragazza le cinse il collo con le braccia, rischiando di farle cadere l’impasto a terra.

Si chiuse in camera e, che voi ci crediate o meno, tre quarti d’ora dopo era pronta, vestita casual con il paio di Sneakers migliore che aveva.

Camminando nella strada principale pensò se non era tutto uno scherzo: magari poteva essere un maniaco che si spacciava per lui e la voleva stuprare in un vicolo. La sua fantasia era davvero sfrenata quando le capitavano certe cose.

Non poteva davvero star andando ad un appuntamento con un personaggio famoso, vero? Naah.

Mezz’ora dopo e quattro Starbucks più tardi,  si appoggiò all’angolo dell’incontro e si guardò intorno, ma dell’uomo nemmeno l’ombra.

Fù quando vide un berretto di pelliccia e dei pantaloni stretti in pelle che lo riconobbe; agitò una mano nella sua direzione, e pensò che poteva aver sbagliato persona.

Si guardò dietro ma non c’era nessuno, e infondo lei non era cambiata di una virgola dopo due anni.

Lasciò che si avvicinasse cautamente, porgendole la mano.

- Gi..nevra, right?

- Jared?

Incastrò gli occhi nocciola nei suoi, mentre lui ricambiava lo stesso sguardo interessato.

- Yes, i am.

Non era possibile che su tutte le milioni di persone che abitavano a Detroit incappasse proprio in lui. Ma quegl’occhi erano difficili da dimenticare.

 

 // Fine primo cappy! >w< spero sia piaciuto!

Grazie a chi lo leggerà :) 


 
   
 
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