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Autore: Parabates    15/09/2013    9 recensioni
Era una ragazza di circa diciassette anni. La vide un giorno della scorsa estate, in un prato, stava leggendo un libro, era d'incredibile bellezza. Era così strano di quei tempi vedere una ragazza così giovane sola e con gli occhi calamitati su quel tomo. Incuriosito, le si avvicinò abbastanza per cogliere meglio i suoi tratti. [...] Ricordava questo, questo e nient'altro nonostante l'avesse vista qualche ora prima.
In questo racconto è presente una malattia terminale, il cancro. Non verrà trattata in modo specifico, verrà tenuta piuttosto in disparte e in modo fittizio.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Secondo.


trailer: https://www.youtube.com/watch?v=zHwg9fBEuHY
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Arrivato a casa, sbatté la porta, ma non lo fece di proposito, c'era troppa corrente, sua madre sobbalzò come se fosse stata improvvisamente risvegliata da un sogno, quando vide il suo viso, il ragazzo si accorse che c'era una nota di malinconia mista a della disperazione nei suoi occhi. Probabilmente non l'aveva mai vista così, oppure non era mai stato attento a quello che sentiva la madre. Proprio lui che era attento a tutto, non si era accorto dello stato emotivo di sua madre. Lei, con aria stanca, buttò le sue braccia, anch'esse ormai affaticate dagli anni, intorno al collo dell'unico figlio. "Dove sei stato, David?" gli chiese come se mai si fosse allontanato una giornata da casa, come se fosse scappato lontano mesi e mesi senza chiamare una volta. "Nei soliti posti, mamma" tagliò corto il ragazzo, non per essere scontroso, ma perché aveva altro da chiederle; stava per porre alla madre la domanda, quando quest'ultima iniziò a singhiozzare disperatamente. David strinse a sé la madre in un modo che non aveva mai fatto: come se i ruoli si fossero invertiti, che lei fosse la sua piccola bambina che era appena caduta e si era sbucciata un ginocchio, come se fosse un cucciolo tremante dal freddo da dover riscaldare e allo stesso tempo fragile come una bellissima e fragilissima foglia d'autunno appena caduta dall'albero. La madre si ritirò bruscamente, come se si fosse resa conto di aver in qualche modo spaventato il ragazzo e si diresse in cucina, il figlio fece per seguirla, ma venne bloccato da una presa forte intorno al suo braccio, la mano di suo padre. Con un volto piuttosto sorpreso, David incontrò quello di suo padre, che era tutt'altro che sorpreso, era duro e arrabbiato. Sapeva cosa sarebbe successo dopo, il padre avrebbe iniziato a rimproverarlo su come sperperava la gioventù a non fare niente -come se loro gli permettessero di fare quello che gli altri ragazzi facevano- e sul fatto che gli facevano buttare i soldi pagando quell'insegnante privato che veniva tutte le mattine per cercare di fargli lezione. Ma sorprendentemente non furono delle urla che le orecchie di David sentirono, ma parole sussurrate: "David, devi smetterla di comportarti in questo modo. Se non ti importa della tua istruzione, della tua sicurezza o di te in generale, non mi interessa, ma guarda, stai distruggendo tua madre. Non puoi andartene in giro tutto il giorno tutti i giorni senza dire niente in questo modo. Devi capire che la vita non è un gioco, non puoi fare quello che ti pare e tantomeno non puoi giocare con i sentimenti degli altri, le stai facendo del male, apri gli occhi". Queste parole fecero sussultare David, che mai avrebbe pensato di poter far male a qualcuno e sua madre era l'ultima persona che avrebbe voluto ferire. Non rispose al padre, con un movimento veloce si liberò dalla presa e si avviò verso la sua camera, sommerso dai pensieri. Si levò le scarpe, gettandole incurante in mezzo alla stanza, si buttò sul letto, s'infilò le cuffie, azioni ormai comune tra gli adolescenti, e non si accorse che si era addormentato finché non si svegliò nel cuore della notte con un forte senso di appetito. 




SPAZIO AUTRICE
buongiorno gente, scusate per il ritardo, avrei dovuto pubblicarlo prima, ma la scuola e la pallavolo mi occupano un sacco di tempo e io non riesco più a scrivere. E siamo solo alla prima settimana, non so se ridere o piangere, seriamente. Comunque, questa, da un certo punto di vista, è una delle mie parti preferite, comunque avrete notato che la storia si velocizza un pochino, non ci sono più tutti quei dettagli. Ad ogni modo, spero che vi piaccia e che continuiate a seguirmi.
Grazie a tutti.
S.
xoxo

   
 
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