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Autore: Frozen pal    15/09/2013    1 recensioni
Quattro sorelle vengono chiamate al cospetto di Odino, Padre degli dèi, per un'emergenza: Midgard, il mondo terrestre, sta per affrontare una minaccia. Saranno in grado di salvare la Terra?
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Altri, Chris Hemsworth, Tom Hiddleston, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Due settimane. Due maledettissime settimane fa io ero a farmi un bagno di tre ore tra i pesci che popolavano le acque vaste di Asgard. Una settimana fa mia sorella Sydne cavalcava liberamente per le praterie che circondavano casa nostra, mentre Dalia cantava ninna nanne antiche per conto suo ed Eileen si faceva il suo trattamento ai carboni ardenti.
Invece, ora ci trovavamo ad un giorno dall’inizio di una battaglia che dovevamo vincere per Midgard, per Asgard, per tutti noi, per Thor… E per non so chi altro… Senza nemmeno volerlo.
< Freya, sai vero che se non dormi, domani non sarai pronta ad affrontare la battaglia? >
< Mica è domani la battaglia… > Risposi fredda.
< Come no?... Ti sei forse addestrata per dare cibo a Venus senza che ti mangi anche la mano?> disse con evidente disprezzo verso il lupo di Sydne
< Wrath, come lo spieghi… Thor che va al Bifrost senza i suoi compagni, senza nessuna di noi, armato, a cavallo e che non ha alcuna intenzione di fermarsi? > Indicai una chioma bionda che cavalcava un cavallo bianco nel bel mezzo della notte. < Lo seguiamo? >
< E me lo chiedi anche? Ho una sella per farci stare il carico di cibo sopra? No, dato che sono il destriero di una delle quattro sorelle alchimiste! > Gli tappai il muso.
< Alza ancora una volta il tuo vocione così e giuro che ti acceco sputandoti negli occhi, chiaro? > Sussurrai nervosa. < Ed ora… > Montai in sella, facendo un po’ di fatica, fra la stanchezza e la poca voglia di cacciarmi nei guai. Ma diamine, che voleva fare il biondino senza di noi? Eh? < Partiamo! >
< Con piacere! > Wrath prese la rincorsa e poi si lanciò dal balcone, spiccando il volo e aumentando le sue dimensioni mentre planava sui giardini del grande palazzo reale.
Il paesaggio notturno era il mio preferito, non che di giorno non adorassi Asgard, ma almeno di notte il sole non accecava proprio nessuno e la tranquillità e il silenzio regnavano sovrani. Non facemmo in tempo a bloccare Thor, o a proporgli di portarci con lui, poiché il Bifrost si attivò non appena Wrath toccò il suolo del Ponte dell’Arcobaleno, scesi e pensai a cosa fare.
< Alchimista, non è un po’ freddo per girare con quella maglia? > La voce dell’uomo dalla pelle scura, con gli occhi ambrati e l’armatura dorata, mi fece venire i brividi da quanto era profonda.
< I-io… >
< Freya, non potete passare, per quanto le vostre siano nobili intenzioni > Spalancai gli occhi.
< Allora è vero che sai vedere ogni minima cosa ad Asgard… Bhè non mi bloccherai facilmente >
< E non ho alcuna intenzione di farlo > Lo guardai stranita. < Tu devi andare su Midgard >
< C’è forse un mandato dove posso leggere questo… Ordine da eseguire? >
< Non fare storie, alchimista, sappiamo tutti e due a cosa mi riferisco > Aveva ragione. < La profezia si avvererà, starà a te e alle tue sorelle sceglierne l’esito > Sospirai.
< Allora attiva il Bifrost, Heimdall, vado su Midgard > Mi voltai verso Wrath e mi avvicinai a lui per salutarlo. < Mi sarai più utile stando qua con le mie sorelle, fingi che sono accidentalmente scomparsa e digli della profezia in privato. Loro poi sapranno di certo cosa fare >
< Accetto l’incarico, a presto Freya, buona fortuna > Gli abbracciai il muso.
< Grazie Wrath, davvero > Gli sorrisi e poi mi avvicinai dove una luce accecante aveva la forza di attirarmi a sé. Venni attirata proprio all’interno del portale un secondo prima che decidessi di buttarmici.
Fu come vivere un sogno, uno di quelli in cui cadi nel vuoto e pensi che sia reale, che morirai schiacciato a terra per davvero. Così accadde a me, mi spiaccicai al suolo dopo qualche secondo di caduta libera.
Quando mi alzai, mi resi conto di essere su un terreno a me sconosciuto, era notte e avevo un brutto presentimento… Il cielo era pieno di tuoni e lampi.
Sicuramente ero nel posto giusto.
Cominciai a camminare là dove avevo avvistato un oggetto volante, su cui era atterrato qualcosa che aveva emanato una piccola luce. Ecco, ora qualcosa stava uscendo da quell’affare nero…
Mi misi a correre e saltai da un albero all’altro con un po’ di difficoltà, ricevendo in faccia qualche rametto ogni tanto, fino ad arrivare vicino ad una rupe, dove erano appena atterrati due uomini. Mi corressi, due dèi, di preciso Thor e… Loki, il traditore.
Deglutì a fatica, prima di avvicinarmi e restare nascosta nel buio, ad ascoltare la loro conversazione. < Ascoltami bene fratello > Fece Thor con il suo fare spavaldo. Ma qualcosa lo buttò giù dalla rupe. < Ascolto > Disse il moro, con fare sarcastico.
Mi sorprese la sua calma: era in mano a suo fratello e non scappava, anzi era tranquillo, troppo.
< Perché non te la dai a gambe? > Intervenni, mostrandomi alla poca luce che rifletteva la luna.
Ciò che ottenni fu un paio di occhi verdi che mi squadrarono da capo a piedi, un inchino e un sorriso falso. < Quale onore, una così bella fanciulla davanti a me, lieto di essere di vostro interesse >
< Mi interessi solo perché credo che c’entri tu con la battaglia che dovremo vincere >
< A quanto pare non sei una semplice dama di corte… Dico bene? >
< Indovina tu che cosa sono > Battei le mani e toccai la roccia, che avvolse il dio degli inganni in una trappola da cui non poteva scappare facilmente, non potendo usare le mani per fare magie. Scoppiò a ridere. < Una giovane alchimista! Chi l’avrebbe mai detto? > Sembrava volermi prendere per i fondelli. < Davvero… Non credevo che con una simile giovinezza, si potesse possedere così tanta conoscenza> < Non ti libero, è inutile mettere buone parole >
Entrambi ci voltammo di scatto sentendo che c’era in atto un combattimento fra tre persone, di cui una Thor. Rabbrividì non appena mi sentì osservata, notando che la testa del dio del tuono guardava verso me e il suo fratellastro, capì che avrei ricevuto una bella sgridata, presto o tardi.

< Non ci posso credere… E Heimdall ti ha permesso di passare?!? > Battè il terzo pugno sulla scrivania, che stava per rompersi. < Perché?!? >
< Non farò del male a nessuno, tanto meno sarò d’intralcio > Promisi, dentro di me. < E poi non sono io quella che dovrebbe sentirsi amareggiata o in colpa, ma tu! Dio del tuono dei miei stivali, che hai infranto la promessa del partire tutti insieme per combattere il mezzo Jotun! >
< Te le sta cantando per bene, Shakespeare in estiva, comincio a fare il tifo per la ragazza > Uno di quelli che aveva combattuto contro Thor era appena entrato nella sala dove Thor aveva chiuso tutto. < Ah già non ci conosciamo, Ironman al vostro servizio madame > Lo guardai male, poi guardai i soldati midgardiani mentre portavano Loki non so dove. Non fece fatica a guardarmi, tanto meno a sorridermi sfacciatamente e in modo inquietante. Feci fatica a trattenere il respiro affannato, che avevo quando ero agitata, quando ero osservata e mi sentivo debole e un fenomeno da baraccone.
< Madame?... Senti calma okay? > Fissai l’uomo con i capelli neri con gli occhi spalancati per il panico. < Senti piccola respira okay? E’ solo un piccolo cervo che è stato catturato. Sei al sicuro > Annuì.
Mi ripresi piano piano, poi mi vennero i sensi di colpa: avevo appena mostrato di essere debole, in una situazione dove invece sarei dovuta essere forte, dove non c’era spazio per il panico.
< Ti ringrazio… Ironman?... Posso chiamarti Acciaio? >
< Tecnicamente non c’entro molto con l’acciaio… Ma il nome non è male lo ammetto >
< Invece di farti dare un soprannome, dovresti rendere omaggio a questa fanciulla, Stark > Un ragazzo con i capelli biondi e il fisico davvero robusto e alto entrò nella stanza. < Senza di lei, Loki sarebbe scappato > < Ma infatti gli sono grato, gli ho permesso di parlarmi e darmi un soprannome >
< Di sicuro non è grazie alla tua armatura che siamo riusciti ad avere Loki in gabbia >
< Credi che non l’abbia capito, Capitan Ghiacciolo? > Non mi piaceva come si stava evolvendo la situazione. < Vi prego smettetela > Un’altra voce maschile, seguita da un individuo dai capelli brizzolati, si fece strada. < Ha ragione quell’uomo… Uomo? > Sentivo la presenza di qualcosa di più, in quel midgardiano.
< Hai già capito che la normalità non fa parte di me, vero? > Dentro di sé aveva una forza sovrannaturale. < Hei > Un paio di braccia possenti mi prese per i fianchi e mi tirò indietro, Thor si mise davanti a me. < Lei è con me, e nessuno oserà torcerle un solo capello >
< Anche perché sono… > Mi spostai. < Capace di badare a me stessa… E… Ho un brutto presentimento > < E ti dovremmo ascoltare? > Questa volta entrò nella stanza una donna dai capelli rossi, un po’ più bassa di me, ma incuteva paura solo il suo sguardo. < Dovremmo fidarci di voi? >
< Sentite, solo perché Loki sia così, non vuol dire che ad Asgard siamo tutti così. E poi… E’ mio fratello > < Ha ucciso ottanta persone in due giorni > Rispose prontamente la rossa.
< E’ adottato > Mi scappò un sorriso, ma poi scossi la testa.
< Perfino tu lo stai abbandonando Thor… > Mi tappai la bocca di scatto.
In quel momento tutti cominciarono a discutere tra loro, tutti urlavano e si prendevano gioco degli altri e per un attimo pensai che la forza dell’uomo con i capelli brizzolati si potesse scatenare.
Poi osservai fuori dalla grande vetrata dell’edificio volante, notai un oggetto che volava a velocità costante, vicino a noi, come se ci stesse osservando a distanza. Magari poteva anche sentirci.
< Aspe… Hei! Ascoltate… Aaargh… > Ringhiai e me ne andai.
Mi diressi verso un lungo corridoio, poi scesi le scale e passai di fianco ad un paio di finestre che facevano vedere il contenuto di una sala: una gabbia, con i vetri trasparenti. Di utilità davvero inutile. Mi bloccai quando vidi seduto Loki, dentro la gabbia, allora mi decisi ad entrare, per utilizzare i miei poteri e capire quale fosse il suo piano. Dalia era quella più esperta nella lettura della mente, ma dovevo cavarmela. < A cosa devo l’onore, Freya, alchimista? > Incrociai le braccia e fissai gli occhi verdi di Loki.
< Perché?> Mi sorrise, sfacciatamente. < Senti, io non ti ho mai conosciuto, a parte una volta, quando mi hai salvato la vita da uno dei tuoi simili… > Fece una smorfia.
< Tu… Eri quella messaggera, dunque? > Allargai le braccia. < Non credo a ciò che vedo… Vi siete trasformata, è come se quella ragazza pelle e ossa avesse subìto un incantesimo potente >
< O semplicemente una notte fosse cambiata, come tutte le mie sorelle dopotutto, senti, puoi dirmi perché ti comporti come un folle? Perché distruggere un mondo del genere? Perché non distruggere i Chitauri? Visto che hanno corrotto anche te… > I suo occhi verdi si spalancarono, si alzò e sbattè un pugno sul vetro, facendomi sobbalzare.
< E tu, alchimista, come sei a conoscenza di tutto ciò? >
< Ho… Studiato da quando ho avuto la capacità di intendere e di volere? Cioè a sette anni? > Fece l’offeso. < Se non vuoi una risposta sarcastica, allora non fare domande stupide > In qualche modo, una persona del genere poteva essere presa in giro. Fantastico. < Non voglio che tu muoia, sono ancora in debito con te, chiaro?... Ma… Ti hanno voluto bene Frigga e Thor, tralasciando Odino perché aveva i suo problemi con gli Jotun, ma… Non hai motivo per esserci ostile >
< Hai intenzioni nobili, alchimista, ma non funzioneranno con me, mettitelo in testa > Ero stufa.
La seconda persona che poteva farmi perdere la mia infinita pazienza l’avevo finalmente trovata.
Battei le mani e le appoggiai al vetro, fondendomi con esso e trapassandolo. Presi per il colletto della veste il dio degli inganni e lo costrinsi a guardarmi negli occhi.
< Fai ciò che vuoi allora, distruggi tutto, o almeno provaci. Ma non dire poi che non ti avevo offerto pace, perdono e salvezza, chiaro? > Gli sussurrai, quasi ringhiando.
Ero consapevole che mi sarei trasformata in un animale, prima o poi, perdevo troppo facilmente la pazienza. Poi tremò tutto, non riuscì a reggermi e caddi addosso a Loki, sbattendo la testa contro il suo petto.
< Comoda? > Gli tirai un ceffone e mi alzai di scatto.
Non appena fu in piedi, il dio non mi tolse gli occhi di dosso, sapevo che mi fissava, perché stavo per andare in panico, ma tentai di trattenermi.
< Mi piaci, alchimista > Lo guardai male.
< Tu a me no >
< Si può sempre cambiare idea, no? >
< Non è facile che io cambi idea >
Battei le mani e mi avvicinai al vetro, ma Loki poteva benissimo toccarmi anche solo una spalla, per liberarsi. Perciò lo spinsi a terra e uscì dalla gabbia. Nel vederlo ancora sdraiato, sospirai di sollievo. Ma una luce rossa si illuminò, facendo un rumore terribile.
Mi resi conto che qualcosa era andato storto, e che eravamo tutti in pericolo.
  
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