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Autore: Fenrir_23    15/09/2013    3 recensioni
Storia ambientata 25 anni dopo la partenza di Ash da casa. Il protagonista è il figlio di Ash.
"Qual era il Pokèmon migliore per lui? ... Quello che sicuramente l’attirava di più era Charmander."
La pokéball non ebbe nemmeno bisogno di dondolare. Si chiuse al primo tocco. La ragazza misteriosa la raccolse da terra e si avvicinò a Mat, porgendogli una mano per aiutarlo ad alzarsi.
“Piacere, io mi chiamo Maky. E tu?”
Ash osservò il microscopico apparecchio nella mano del professore.
“Un microchip…” Sussurrò, leggendo la piccolissima scritta incisa su di esso. “Team Rocket, fabbrica Dark Pokémon.”
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ash, Delia Ketchum, Gary, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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                          LA GARA PIGLIAMOSCHE

                       


Mat camminava per le vie della caotica Saffron City con entusiasmo al fianco dei suoi compagni di viaggio Maky e Leon, seguito dalla fidata Charmander. Erano arrivati in città il giorno prima, dopo quasi tre settimane di viaggio, durante il quale avevano ripercorso la strada per tornare a Cerulean City per prendere successivamente un sentiero diverso che li aveva portati a destinazione. Il viaggio era proceduto senza intoppi, ma era stato ricco di sfide con altri allenatori e Mat aveva avuto modo di acquisire parecchia esperienza.

Il suo entusiasmo di quel giorno non era casuale: Maky aveva proposto di prendere il treno diretto che, in alcune ore di viaggio, li avrebbe portati alla città più grande di di Johto: Goldenrod City, dove abitava un caro amico della ragazza.
Il trio di viaggiatori raggiunse la stazione e s’imbarcò sul treno con una buona mezz’ora di anticipo.
Maky aveva un bel sorriso stampato sul volto da quando si era svegliata; Mat ovviamente l’aveva notato, ma non osò chiederle il motivo temendo di fare una domanda imbarazzante. Prese una guida su come preparare il miglior cibo per Pokémon e si mise a leggerla con calma. Ci vollero quasi cinque ore per giungere a destinazione, più di quello che avevano previsto: quando scesero dal treno era già pieno pomeriggio.
La stazione di Golderod City era molto simile a quella di Saffron, ma quando all’aperto la differenza fra le due città fu subito evidente: per Mat, abituato alla vita di Pallet, quella posto rappresentava il caos puro. Era circondato da alti palazzi, casinò, negozi, gente che andava e veniva per le vie intricate.
Si fece più vicino a Maky, sentendosi un po’ smarrito.
Il trio di viaggiatori camminò per una mezz’ora abbondante, imboccando infine una via stretta e chiusa.
Maky si fermò davanti ad un portone che dava sulla strada e citofonò: una voce maschile rispose, invitandoli a salire. Percorsero due piani di scale e l’allenatrice bussò ad una porta in legno.
 Un ragazzo che sembrava avere poco più di vent’anni aprì, accogliendoli con un sorriso. Baciò maky sulla guancia sinistra, facendo arrossire Mat come un pomodoro.
“Che c’è?” Lo schernì Leon, sussurrando.” Sei troppo piccolo per vedere due persone che si baciano?
Matthew arrossì se possibile ancora di più, di vergogna e rabbia. Possibile che fosse così tardo? Ecco perché Maky gli era sembrata particolarmente allegra quel giorno. Quel ragazzo alto, dal fisico robusto e capelli ed occhi castani, doveva essere il suo fidanzato.
Il ragazzino entrò timidamente in casa: era un piccolo appartamento polveroso, dall’arredamento essenziale: libri di tutte le grandezze erano sparsi in ogni angolo della cucina e del piccolo salottino d’ingresso.
“Scusate …” Disse il ragazzo, imbarazzato. ”Maky mi ha avvisato del vostro arrivo solo stamani e non sono riuscito a sistemare.”
I due si scambiarono un sorriso.
“Comunque mi presento …   mi chiamo Edward. Sto studiando per diventare un ricercatore di Pokémon.”
Leon e Matthew ricambiarono la stretta di mano. A dispetto di quello che aveva provato vedendolo, ora Mat iniziava ad avvertire una simpatia spontanea nei confronti del fidanzato di Maky.
“Il professor Elm sta per andare in pensione” Continuò a spiegare il ragazzo.” E io vorrei prendere il suo posto.”
Un tonfo interruppe la loro conversazione: Mat si girò di scatto, incontrando gli inquietanti occhi viola dalla pupilla luccicante di un Espeon, che dopo aver squadrato lui e gli altri per qualche secondo, tornò a dormire in un angolo della cucina.
“Espeon è un Pokémon abbastanza schivo.” Disse Edward, invitandoli a sedersi in cucina. “Volete qualcosa da bere?”
 
 
 
 
 
 
Dopo una lunga chiacchierata, il quartetto composto da Mat, Leon, Maky ed Edward, aveva deciso di recarsi al Parco Nazionale poco distante da Goldenrod City per prendere parte alla gara pigliamosche, un evento che si sarebbe svolto proprio quel giorno.
“Al vincitore vengono regalati il Pokémon ed un premio.” Spiegò Edward, afferrando una mano di Maky.
Mat non aveva mai visto la sua compagnia di viaggio in quel modo, abituato a pensare a lei come ad una figura inarrivabile, quasi distaccata, e gli sguardi dolci che si scambiavano i due fidanzati lo mettevano tremendamente a disagio. Per una volta, ringrazio Leon di essere con lui.
Arrivarono al parco dopo una ventina di minuti di marcia: all’entrata un folto gruppo di persone era radunato davanti ad una piccola biglietteria per partecipare alla competizione.
Mat si sfregò le mani, già pregustandosi la cattura di un Pokémon di Johto: voleva assolutamente vincere, ma dubitava di riuscirci con Maky iscritta. Poteva sempre contare sulla fortuna.
L’uomo che avrebbe giudicato i Pokémon catturati spiegò le regole della gara.
“I partecipanti dovranno catturare un Pokémon coleottero entro mezz’ora dall’inizio.”
Alcuni uomini passarono fra gli allenatori in attesa di iniziare, distribuendo delle strane Pokéball di colore verde.
“è obbligatorio l’uso delle Park ball, e potete utilizzare un solo Pokémon a testa.”
Mat non portò con sé Charmander; voleva rafforzare il suo rapporto con Pidgeotto, che non mandava in campo da un po’ di tempo.
Maky scelse di farsi accompagnare da Eevee, Leon partecipò col il suo nuovo Ponyta.
Edward invece aveva deciso di non partecipare: non amava particolarmente quel tipo di competizioni.
L’iniziò della gara fu annunciato dallo strillare di un Dodrio.
Matthew s’ immerse nel folto del parco con Pidgeotto appollaiato sulla spalla. La vegetazione era abbondante: s’inoltrò nel cuore della riserva, dove sperava di incontrare i Pokémon più forti. Si fece largo fra le fronde degli alberi, rischiando di inciampare nelle grosse radici.
Uno Spinarak si calò giù da un ramo utilizzando la sua spessa ragnatela. Matthew non attendeva altro.
“Pidgeotto, colpiscilo!”
Il povero Pokémon fu sbalzato a diversi metri di distanza, ma si rimise subito in piedi, attaccando con la ragnatela. Pidgeotto la schivò facilmente, partendo alla carica con un attacco raffica, che però ebbe l’effetto di scagliare Spinarak nell’erba alta facendolo perdere di vista all’allenatore.
Il Pokémon di tipo volante si lasciò scappare un verso di disappunto.
“Non fa nulla.” Lo rassicurò Mat.”Ne troveremo un altro.”
Continuò a procedere per un buon quarto d’ora, ma i Pokémon si erano fatti sospettosi e sfuggenti. Il giovane allenatore si lasciò sfuggire un sospiro di rassegnazione, pensando che in fondo sapeva di non poter vincere. Ora mancavano solo dieci minuti allo scadere del tempo e non sapeva nemmeno in quale parte del parco si trovava.
Andò a sedersi su una roccia, iniziando a pensare.
Lui odiava catturare i Pokémon strappandoli alla natura, preferiva farseli amici … perché aveva deciso di partecipare? Ora capiva perfettamente il motivo per il quale Edward non aveva preso parte alla gara. Fece per alzarsi, ma l’ombra di qualcosa di grosso lo inchiodò lì dov’era.
“Giòòòòò!” Pidgeotto rizzò le penne sulla testa, sbattendo le ali.
Mat alzò lo sguardo. Un Pokémon di colore verde, alto una decina di centimetri in più di lui, con affilatissime lame al posto delle braccia e sguardo aggressivo lo stava fissando.
“Saaaiteeèèr!”
 Mat sfoderò il Pokédex, chiedendo informazioni: “Scyther. è molto intelligente, ma i maschi tendono ad essere solitari e aggressivi. Le femmine vivono in sciami familiari guidati da un unico maschio. Se uno sfidante vince il capobranco in lotta, esso diventerà il nuovo Leader dello sciame e il Scyther sconfitto sarà tenuto a distanza.” Spiegò l’apparecchio elettronico, per poi aggiungere.” In questo caso si tratta di un maschio, per via dell’addome di dimensioni ridotte.”
“Saaaaaaaiiiiiiiiii!”
Mat si tirò il cappellino all’indietro, pronto alla sfida. Quel Pokémon era talmente aggressivo da fargli paura, ma non aveva intenzione di fare marcia indietro. Catturandolo avrebbe potuto vincere, si era già dimenticato delle riflessioni di un attimo prima. E comunque gli rimanevano poche alternative: scappare era impossibile.
Il Pokémon puntò una delle sue lame verso il ragazzino, in un gesto di sfida. Sembrava volergli dire:”Dimostrami quanto sei forte e ti seguirò.”
“Pidgeotto, attacco rapido!”
Il Pokémon di tipo volante si scagliò a tutta velocità contro il nemico: Scyther non poteva volare molto in alto con le sue piccole ali, ma era abbastanza agile da mettere in difficoltà anche un avversario come quello.
“Attacco turbine!”
Il forte vento generato dalla mossa di Pidgeotto costrinse il nemico a tornare a terra. Ora i due Pokémon si squadravano a distanza.
Scyther iniziò a roteare su se stesso, accumulando energia con un potente danza spada e scagliandosi contro l’avversario che venne preso in pieno dalle lame taglienti. Pidgeotto era ferito, ma si rialzò comunque. Sembrava non voler perdere quella battaglia.
“Giottòòòòò!”
Si scatenò in un potente attacco raffica, ma le folate di vento assunsero una pericolosità che di solito non avevano: erano talmente potenti da fendere l’erba tutt’intorno.
“Attacco ventagliente.” Spiegò il Pokédex a Mat.
Scyther non riuscì a resistere per molto e finì contro un albero, senza riuscire a trovare la forza di rialzarsi. Matthew approfittò dell’occasione.
“Park ball, vai!”
La sfera Pokè si mosse un paio di volte, ma alla fine rimase chiusa. Il giovane allenatore di Pokémon la prese da terra guardandola pieno di orgoglio, poi si girò a ringraziare Pidgeotto che aveva combattuto al meglio.
Controllò l’orologio: cinque minuti alla fine, non aveva tempo da perdere.
“Posso chiederti un ultimo favore?” Domandò, al Pokèmon ormai stanco. “Mi indicheresti la strada?”
Pidgeotto annuì, facendo un ultimo sforzo. Mat si mise a correre all’impazzata verso l’entrata del parco, ruzzolando a terra diverse volte e sbucciandosi gomiti e ginocchia. Arrivò al punto d’incontro appena in tempo, con il fiato corto.
Maky e Leon lo stavano aspettando.
“Ultimo come al solito, cugino.” Lo prese in giro il ragazzo dai capelli rossi. Matthew si sforzò di non dargli retta, preferendo avvicinarsi alla sua compagna di viaggio.
“Cos’hai preso?” Le domandò, desideroso di avere una conversazione con lei.
Maky gli rispose gentilmente.
“Un Pinsir, tu?”
Mat si morse le labbra. Era sicuro di vincere in maniera schiacciante con quel Scytehr, ma un Pinsir poteva ribaltare la situazione.
“Io ho preso un Butterfree, che si addice alla mia bellezza.” Disse Leon senza essere stato interpellato, con una sfumatura di comicità nella voce che il piùpiccolo non riuscì a cogliere.
Maky invece rise di gusto: stava iniziando a conoscere quei due ragazzi, e non poteva evitare di trovarli divertenti con i loro continui battibecchi.
La premiazione ebbe luogo una decina di minuti dopo. Fu chiesto agli allenatori di far uscire i Pokémon dalle sfere: questi ultimi furono valutati in base alla rarità e alle condizioni fisiche.
I vari allenatori avevano catturato Pokémon coleottero di molte specie diverse, ma i due di Maky e Matthew spiccavano fra tutti gli altri. Il giudice ci mise molto a prendere una decisione finale.
Si fece dare un microfono per parlare alla folla che non ne voleva sapere di stare zitta.
“Il vincitore della gara pigliamosche di oggi è …”
Tutti rimasero col fiato sospeso, Mat si mangiava le unghie dal nervosismo.
“Matthew Ketchum, di Pallet Town!”
Il ragazzino spalancò gli occhi, incredulo. Aveva sperato con tutto se stesso di vincere, ma non poteva credere che fosse successo davvero. Si avvicinò al giudice con aria sognante, ancora incapace di rendersi conto di quello che era successo. Da quel momento non capì più niente: alzò la Park ball al cielo mostrandola a tutti, poi gli venne consegnata in premio una pietra solare di cui non sapeva bene che fare. Guardò il pubblico, trovando uno sguardo d’approvazione negli occhi di Maky. Poi fece tutta la strada di ritorno a Goldenrod city ridendo in modo ebete come se fosse ubriaco.
Quando finalmente riuscì a calmarsi da tutta quell’euforia, si rese conto di trovarsi in un centro Pokémon. In verità l’aveva notato anche prima, ma solo ora aveva abbastanza lucidità mentale da domandarsi cosa ci facevano lì.
Fece per andare a telefonare a Gary Oak e chiedergli come stava Scyther – se era contento di essere stato catturato oppure avrebbe preferito restare nel suo habitat – ma la mano possente di qualcuno lo fermò prima che potesse andare ai telefoni. Era Edward.
“Maky vuole subito te e Leon.”Gli disse il ragazzo.
Matthew la trovò davanti ad un Pc del centro Pokémon, intenta a farsi inviare una sfera Poké.
“Mi sto facendo spedire il mio Xatu.” Spiegò la ragazza, senza troppi giri di parole. “Passeremo la notte a casa mia, al Lago d’ira … vi porterò lì con il teletrasporto.”
 
 
 




 
 Salve gente!
Dove sono finiti tutti gli altri lettori? Sempre i soliti recensiscono (e li ringrazio di cuore!)
L'idea di far fare una capatina ai ragazzi a Johto (per spezzare la monotonia) mi sembrava carina, così ho deciso di sfruttare il treno presente nel videogioco xD Eh si ... Maky ha un fidanzato ... dopotutto ha vent'anni! 
(Cof, pure io ne ho venti ma di fidanzati non se ne vede l'ombra, cof cof cof)
   
 
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