Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: marialovezayn    15/09/2013    0 recensioni
Zain Malik Jawaad è un pakistano emigrato a Londra che sbarca il lunario come musicista. Zayn fa la conoscenza di Maria, una giovane ragazza di cui il padre ha fatto fortuna in Inghilterra. Durante le ripetizioni di canto che Zayn dà a Maria, i due giovani si innamorano ma ben presto la vita li separa. Zain rientra in Pakistan dove si arruola nell'Esercito. Tantissimi anni dopo, Aisha, una reporter di Discovery Channel, gira per il Kasmir alla ricerca di un buon soggetto per un documentario fino a che sente parlare "dell'uomo che non può morire", così incontra Zayn di cui conoscerà la storia.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

DIARIO ZAYN                                                         
-In un certo senso avevo già vissuto i 20 anni. Ma la mia vita, in realtà è iniziata oggi. A Londra.
Il primo giorno della mia storia. La prima volta che ho visto la neve cadere, e soprattutto la prima volta che ho visto un angelo correre sulla neve. Era una bellissima fanciulla, che stava correndo verso la chiesa. Era pallida, con due occhi neri bellissimi, e con i capelli color cioccolato fondente, che le cadevano sulla schiena, e con un lungo abito che le copriva le gambe. Sembrava costoso l’abito che indossava, ma le stava perfetto.
 Mentre correva di fretta, si girò verso di me. I nostri occhi, si incontrarono, ma subito dopo tolse il suo sguardo dal mio, ed entrò in chiesa. Lasciai la pala, con cui stavo spalando la neve, e la seguì all’interno dell’edifico religioso.
La chiesa era vuota. C’ero solo io e lei. Mi nascosi dietro a una colonna per ascoltare la sua voce.
“Dovevi far nevicare proprio adesso? Non potevi aspettare 10 minuti? È così costoso questo abito, che ormai è tutto bagnato!” disse la fanciulla al crocefisso.
“Comunque..” proseguì la ragazza, “sono usciti i risultati. Ho avuto il voto più alto all’università. Papà è felicissimo. Grazie. Ah, sì, e come ti avevo promesso, niente più cioccolata da oggi. Mai più te lo prometto.” Giurò la giovane, ma proseguì con un altro discorso , inginocchiandosi  davanti all’enorme crocifisso.“ Ok, ora ascoltami con molta attenzione, oggi abbiamo un compito molto importante. C’è una festa dalla migliore amica di mio padre, ma alla sua festa ci sarà la signora Benton. La Benton mi vuole appioppare il suo figlio banchiere. Ti prego, ti prego, fa che io non gli piaccia. Ora devi fare in modo che a papà non piaccia il banchiere, perché lo sai..io non posso litigare con papà. Quindi, per favore, per favore, per favore, non lasciare che questo accada, e prometto che…non berrò più alcool, mai più. Ok? Ti prego prenditi cura di quello che ti ho appena detto. Grazie” . Disse la ragazza, alzandosi e correndo via verso l’uscita della chiesa.
Mi misi a camminare lentamente nella chiesa, parlando con il crocifisso.
“Wow, Signor Gesù, che prove devi sopportare…lavoro duro, signore. Dio ti benedica signore.”
Uscì dalla chiesa anch’io e la vidi che si stava sedendo in una bmw, e dopo un paio di secondi se ne era già partita.
“Ehi, Zayn! Che stai facendo qui?” mi urlò il mio collega dal finestrino del suo furgoncino, in moto.
“Ehi!” dissi io tranquillamente.
“Avresti dovuto finire entro l’ora di pranzo!”
“Non si preoccupi, signor Jack, Finirò in 20 minuti. Sarà tutto completamente pulito, rasato e splendente, questo prato.” Dissi io ritornando al presente e dimenticando l’immagine della ragazza.
“Passo a prenderti tra mezz’ora, fa in modo di aver finito” disse il collega guidando di nuovo il suo furgoncino.
“si si, ci vediamo dopo. Ciao ciao.” Dissi cercando di liberarmi . ripresi la pala e incominciai di nuovo il mio lavoro.
 
“Andiamo Niall, è mattina, alzati. “ chiamai il mio coinquilino irlandese.
Abitavamo in due in un monolocale. Piccolo ma abbastanza carino. Niall era disoccupato, perciò abitava assieme a me. Ci siamo conosciuti in una tavola calda, e da lì siamo diventati inseparabili.
“Ti ho preparato la colazione. Londra ha aperto le braccia e ti chiama.” Dissi mettendo il piatto di Pancake alla nutella, sul tavolo.
“No, ti prego ancora 5 minuti!” mi rispose il biondo, nascondendosi tra le coperte calde.
Andai verso il suo letto a castello e cominciai a tirargli giù le coperte.
“Andiamo, alzati! Sbrigati! Oggi  hai un’ appuntamento con Jenny ricordi?”
“Ohi!” disse cadendo dal letto.
“ Si ricordo l’appuntamento, ma è ancora presto, e poi col cavolo che Londra ha le braccia aperte per me, non mi dà neanche mezza giornata di lavoro!” Ringhiò Niall alzandosi da terra.
“Londra è arrabbiata con me! Mi sa che dovrò ritornare Mullingar! E poi il signor Spancer ha chiesto l’affitto , ma noi non abbiamo soldi per pagare! E dice che dobbiamo svuotare l’appartamento oggi!” disse sedendosi sulla sedia davanti al gustoso pancake fatto da me, con un’aria triste.
“Ehi, amico non preoccuparti! Spancer se la vede con me. Tu goditi il pancake!” lo rassicurai , dandogli una pacca sulla spalla e facendogli un occhiolino.
“Ok. Sei proprio un’ amico.” Mi disse con voce affettuosa.
Sorrisi, lo salutai e uscì fuori dall’appartamento, con la mia chitarra.
Facevo tanti lavori a Londra. Il pescivendolo, il giardinaio, e infine il cantante. Non ero un cantate famoso, come tanti. Ero un cantante, che cantava suonando la sua chitarra per le strade di Londra, per le mance. Era la mia passione cantare, e usavo la mia passione come lavoro. I soldi che guadagnavo non erano tanti. Erano pochissimi. Riuscivo, appena appena a sfamare me ,e il mio coinquilino che era disoccupato. Cantavo ogni mattina una canzone scritta da me. Era scritta metà in inglese e metà in Punjabi, ovvero la mia madre lingua.
Andai in centro e iniziai a cantare, in mezzo a tutta le gente.
“Cosa cerca questo viandante pazzo?
Dov’è la mia casa?
Chiede ad ogni passante
Se ne va in girò con un sorriso
E con una lacrima
Se ne va in giro senza un meta
Di strada in strada
Diventando parte di ognuno
Eppure nessuno lo chiamerà suo
Se ne va in giro senza un meta
Di strada in strada
Cosa cerca questo viandante pazzo?
Immerso nei colori dell’arcobaleno
Con la voce di un usignolo
Con passi irradiati dalla luce del sole
Con poca ombra per raffreddarsi
Cerca la luna in mezzo a nuvole scure
Ascoltando il canto muto del vento
Questo mio amico è ovunque
Invisibile agli occhi, con un profumo fragrante
Cosa cerca questo viandante pazzo?
Cosa cerca questo viandante pazzo?
Con l’amata, non si trova, né si separa
Prigioniero d’amore , mai senza catene
La tua promessa di apparire in sogno
Tiene il sonno lontano dai miei occhi
Il mio respiro diventa più rapido
Le forze mi abbandonano”.
Mentre continuavo a cantare, e le varie persone porgevano, varie monete nel mio capello, che era per terra, trovai di nuovo l’immagine di quella ragazza vista in chiesa difronte a me.
Era più bella dell’altra volta, soprattutto ora che la vedevo da più vicino.
“Primi piani che uccidono.” Pensai guardando il suo viso dolce e innocente.
La bellissima fanciulla mi sorrise e porse sei monete nel mio capello.
Dopo avermi dato le mance, si rialzò e mi sorrise ancora, e dopo di che la vidi andare via alle mie spalle. Io non capivo cosa fare. Non riuscivo ancora a credere, che fosse lei.
Mi girai a guardarla, mentre lei mi dava le spalle e camminava tranquilla. Aveva un addosso un capotto nero di pelliccia, i capelli erano legati in una coda di cavallo, aveva degli stivaletti ai piedi, e infine le si vedevano le belle lunghe gambe chiare. Era stata la prima persona che mi aveva dato così tante monete.
“Grazie” mimai con le labbra, raccogliendo il cappello da terra.
 
 
 
“Ehi! Zayn” mi salutò Oliver, dandomi un cinque sulla mano. Oliver era il mio capo, dove lavoravo come pescivendolo.
Gli sorrisi e cominciai a sistemare i gambaretti nelle varie scatole di plastica.
“Sentì Zayn.” Mi chiamò Oliver, e io mi girai verso di lui.
“ti conosco da poco, e mi sembri un ragazzo apposto. Senti , se ti stanchi mai di questo lavoro, ho un lavoro che ti aspetta in uno dei miei ristoranti a 5 stelle. “
Non ci credevo ancora a quello che aveva appena detto.
“Grazie mille, signore.” Gli risposi prendendo il foglietto, che mi stava porgendo, con sopra scritto l’indirizzo dell’ hotel.
 
 
Nuova divisa, nuovo taglio di capelli, scarpe nuove. Oddio non ci credevo ero elegantissimo anche vestito da cameriere. La sera c’era una festa al grande hotel,  ed era pieno di gente e ragazze belle, tutti con vestiti molto aristocratici. Mentre servivo alcuni piatti ad una famiglia inglese, sentì qualcuno parlare al microfono. Era un signore, con dei allineamenti sul viso un po’ asiatici.
“Gentili signori e signore. Grazie per essere venuti a celebrare il fidanzamento di mia figlia. Diamo il benvenuto a mia figlia Maria e il suo promesso sposo Harry Styles.” Disse la voce del microfono.
Vidi in sala, entrare una bellissima ragazza. Aveva lo sguardo abbassato, ma solo quando lo alzò la riconobbi in meno di un secondo. Era sempre lei. La ragazza, che ieri mi aveva regalato sei monete. La ragazza della chiesa. La fissai attentamente. Era bellissima, anzi perfetta come sempre.
Il “tizio” riccio che le prendeva per la mano, mi faceva schifo. Si, ok ,ero geloso. Ma se loro due si amano, chi sono io per separarli? Fissai attentamente Maria, che gli dava la sua bella, chiara, e delicata mano sinistra. Il riccio, infilo l’anello d’argento nel suo dito annullare. L’annullare. L’unico dito che si collega con la vena del cuore.
L’accessorio d’argento le stava benissimo, ma lei non sembrava felice. Aveva un’aria disorientata e disperata. Non ci pensai tanto, perché ormai l’avevo già persa. Ora lei possedeva a qualcun’ altro.
La festa finì verso mezza notte ,e io uscì nel retro del ristorante, per buttare via il grosso sacco nero di spazzatura nel cassonetto. Vidi la ragazza dei miei sogni seduta su una panchina , fumare una sigaretta.
Maria mi diede un’occhiata, mentre buttavo il sacco nel cassonetto, e sistemavo i vari rifiuti vicino a esso.
“Hey, non sei mica quel ragazzo che canta quella canzone del “viandante”?” mi chiese.
Mi girai attorno per guardare se domandava per caso a  qualcun altro, ma la domanda era rivolta proprio a me, visto che non c’era nessuno nei dintorni a parte me e lei.
“Sì, proprio lo stesso.” Confermai sistemandomi il gilet nero, e cominciai a guardarmi attorno.
“Cosa stai facendo qui?”
“Signora, nella sua cara Londra è molto difficile guadagnare sterline, non è possibile comprare da mangiare con un solo posto di lavoro, quindi faccio il doppio turno.”
Mi girai verso gli altri sacchetti neri di rifiuti e cominciai a sistemarli, facendo finta di niente.
“Quindi, signor Gesù non l’ha ascoltata?” le chiesi stampandomi un sorriso, mentre sistemavo ancora la roba.
“Cosa?”
Mi girai a guardarla. Mi  fissava con gli occhi spalancati, pieni di paura.
“Quel giorno in chiesa, ha detto al signor Gesù, di fare in modo di non piacere a quel ragazzo, ma oggi lei si fidanza.”
“Come fai a sapere queste cose?” mi chiese tirando un tiro dalla sua sigaretta.
“Quel giorno fuori dalla chiesa, spalavo la neve.” Confermai.
“ Ascoltare le confessioni degli altri non è una bella cosa. “ disse lei con tono freddo.
Abbassai lo sguardo. Ecco , ne avevo già combinata una.
“e per tua informazione quel giorno non ha funzionato con quel ragazzo.” Disse sorridendo.
Alzai lo sguardo e la vidi sorridere verso di me.
“Il Signor Gesù mi ha ascoltata, come mi ascolta sempre.” Disse con tono soddisfatto.
“Conosco Harry da tanti anni , è un bravo ragazzo, e io sono molto felice.” Disse sorridendomi, tirando un altro tiro.
“Non sembra.” Dissi io.
“Che cazz? Oggi è il giorno più importante della mia vita, e sono molto, molto felice. Capito?”
Mi stava mentendo , me l’ho sentivo.
“Veramente no.” Risposi.
Lei si girò verso di me incarnando un sopracciglio.
“Perché quando quel bravo ragazzo, le stava infilando l’anello, lei non lo stava guardando negli occhi. Ma guardava tutti gli altri.E ora ha lasciato la festa, e se ne sta seduta qui da sola, perché? E perché sta cercando di spiegare la sua decisione  di un estraneo?”
Mi guardo con un’aria di disprezzo ma allo stesso tempo adorabile, come se io avessi capito qualcosa di lei. Come se le dicessi la verità.
“Vieni Maria, lo zio sta impazzendo a cercarti!”
Una voce femminile ci interruppe.  Era una ragazza che la chiamava, che era vicino alla porta del retro dell’hotel.
Maria si alzò subito, spense la sigaretta con la sua scarpa nera col tacco, mi fissò per un paio di secondi nei occhi e se ne andò via. Si, le avevo detto, tutto quello che lei provava veramente.
  Vi prego recensite in tante, voglio sapere se la storia vi è piaciuta oppure no. se posso ancora continuarla o meno.
<3 <3
se volete ricambio le recensioni. :))
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: marialovezayn