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Autore: Piumadoro    15/09/2013    3 recensioni
Rieccoci al secondo anno.
Se il primo è stato pieno di guai qui si aggiungono cose come il Quidditch, molto importante.
Senza parlare dell'amore.
E dei segreti.
Il secondo anno di Star ad Hogwarts comincia in modo confuso...
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Siamo Stelle Cadute'
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“Ehi, ciao ragazzi! Ma siete venuti insieme?” Appena varcarono la barriera del binario quella mattina, Remus corse verso di loro allontanandoli dai signori Potter decisamente sconvolto alla vista dei due ragazzi insieme.
“Come credevi che arrivassimo? Ognuno con la sua scorta privata e accompagnati separatamente per non farci combinare disastri? Va bene che i Potter sono ricchi ma non esageriamo!” Rispose sarcastica Star.
Remus la fissò confuso.
“Come va con il tuo problema peloso?” Gli chiese James mentre caricavano i bagagli e allungando il collo per cercare l’ultimo Malandrino.
“Uno schifo…Star tu come te la sei passata?”
“Sto una meraviglia, Remus, perché dovrei stare male se…Sirius!”
Il ragazzo in questione mollò il suo baule sui piedi di un tipo con cui aveva una vaga somiglianza per raggiungere di corsa i suoi amici.
Abbracciò di slancio James saltandogli addosso. “Potter! Non ti sei fatto vivo tutta l’estate! Dove bolide ti eri rintanato?” Poi si staccò senza attendere risposta e sollevò Star prendendola per la vita e facendola girare con lui. “E a te come è andata l’estate?” Dopo di che abbracciò anche Remus. “Il problema peloso?”
L’ultimo ad essere interpellato fu l’unico a riuscire a rispondere. “Uno schifo, esattamente come due minuti fa.”
“Chi era quello Fel?” Domandò Star distratta osservando il punto da cui Sirius era arrivato.
“Intendi il moccioso a cui ho lasciato il bagaglio? Mio fratello Regulus, il cocco di mamma.”
“Tra lui e Narcissa sarà difficile per te evitare i tuoi parenti.” Commentò la ragazza.
“Ecco perché inizio a riconsiderare la tua posizione: niente parenti è meglio dei miei parenti.”
Star fece per replicare confusa ma Remus circondò le loro spalle con le sue braccia gridando:
“Ormai l’estate è finita e la famiglia che ci siamo scelti è di nuovo riunita.”
“Sembri un prete, Remus.” Lo canzonò Sirius salendo sul treno.
“Meglio prete che Serpeverde.” Ribatté James.
“In effetti.” Mormorò Sirius.
“Ehi! Qui è libero!” James entrò in uno scompartimento sedendosi vicino al finestrino.
“Togliti da lì, quel posto è mio!” Ordinò Star.
“Da quando? E poi c’è un altro posto vicino al finestrino.” Replicò il ragazzo.
“Da sempre, e poi dove metto i piedi?” Insistette lei.
James si spostò sbuffando, dopo di che domandò: “Come vi è andata l’estate?”
“Schifo. I miei parenti sono meravigliosi…meravigliosi rompipluffe fissati con il sangue puro del bolide.” Sbottò Sirius sarcastico.
“Schifo doppio. Dopo l’anno scorso le lune piene sono peggiorate.” Sussurrò malinconico Remus.
“La nostra estate è stata fan…” Cominciò James che però venne interrotto dall’aprirsi della porta dello scompartimento.
“Perdono!” Si scusò una ragazza del quinto, forse sesto anno, notando i quattro ragazzi. Fece per andarsene ma poi il suo sguardo si illuminò. “Voi siete James Potter e Rose White! La coppietta felice dell’anno. Congratulazioni!” E ridacchiando chiuse la porta dietro di se.
Calò il più completo silenzio.
Il primo a riscuotersi fu James che corse fuori dallo scompartimento borbottando qualcosa come: “Ma che bolide dice?”
“Ehi!” Star lo seguì in fretta.
Lo raggiunse e lo bloccò nel corridoio vuoto.
“James? James, guardami…”
“Come ha fatto a saperlo? E’ colpa di mamma lo so!” Cominciò a gridare il ragazzo fuori di se.
“Datti una calmata! Non è successo niente. Forse se lo sono inventato loro. Sai come girano in fretta queste cose. Evidentemente ci hanno visto arrivare insieme e ne hanno approfittato.” Ipotizzò Star.
“Se la pensi così perché sei preoccupata?” La prese in giro lui riacquistando la calma.
“Solo che… dobbiamo ignorarli se succede ancora. Queste scenate non faranno altro che confermare il tutto e far venire seri dubbi agli altri.” Incespicò la ragazza.
“Non hai intenzione di dirlo a Remus e Sirius, vero?”
“No. Ora sono sicura di ciò che provo e so di amare.”
“Cosa? E perché non me l’hai detto prima?”
“Forse perché prima non lo sapevo?” Il tono di Star prese una sfumatura sarcastica.
“Fa niente. Dovevo capire anch’io. E’ stato giusto così. Rimpiangi qualcosa?” James era calmo e cercava di confortare la sorella.
Il treno ebbe uno scossone e la ragazza si ritrovò tra le braccia del fratello.
“Assolutamente no.” Sussurrò Star dolce.
Il ragazzo la strinse per un secondo a sé ma si sciolsero subito dall’abbraccio e tornarono nel loro scompartimento.
“Dove bolide eravate spariti?!” Li accolse Sirius alquanto spiazzato da quella corsa.
“A cercare di capire ciò che aveva detto quella ragazza. Non ha senso, io e James non stiamo insieme.” Gli rispose Star.
“Non state insieme?” Ripeté Sirius per assicurarsi di aver capito bene.
“Esatto.” Confermò James.
“Parlando di cose più serie: quest’anno chi prova ad entrare nella squadra di Quidditch?” Chiese la ragazza risedendosi al suo posto.
L’aria nello scompartimento tornò piena di allegria.
“Io no. Non voglio assolutamente fare quello sport da suicida. Così violento e diseducativo.” Bofonchiò Remus.
“Non è uno sport violento!” Saltò su James. “Be', forse un po’… ma è fantastico!”
“Facile per voi che l’anno scorso eravate i migliori del corso di volo. Siete già praticamente dentro la squadra!” Ribatté Remus.
“I migliori della scuola, già.” Ridacchiò Star. “James, tu farai il cercatore vero?”
“Naturale! Sirius tu che farai?” Curiosò James.
“Vorrei provare o battitore o cacciatore. Tu Star?”
“Lo stesso tuo Sirius.”
“Bene. Remus?” Insistette James.
“Non faccio nulla, non voglio.” Si impuntò Remus.
Ma il ragazzo occhialuto non si arrese: “Dai!”
“No.”
“Manchi solo tu!”
“No.”
James fece per continuare ma Star gli affibbiò uno scappellotto dei suoi. “E lascialo in pace, idiota. Remus ha già abbastanza rischi da correre nella sua vita se non vuole peggiorare la situazione dobbiamo rispettare la sua scelta.”
“Smettila di tenere Remus sotto una teca di vetro; ci siamo anche noi!” Si intromise Sirius.
“Ma Rem è così caro!” Gridò lei slanciandosi per abbracciare l’interessato.
“E noi?” Sbraitò indignato James.
“Voi siete solo degli idioti.” Spiegò lei acerba, poi sorrise e trascinò gli altri due suoi amici nell’abbraccio collettivo. “I miei idioti!”
“Mi mancavano i tuoi abbracci.” Commentò Sirius.
Star si staccò da tutti di scatto. “Io non abbraccio nessuno.”
I tre fecero per replicare ma lasciarono perdere.
“Avete visto Peter?” Domandò Remus pescando un libro di incantesimi dal suo baule.
“Ho notato anch’io la sua mancanza.” Star si guardò intorno sovrappensiero. “Non si è fatto mai sentire quest’estate. Be', nemmeno voi, se è per questo!”
“Scusaci, ma tanto tu non potevi ricevere lettere!” Si giustificò Sirius.
“Di cosa stai parlando?” Chiesero James e Star in coro.
Remus stava per intromettersi e dire qualcosa quando la porta dello scompartimento si aprì nuovamente.
“Qualcosa dal carrello, cari?”
La pance dei Malandrini brontolarono e loro si affrettarono a comprare i più svariati dolciumi.
James ne aveva comprati anche per Star e riversò il suo acquisto sul sedile davanti a lei facendole spostare i piedi.
Sirius era l’unico ancora fuori dallo scompartimento, stava per rientrare quando sentì per caso un gruppetto di ragazze chiacchierare; si fermò ad ascoltare attentamente quando una delle ragazze pronunciò “Star”.
“Si, lei e quel James Potter.” Cinguettò una.
“Quello carino del secondo anno?”
“Si, lui.”
“Sta con quella ragazza… Star?!”
“Sì.”
“Noooo, non ci credo!”
“Ti dico di sì!”
“Lei è molto carina vero? E’ quella bella con i capelli strani e gli occhi che brillano come due zaffiri, giusto?”
“Si, proprio così.”
“Vorrei essere come lei! Ha appena iniziato il secondo anno e già fa strage di cuori. Anche James Potter però…diciamo che sono proprio una bella coppia. Chissà quanto durerà!”
“Io penso che…”
“Ohi Sirius! Ce la fai?” Star interruppe i pensieri del ragazzo posandogli una mano sulla spalla. “Che guardi?”
“Nulla, vengo.” Rispose lui intontito rientrando con lei nello scompartimento.
“Allora ragazzi pronti per lo Smistamento? Non vedo l’ora!” Remus era fin troppo entusiasta di assistere alla cerimonia dei ragazzi del primo anno. Entusiasmo che nessuno condivideva veramente, tranne Star.
“Si certo! Sarà stranissimo!” Esclamò la ragazza.
James alzò gli occhi da uno strano libro. “Dove lo hai trovato questo, Star?”
“Quel romanzo? Era di Susan.”
“Era di mamma?”
“Sì, certo. Ti vedo molto interessato, cerchi qualche metodo di conquista?”
“Potrei trovarne?” Il ragazzo si fece tutto speranzoso.
“Sì, forse, può darsi, magari, se cerchi bene, potresti anche, per caso, trovare qualcosina che potrebbe essere, in casi di estrema fortuna, ogni tanto, se te la giochi bene, forse utile.”
James spalancò la bocca confuso. “Troppe parole; sì, no o forse?”
“Forse verso il sì o verso il no?”
“Sono una persona positiva, James, i miei forse sono sempre verso il sì.” Spiegò lei con fare intrigante.
Il ragazzo sorrise largamente e poi riprese la lettura.
“Ma come fai ad avere i libri della madre di James?” Domandò Remus sospettoso.
“Semplice: me li ha prestati.”
Il ragazzo fece per parlare ma fu di nuovo interrotto dalla porta che si aprì ancora.
“Star!” Una figura dai capelli castani corse verso di lei abbracciandola. “Non me lo avevi detto!”
In piedi sulla porta se ne stavano Lily, Ann e Jane ad osservare la scena.
“Non ti ho detto cosa?” Chiese Star liberandosi da Sophia.
“Che stai con James!” Spiegò Ann con aria ovvia.
“Ma io non sto con James!” Protestò l’interessata.
“Dai, non fare così! A noi puoi dirlo, non ti prenderemo certo in giro. Ne parla tutto il treno. C’è chi giura di avervi visti abbracciati stretti stretti.” Insistette Sophia.
“Per il cielo! Ascoltatemi: io non sto con James e James non sta con me. Non credete alle malelingue vi prego!” Chiarì Star.
Le sue compagne parvero molto deluse, tranne Lily. Se ne andarono scusandosi.
“Ok, questa storia sta iniziando ad essere pesante. Non ne posso più.” Sbuffò Star.
“Non dirlo a me.” Concordò James.
“Ma essendo una falsa notizia da qualcuno deve essere pure partita!” Constatò Remus.
“Bah, non so voi ma io non ho voglia di farmi rovinare il viaggio per questa stupidaggine. Dobbiamo iniziare ad esercitarci per qualcosa di più importante.” Riprese Star risoluta allontanando il precedente discorso.
“Stai parlando di Quidditch?” Domandarono Sirius e James in coro.
“No. Logicamente no. Gli spazi sono troppo ridotti. Io parlavo della trasfigurazione.” Rispose la ragazza.
Remus si afflosciò sul sedile. “Ancora non hai mollato quel vecchio progetto di diventare Animaghi?”
“Lo mollerò solo quando ci riuscirò!” Replicò Star.
“E noi siamo con lei.” S’ intromisero Sirius e James.
I tre sfoderarono le bacchette.
L’esercizio che trovarono sul libro di Trasfigurazione Avanzata consisteva nel trasformare una sedia, o un simile oggetto, in un antilope.
Star prese un respiro profondo e trasformò un sedile in un animaletto marroncino simile ad una capra con un semplice tocco di bacchetta. Poi la ritrasformò prima che potesse combinare disastri.
Sirius e James sgranarono gli occhi. Poi si ripresero e riposero le loro bacchette.
“Gran bella dimostrazione. Più tardi lo faccio anch’io!” Commentò James sarcastico.
“Eh, sì. Ora ho un crampo ma più tardi vedrai.” Continuò a scherzare Sirius.
“Dove sarebbe questo crampo?” A Star montò una gran rabbia per il disinteresse dei suoi amici.
“In un posto privato!” Ribatté Sirius lasciandola a bocca aperta.
Gli occhi della ragazza lampeggiarono. “Puoi sempre stare in piedi se il dolore è così forte.” Gli consigliò gelida. “Altrimenti ti faccio venire io un bel crampo: alle chiappe e a suon di calci in culo se non ti alzi insieme al tuo compare e non trasformate quel sedile in una bolide di antilope!” Sbraitò infine.
I due ragazzi saltarono in piedi come se dal sedile sotto di loro fosse spuntato uno spillo.
Sotto lo sguardo attento di Star provarono e riprovarono l’incantesimo.
Dopo dieci minuti ci fu un enorme esplosione che mise in allerta tutti i Prefetti del treno.
“James! Sirius!” Gridò la ragazza. Remus aprì la finestra per far uscire tutto il fumo provocato dall’incantesimo mal riuscito di James.
“Che succede qui?!” Esclamò un Prefetto entrando nel loro scompartimento e trovandosi davanti i Malandrini che giocavano innocui a carte.
“Salve Walter, qualche problema? Ho sentito un colpo.” Chiese Star dolce.
“Sì, c’è stata un’esplosione ma sembra che non venisse da qui. Comunque vi consiglio di cambiarvi. Siamo quasi arrivati.”
I quattro annuirono e Walter uscì perplesso.
“Per un pelo!” Sospirò James.
“Un pelo?! Un pelo?! Brutto farabutto villano! Io ti ammazzo! Per colpa tua ci stavano per affibbiare una punizione e ne abbiamo già tante in sospeso!” Star gli saltò addosso sbraitando. Per un attimo Sirius e Remus credettero che la ragazza lo stesse picchiando a sangue ma poi si resero conto che in realtà gli stava solo facendo il solletico.
“Finitela voi due. Dobbiamo cambiarci.” Ricordò loro Remus sorridendo per la scena.
Si cambiarono tutti insieme senza alcun imbarazzo, solo un po’ da parte di Remus.
Alla stazione di Hogsmeade li aspettavano le carrozze.
Era una serata fredda e ventosa. Sirius e James stavano facendo una delle loro scommesse insulse gridando per sovrastare il rumore del vento.
“Quanti ne cadono nel lago secondo te?”
“Dieci. Per te James?”
“Venti!”
“JAMES! SIRIUS!” Ruggì Star colpendo entrambi sulla nuca con uno schiaffo.
Un foglio di pergamena volò verso di loro e la ragazza lo afferrò.
“E’ mio!” Urlò un ragazzino strappandole il foglio di mano prima che potesse leggerlo. Star rimase impressionata. Da lontano non assomigliava molto a Sirius ma una volta osservato bene da vicino le sembrò di rivedere il suo amico di una anno più giovane.
“Sei Regulus, giusto? Io sono Star, piacere.” Tese la mano con un gran sorriso e parlò con voce così gentile che il ragazzo la prese. Regulus incrociò lo sguardo del fratello maggiore dietro la ragazza e se ne andò di corsa raggiungendo gli altri studenti del primo anno.
“E’ simpatico.” Commentò Star salendo con i Malandrini in una carrozza.
“E’ mio parente!” Sbottò Sirius.
“Non è male.” Insistette lei.
“Come credi tu.”.
“Se finisce a Grifondoro che farai?”
“Dal momento che è una cosa impossibile forse ammetterò che è mio parente.”
“Idiota, sbruffone, villano del bolide. Non ho altro da dirti.” La nota definitiva nel tono di Star indusse tutti i Malandrini a ridere di cuore e quando arrivarono al castello non avevano ancora smesso.
Entrarono nell’atrio e poi in Sala Grande prendendo posto al tavolo di Grifondoro.
“Scusa Conn, posso chiederti che animali trainano le carrozze?” Domandò Star ad un ragazzo con la spilla da Prefetto nuova di zecca appuntata alla divisa.
“Nessun animale; penso proprio che siano trainate dalla magia.”
“Sicuro?”
“Sì, certo.”
“Ok, grazie.” La ragazza tornò a concentrarsi sui suoi amici.
“Qualche problema?” Le domandò Remus preoccupato.
“No, nessuno.” Rispose lei allegra.
Le grandi porte della Sala si aprirono ed entrò la professoressa McGranitt seguita dagli alunni del primo anno. Tutta la sala tacque all’istante. La professoressa posò un vecchio cappello su uno sgabello.
Star sorrise dello stupore dei ragazzi nuovi quando il cappello prese a cantare.
 
“Sicuramente giovane non sono.
Son più antico del legno dove poso.
Ma andarmene per sempre non potrò
finché il mio compito a termine non porterò.
Nelle quattro case vi devo Smistare,
è ciò che da sempre devo fare.
Se siete coraggiosi,
forti e valorosi,
da Grifondoro dovrete andare,
non c’è altro da fare.
Se di cuor siete buoni
e non dei cialtroni,
da Tassorosso vi manderò
e da li mai vi toglierò.
Ed ecco che se sarete intelligenti,
curiosi e intraprendenti,
vi metterò in Corvonero
con affetto sincero.
Infine se non vi piacciono i guai
e siete scaltri come nessuno mai,
dovrò in Serpeverde collocarvi
ma vedete di non far danni.
Perché sono quattro i fondatori
che videro Hogwarts agli albori.
La crearono insieme
e misero in me del loro cervello un seme,
per poter anche dopo la loro morte decretare
in quale Casa gli alunni dovevano stare.
Eppure un dei quattro dagli altri si è staccato
e non si sa se sia mai tornato.
Quindi attenzione giovani ragazzi;
Il mondo è pieno di pazzi.”
 
Uno scroscio di applausi accolse la fine della canzone e tra Grifondoro e Serpeverde schizzavano sguardi irriverenti.
“Black Regulus.” Chiamò la professoressa McGranitt una volta srotolato un lungo foglio di pergamena.
Il ragazzo si sedette sullo sgabello.
“Incrocia le dita Sirius.” Bisbigliò Star.
Minerva posizionò il cappello sul capo di Regulus ed esso gridò subito “SERPEVERDE!”
“Che fregatura…” Brontolò Star mentre il tavolo verde e argento festeggiava.
“Sembri veramente delusa.” Commentò Sirius disinteressato.
“Oh, sì. E’ pur sempre tuo fratello, speravo che almeno con lui tu potessi costruire un bel rapporto, poi mi stava simpatico, a modo suo.” Replicò la ragazza.
“Convinta.”
“Silenzio voi due!” Li interruppe Remus tutto concentrato sull’infinita lista di nomi che la professoressa McGranitt stava chiamando.
Quando finalmente lo Smistamento finì e il Cappello Parlante venne riposto insieme allo sgabello tutti i ragazzi iniziavano a sentire i morsi della fame.
Il professor Silente si alzò in piedi seguito dal brontolio ininterrotto di Star la quale stava pregando tutto il cielo per mangiare qualcosa al più presto.
“Buona sera e ben venuti, o ben tornati, ad Hogwarts. Devo, come sempre, darvi delle indicazioni per l’anno appena iniziato ma vi prometto che sarò breve. Incomincerò mostrando il mio stupore per il fatto che il signor Franks sia ancora in vita…ehm…in grado di insegnare nonostante la malattia che lo ha colpito alla fine dell’anno scorso. Grazie professore e buona fortuna.” Applausi educati da tutta la Sala. “Vi ricordo sempre che la Foresta Proibita è proibita e che girare per la scuola di notte è proibito, lanciare incantesimi o mettere su una rissa alla babbana nei corridoi è proibito, oltre che sconsigliato, e che organizzare festini è proibito. C’è una lista appesa da Mastro Gazza in tutte le bacheche esistenti in questa scuola per ricordarvi tutto ciò che è proibito. Per mio enorme piacere mangiare non è proibito quindi: Proibitiamo!”
I piatti si riempirono immediatamente di cibo e tutti iniziarono a servirsene felici.
Una ragazzina del primo anno fissava ancora Silente probabilmente sbalordita dal suo comportamento.
“Se ti chiedi che bolide ha detto e se sta bene sappi che è tutto nella norma.” Le spiegò Star notandola.
“Ah, grazie…sì…che … che vuol dire Proibitiamo?” Balbettò la ragazzina.
“Penso che non esista nel vocabolario babbano…e nemmeno in quello magico. Non ne sono sicura però.. farò una ricerca.” La rassicurò Star.
La ragazzina sorrise.
“Ehi Star! Tu ci sarai o no?” Chiese all’improvviso Sirius.
“Scusa, non vi ascoltavo. Stavo parlando con…come ti chiami?”
“Renè.” Rispose lei con voce sottile; la vista di Sirius l’aveva messa a disagio. Era proprio un ragazzo carino.
“Bello. Io sono Sirius.”
Renè non capiva più nulla. Insomma; una ragazzo così le aveva rivolto la parola! La guardava con i suoi occhi grigi…
“Sì… piacere.” Finalmente si decise a stringere la mano che Sirius le porgeva regalandogli un ampio sorriso che sperava sembrasse seducente.
Forse non era così perché dopo un secondo Sirius spostò la sua attenzione nuovamente su Star.
“Ci hanno avvertiti che ci sarà una festa su in Sala Comune e noi pensavamo di andarci. Che ne pensi?”
“Andiamoci!” Esclamò Star subito.
“Una festa? Ma il preside non ha detto che sono proibite?” Domandò Renè con falsa innocenza.
“Sì, per questo sono divertenti.” Le spiegò Sirius con un occhiolino, cosa che la fece arrossire violentemente.
“E io sono invitata?” Chiese ancora Renè sempre più civettuola.
Sirius alzò le spalle. “Certo. Penso che comunque te ne renderesti conto, non è che passi facilmente per la Sala Comune se c’è una festa.”.
I nervi di Star furono messi a dura prova dalla risata tipicamente da oca di Renè.
“Oh, Peter!” Esclamò la ragazza sollevata.
Tutti i Malandrini si voltarono a guardare il loro compagno di dormitorio seduto tra due Prefetti.
Lo salutarono con la mano e lui rispose al saluto.
Poi lo invitarono a sedersi con loro.
Peter prese posto, sotto ordine di Star, tra lei e Renè interrompendo così la lista di domande che la ragazzina stava ponendo a Sirius. Il quale ringraziò Star con lo sguardo.
I Malandrini presero a confabulare tra loro lasciando Renè in disparte.
“Non te la prendere.” Le sussurrò una ragazza. “Fanno così con tutti. Sembra che nessuno esista al di fuori della loro amicizia. E’ un gran peccato perché i ragazzi sono molto carini, tranne il grassone. Solo che lei è al centro della loro attenzione, costantemente. Da quando sono arrivati nessuno la molla un attimo. Oltretutto grazie a lei non c’è più nessun modo per avere un po’ di attenzione dal sesso maschile in generale. Se hai un ragazzo stai sicura che ogni volta che lei passa lui non ti guarda più per dieci minuti. Se cerchi un ragazzo, ti mettono al confronto con lei e non ne esci più. Perché è più simpatica di te, più bella di te, più allegra di te, più coraggiosa di te, più affascinante di te, più intelligente di te e più mitica di te! Uno strazio.”
Renè ascoltò con attenzione e l’odio verso Star crebbe dentro di lei.
“Io sono Jenna.” Continuò la ragazza. “Faccio il quarto anno, loro sono Samantha e Angeline, del mio anno. Se hai bisogno di consigli vieni a cercarci. Siamo le migliori in fatto di moda e ragazzi.”
“Grazie mille, è bello sapere di avere qualcuno su cui contare.”
 
……..
 
Un’ora dopo la Sala Comune di Grifondoro era in pieno delirio. Due ragazzi del settimo anno erano riusciti a portarsi a scuola delle bottiglie di alcol babbano il che aveva contribuito a rendere l’atmosfera decisamente allegra dopo solo un quarto d’ora.
La musica di uno strano complesso magico dal nome impronunciabile era ritmata e perfetta per scatenarsi in balli sfrenati; esattamente come stavano facendo Star, Sirius e James.
Renè era seduta con due delle sue compagne di dormitorio. A quanto pareva erano diventate grandi amiche perché stavano parlando di ragazzi senza la minima vergogna o forse non avevano alcun senso del pudore, fatto sta che Remus, che passava di lì, sentì tutta la loro discussione.
“Io voglio quello con gli occhi grigi. E’ il mio Pucci-pucci.” Sussurrò Renè, scuotendo i capelli castani e lanciando uno sguardo con i suoi occhi cioccolato a Sirius che naturalmente non si accorse di nulla. “A te chi piace, Giusy?”
La ragazza bionda dagli occhi azzurri rispose tranquilla. “Quello con gli occhiali! E’ così carino il mio Ciuffetto.”
Tutte e tre si lasciarono a delle risatine. Remus alzò un sopracciglio sconcertato e cercò di allontanarsi ma le persone davanti a lui non si volevano spostare se non con estrema calma.
“Brave, tanto io voglio il ragazzo timidone che se ne stava tranquillo nell’angolo. Chissà dov’è ora il mio Ciccino.” Cinguettò l’ultima ragazza dai capelli scuri.
Remus represse un brivido e decise che era ora di sparire ma un ragazzo scelse proprio quel momento per farsi strada a spallate così che Remus si ritrovò seduto su una poltrona accanto al gruppetto ridacchiante di ragazze.
“Ehi, Viky, guarda un po’!” Ridacchiò Renè indicandolo alla sua amica mora.
Quella arrossì e poi, con estremo terrore di Remus, si fece avanti. “Io sono Victoria, vorresti ballare con me?”
“Ehm…io…dovrei…” Balbettò il povero ragazzo.
“Remus! Vedo con piacere che ti sei trovato una compagna per ballare.” Esclamò Star sedendosi accanto a lui ed accennando a Victoria.
Pensò lui intensamente. Star capto il suo pensiero e sorrise.
“Purtroppo devi rimandare, io e gli altri abbiamo estremo bisogno di te. Vogliamo provare a bere un po’ di alcolici e ci farebbe comodo qualcuno che ci dica quando fermarci.” Spiegò la ragazza.
Remus annuì e mormorò un “Mi dispiace.” A Viky prima di sparire con Star.
“Sei un fifone!” Lo rimproverò Star una volta lontano dal gruppetto di ragazze.
“Scherzi? Dovevi sentire che soprannomi ci hanno affibbiato. Era tutto un Ciccino mio, Pucci-pucci. Brrr. Terribile.” Si scusò Remus.
La ragazza rise. “Va bene ma ora devi sul serio controllare me e gli altri. Inizieremo con un Flame Of Love Martini, sembra carino.”
“Che c’è dentro?” Si preoccupò Remus.
“Vodka più che altro. Almeno credo. Penso anche dello Sherry.” Rispose lei tranquilla.
Arrivarono al tavolo dove i ragazzi più grandi stavano preparando tre cocktail in coppette da Martini. Usarono molta Vodka e bruciarono delle bucce di arancia.
James, Sirius e Star si sedettero al tavolo, afferrarono un bicchiere ciascuno e si lanciarono uno sguardo di sfida che Remus interpretò come un gran bel guaio.
I tre ragazzi mandarono giù il contenuto del bicchiere.
James si lasciò sfuggire un “Wow!” strabuzzando gli occhi. Sirius sembrò apprezzare molto e Star fissò il bicchiere in modo strano.
“Era tanto forte, George?” Chiese la ragazza al “barista”.
“Ehm, si un bel po’.” Rispose quello.
“Allora dammene un altro. Non ho sentito nulla.” Ribatté Star facendo partire uno scroscio di urla e applausi.
I tre ragazzi mandarono giù il contenuto del bicchiere.
James si lasciò sfuggire un “Wow!” strabuzzando gli occhi. Sirius sembrò apprezzare molto e Star fissò il bicchiere in modo strano.
“Era tanto forte, George?” Chiese la ragazza al “barista”.
“Ehm, si un bel po’.” Rispose quello.
“Allora dammene un altro. Non ho sentito nulla.” Ribatté Star facendo partire uno scroscio di urla e applausi.
George lanciò uno sguardo a Sirius e James che alzarono la mani in segno di resa, decisamente brilli, poi prese un bicchiere molto capiente e lo riempì per metà di Vodka e per metà di Sherry.
Star lo bevve senza esitazioni.
Altri applausi si scatenarono in tutta la Sala e grida di incitamento seguirono Star mentre si scolava il terzo bicchiere di alcolico.
“STAAAAR!” Una ragazza le si avvicinò trafelata interrompendola.
“Che c’è Ann?”
“Abbiamo un problema.” Le spiegò Ann indicando dietro di se dove Lily e Sophia trattenevano tre ragazzine del primo anno che cercavano di bere ancora qualche cocktail. Star le riconobbe; erano Renè e le sue amiche.
“Quanto hanno già bevuto?” Domandò a nessuno in particolare.
“Solo quei tre. Uno a testa.” Le indicò Jane.
Star guardò George.
“Non sono forti. Non c’è quasi nulla di alcol.” Fu la risposta del ragazzo alla domanda silenziosa di lei.
Star cercò di sollevare la più ubriaca delle tre ragazze ma quella la respinse e Renè prese ad urlarle contro.
“Sce puoi buere tu posscio beure anch’io. Non mi scembra giuscto! Tu fai la puttanella e tutti ti corrono dieutro come dei creutini e a noi che rimanue? Eh? Ti piaciue andarue in sciro scentendoti sciuperiorue a tutti, eh? Fan culo troia! Scpero tu muoia all’infenuo!”
Dopo questa sfuriata tutti coloro che stavano osservando la scena riuscirono a vedere solo una sagoma indistinta che si allontanava a gran velocità sparendo nel dormitorio femminile.
Star si fermò solo nel dormitorio delle ragazze. Si era caricata in spalla Renè e l'aveva poggiata sul letto. Stessa cosa fece con la mora.
Aveva trascinato la bionda, che sembrava la più sobria, tenendola per la mano.
“Mollami puttana!” Gridò Victoria strattonando il braccio che Star le teneva saldamente cercando di infilare anche lei a letto.
“Che problemi hai?” Le chiese Star spazientita, le altre due ragazze erano già crollate in un sonno profondo.
“Tu sei il mio problema! Fino ad ora nessun ragazzo mi ha degnato di uno sguardo solo per colpa tua. Nessuno sa nemmeno come mi chiamo. Vorrei gridarlo: GIUSY! Io mi chiamo Giusy!” Urlò in risposa la bionda.
“Senti, io credo che tu sia molto carina ma forse sei un po’ troppo intraprendente. Dovresti lasciar passare un po’ di tempo prima di esigere che qualcuno ti noti. Per ora non hai fatto altro che renderti ridicola. Vai a letto ti prego. Domani vi farò portare su qualcosa per farvi sentire meglio. E’ il primo giorno di lezione, credo che non vogliate assolutamente perdervelo.”
Giusy le lanciò uno sguardo di fuoco ma poi seguì il suo consiglio e si infilò sotto le coperte.
Star stava per andarsene ma poi le venne una curiosità.
“Chi ti piace, Giusy?”
“Il tuo fidanzato.” Rispose lei sbadigliando.
“Mi dispiace ma io non ho un fidanzato.” E con questo uscì dalla stanza.
Tornando alla festa si trovò mille occhi puntati addosso e così salì nel dormitorio maschile del secondo anno. I Malandrini erano lì ad aspettarla.
“Per Merlino! Dimmi che non le hai uccise!” La assalì Remus correndo verso di lei con un bicchierone fumante in mano.
“Come mai siete saliti? E quello cos’è?” Chiese lei ignorando la preoccupazione dell’amico.
“Una pozione per tornare in se dopo aver bevuto alcol. Funziona. Remus la teneva da parta da chissà quanto tempo. Comunque ce ne siamo andati perché iniziavano a formarsi ipotesi cattive su di te. La migliore dice che ti puoi Smaterallizzare nei confini di Hogwarts perché sei un elfo domestico. Avresti dovuto dircelo!” Le spiegò James, tornato sobrio, approfittandone per prenderla in giro.
“Non sono un elfo domestico. Ho fatto la stessa cosa che ho fatto l’anno scorso con quel ragazzo. Sono stata solo veloce.”
“Giusto! Visto, James? La mia ipotesi era corretta: le ha uccise tutte.” Si intromise Sirius scherzando.
“Per il cielo. Non ho ucciso nessuno. Le ho solo riportate in dormitorio. E ora vado a letto anch’io” Chiarì Star con un sospiro. Diede la buona notte a Remus e lanciò uno sguardo cattivo a James e Sirius, poi andò a dormire.

……….
 
Il giorno dopo i ragazzi trovarono Star al tavolo della colazione.
“Giorno ragazzi.” Li salutò allegra quando si sedettero accanto a lei.
“C...iao” Sbadigliò Sirius.
“Buon giorno.” Ricambiò Remus.
“Mmm…” Mugugnò Peter sparendo dalla loro vista.
“Ciao stellina!” Esclamò James baciandola sulla guancia e lasciando interdetti tutti gli altri.
“Che c’è?” Chiese Star notando gli sguardi dei loro amici.
Un fruscio d’ali interruppe ogni tentativo di chiedere chiarimenti da parte di Remus e Sirius.
Un giovane gufo color miele e dagli occhi azzurri si piazzò davanti a Star e James seduti l’uno accanto all’altro.
Il ragazzo prese la lettera e la scorse velocemente strabuzzando gli occhi.
Star gliela strappò di mano e la lesse a sua volta. Poi alzò lentamente lo sguardo su Remus e Sirius.
“Quest’estate, voi due, non avete mai ricevuto nemmeno una sola lettera da parte mia e di James?” Domandò e l’espressione sbalordita dei due ragazzi fu più che sufficiente come risposta. “Il nostro gufo, Lia, non ha portato a termine nessuno consegna. I nostri genitori ce lo hanno appena detto. Abbiamo un nuovo gufo ora ma voi due siete indietro di un paio di notizie.”
“Ecco perché sembrava che fossimo due alieni.” Borbottò James ancora sconvolto. “Loro non lo sanno.”
Star sorrise e dopo una risatina spiegò: “Noi, io e James, siamo diventati fratelli adottivi questa estate.”
“Io e i miei siamo andati a prenderla in orfanotrofio e lei ora si chiama Star Potter.” Proseguì James.
“Vi abbiamo invitato a casa nostra ma naturalmente voi non potevate saperlo. Pensavamo che non foste più nostri amici, ci siamo preoccupati tantissimo.”
Remus sorrise felice, senza parole.
Sirius li abbracciò entrambi di slancio travolgendo un paio di piatti e bicchieri sopra il tavolo. “Siete fratelli! Star hai una famiglia! Stavo per credere sul serio alle voci e iniziare a pensare che foste davvero innamorati.”
“Ma noi siamo innamorati.” Confermò Star.
Remus e Sirius smisero di ridere.
“Si, esatto. Amore fraterno! Non l’avete mai sentito? Io amo Star, come una sorella, ma la amo.”
“E io amo James, come un fratello. Ci abbiamo messo un po’ per arrivarci.”
“Siete ammattiti.” Commentò Sirius sollevato.
“E’ una cosa così bella!” Esclamò Remus trascinando in un abbraccio da contorsionisti tutti i Malandrini.
La colazione riprese allegra e normale.
Era tutto chiarito.
 
 
****
 
Va bene ragazzi. Tutti qui. Semplice amore fraterno. Giuro.
Ora che si è tutto risolto per il meglio tra Star e James cosa accadrà?
(*si sente in vena di commenti alla Manga*)
Lo scopriremo solo vivendo!
Ciao ciao

 
  
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