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Autore: SaraShawol1994    15/09/2013    4 recensioni
[JongKey, Accenni 2Min]
Vorrei tornare indietro nel tempo. Vorrei non fare lo stesso errore di nuovo. E' tutta colpa mia è se è finita così. Avrei dovuto farmi aiutare. Mi manchi, mi manchi tanto. Mi mancano tutti i momenti passati insieme... e solo ora... mi ricordo di quanto ti amavo davvero. Grazie dei bei momenti, ti amo... e ti amerò per sempre.
Genere: Angst, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jonghyun, Key, Minho, Onew, Taemin
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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CAPITOLO 11: Amnesia.


POV Jonghyun


Amnesia temporanea. Ecco la diagnosi dei medici. Kibum aveva subito un trauma cranico che aveva danneggiato una piccola area del cervello. Dissero però che era una cosa passeggera, e che i farmaci avevano abbassato le sue difese immunitarie. Quindi, non sarebbe durato tanto a lungo tutto quello, vero?
Risposero a quella domanda con un “Chi lo sa?! Giorni, mesi, anni... non so dirvi.” mi arrabbiai tantissimo. Come potevano non sapere quanto ci sarebbe voluto prima che io riavessi indietro il mio Kibum? Dovevo scusarmi, farmi perdonare per quello che era successo... dovevo raccontargli di quanto ero stato male senza di lui. Dovevo dirgli che lo amavo. Che lo amavo da tanto tempo. Dovevo farlo mio. Lo rivolevo indietro.

 

Abbracciai con forza Kibum. Finalmente si era risvegliato. Ora potevo stare tranquillo no? Il peggio era passato. Finalmente mi sarei potuto scusare come si doveva. Forse non era giusto dirglielo ora. Ma volevo.
Volevo anche confessargli i miei sentimenti per lui. Così da non avere più rimpianti. Volevo dirgli quanto avevo avuto paura di perderlo per una situazione a me non ancora chiara. Volevo farmi spiegare il motivo per cui aveva cominciato a prendere psicofarmaci e da quanto si sentiva depresso. Volevo comprenderlo, capire come stesse. Cosa avesse. Volevo sapere più cose possibile. Volevo aiutarlo.

Ci conoscevamo da anni ormai, ma sicuramente, c'erano cose mai dette... per vergogna, o perché troppo personali per condividerle. Dopotutto, nemmeno io gli avevo raccontato proprio ogni cosa.

Kibum! Dio se ero preoccupato!” appoggiai una mano tra i suoi capelli. Gli accarezzai la testa “Come ti senti?” gli presi il viso tra le mani, euforico.

Le scostò con un gesto rapido, senza rabbia ne violenza. Delicato, innocentemente. Sembrava turbato, preoccupato, confuso. Indietreggiò di qualche passo.

Tutto bene?” chiesi.

Scusami... ma chi sei tu?”

Cosa?” rimasi impietrito.

Eddai omma, smettila di scherzare così! Ahah, eravamo tutti preoccupati.” rise il maknae.

Come fai a conoscere il mio nome?”

Kibum... cosa...” balbettai.

Rispondi!! Come fai a conoscere il mio nome?”

Hyung! Smettila di scherzare! Non è divertente!” si alterò Minho. “Noi eravamo sinceramente preoccupati per te!”

Come?” si, qualcosa non andava... non mi sembrava che fosse uno dei suoi soliti scherzi. I suoi occhi sembravano impauriti e confusi sul serio.

Mi avvicinai a lui. Kibum... tu davvero non sai chi sono?” chiesi a bassa voce, guardandolo negli occhi.

Annuì.

Sospirai. “O-ok... meglio se chiamiamo il dottore.”

 

“Quindi ero un idol prima di perdere la memoria?” chiese stupito Kibum.

“Proprio così. Siamo famosi a livello internazionale.”

“Wow... se non mi avessi fatto vedere questi video su youtube e tutti i nostri album, non ci avrei mai creduto. Non mi sembra di essere adatto a fare l'idol...” rispose incerto.

“Come sarebbe?”

“Bè, è vero... non sono un bel tipo... e non ho una bella voce... e nemmeno il talento è...” lo fermai.

“Kibum?” ero sconcertato “...hai perso la memoria sul serio. Se fossi stato nel pieno delle tue facoltà, non avresti mai detto una cosa simile.”

“Perché?” chiese curioso.

Avevo un groppo in gola da quando avevo scoperto che il ragazzo a fianco a me aveva perso la memoria.
Eravamo seduti su una panchina, nel cortile dell'ospedale. I dottori avevano deciso di tenerlo sotto osservazione ancora per quella giornata, poi l'avrebbero mandato a casa. Dopotutto stava bene fisicamente. Gli stavo mostrando video e varie foto dal mio cellulare. Gli portai una cuffia all'orecchio, invitandolo ad ascoltare alcune nostre canzoni, sperando che si ricordasse qualcosa. Niente.

 

Passò più di un'ora. Da una canzone ad un'altra cambiavano ritmo e melodia, cambiavano le foto che stavamo osservando.

“E queste?” mi prese il cellulare di mano.

Cercai di riprendermelo, senza successo.
Kibum iniziò a scorrere veloce il dito sul touch screen guardando le foto dove eravamo ritratti noi due. Foto ricordo di vari momenti delle nostre giornate. Foto che per me avevano davvero importanza. Foto che per me erano preziose. La cartella era soprannominata “Bummie<3” ok, ero diventato paonazzo, ma speravo non si accorgesse di niente ugualmente.

 


“Wow... hai tantissime foto nostre salvate sul telefono!!”

“G-già...” mi agitai un po', cominciai a balbettare.

“E io ne ho di tue foto?”

“Non lo so... non mi hai mai fatto vedere il tuo cellulare, presumo di no.”

“Ah... capito...” sospirò “...vorrei farti una domanda... se posso” abbassò la voce, timido.

“Dimmi.” dissi sorridendo. Dopotutto, aveva perso la memoria. Era normale essere curiosi della vita di cui non ci si ricordava nulla, no? O forse voleva chiedermi il perché di tutte quelle foto e il perché di quel fottuto cuore nel nome della cartella? No. Dovevo stare calmo.

“Che rapporto c'è tra Minho e Taemin? Prima quando eravamo isieme... parlavano in modo strano tra di loro, mi è sembrato... non so...”

“Sei incredibile.” risi. “Ti sei accorto subito che tra loro c'è qualcosa.” meno male... almeno non mi ha chiesto niente sulle foto...

“Quindi avevo ragione? Ma sono due uomini!”

Una fitta al petto. Tasto dolente direi.

“E quindi? Non mi dire che sei diventato omofobo dopo aver perso la memoria!!”

“No... è che è strano che due uomini...”

Sospirai. Mi alzai di scatto. Iniziai a camminare verso la porta che conduceva all'entrata dell'edificio, in direzione della camera 231, seguito da Kibum. Diciamo che mi ero un po' alterato.

Una volta arrivati in stanza, lo aiutai a riporre le sue cose nella borsa.
Il ragazzo poteva lasciare l'ospedale in serata.

 

Dottore... come è possibile che si ricordi tutta la sua vita, tranne degli SHINee e della sua carriera? È impossibile!” ero agitato.

In realtà no... ci sono certi casi in cui i pazienti dimenticano qualcosa, per eliminare un malessere o una delusione, si auto-annullano la memoria. Non mi stupirei se fosse così.”

COSA? E perché Kibum si vorrebbe dimenticare di me?! E del gruppo?! Siamo la sua famiglia!!” alzai la voce.

Della sua famiglia biologica si ricorda no?”

Si! Ma anche noi lo siamo!” stavo per mettermi a piangere.

Penso sia inutile tenerlo qui. Le sue condizioni non possono migliorare. Il trauma non è curabile qui. Forse, se riuscissi a fargli fare qualcosa di quotidiano, qualcosa che fa sovente... magari un po' alla volta la memoria riuscirà a tornare.” mi disse gentilmente il dottore.

Grazie, davvero. Farò il possibile...” le mie guance si rigarono.

Avvisami di eventuali cambiamenti.”

Lo farò. La ringrazio ancora.” mi asciugai gli occhi con la manica della felpa.

 

Ma sono due uomini! È strano!” queste frasi mi stavano uccidendo. Probabilmente nello stato in cui si trovava, se gli avessi detto ciò che provavo, mi avrebbe allontanato.

 

Hyung... cos'ho avuto? Perché sono finito in ospedale?” mi chiese Kibum, sedendosi su una panchina all'ombra.

Eravamo ad una registrazione televisiva e mentre eseguivamo una delle nostre coreografie sei svenuto.” spiegai senza farmi prendere dall'angoscia.

E perché sono svenuto?” sembrava un bambino piccolo in quel momento.

Perché, perché... tanti perché a cui non potevo... VOLEVO rispondere.

Hai... passato un brutto periodo...” non avevo il coraggio di dirgli altro, ma sapevo che mi avrebbe chiesto di spiegare meglio la situazione. Avrebbe voluto i dettagli, dettagli che mi sarei rifiutato di dare.
Lo convinsi a lasciar stare. Gli dissi di chiedere agli altri membri confidandogli che non mi andava di parlarne. (dopotutto era così, non mi andava di ricordare che qualche giorno prima aveva avuto una specie di overdose o roba simile, non volevo ricordare, non volevo più pensarci – cosa impossibile però –.)

 

Una volta accertato che potesse uscire e firmato vari documenti, lo feci salire in macchina, parcheggiata davanti all'ospedale. – gli altri erano tornati a casa un paio d'ore prima –.

Era ancora disorientato – ovviamente –.

Non parlai per tutto il tragitto, avevo un nostro album a caso a volume sostenuto nella radio, per impedirgli di rivolgermi la parola. Ero un po' confuso, avevo paura per il suo futuro, per il mio... non sapevo cosa sarebbe potuto accadere. Magari avrebbe ricordato tutto una volta arrivati al nostro appartamento, in mezzo alle nostre cose.
Il viaggio fu abbastanza tranquillo, ogni tanto mi diceva le canzoni che gli piacevano di più ed io le cantavo su sua richiesta, anche per non farlo parlare troppo. Non sapevo come reagire.

Come mi sarei dovuto comportare se non avesse recuperato la memoria?

Se lui avesse dovuto ripartire da zero?

E se non avesse voluto restare nel gruppo?
Gli SHINee in quattro non sarebbero più stati SHINee. Senza Key non ci saremmo più potuti chiamare così. Non potevo permetterlo. Recupera la memoria in fretta, ti prego! Voglio che rimanga tutto come è sempre stato!

 

Arrivati all'appartamento, il maknae ci accolse con il solito sorriso innocente di un ragazzino. Kibum si inchinò chiedendo il permesso di entrare. Minho e il leader lo guardarono perplessi.
Taemin lo prese per un polso e lo trascinò dentro cercando di farlo sentire a suo agio, mentre io mi dirigevo in camera mia – e di Kibum ovviamente –. Mi sdraiai sul letto, ancora con le scarpe e tutto vestito. Ero stanco, non avevo voglia di svestirmi e mettermi la tuta. Ero spossato.
Tutto il casino delle ore prima mi aveva mandato il cervello in tilt. Dovevo riposarmi per qualche minuto.

“Se ripenso che l'ultima volta che io e Kibum abbiamo dormito insieme – nella stessa stanza –, è stato prima di un litigio, mi viene male...” pensai prima di addormentarmi.

 

Corse via prima che potessi scusarmi per quello che avevo appena detto. Non le pensavo sul serio certe cose. E non sapevo nemmeno come mi erano potute uscite di bocca. Dire che mi ero stancato di lui fu una delle cose che mi lasciò più perplesso – ero rimasto allibito dalle mie stesse parole –, come avevo potuto?
Urlai contro la porta dove si era rinchiuso per farlo uscire. I miei sforzi andarono a vuoto. Fui costretto a dormire con il leader (come sempre, quando litigavamo. Quella camera era praticamente di Kibum. Ci dormivo molto di rado – non è vero –... e occupava quasi tutto l'armadio oltretutto.)
I miei compagni si accorsero di un improvviso cambiamento, ma non ci diedero peso. Mica era la prima volta che mi ritrovavo sfrattato dalla mia stessa camera. Semplicemente, sarebbe durato più a lungo quel periodo.

Se avessi saputo che sarebbero state le ultime notti “prima dell'incidente” non avrei rinunciato a bussare a quella stupida porta e a scusarmi.

 

“Hyung...” sentii pronunciare flebilmente dalla porta semi aperta.

Aprii lentamente gli occhi. “Kibum...” mi stiracchiai. “Che succede?”

“M-mi sono permesso di entrare... Jinki-hyung dice che è pronta la cena...”

“Permesso? Kibum, questa è anche camera tua.” dissi sorridendo.

“Ah... d-dividiamo la camera di solito?”

“Kibum, li vedi i due letti? Ecco, quello è il tuo, davanti all'armadio enorme. E comunque, è TUA. Praticamente non ci dormo quasi mai perché mi cacci sempre.” risi.

“Non capisco.” si fece piccolo piccolo.

Lo presi per un polso, facendolo sedere al mio fianco. Misi un braccio attorno alla sua vita e lo avvicinai a me. Guardavo il vuoto davanti a me con la presa del braccio stretta su di lui.
Appoggiai la testa sulla sua spalla.

“J-Jonghyun-hyung... cosa fai?”

Non volevo rispondere. Non volevo fare tante cose da quando era iniziato tutto.
Dopo qualche attimo di silenzio, sentii il biondo fare un respiro profondo.

“J-Jonghyun-hyung... posso... farti una domanda?”

“Chiamami Jong per favore... come hai sempre fatto.” chiusi gli occhi.

“O-ok...” balbettò. “Jong... posso chiederti una cosa... senza che tu ti metta a ridere?” disse abbassando lo sguardo.

Annuii.

“Noi siamo amici?”

“Certo che siamo amici.” sorrisi, accarezzandogli i capelli.

“N-no... non hai capito.”

Mi voltai verso di lui. Sgranai gli occhi, intuendo il significato delle sue parole. Cosa... voleva significare? Rimasi ammutolito.

“Non amici normali...” sospirò, sembrava agitato. Abbassò la voce. Era quasi impercettibile... ma le sentii benissimo quelle parole: “Siamo come Taemin e Minho?”

Un colpo al cuore.
Cosa stava succedendo così di colpo? Non volevo rispondergli. Non ero pronto in quel momento. “Ma sono due uomini... è strano!” non sapevo dove voleva andare a parare... e non volevo saperlo. Non era niente di buono.

Mi alzai. “Kibum, dobbiamo andare a mangiare.” risposi freddo. Mi diressi verso la porta, uscendo e lasciandolo da solo.

 

Fine POV Jonghyun

 

Mi sentivo strano, smarrito. Davvero avevo perso la memoria? bè... in effetti, ripensandoci, mi sforzavo di ricordare cosa stavo facendo prima di svegliarmi, ma non riuscivo a focalizzare.
Ricordavo perfettamente la mia infanzia e la preadolescenza... ma il periodo dopo era oscuro. Ricordavo anche il tempo trascorso alle medie, ma non dettagliatamente. Mi accorgevo anch'io di avere qualche lacuna. Ad esempio: per me era tradizione fare la festa di compleanno a cui partecipasse tutta la mia famiglia, compresi gli amici... ma chissà perché, i diciassette anni erano vuoti. Non li ricordavo più. Così come i successivi.
Eravamo seduti su di una panchina e Jonghyun mi stava facendo vedere dal suo cellulare diversi nostri live, concerti e programmi a cui avevamo partecipato. Mi aveva mostrato delle foto con i nostri album e tante altre cose.

“Non mi sembra di essere adatto a fare l'idol...” dissi grattandomi la base del collo.

Ammetto di non essere male come ragazzo... ma fare l'idol è su un altro pianeta. Sono intonato... ma essere addirittura un cantante...
Mi raccontò di quanto alcune canzoni lo facessero stare bene e di quali avesse scritto lui personalmente. Ogni tanto si metteva anche a canticchiare le sue strofe preferite.
Mentre ascoltavamo la nostra discografia, mi mostrava le foto del debutto, più vecchie o anche recenti. Guardavo curioso. In ogni scatto avevo un'espressione felice. Anche mentre piangevo.

La mia vita era così bella? Eppure ero vittima della società, come tutti. Mi era stato imposto di avere un nome che non fosse il mio (anche se probabilmente me l'ero scelto io)... e dovevo stare alle regole di qualcuno. Persino sul come vestirmi o tenere i capelli non avevo voce in capitolo, ne ero sicuro. Alla fine gli idol sono schiavi, usati solo per far fare più soldi alle case discografiche. Portati allo sfinimento mentale e fisico.
Perché avevo deciso di diventare famoso? Cosa mi aveva spinto a fare audizioni su audizioni (da quello che mi aveva raccontato lo hyung) e a intraprendere questa strada? Mi è sempre piaciuto stare al centro dell'attenzione... ma così...

Cosa?

Fermai i miei pensieri per un secondo e rimasi ad osservare delle foto. Foto che ritraevano solo me e Jonghyun.

“E queste?” chiesi prendendogli il cellulare.

Scorrevo veloce le immagini, notando che in tutte c'eravamo solo noi.
Uscii dalla cartella “fotocamera” e ne notai una con scritto “Bummie<3”. La aprii e vidi altre mille mila foto nostre.
Volevo sapere come mai ne aveva tante così, mentre degli altri membri ne aveva la metà... ma sviai il mio interrogativo su qualcos'altro, troppo imbarazzato per domandare. Chiesi di Taemin e Minho, avevo visto una strana complicità nei loro occhi – nonostante fossi stato con loro solo un paio d'ore –.

Si creò una strana tensione tra me e lo hyung in breve. Forse gli aveva dato fastidio la mia frase nei confronti dei due ragazzi, ma prendersela così era da esagerati.

Usciti dall'ospedale, ci dirigemmo con la sua macchina verso “casa nostra”. Dove vivevamo? In un appartamento? Un dormitorio? Una villa? Non ne avevo la minima idea.


Una volta arrivati, Taemin mi accolse prendendomi per un braccio, facendomi fare un giro veloce della casa.

Aiutai i ragazzi a preparare la cena.

Jinki-hyung mi chiese infine di andare a chiamare Jonghyun nella sua camera. Era andato a riposare.

 

Bussai alla porta dolcemente, sporgendomi per assicurarmi di avere il permesso di entrare. “Hyung?”
Aprì gli occhi. “Kibum, che c'è?” si stiracchiò.
Entrai chiudendomi la porta alle spalle, avvicinandomi al letto dove stava riposando.

Dopo un paio di minuti di conversazione, mi afferrò per un polso facendomi mettere accanto a lui. Tra l'attonito ed il confuso riuscii a balbettare qualche parola, chiedendo spiegazioni.
Era chiaro come il sole che Jonghyun si comportasse in modo strano. Forse... prima che perdesse la memoria eravamo... amanti?

“Noi siamo amici?” chiesi imbarazzato, facendo capire che la parola amici non voleva intendere amici.

“Certo che lo siamo.” ecco. Non aveva capito. Ma allora Taemin mi aveva raccontato la verità: “Jjong-hyung è stupido omma, non farci caso.” e io che pensavo che il maknae fosse esagerato.

“N-no... non hai capito.” cercai di spiegarmi meglio.

“Non amici normali...” probabilmente ero diventato viola in viso dall'imbarazzo. “Siamo come Taemin e Minho?”.

Sentii la sua presa allentare, per poi abbandonarmi. Cos'era questa sensazione di vuoto che sentivo ora?

“Kibum, dobbiamo andare a mangiare.”

Rimasi seduto sul letto, mentre lo hyung si allontanava.

 

 






















 

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Ciao a tutte!! çAç scusate per il ritardo! Ho avuto millemila pensieri, preoccupazioni e altro tra scuola e problemi personali!
Grazie delle belle recensioni e di chi mette nelle seguite! *-* sono sempre più felice! E spero di non deludervi con questo nuovo capitolo.
Fatemi sapere se vi è piaciuto! E avvertitemi di eventuali errori XD
Un bacione, al capitolo dodici.

 

Sara.

   
 
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