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Autore: Strawberry Milkshake    15/09/2013    5 recensioni
Quanti di voi vorrebbero volare insieme a Deidara?
Quanti di voi vorrebbero usare la falce di Hidan?
E quanti hanno pregato Jashin per riuscirci?
Beh, io l’ho fatto e i risultati non sono stati…quelli che dovevano essere!
Ho fatto irruzione a Konoha e sono stata rapita da una banda di fighi… ma si può sapere che cos’ha contro di me il destino!?
Genere: Azione, Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akatsuki, Hidan, Kakuzu, Nuovo Personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'New Generation'
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CAPITOLO DIECI
Scommesse perse e baci rubati. Tanti auguri Cagnetto!
 
 
 
Sfogliai ancora un po’ il bloch notes, mentre mangiucchiavo distrattamente la matita. Cancellai, dopo un’accurata revisione, le ultime due note dello spartito, sostituendole.

Soddisfatta, guardai il mio capolavoro che mi aveva tenuta impegnata quattro ore. Chiusi gli occhi, buttando la testa indietro e rilassandomi sulla roccia su cui ero appoggiata.

Alla fine si erano fatte le sei. Osservai con interesse il sole sorgere, mentre colorava le nuvole di diverse sfumature di rosa.

Mi stiracchiai per bene prima di raccogliere le mie cose e avviarmi verso il covo.

Aggirai l’ingresso seguendo un piccolo sentiero di terra battuta, che mi condusse proprio sotto la finestra di camera mia. Con qualche balzo atterrai sul piccolo davanzale, aprii le finestre e mi ritrovai nella mia stanza.

Eh si, sono diventata trasgressiva!

Poggiai il violino sul letto e corsi a farmi una doccia.

Penso che ora vi stiate chiedendo un po’ di cose, vero?

Della serie “si può sapere cosa ci fai alle due di notte sulla sponda di un fiume? Per di più con un violino appresso?”

Ebbene, stavo preparando il regalo per il cagnetto!

Già a pensar male voi! La verità è che non avevo uno straccio di idea, o almeno fino a quando Hidan, durante una delle sue solite irruzioni nella mia stanza, non ha avuto la brillante idea di mettersi a frugare tra le mie cose, dimostrando particolare interesse per il libro di algebra, il mio computer e il violino.

E quindi eccovi qui la spiegazione, se così possiamo chiamarla, che cercavate!

Finito di lavarmi, mi misi comoda sul letto, prendendo il cellulare e cominciando a giocare a Ruzzle, mentre di sotto la Sorellona incominciava a preparare la colazione.

Sarebbe stata una giornata lunghissima, anche perché il “festeggiato” era partito in missione, e sarebbe ritornato in tarda serata.

Semplicemente perfetto.

Quasi rimpiangevo i giorni in cui il mio unico pensiero era quello di non cercare di morire durante i tanti allenamenti, tanto che mi venne quasi voglia di chiedere a Kisame se voleva combattere, ma scartai subito l’iniziativa al pensiero della mia spalla smussata.

Al diavolo ragazza chewingum!

Si prospettava una giornata lunghissima…


 
 
 
 
 
Mi guardai allo specchio, cercando di rendere presentabile il groviglio di nodi che avevo sulla testa, più comunemente chiamati capelli.

Dopo un buon quarto d’ora mi ritenei soddisfatta, indossai i vestiti, lasciando in stanza la cappa dell’organizzazione.

Guardai l’orologio che segnava mezzanotte e quaranta e così decisi di aspettare ancora un po’.

E dopo un’intera giornata passata a giocare a Ruzzle, indovinate cosa feci per ingannare il tempo?

Dopo mezz’ora, sentii chiaramente dei passi in corridoio. Hidan e Kakuzu dovevano essere tornati.

Mi precipitai in bagno con l’orecchio addossato contro le piastrelle della doccia per ascoltare meglio.

Oddio, sembravo una stalker, ma voi non fateci caso!

Sentii lo spalancare della finestra e rumori di passi, così corsi di nuovo in camera, afferrai il violino e mi affacciai giusto in tempo per vedere l’albino iniziare a correre.
Aspettai qualche minuto prima di seguirlo.


 
 
Giunsi, con mio grande stupore, sulla sponda sinistra di un piccolo fiume che scorreva placido a qualche chilometro dal covo, lo stesso di quella mattina.

Trovai Hidan intento a terminare uno dei suoi rituali, s’inginocchiò stringendo a se il rosario di Jashin, mentre mormorava quelle che sembravano delle preghiere, ma non riuscii a capire molto.

Infine si alzò, leccandosi il sangue sulla mano, che continuava a scorrere dalla ferita.

-Già tornato e di nuovo a fare sacrifici?- chiesi, raggiungendolo.

Mi guardò stupito per un po’, ma subito riprese la sua solita espressione. Si lasciò cadere senza troppe cerimonie sul prato, mentre io mi accomodavo accanto a lui, poggiando la custodia del violino ai miei piedi.

-Guarda chi si vede, cosa ci fai qui?-

-Potrei farti la stessa domanda, sai? Comunque, oggi non è il tuo compleanno?-

-E se anche fosse?- chiese, mentre inarcava un sopracciglio e mi guardava divertito.

-Ma bene, visto che la metti così me ne posso anche andare.- e feci per alzarmi, ma venni prontamente trattenuta da Hidan.

-Stavo scherzando ragazzina!- disse, mentre mi strattonava verso di se. E, come sempre ormai, i nostri visi furono vicinissimi. Mi liberai dalla sua presa con facilità, tornando poi a guardarlo.

-Non hai ancora risposto alla mia domanda-

-Umm, si, forse oggi potrebbe essere il mio compleanno…-disse in tono falsamente vago, mentre faceva roteare lo sguardo da una parte all’altra.

-Interessante, allora forse questi potrebbero essere i miei auguri- dissi, reggendogli il gioco.

Aprii la custodia del violino e presi in mano lo strumento di legno dipinto, che cominciai ad accordare.

Mi alzai in piedi pronta per iniziare, sistemai meglio il mento e cominciai a suonare.

Se mentre la scrivevo mi era sembrata perfetta, adesso era indescrivibile. Il susseguirsi delle note dava origine ad una melodia lenta.

Modestamente sono meglio di Mozart, io!

Per curiosità, aprii un occhio, giusto per vedere la faccia di Hidan.

Per poco non mandai tutto a monte, chiusi subito l’occhio, ma l’immagine del suo volto concentrato, con le sopracciglia aggrottate e la bocca socchiusa aveva del comico.

Ma che dico, del ridicolo!

Mi sforzai di concentrarmi sul movimento delle dita che scivolavano leggere sulle corde, e riuscii a terminare la canzone senza sbagliare più di tre note.

Finito, rimisi a posto in modo particolarmente accurato lo strumento.

-Allora, che te ne pare? Sappi che se non dai un giudizio positivo, potrei, per sbaglio intendiamoci, fracassarsi il violino sulla testa.-

-Umm, si, è stato bello-

-Bello? Fantastico!- lo corressi, mentre gli tiravo un pugno non troppo forte sul braccio.

Ok, da quando in qua siamo così intimi?

-Beh, se questi erano gli auguri adesso mi spetta il regalo!- sentenziò mentre si avvicinava. Di nuovo.

Lo spinsi via non molto convinta, ma questa volta sapevo che non sarei riuscita a farla franca.

-H-Hidan, finiscila…-

-Oh, andiamo, cazzo! È il mio compleanno, chiedo un solo, piccolissimo casto bacio!-

… … …

-Ma ti prego! Dovrai accontentarti del biscottino, mi dispiace.- e gli porsi l’ultima confezione di OroCiok.

Visto che continuava a guardarla senza fare assolutamente niente, la scartai e gli ficcai un biscotto in bocca.

Masticò non togliendomi lo sguardo di dosso, e mettendomi non poco in imbarazzo.

Gli porsi il biscotto rimanente, che accettò. Ma invece di mangiarlo, lo avvicinò alla mia bocca. Non capendo lo guardai, in cerca di spiegazioni.

-Dai, apri la bocca, ragazzina!- canzonò, facendo sfilare il biscotto sotto il mio sguardo.

-Scordatelo!- gli risposi, cercando di afferrarlo con le mani, che inevitabilmente finirono prigioniere nella sua morsa.

E con un OroCiok sotto gli occhi e le mani bloccate feci l’unica cosa possibile. Ossia, mi feci imboccare.

Imbarazzante.

Inutile dire che Hidan si dovette contenere per non ridermi in faccia, anche se con scarsi risultati, intendiamoci.

-Dimmi una cosa, da quanto tempo hai vent’anni?-

Sembrò pensarci un po’ su, prima di rispondere.

-Un po’-

Mi sembrava di essere finita dentro Twilight, assurdo, solo che al posto del vampiro io ho un “bellissimo” (Ahahah, come sono sarcastica oggi) Jashinista con un cervello pari a zero.

Fu così che capii, un po’ in ritardo ma pazienza, che la mia vita non sarebbe mai stata normale!

-Beh, meglio che vada, domani ho l’allenamento con Sasori, e se arrivo in ritardo mi trasformerà sul serio in una marionetta.

Cominciai a sistemare le mie cose, ma poi, non si sa perché, decisi di fare una cosa stupida.

Oh, se stupida!

Mi girai, lasciando la custodia chiusa a metà, e mi avvicinai a Hidan.

Senza aspettare un qualsiasi segno di approvazione da parte del Jashinista, posai le mie labbra sulle sue.

Mi pentii subito, ma una parte di me era orgogliosa di aver preso alla sprovvista l’albino.

Naturalmente l’esitazione durò poco, Hidan cominciò a ricambiare con foga il bacio, passando una mano dietro il mio collo e spingendomi di più verso di lui.

Il mio cervello, momentaneamente (si spera!) in blackout, non riuscì a connettere la cosa, tanto che esitai solo per un momento.

Momento fatale, che Hidan usò abilmente per rendere più profondo il bacio.

Per finire in bellezza gli cinsi il collo con le braccia, tanto ormai la frittata era già fatta!

Alla faccia del piccolo, casto bacio!

Mi staccai a corto d’aria, le tempie che pulsavano e le guance in fiamme.

Gli diedi una leggera spinta, mettendo su un finto broncio.

-Sei un bugiardo…questo non è un casto bacio…-

-Ops.- si limitò a dire, ritornando a ghignare.

Misi in spalla la custodia candida del violino, e iniziai a percorrere il piccolo sentiero che portava al covo.

-Notte cagnetto! E comunque hai perso due volte la stessa scommessa!- gli dissi, mentre osservavo la sua faccia perplessa –La prima, quando hai scommesso che mi avresti strappato un bacio, senza contare quella con Kisame! Alla fine il bacio te l’ho rubato io!-

Mentre percorrevo il sentiero mi sfiorai le labbra, leggermente gonfie e arrossate, sorridendo.

Che mi stessi innamorando?




 
 
 
 
Il piccolo volatile si appollaiò sul ramo di un albero. Si guardò un po’ in giro, scrutando l’oceano immenso che si stagliava all’orizzonte, di un blu profondissimo, rischiarato solo dal riflesso della Luna.

Le piume, che variavano da un blu molto scuro a un bianco argentato, continuavano a bruciare ma, stranamente, non procuravano dolore all’uccello.

La piccola fenice spiccò il volo, battendo le ali un paio di volte per prendere quota. Sorvolò gran parte del bosco, dirigendosi sempre di più verso il centro della piccola isola. I raggi della Luna risaltavano i colori del piumaggio, facendogli ottenere svariate sfumature.

L’uccello cominciò a scendere nei pressi di un’ampia radura, appollaiandosi sul braccio di un ragazzo, intento a fissare il cielo.

I capelli neri erano legati in una coda tipica dei samurai, mentre negli occhi smeraldo, si poteva vedere chiaramente il riflesso della Luna piena.

-Hai visto Hikaru, sta notte c’è la Luna piena, un splendido spettacolo, non c’è che dire- disse, rivolgendosi alla fenice che acconsentì scuotendo il piumaggio.

Il ragazzo prese ad accarezzarle la testa, prima di alzarsi e sistemandosi le pieghe del kimono. Raccattò la katana che era appoggiata su una roccia, infine diede un ultimo sguardo verso il cielo.

-Ormai manca poco Hikaru, il tempo a nostra disposizione è quasi terminato. La sacerdotessa sta per tornare nella sua ultima reincarnazione. E noi saremo qui ad aspettarla, vero?-

Hikaru stridette in segno di approvazione, volando nel tempio di fronte a loro.




*Angolino dell'autrice che ha una cognizione del tempo assai preoccupante*


... ... ... ... ... ...


Prima di lanciare i pomodi aspettate un attimo!
Ok, vi avevo detto "domani" e invece sono passate circa due settimane, sorratemi!
Il fatto è che non avevo minimamente previsto la settimana in ritiro con la squadra di nuoto, e quindi eccomi qui!
Ma il capitolo l'ho allungato, aggiungendo un sacco di cose in più! Quindi ne è valsa l'attesa! O almeno spero...
Ed ecco il supermegafantastico bacio che tutti stavano aspettando!
Che dirvi? Ora che ho internet sul computer, aggiornerò più frequentemente!
Baci, e non mangiate troppa Nutella (Specialmente tu, Lexi...)
 
  
  
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