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Autore: littlemjx    15/09/2013    6 recensioni
{Sometimes, your most beautiful dream, can become your worst nightmare}
L'unica cosa che avrei voluto in quel momento era rimanere li, tra le sue braccia, finalmente. Una corrente fredda mi attraverso' il cuore quando si allontano' da me e dalle mie labbra, e guardandomi negli occhi disse: -Non posso-
Il mio cuore smise di battere per un secondo, non potevo credere alle mie orecchie...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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(9)

 
Primo di Settembre. Sabato. Ore 21 e 32. A quest’ora, un mese, fa probabilmente sarei stata fuori come ogni ventenne mentalmente stabile. E invece sono qui, chiusa in casa, a prendermi in giro da sola dandomi della pazza. Ma in fondo so di esserlo, quindi... tanto vale farci l’abitudine. Basta chiedere a Mick per averne la conferma. Chi meglio di lui conosce tutto quello che mi passa per la testa? È l’unico con cui possa parlare senza che mi guardi storto o mi dia dell’idiota innamorata. A dire il vero qualche volta anche lui prendeva e se ne andava, proprio nel bel mezzo della convesazione. Che gatto maleducato.

Elizabeth lo sai che stai sclerando di nuovo, vero?

Avrei continuato a scrivere la tesina per distrarmi, ma ormai era già finita, imbustata e inviata. Incrociavo le dita, e speravo ogni giorno di ricevere la tanto attesa lettera di ammissione. A dire il vero facevo di tutto per distrarmi. Ogni cosa che comprendesse l’utilizzo non solo delle mani, ma anche della mente, altrimenti avrei veramente rischiato di esplodere. Mi ero ridotta perfino a scrivere stati senza senso su twitter: citazioni di film o canzoni sconosciute, o anche solo una singola parola. L’ultimo tweet geniale era stata una solo singola parola: Namaste. Non sapevo neanche cosa volesse dire esattamente, o comunque non avevo proprio la voglia di ricordarmelo, infondo stavo solo ammazzando il tempo.

Quando non c’erano Mick o internet a distrarmi, ci pensava il mio lavoro part-time dal fiorista all’angolo della strada, o le telefonate ansiose di mia madre, che continuava a chiedermi se stavo bene, o (soprattutto) se avevo ricevuto notizie dall’università. La risposta era sempre un chiaro e secco NO, che lei interpretava come risposta solo per la sua solita seconda domanda. Non volevo far preoccupare anche lei, bastavano già gli sms insistenti di Gemma...
Continuava a chiedermi come stavo, se mi andava di fare qualcosa insieme, se avevo bisogno di qualsiasi cosa, ma non riuscivo mai ad accettare, mi ricordava troppo lui... Avrei voluto parlare con qualcuno che mi rispondesse, a differenza di Mick, che mi rassicurasse, che mi dicesse che sarebbe andato tutto a posto... o che semplicemente mi stesse vicino, senza giudicare. Magari se era una maga in grado di tornare indietro nel tempo, per poter cambiare le cose, anche meglio.

Continuai a fare zapping in cerca di qualcosa d’interessante in televisione, ma sarebbe stato piu’ facile far atterrare un astronave di opossum nel mio giardino.

Okay, questa è la conferma che sto impazzendo sul serio.

Osservai annoiata lo schermo del pc accesso sul tavolino del salotto, e mi accorsi di avere un messaggio su twitter... insomma... una menzione. O come accidenti si chiamano. Non feci in tempo a leggerla, riuscii solo a leggere il nome del mittente (stranamente familiare), che sentii squillare il cellulare.
Quasi mi raggelai sul divano. Mi ero promessa di controllare le mie azioni nervose al suono del telefono, ma ormai era un’abitudine talmente frequente che necessitava tutta la mia forza per essere tenuta sotto controllo. Presi un respiro profondo, ripetendo il mio solito mantra „Respira e stai tranquilla“.
Quando sentii i miei nervi rilassarsi e il solito nodo allo stomaco sciogliersi, mi decisi ad afferrare il telefono per controllare chi mi stesse chiamando. Pensai tra me e me che probabilmente era mia madre che mi chiedeva per la milionesimo volta se mi fosse arrivata qualche lettera dall’università. Il problema era che a me non era arrivata nessuna lettera: nè dall’università, nè da... Harry.

Harry?

Perchè sullo schermo del telefono sta lampeggiando il suo nome?
Per un attimo i miei neuroni smisero di funzionare, e probabilmente anche il cuore e i polmoni visto che dopo poco presi un respiro profondo, quasi affannato: non mi ero resa conto di essere rimasta in apnea...
Continuai a fissare lo schermo mentre continuava a vibrare e lampeggiare, la scritta HARRY grossa e luminosa, era impossibile non vederla. E allora perchè non riuscivo a rispondere?!

Devo essere impazzita. Di certo mi sta chiamando... Abby! La mia datrice di lavoro. È tardi, ho gli occhi stanchi, devo aver letto male...

Eppure io continuavo a vedere il suo nome sullo schermo.

Rispondi Elizabeth, cazzo, muoviti!

Prima di rendermene conto, avevo accettato la chiamata e avevo portato il cellulare all’orecchio, chiamando il suo nome con una voce a dir poco interrogativa e... si, sollevata.
-Harry?-
- L...zy?-
-Harry... ci sei? Mi senti?- chiesi in preda al panico quando la sua voce fu interrotta da un lungo e continuo stridere.
-E... beth... mi... nti?-
-Harry!- esclamai, furiosa con quella stupida interferenza. Potevo finalmente sentire la sua voce, mi aveva chiamata, e quell’accidenti di telefono non prendeva! –Harry non riesco a sentirti-
L’unica cosa che sentii chiaramente dall’altro capo del telefono furono le sue imprecazioni contro il telefono: -Stupido coso, perchè non funzioni?!-
Mi sembrava come se qualcuno mi avesse appena tolto un masso dal petto: era davvero la sua voce...
-Elizab... sei? Cristo, perchè n... ento!?-
Spostati mio dio, non esiste un posto abitato laggiu’!? Quella sensazione di leggerezza che avevo sentito poco prima comincio’ a svanire quando la sua voce fu interrotta dall’ennesima interferenza.
Ancora un’altra imprecazione, poi quel fastidioso ronzio continuo’ e non accennava a smettere. Dopo pochi secondi cadde la linea.
Rimasi con il cellulare ancora premuto all’orecchio, gli occhi spalancati che bruciavano in modo spaventoso, ascoltando il segnale acustico, come se potesse essere un codice morse per poter comunicare con Harry.
Per una volta, UNA sola volta che mi sembrava che le cose andassero bene, doveva mettersi in mezzo quella stupida tecnologia giurassica del deserto australiano. Perchè, SI, secondo me l’avevano mandato nel deserto, altro che università di specializzazione in medicina!

Che diavolo stai facendo?! Chiamalo ancora!

Composi il numero velocemente, con dita tremanti, aspettando di sentire il segnale che indicava l’inizio della chiamata, ma l’unica cosa che ottenni fu una fastidiosa vocina elettronica.
-Il numero da lei chiamato non è al momento raggiungibile, la preghiamo di richiamare piu’ tardi-
Riprovai una seconda volta.
-Il numero da lei chiamato non è al momento raggiungibile, la pregh...-
Un terza...
-Il numero da lei chiamato non è al mom...-
-Fanculo!- sbottai lanciando il cellulare sul tavolino. Vidi la parte che racchiudeva la batteria schizzare via, proprio contro il computer, ma in quel momento avrei volentieri distrutto il salotto... quindi tanto vale iniziare da qualcosa, no?
Vidi Mick venirmi incontro con il suo solito sguardo perplesso. A volte mi chiedevo se fosse davvero un gatto: insomma... era troppo espressivo e amichevole. Di solito i gatti se ne stanno per i fatti loro. Ma la mia attenzione non cadde direttamente su di lui, bensi’ sullo schermo del computer alle sue spalle, dove avevo lasciato aperto il messaggio ricevuto poco prima.

Socchiusi gli occhi per mettere meglio a fuoco e subito riconobbi il nome (infondo non mi scriveva mai nessuno, non era difficile ricordare i nickname): era la ragazza che aveva risposto al mio tweet un po’ di tempo fa, quando ero rimasta a casa a guardarmi Pacific Rim, quando la mia vita aveva ancora una parvenza di normalità...
E magari era proprio quello di cui avevo bisogno. Tornare indietro, alla mia vita normale, prima che succedessero tutti questi casini...
Allungai titubante le dita sulla tastiera, indecisa se risponderle oppure no, chiedendomi se fosse uno stalker psicopatico con un profilo falso, chiedendomi cosa risponderle. Mi aveva semplicemente chiesto come andava. Ci eravamo già scritte prima, ma giusto due tweet campati per aria, non ci eravamo mai presentate. Non potevo scriverle „Beh, va tutto una merda, tu come stai?“
Pero’... di certo non mi avrebbe fatto male parlare con qualcuno. Era quello di cui avevo bisogno infondo, l’avevo confermato poco prima.

- @lili ciao :)  Non ci siamo ancora presentate, io sono Liz, tu invece? –
- @elizabeth piacere mio. Io mi chiamo Lea :) –








:Leggete per favore:

l' Angolo Autrice
Salve a tutti, miei cari Promessi (continuo a chiamarvi cosi' mi piace troppo)!
Prima di tutto volevo ringraziarvi per tutto: per aver continuato a leggere la storia, per le bellissime recensioni che lasciate (che spesso non credo neanche di meritare), ma sono contenta che almeno un pochino vi siate affezionati a Harry e Liz *commossa*
INOLTRE che ne dite di fare un
BEL APPLAUSO alla new entry della storia? Lea McFinnegan, ispirata ad un persona a me davvero molto molto molto cara e... si, direi che questo capitolo si puo' dedicare al giorno in cui ci siamo conosciute *ancora piu' commossa*
TI VOGLIO BENE LILI!

Ehm ehm, tornando a noi...
LAST BUT NOT LEAST volevo anche scusarmi per il capitolo vergognosamente breve, ma tra l'inizio della scuola e balle varie non riuscivo proprio a metterci la testa, spero di riuscire a postare al piu' presto il prossimo!
Magari mi faccio perdonare con QUESTA FOTO (cliccate per aprire il link e non svenite)


MUHAHAHAHAHAH!


Quanto vi amo :')
Detto questo, come al solito, spero che il capitolo vi sia piaciuto, aspetto con ansia le vostre recensioni e se mi cercate su twitter sono @onemjxx
Un bacio
xoxo


 
  
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