Capitolo 12
Ritorno e nuovo arruolamento
La cattura di Kai provocò un
grande cambiamento in Erol. Era diventato feroce. La loro squadra faceva parte
in pieno degli esperimenti con l’Eco. Catturare persone, classificarle,
prepararle e giù con l’eco. Soprattutto il blu, e adesso che i tecnici sapevano
tagliarlo correttamente, Oscuro. E cominciarono le vere morti. Casualmente, le
dosi venivano sempre sbagliate, e morivano a decine. Fino a quando Acheron non
suggerì di cominciare con piccole dosi, invece di grandi, e aumentare man mano.
Così continuavano a fare progressi. Kai era stata messa nella cella del pupillo
di Erol e aveva trovato qualcosa da fare, cercare di imparare la sua strana
lingua dei segni. A Kayla, quel ragazzino muto faceva una certa impressione. Ti
prendeva e colpiva con quei grandi occhi blu. Quando passava davanti alla loro
cella, accelerava il passo. Non voleva sentire su di lei quello sguardo che
chiedeva:“Perché sono qui? Non ho fatto niente”. Le sembrava talmente
ingiusto... Sapeva cosa succedeva a chi cercava di liberare i prigionieri,
specie uno importante come lui, ma non poteva permettere che si facesse del
male a ragazzini come quello. Era in assoluto il più giovane di tutta la prigione,
lo sapeva dalle schede sui prigionieri. Erano riusciti a scrivere qualcosa su
di lui, grazie a Kai che ci aveva fatto molta amicizia e si era guadagnata la
sua fiducia, ma la sua scheda era ancora incompleta, rispetto a quella di tutti
gli altri i prigionieri. Avevano alcuni dati, come l’età, lo stato di salute e
i caratteri fisici, ma degli elementi più importanti non ne avevano la ben che
minima idea. Era comparso dal nulla. Quando lo chiese ad Erol, seppe che lui
era la “cosa” che avevano avvistato poco prima della guerra contro le teste di
metallo, la cosa strana con un grande canale. Quel moccioso di sette anni in
meno di lei.
Un giorno, al limite della
sopportazione, contattò Erol, e gli spianò tutti i suoi dubbi. ≪Quel moccioso è innocente! A cosa
serve tenerlo...≫.
≪È una creatura legata talmente
all’eco che ha il canale più grande che abbiamo mai trovato. Se tu non
scappassi, quando ti avvicini a lui, vedresti che non è un ragazzino come gli
altri, ma dentro ha qualcosa di diverso. Non posso liberarlo, abbiamo ordini
precisi sul come dobbiamo tenerlo in vita. Ora vai ad occuparti della tua
missione.≫.
Ma durante quei giorni,un’altra pressione gravava sul cuore di Kayla. La
presunta morte di Torn.
Dopo la guerra contro le Teste di
metallo, le aveva scavato un buco nel cuore. Non sapeva se fosse sopravissuto,
se avesse disertato o se fosse morto. Qualcuno diceva di averlo visto scappare,
altri che fosse stato ucciso dalle TMD. Aveva provato a contattare qualcuno
della loro squadra, ma nessuno aveva saputo dirle nulla. Fino a quel
pomeriggio.
Aveva implorato fin ultimo che
Erol liberasse il ragazzino, e, sfinita dai continui “no” , stava tornando a
casa, quando notò di essere seguita. Continuò ad avanzare, accelerando il
passo, andò in un vicolo e si nascose. Una strana figura entrò nel vicolo,
vestita di nero, incappucciata. Kayla gli piombò addosso, bloccandola, ma
quella si mosse con fare esperto, e le parti si capovolsero. Kayla sentì il suo
respiro affaticato su di lei, e capì. ≪C’è
solo una persona capace di atterrarmi così. Torn!≫. Il soldato ridacchiò, alzandosi
e togliendosi il cappuccio. ≪Accidenti,
sono diventato... Ehi!≫.
Kayla si era alzata di scatto e lo aveva abbracciato commossa. ≪Cosa succede? Sono stato via
troppo?≫.
≪Credevo fossi morto!≫. ≪Addirittura? Se stringi ancora un
poco, mi fai fuori di sicuro!≫.
Lei si staccò, guardandolo stupefatta:≪Ma
cosa è successo? Dov’eri finito?≫.
≪Sono rimasto dall’altra parte.
C’era gente da difendere. Ad un certo punto ho rischiato di venire ucciso, ma
una persona mi ha salvato. Quando li abbiamo abbattuti, sono andato a cercare
la mia famiglia. Sono stati uccisi tutti, perfino mio fratello, Tairn.
Allora... ho deciso di lasciare le guardie. Ho capito la pazzia del barone, e
sono pronto a rimediare. Voglio combatterlo, con un gruppo clandestino di
ribelli... Tu... ecco...≫.
Kayla si illuminò:≪Vuoi
chiedermi di partecipare? Di unirmi a voi?≫. ≪Tu, Erol ed Aloh siete gli unici
di cui io mi possa fidare, ormai. A parte Ashlein... Se vuoi seguirmi, ti
porterò dall’Ombra.≫.
Kayla stava chiedendosi cosa centrava Ashlein con la sua decisione, ma lo seguì
comunque. Torn si rimise il cappuccio, guardandosi intorno, e guidò la ragazza
in una stradina, vicino al luogo dove abitavano i suoi familiari. Era un
sotterraneo pieno di letti e una grande lampada illuminava un tavolo con sopra
alcuni fogli. Un uomo era chino sui fogli e li studiava attentamente. ≪Signore... le presento Kayla, il
luogotenente di Erol. Ha deciso di unirsi a noi. È una mia grande amica,
garantisco io per lei. Kayla, ti presento Samos, chiamato anche “L’ombra”, il
comandante del nostro movimento. È lui che mi ha salvato la vita.≫. Samos alzò la testa,
studiandola. Kayla rimase un secondo stupita. Era... assomigliava ad un saggio
dell’Eco. Aveva la pelle di uno sbiadito colore verde, i capelli impastati di
quello sperava fosse fango. Ma era arzillo. Forse, non era poi così vecchio...≪Oh... bene... sei molto carina,
Kayla. Sei anche brava a combattere? Beh... Se sei arrivata fin qui dovresti
esserlo. Hai deciso di abbandonare la guardia come ha fatto Torn?≫. Kayla scosse la testa:≪Far parte della guardia è l’unica
cosa che mantiene in vita la mia famiglia. Ma questo mi aiuterà a eliminare il
barone più in fretta. Lui ha portato via tutte le mie possibilità di
salvarli... Quando c’era il vecchio Damas... si viveva...≫. Samos annuì, tornando al suo
lavoro. ≪Tutti
quelli vissuti prima, durante il periodo dei due capi rimpiange il vecchio
Damas. Ma ora ci siamo cacciati in questa situazione non c’è che un modo per
uscirne. Combattere. Vuoi combattere dalla nostra parte, assicurandoti la vita
della tua famiglia? Abbiamo bisogno di gente temeraria che non abbia paura di
niente. combattere guardie e teste di metallo, fino a forse dover uccidere le
persone con le quali ridevi e scherzavi fino a poco tempo fa. Sei sicura di
volerlo fare? Tradire così la fiducia...≫.
≪Io non ho niente a che fare con
quel mondo. Voglio diventare una di voi per poter far fuori il barone. Solo
così saremo liberi.≫.
Samos notò un luccichio omicida negli occhi della ragazza. Guardò Torn, che era
sconvolto dalle parole di Kayla, infine annuì:≪Allora, benvenuta nei bassifondi,
Kayla. Qui potrai avere la tua vendetta.≫.
Respirando a pieni polmoni l’aria
della sera, mentre veniva accompagnata a casa da Torn, la ragazza alzò la
testa, e notò le stelle. ≪Torn...
ci sono stelle anche su di Haven... è così tanto che...≫. ≪Da quando siete usciti dal
deserto?≫.
≪Sì. Guarda, i miei hanno messo su
uno spettacolo!≫.
Si avvicinarono alla folla che circondava i saltimbanchi. La famiglia di Kayla
era tutta formata da artisti di strada. ≪Non
ho mai avuto occasione di vederli saltimbancare..≫. mormorò Torn, ridacchiando.
Kayla salutò le zie che facevano i giocolieri. Da quando Lei e Aloh erano
entrati alla scuola militare, e di conseguenza, nelle KG, non avevano più
potuto far parte dello spettacolo.
Mentre assistevano, Kayla
ricevette una chiamata sul cercapersone. Erol la voleva vedere. Con un sospiro,
salutò Torn. Cercò la sua moto, parcheggiata sempre vicino a casa, e arrivò
alla prigione. Avrebbe combattuto ancora per salvare quel ragazzino.